Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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3. LA SACRA FAMIGLIA *

Quest'oggi la Chiesa ci invita a contemplare ed imitare la vita intima di Maria, Giuseppe e Gesù nella casetta di Nazaret, in cui il divin Salvatore, nostro Maestro, ha voluto darci esempio di ogni virtù. Qui stabilì la scuola dell'esempio, più tardi stabilirà la scuola della Parola con la predicazione e in ultimo egli si sacrificherà per noi, onde abbiamo la grazia di praticare gli insegnamenti divini, datici con l'esempio e con la parola.
Cosa vuole che pensiamo oggi la Chiesa? Cosa vuole che impariamo? Cosa vuole che domandiamo oggi? Ogni festa ha sempre un triplice aspetto, può considerarsi sotto tre punti di vista: 1) per le verità che ci insegna; 2) per le virtù che ci raccomanda; 3) per le preghiere che dobbiamo fare.

1. La Chiesa cosa ci insegna oggi? Ci insegna le cose più sante che mai possiamo pensare. Per comprendere bene le grandi verità che oggi la Chiesa ci fa considerare con la festa della sacra Famiglia, bisogna leggere il documento1 del Papa Leone XIII2. Egli aveva dato tanta importanza a questa festa che non volle incaricare nessun altro per fare la lettera che la riguardava e neppure l'ufficiatura; fece tutto lui, perché ne comprendeva la grande importanza. Guardate, Iddio stabilì la famiglia come fondamento e base della società civile; se nello stato ci sono le famiglie ben ordinate e regolari, allora avremo una società civile ben ordinata e nella Chiesa buoni costumi e ordine, ma se i matrimoni non sono santi, se non c'è la concordia, l'obbedienza, il timor di Dio, abbiamo quelle famiglie in sfacelo dove la carità è rotta e il vizio del padre si trasmette ai figli. Là, invece di esservi
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il nido dell'amore vi è il nido della discordia, invece di regnarvi la carità vi regna l'odio.
La famiglia fu costituita da Dio nel paradiso terrestre e avrebbe dovuto essere il modello delle famiglie, se il demonio non vi avesse messo la discordia e suscitato l'odio nel cuore di Caino verso il fratello. Da qui comincia il disordine. La famiglia è quindi di istituzione divina, è la prima scuola dei figli che vi ricevono i primi insegnamenti sull'educazione civile e sulla religione; è il nido degli affetti naturali, è il vero campo dei meriti perché assai spesso vi si accoppiano caratteri discordi, ognuno vi porta i suoi difetti e i figli richiedono sacrifici dai genitori; è il luogo delle virtù più preziose.
La Chiesa cosa vuole dunque che oggi pensiamo? Voi non potete aver fatto gli studi filosofici, né letto tutti i trattati che parlano della importanza della famiglia, ma vi basta pensare così: il Signore vuole che nella famiglia ci sia l'unità, la sommissione dei membri, l'educazione cristiana, vi regni Dio. Ed ecco che oggi dobbiamo ammirare gli esempi della sacra Famiglia in cui il divin Maestro ha consacrato l'istituzione divina della famiglia ed è venuto a restaurarne la santità. Quella famiglia dev'essere l'esemplare di tutte le famiglie cristiane.

2. Cosa c'è da imparare da quella famiglia? Affacciamoci un momento a quella casetta: che unità, che raccoglimento, che pace! Maria è il modello delle madri: quanta cura, quanta laboriosità silenziosa, quanta diligenza in tutto! S. Giuseppe è il modello dei padri: quanta cura silenziosa nel suo lavoro umile! Gesù è il modello dei figliuoli: che sommissione, che rispetto, che umiltà, che docilità! Egli era sottomesso in tutto e progrediva in età, sapienza e grazia. «Erat subditus illis»3 e in tutto: nella preghiera, nel lavoro, nell'affetto, nel rispetto a Maria e a Giuseppe. Quelle mura furono santificate ed edificate dagli esempi di quelle tre santissime persone e gli angeli dal cielo scendevano stupiti ad ammirare il Figlio di Dio: ubbidiente, rispettoso, amante delle sue creature che erano poi suo padre e sua madre.
Nella famiglia fioriscono le virtù più belle; è qui che si vede l'anima caritatevole, sottomessa, puntuale, operosa, silenziosa, umile, servizievole. Io stimo poco quelle [figlie] che hanno solo
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zelo esteriore; non chiedo mai se fanno bene in propaganda, chiedo prima se hanno virtù familiari, chiedo se sono buone in casa perché questo è l'essenziale, è lì che si distingue la persona veramente santa. Le virtù pubbliche sono a volte come il colore che si mette sui mobili per farli apparir belli, ma sotto, il legno può essere anche tarlato. Le virtù che fanno l'anima santa sono le virtù familiari del raccoglimento, del silenzio operoso, della carità verso gli altri, del nascondimento: queste sono le virtù di famiglia e conseguenza di queste sono le virtù del cuore. Quanto dobbiamo stimarle e cercarle queste virtù!

