Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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45. IL PECCATO VENIALE *

[182] | Consideriamo stasera: 1. Che cos'è il peccato veniale. E domani, con la grazia di Dio, vedremo: 2. Il male che è, e gli effetti. 3. I mezzi per evitarlo.

[I. Che cos'è il peccato veniale]

Il peccato veniale è una trasgressione della legge di Dio, ma leggera, perché in essa non vi è gravità di materia, oppure manca la piena avvertenza o il deliberato consenso.
1) Consideriamo ora il peccato veniale, in relazione a noi come figli di Dio.
a) Il peccato veniale è un'offesa a Dio: più leggera certo del peccato mortale, ma è sempre un'offesa, un diportarsi con disprezzo, un [183] | rivoltarsi al padre dispettosamente, un'impertinenza ingiuriosa.
b) È un'offesa fatta a Dio, e ciò suppone che si manchi di vero rispetto al Signore.
c) È un'offesa leggera. Che vuol dire leggera? Vuol dire che è una cosa da niente? Oh, no! Anche gli aerostati sono leggeri, più leggeri dell'aria, ma se cadono sulla testa ci schiacciano. Anche la terra è piccola in confronto al sole, ma pure è grande, e quanto ci vuole per percorrerla tutta!
Il peccato veniale dunque è leggero, non perché sia un piccolo male, ma è leggero rispetto al mortale.
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Il peccato mortale è la morte di Gesù, il peccato veniale è la sua passione.
La crocifissione fu dolorosa per Gesù, ma l'incoronazione fu dolorosissima. Il peccato nostro poi è più grave e più doloroso di certi peccati di altri. Quando un padre e una madre sono tutta premura e delicatezza per i figli e questi si mostrano indifferenti, oh, quale pena! Se una madre pone ogni attenzione nel preparare un cibo delicato per la figlia inferma e questa quando lo riceve si mostra scontenta e dice: Solo questo? Potevi farne a meno! Quale dolore e ferita per il cuore materno!
Il peccato veniale è una ferita che va a lacerare il cuore di Gesù e gli fa dire: «Se fossi almeno freddo, ma perché non sei né caldo né freddo, ecco che comincio a rigettarti»1.
Quindi, il peccato veniale è un'offesa leggera [184] | ma disgustosa a Gesù perché è sempre una rivolta del figlio contro il Padre.
2) Consideriamo il peccato veniale come cristiani.
È il rilassamento nella pietà: Messa, Comunioni, Visite eucaristiche fredde. Questi peccati si commettono quando l'anima è fredda nel servizio di Dio. L'abituale tiepidezza è un peccato continuato.
Il peccato veniale come cristiani è un distacco parziale da Dio, una freddezza continua con Dio. L'anima che schiva il peccato veniale è come una macchina veloce che percorre 120 Km. all'ora, mentre l'anima tiepida è come un povero somarello di un contadino che non percorre neanche o appena un Km. all'ora.
Ci sono anime che dappertutto si perdono in venialità, non fanno progressi nella via di Dio, restano sempre indietro, indietro.
3) Consideriamo ora il peccato veniale come religiosi.
Quali sono i peccati veniali dei religiosi? Sono quelli commessi contro i voti e specialmente contro la vita comune.
Contro i voti.
Ubbidienza: non ubbidire nelle cose gravi è più difficile, è facile invece disubbidire nelle cose leggere. Spesso infatti si sentono dire queste frasi: Oh, solo questo, non è tanto male, neanche dire una parola! Che cos'è poi! Si è [185] | alzata un po' dopo; hanno battuto le mani, ha ancora tardato un po', una piccola perdita di tempo che cos'è!
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Non sono queste cose grosse, ma sono tante piccole disubbidienze che offendono il Signore.
Povertà: comperare senza necessità mentre si può rattoppare o rammendare è contro la povertà; non aver cura della salute o averne troppa è contro la povertà; guastare le cose che si adoperano, guastare i libri, perdere tempo, non tenere di conto, trascurare i propri uffici, è contro la povertà; la facilità di spendere quando si è in viaggio, quella tendenza a non voler mancare mai di nulla, a lamentarsi di tutto è uno stato continuo di venialità; tenere denaro, fare doni, imprestare senza permesso, ecc., sono sempre venialità.
Purezza: troppa facilità nel leggere, libertà di sguardi e di tatto, troppa facilità nel trattare, nel parlare, ecc., è mancanza.
Bisogna star attente, vigilare, mortificarsi! Qui poi è difficile determinare il grave e leggero. Può solo essere leggero per mancanza di avvertenza e di consenso, perché la materia è sempre grave.
Vita comune: qui è più facile mancare. Il fare sempre eccezione, rompere la vita comune, cambiare le pratiche di pietà, non osservare l'orario, trascurare l'osservanza degli avvisi che vengono dati riguardo allo studio, l'apostolato, ecc., sono tutte venialità, che dispiacciono tanto al Signore. [186] | Il peccato veniale poi è il nemico della perfezione. L'anima che commette facilmente il peccato veniale, prima di sera si riduce, per così dire, tutta a brandelli.
E perché questo peccato è il nemico della perfezione? Perché l'anima fa un passo avanti ed uno indietro. Una Comunione, e un atto di vanità; un'Ave Maria, e un dispetto; un atto di silenzio, e un sentimento d'invidia; una [cosa] bene e una male e così quell'anima non sarà mai santa.
Ecco, o figliuole di San Paolo, mettetevi bene davanti a Gesù. Sentite che questo Gesù vi ama? E v'invita e vi chiama ad essere sante? Corrispondete al suo invito, amatelo, servitelo con fervore.
Il fervore è uno stato incompatibile col peccato veniale, mentre la tiepidezza è il campo del peccato veniale. Bisogna amare il Signore con calore.
Vi sono figliuole che amano davvero il Signore, sono tutte intente, sempre fisse nel Signore, ma senza affanni. Nulla le disturba, sono sempre attente nel loro ufficio e par loro di non aver il tempo sufficiente a fare tutto il bene che desiderano.
Altre invece perdono tanto tempo. Sono figliuole che spigolano
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in un campo ricchissimo ed hanno solo qualche spiga povera e vuota, e quando alla sera dovranno fare il loro fascetto, questo sarà piccolo e scarso.
La vita passa, passa, siate sollecite nel farvi dei meriti. [187] | Sono passati gli anni che ricordiamo e contiamo; essi sono già là sulla porta dell'eternità che ci attendono.
Almeno adesso diventiamo attive, fervorose, che non si viva di peccati veniali, perché perdere tempo, infrangere la vita religiosa, vivere continuamente con la fantasia distratta, l'invidia, lo stato abituale di vanità, di idee storte, ecc., è tiepidezza.
Vi sono sette peccati veniali abituali da evitare: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia.
Evitiamo il peccato veniale e non offendiamo più il Signore perché siamo figli di Dio, siamo cristiani, siamo consacrati a Dio.
Scacciamo il gran nemico della vita cristiana e religiosa che è il peccato veniale.
Stasera domandiamo molto perdono al Signore e facciamo buoni propositi. Esaminiamo bene la coscienza e piangiamo i molti peccati veniali che abbiamo commesso.
Togliamo definitivamente il nostro unico e vero nemico.