3. Cosa dobbiamo domandare?
a) Grazie per gli altri: che nello stato le famiglie siano sante, ben ordinate; che i genitori siano concordi fra loro, rispettati e ubbiditi dai figli, i figli soggetti ai genitori come Gesù; che vi regni la carità, l'affetto scambievole; che le leggi civili e religiose vi siano rispettate; che vi regni l'ordine, la pulizia: vi regni Dio.
b) Preghiamo per le nostre famiglie, pregate per le vostre famiglie. Certune cercano nella famiglia l'affetto sensibile, amano i parenti, ma per goderli non per averli santi. Edificateli, sappiate amarli soprannaturalmente, date loro esempio di distacco e di unione intima col Signore, vi ameranno di più perché diranno: Abbiamo dato una figlia al Signore. Quando una figlia si fa suora contro la volontà dei suoi, se questa si chiude davvero nel raccoglimento, se si dà tutta al Signore, salva tutta la famiglia. Ma dicono..., ma vogliono..., si capisce che essi parlano così, ma non possiamo pretendere che gli altri siano più santi di noi, se non lo siamo neanche noi con tante grazie che abbiamo! Domandate al Signore che santifichi le vostre famiglie e datevi generosamente a lui. Fatevi sante: è questo il modo per dimostrare che amate realmente le vostre famiglie non a parole, ma a fatti, perché attirerete su di esse tanto di benedizione quanto voi avrete di santità. Pregate perché Gesù regni nelle vostre famiglie, lui sia il vero capo; per questo è bene che le famiglie si consacrino al Sacro Cuore; che abbiano il Vangelo e lo leggano almeno la domenica; che ogni famiglia abbia La Famiglia Cristiana4 perché
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con essa apprendano lo spirito della famiglia di Nazaret; ecco lo spirito a cui devono essere informate tutte le famiglie: a questo dobbiamo arrivare. Voi non avete da andare al Parlamento a far leggi, non spetta a voi, ma santificare le famiglie è compito vostro, dovete pensarci voi. Allora regnerà il Signore e le famiglie saranno sante.
c) E cosa domandiamo per noi? Chiediamo che nella nostra casa religiosa ci siano le virtù di famiglia che fanno santa la casa di Nazaret e diamo a queste molta importanza: alla carità, alla pace. Vogliatevi bene, tanto bene, sempre bene, anche quando naturalmente non vi comprendete a vicenda, anche quando ci sono delle difficoltà. Chiedete l'umiltà che è il fondamento della carità, perché la superbia mette il disordine e l'invidia è il tarlo della carità. Umiltà nell'essere caritatevoli ed amanti. È buona la carità che mostriamo esternamente ed è anche facile, ma la carità con i più prossimi è di precetto perché la carità dev'essere ordinata, deve cominciare da quelli che vivono con noi, ed è tanto vero questo che si può giungere anche a commettere peccato mortale quando vi si manca decisamente, amando più gli estranei che i più prossimi. Un cattivo esempio dato in Casa non è come un cattivo esempio dato ad estranei, è molto di più. Abbiate carità, amatevi scambievolmente, perdonatevi, compatitevi nei difetti. Perdonate adesso perché bisogna cominciare per tempo, poi diverrete vecchie e anche brontolone e tutti quei difetti che ora vedete nelle vecchie e vi infastidiscono li avrete anche voi. Quando sarete vecchie, brontolone, e piene di acciacchi, avrete bisogno di compatimento dagli altri e come lo desidererete! Cominciate perciò adesso ad avere voi carità e rispetto per le sorelle; rispettate ed obbedite a quelli che vi guidano, prendete lo spirito che essi vi insegnano.
Oggi è una festa di grande importanza, perché la famiglia è istituzione naturale, istituita da Dio, confermata da Gesù Cristo; è ancora istituzione cristiana, benedetta nelle nozze di Cana; è istituzione religiosa e questa è la famiglia vostra, la comunità. Pregate quindi molto per le famiglie nel senso naturale, cristiano, religioso, perché come saranno formate le famiglie, così sarà la società, così sarà la Chiesa.
Impariamo dalla casetta di Nazaret come si vive cristianamente, religiosamente; contempliamo qualche volta in ispirito le mirabili virtù di quella sacra Famiglia, specialmente recitando il
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5.o mistero gaudioso, in cui Gesù tornato con i parenti a Nazaret, viveva «subditus illis».
Pensiamo che la famiglia non è una cosa fatta a caso, è un istituto divino e domandiamo quindi che le famiglie siano tutte sante. Oggi c'è una grande tendenza a strappare le fanciulle dalla famiglia, a toglierle all'educazione dei genitori, e questo è un rovinare la famiglia dalle basi. Quando vi erano le famiglie patriarcali, numerosissime, soggette all'autorità civile e religiosa, timorate di Dio, ordinate, benedette, non si parlava tanto di rivoluzioni e ribellioni, ma oggi che la famiglia è minata dalle sue basi, toccata nelle sue parti più sacre, vi è il disordine nei costumi e la ribellione in tutto. Una delle feste che mi è rimasta più impressa fin dai primi anni del seminario è proprio questa della sacra Famiglia, perché le si dava sempre tanta importanza e se ne capiva tutto il significato. Datele anche voi tanta importanza e, come vuole la Chiesa, così pregate, così pensate, così fate5.
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* Meditazione, in ciclostilato, fogli 3 (22,5x35), tenuta ad Alba - Domenica 8.1.1933, dal “Primo Sig. Maestro”.

1 Cf Leone XIII, Breve Neminem fugit del 14 giugno 1892 con cui è istituita la festa della Sacra Famiglia, fissata alla terza domenica dopo l'Epifania.

2 Leone XIII, Vincenzo Gioacchino dei conti Pecci (1810-1903), Papa dal 1878. Confermò con l'enciclica Rerum novarum la dottrina sociale della Chiesa, lasciò inoltre numerose encicliche di carattere mariano e ascetico.

3 Cf Lc 2,51: «Stava loro sottomesso».

4 Periodico settimanale per le famiglie, di cui si inizia la pubblicazione il 25 dicembre 1931, edito nei primi anni dalle FSP; nel 1937 la direzione passa alla Società San Paolo.

5 Don Alberione aveva appreso questa devozione dal canonino Francesco Chiesa, suo direttore spirituale. Cf Rolfo L., Il buon soldato…, o. c., pp. 59-60.