[II. Effetti del peccato veniale]

Dobbiamo, stamattina, considerare gli effetti del peccato veniale, ma prima è necessario fare una distinzione.
Il peccato veniale può essere avvertito o no.
[188] | Il peccato veniale avvertito è il solo peccato che offende Dio e produce gli effetti che considereremo. Sovente però l'anima va soggetta ad imperfezioni che non offendono Dio.
Anche l'anima più perfetta cade sette volte, quindi non spaventiamoci delle imperfezioni.
Andar soggetti a distrazioni, a moti improvvisi, non è peccato; anzi, se l'anima cerca di reprimerli, questi movimenti, queste tentazioni sono anche occasione di merito per le anime di buona volontà.
Ma è pure da notare che il peccato veniale può diventare mortale. È vero che più peccati veniali assieme non possono farne uno mortale, e per quanti peccati veniali l'anima abbia commesso, non giunge mai al mortale, e può sempre fare la Comunione, ma è anche vero che il peccato veniale può diventare grave per certi motivi. Per esempio, può diventare grave se l'anima
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manca per disprezzo della cosa comandata come sarebbe il dire: Bella cosa da comandare! È poi tanto importante, perché dirlo a me?
Oppure per disprezzo a chi comanda come il dire: Oh, se comanda solo quella, pensi a se stessa, è più imperfetta di me, perché devo ubbidirla?
Può diventare grave per il pericolo di un inconveniente e cioè per le conseguenze. Per esempio, un padre dice: Quest'anno è andata male, non abbiamo niente, non possiamo pagare, mentre invece potrebbe soddisfare benissimo il [189] | suo dovere. Verrà dispensato e perdonato dal suo obbligo, ma siccome agì con inganno, il suo peccato, cioè la bugia detta, da veniale diventa mortale per la conseguenza che ha prodotto.
Ancora un esempio: essere troppo attaccati alle cose, alle sorelle, in modo che quell'affetto che potrebbe esser buono disturbi dai doveri, renda agitati e preoccupati e leghi sempre più il cuore fino a togliere la libertà nel fare il bene, questa conseguenza può anche essere grave.
Inoltre il peccato veniale diventa mortale quando mette nel pericolo prossimo di peccato mortale. Quella figliola prolunga le vacanze, ella sa che ogni giorno che passa la lega più al mondo, si sente già tanto debole e vacillante nella vocazione, si sente sempre più allontanare, eppure si ferma, ponendo a rischio la sua vocazione e così da una cosa leggera si prepara la caduta grave.
Ancora, il peccato veniale diventa grave quando reca un danno alla comunità. Perdere lo spirito poco per volta, introdurre certi modi di pensare, agire contrariamente alla carità e allo spirito religioso, rompere la povertà, la volontà di Dio, ecc., con tutto questo si va gradatamente dal peccato veniale al mortale.
Tuttavia noi sappiamo che il peccato veniale per sé non costituisce il peccato mortale, purché l'anima non dica: O per me non importa il peccato veniale, ne vengano pure quanti vogliono. Questa disposizione in un cristiano non [190] | sarebbe grave, ma per un'anima religiosa è grave, perché l'anima religiosa coi tre voti si assume l'obbligo di tendere alla propria santificazione.
La professione infatti è come la scelta del mestiere da compiersi nella vita, e allora se l'anima avesse in sé la disposizione: A me basta evitare il peccato mortale e l'inferno, va senza accorgersi contro i suoi voti, disdice la sua professione e questo è abbandono della vocazione, infedeltà a Dio.
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Quali sono allora i mali del peccato veniale? I mali del peccato veniale sono specialmente cinque, come dice S. Alfonso, e sono:
1) È offesa a Dio, ingratitudine al Signore. Infatti quell'anima, così cara al Padre celeste, gli si ribella e dice: Voglio fare come mi piace. Ucciderti no, ma farti piangere e ferirti non mi importa. È dunque il peccato veniale il più grande di tutti i mali della terra. Per questo un santo, a cui si annunziava che gli era stato bruciato tutto ciò che possedeva rispose: È male minore di un peccato veniale.
2) Il peccato veniale merita molte pene. Pene su questa terra. Quante volte non sappiamo spiegarci certe deficienze, certe debolezze, abbandoni, incorrispondenze! È perché abbiamo mancato noi, non abbiamo corrisposto alle grazie. Pene nell'altra vita. Il purgatorio, questo è il vero castigo del peccato veniale. Oh, pensiamo alle anime del purgatorio e domandiamo loro se il peccato veniale è piccola cosa, se non è nulla il purgatorio che esso ci fa meritare! [191] | Tutti i mali assieme sofferti dai martiri non formano i mali che soffrono le anime purganti. Oh, meditiamo il purgatorio e cambieremo il nostro modo di pensare.
3) Il peccato veniale priva l'anima di molte grazie. Quando l'anima è molto generosa con Gesù, Gesù è generoso con lei, perché la stessa misura che usiamo sarà usata a noi.
Se sarete buone e sensibili con Gesù, egli vi darà sempre più luce, forza e grazia, vi stringerà sempre più teneramente al suo cuore come lo sposo, la sposa; ma se l'anima è indifferente, allora Gesù chiude la sua mano e il suo cuore. Allora l'anima dirà: Sono stanca, non sono contenta, non mi trovo bene. Ma perché non sei contenta? Perché Gesù non è contento di te.
4) Il peccato veniale prepara al mortale perché toglie le grazie. La fede diminuisce, la speranza si illanguidisce, la carità si raffredda. Col peccato veniale l'anima si avvicina e si prepara al mortale. Oh, quante cominciano dal peccato veniale e vanno a finire al peccato mortale!
5) Il peccato veniale ci porta da mali piccoli ai mali gravi. Avviene qui ciò che succede a riguardo della salute fisica: alle volte basta trascurare un piccolo raffreddore, una piccola indisposizione per giungere a mali gravi e seri, fino a perdere la salute. Una nave aveva un buco. Per esso cominciò ad entrare un
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po' di acqua inosservata ed aumentò sempre più, finché la nave si appesantì [192] | ed affondò. Il peccato veniale ci trascina a poco a poco molto in basso.
È necessario vigilare molto sulle piccole cose, essere fedeli nella pratica delle piccole virtù, combattere anche i più piccoli difetti. Per conseguenza: temiamo molto il peccato veniale. Ascoltiamo la santa Messa per ottenere l'odio al peccato e la grazia di poterlo evitare sempre. Non diciamo mai: È solo un peccato veniale! perché questo è già segno di tiepidezza.
Volgiamoci al Cuore di Gesù, al Crocifisso, ed egli ci perdonerà, ma detestiamo il peccato veniale. Inoltre rivolgiamoci alla nostra cara madre Maria santissima e chiediamo l'odio al peccato veniale, chiediamo la grazia di evitarlo sempre.
Dice la sacra Scrittura: «Fuggi il peccato veniale come da un serpente»2.

[III. Mezzi per evitare il peccato veniale]

Parliamo ora del modo pratico per evitare il peccato veniale.
Evitare il peccato veniale è necessario, perché se noi schiviamo il peccato veniale avremo molte benedizioni e grazie sulla terra; inoltre non cadremo nel peccato mortale, perché prima di buttarci nel precipizio bisogna togliere via la barriera. Se c'è la ringhiera, prima di cadere nel precipizio bisogna toglierla o romperla, ora la ringhiera prima del peccato mortale è il veniale, [193] | se non commetteremo questo, difficilmente cadremo in quello. Ma noi che amiamo il Signore, non parliamo mai né di peccato mortale né di peccato veniale, evitiamo tutto ciò che l'offende e cerchiamo solo di amarlo, cerchiamo il maggior bene, il maggior servizio e gloria di Dio, il maggior bene delle anime.
Consideriamo con la grazia del Signore e i lumi dello Spirito Santo: 1) I peccati veniali interni. 2) I peccati veniali capitali. 3) Le tentazioni.

1. I peccati veniali interni.
Generalmente la maggior parte dei peccati veniali si commettono all'interno, vi si bada poco e per lo più feriscono di più Dio.
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Il Concilio di Trento dice che i peccati interni si commettono più facilmente, più difficilmente si detestano ed in morte danno più pena. Se l'anima fa bene l'esame li avverte facilmente e li detesta, altrimenti sfuggono, non si conoscono e alla fine causano poi tanti timori.
I peccati interni possono essere di tre specie: a) di gaudio e di compiacimento riguardo al passato; b) di desiderio e proposito riguardo al futuro; c) di dilettazione per il presente.
a) Riguardo al passato. La compiacenza. Quando uno si rallegra di aver fatto il male. Per esempio, quando si dice: Ecco, sono andata a comperare e le ho dato due soldi di meno; [194] | questa volta gliel'ho fatta. Oppure si è comperato e, solo giunta a casa s'accorge contando il denaro di aver dato due soldi di meno e dice: Oh, finalmente, ne ho potuto fare una, sono stata fortunata. Ancora: L'ho fatta franca e non mi hanno sorpresa; ho detto una bugia e l'hanno bevuta; volevo un permesso, ho contato una frottola e ci hanno creduto, ecc. Il rallegrarsi di tutto questo è un peccato interno di compiacenza, è approvare il male. Se uno si compiace di cose gravi, allora è grave, ma ordinariamente questo peccato è leggero.
Il gaudio. Quando una gode e si rallegra del male altrui, dei disgusti avvenuti agli altri, dei rimproveri che ricevono, ecc. Quando uno si pente di aver fatto il bene, per esempio: Oh, se fosse adesso non glielo farei più quel piacere! Se la trovassi ora non la tratterei come l'ho trattata! Mi rincresce di averle fatto quel favore; avessi saputo prima che era così ingrata non glielo avrei fatto certamente, ecc. Tutto questo è male. Pentirsi del bene, rallegrarsi del male, è tutto peccato interno che riguarda il passato.
b) Riguardo al futuro, si può pure peccare gravemente o leggermente. Quando si ha il desiderio e proposito di fare il male: Se la incontro, gliene dico due; aspetti che gli usi misericordia; se la vedessi anche cadere in un fosso non la aiuterei; se la vedo non mancherò di farmi sentire, ecc. Tutto questo è vendetta e male.
Ci sono tanti che commettono questi peccati [195] | ostinatamente con le parole, sebbene poi non possano farlo. Sono come i bambini che desiderano frutta e dolci, passano davanti al pasticciere e leccano perfino la vetrina e fanno atti di gola a denti asciutti. Gli adulti però fanno molto peggio. Bisogna vigilare, perché poi
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dimentichiamo le parole che diciamo, passiamo facilmente sopra ai sentimenti e pensieri e non li ricordiamo, ma vi è il purgatorio in cui tutto si dovrà purificare. Vigiliamo perché Dio vede anche delle macchie negli stessi angeli. Quanti hanno parole ed opere buone e il cuore guasto! L'esame deve essere prima sui pensieri e sui sentimenti, perché le parole e le opere si scoprono facilmente ed è facile essere buoni a parole ed opere, ma l'interno?
c) Riguardo al presente, si può peccare con la dilettazione e cioè dilettarsi a lungo sul male. Per esempio: stare a lungo sotto l'impressione della malinconia. Quell'anima lo sa che la malinconia la porta in basso, che a poco a poco le rende tutto pesante, brutto, vede tutto male, crede di non esser più benvoluta, ecc.; la malinconia le fa pensare: Oh, farmi santa è impossibile! E la può portare fino a perdere e tradire la vocazione, ma pure vi si ferma, non la scaccia, la lascia penetrare nel cuore; questo è peccato interno.
Sai già che non devi pensare a quello; il confessore ti ha detto di stare tranquilla, quindi non c'è peccato, e se anche c'era, non c'è più, [196] | lascia stare, se continui ti procura solo del male e peccati veniali.
Ancora peccato veniale interno quando uno pensa a lungo a cose viste, sentite, dispiaceri ricevuti, ecc. Bisogna allontanare i pensieri di scoraggiamento, di vanità, che finiscono solo col fare del male.

2. I peccati veniali capitali.
I peccati capitali possono essere leggeri o gravi, ma in ogni caso sono sempre capitali, producono sempre altre conseguenze: sono capitani e conducono sempre con sé un esercito di peccati.
1) La superbia interna ed esterna ordinariamente è veniale, ma porta sempre altri peccati veniali.
Si pecca di superbia quando si cura soverchiamente la propria stima, il compiacersi, l'affannarsi nei doveri di pietà, studio, apostolato. Ma questo non è bene? Non dobbiamo affannarci? No. Bisogna essere diligenti, ma non affannati. Diligenza sì, ma non affanno perché questo viene dal male.
Se uno è diligente usa bene tutte le sue forze, allora anche se non riesce a compiere ciò che desidera, sta tranquillo. Basta la diligenza, perché la perfezione non dipende dal luogo o condizione in cui uno si trova, ecc., ma dall'amore e dalla diligenza con cui si agisce. Noi possiamo amare e non amare il Signore
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nello stesso tempo. Quella fanciulla che è in chiesa tutta composta, ma con la fantasia e il [197] | cuore lontano, non ama il Signore; un'altra invece che è per la strada, ed anche in una piazza, tra il concorso ed il rumore, innalza a Gesù giaculatorie e aspirazioni, cammina sollecita e tutta intenta nel suo dovere, questa ama il Signore, e non si disturba anche se c'è la fiera.
Si può amar Dio nella povertà e nella ricchezza, nella salute e nella infermità. Questo è indifferente. Ciò che importa è amare Dio nell'interno.
2) Avarizia. Nel senso vero ognuno crede sempre di non averne, perché noi siamo poveri. Ma l'avarizia si infiltra anche nell'anima religiosa, con la paura di essere sprovviste e mancanti di qualcosa; essere troppo attaccata a piccole cosucce, tendenza alla comodità; ad aver tutto, in modo che non ci manchi un filo, ecc.
Siamo attaccati alla terra? Alla vigna? Al portafoglio? Questo capita agli uomini del mondo, ma il diavolo alle anime che sono consacrate al Signore, presenta altre cose. Hanno ancora un anello, una medaglia, una cartolina, un'immagine, una cosuccia qualunque. Quando il diavolo lega il cuore, non gli importa che sia legato con una fune o con un filo, gli basta che sia legato. Se noi vogliamo legare un uccello non prendiamo una catena, ma basta un piccolo filo, ed egli non può più volare. Così l'anima legata a piccole cose, non spicca mai il volo verso la santità.
3) Ira. Specialmente quando nasce dall'amor proprio ferito. Vi è un'ira che è buona, [198] | come quando Gesù si sdegnò e prese una fune a quattro doppi e cominciò a scacciare i venditori dal tempio, ma quando si parla di ira si intende ordinariamente quella che nasce per un motivo basso e che è quindi da combattersi.
4) Invidia. L'invidia fa tanto male. Per invidia il demonio tentò Adamo ed Eva e ci rovinò; per invidia Caino uccise Abele; per invidia tanti fratelli e sorelle sono discordi; per invidia tanti negozianti se la fanno a vicenda; ed è per invidia che nelle comunità si hanno dissenzioni e si fanno dispetti.
5) Lussuria. Quando è veramente tale è grave, mentre è veniale il confinare un poco, assecondando le simpatie ed antipatie, ecc. Talvolta a queste cose non si bada e sono peccati veniali, principio di una lunga catena, che se non si rompe subito trascina nel precipizio quasi insensibilmente.
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6) Pigrizia. Nella pietà si chiama tiepidezza, accidia, e nell'apostolato è negligenza, è la perdita di tempo.
7) Gola. Il desiderare troppo cibi particolari, essere scontenti di ciò che danno, lamentarsi sempre, ecc. Dobbiamo essere superiori a queste cose e neanche accorgerci di ciò che mangiamo, ed essere contenti anche se ci mancasse qualcosa.

3. Le tentazioni.
Le tentazioni possono essere in senso buono ed allora sono prove. Anche Dio provò Abramo [199] | nella sua fede, provò anche Gesù. La nostra vita è tutta una prova di fedeltà.
La tentazione in senso ordinario e comune è incitamento al male. Il demonio ci tenta, ci incita al male con fine cattivo, mentre Dio ci prova per procurarci dei meriti.
Non bisogna affannarsi per le tentazioni. Tutti i santi passarono per molte tribolazioni e tentazioni. Noi dunque dobbiamo cercare la vittoria attraverso ad esse.
Le tentazioni possono avere dei vantaggi:
1) Ci rendono più umili, perché ci fanno considerare che siamo sempre in pericolo.
2) Ci danno fervore, perché solo col fervore si vincono e comprendiamo che abbiamo bisogno di aiuto dal cielo.
3) Aumentano i meriti. Spesso vale di più una battaglia superata, che parecchie Comunioni, perché in quella vi fu la prova dell'amore.
4) Ci rendono abili ed atti ad aiutare altri, compatire e comprendere. Chi ha avuto molte prove sa facilmente comprendere e guidare altri, e portano ancora altri vantaggi. Le tentazioni si devono vincere? Bisogna vincerle e si può sempre, ma occorrono tre cose:
a) Resistere in principio. Non lasciamo prendere piede alla tentazione che si affaccia. Siamo tentati di malinconia? Mettiamoci a cantare. Siamo tentati contro la bella virtù? Ricorriamo a Maria santissima, mettiamoci a fare qualcosa. Anche Eva fu tentata: si mise a ragionare e cadde. Bisogna resistere in principio, non ragionare, né [200] | venire a patti col demonio altrimenti egli entra. Non diciamo: Qui non è peccato veniale, posso andare fin lì, ecc. No, no, non ragionare perché ti metti nel pericolo.
b) Vivere nel fervore. Il fervore è come un campo fiorito, la tiepidezza come un campo deserto. Se si vede un orto dove un giardiniere ogni giorno entra, ora zappa da una parte, ora dall'altra,
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ora pianta una verdura, ora un'altra e toglie l'erbaccia ed innaffia, ecc., quel terreno viene continuamente occupato e produce sempre qualcosa, ma se si lasciasse sei mesi incolto, oh, allora quante erbacce e triboli! E più è buono e più ne produce. Così è l'anima. L'anima religiosa se è fervorosa è un giardino, se è tiepida è un campo deserto ove crescono ogni sorta d'erbacce.
Bisogna stare sul terreno del fervore, il terreno della tiepidezza è quello in cui crescono le male erbe, le passioni.
c) Bisogna pregare costantemente per evitarlo. Siamo deboli, deboli. Deboli quanto al corpo e difatti basta pochissimo a farci cadere, a renderci infermi, ma quanto all'anima lo siamo assai di più perché abbiamo tre nemici: il demonio, il mondo, la carne. Vi è quindi la necessità di pregare e pregare molto ed assiduamente per vincere.
Fare sante Comunioni e Visite fervorose, ascoltare bene la santa Messa, ecc. Facciamo dunque al Signore il sacrificio che lui richiede quando [201] | vi è una tentazione, una piccola cosa per ottenere più grazie. Il Signore permette qualche cosa, qualche pena e prova, ma tutto è per il nostro bene: sappiamo approfittare per cambiare la tentazione in merito.
Amiamo il Signore.
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* Ritiro mensile, alla Famiglia Paolina, in ciclostilato, fogli 11 (23,8x35,4), tenuto ad Alba il 4-5.11.1933. Nell'originale non è indicato l'autore, ma in UCAS nov.-dic. 1933, p. 21, è scritto che il Primo Maestro ha tenuto alle Figlie di San Paolo il ritiro sul “Peccato veniale”. Il testo è stato stampato in: Alberione G., Ritiri mensili vol. I, Pia Società San Paolo, Alba-Roma-Messina 1934, pp. 153-214, con fedeltà al ciclostilato, però con numerose aggiunte prese da: Beltrami A., Il peccato veniale, Libreria S. Cuore, Messina. Successivamente è stato stampato in Haec Meditare I, 2, Pia Società San Paolo, Roma - Alba 1940, pp. 182-201. In questa seconda pubblicazione è stato tralasciato nella prima meditazione ciò che riguarda il sacerdozio, e in altri punti successivi il testo è sintetizzato. Nella presente raccolta si assume come originale il testo stampato in Haec Meditare I, 2.

1 Cf Ap 3,15-16.

2 Cf Sir 21,2.

HM I/2,p. 201.