Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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la miglior parte del suo tempo alla meditazione delle cose sante.
Secondo molti autori, presso il Tempio di Gerusalemme vi era una specie di istituto femminile, ove si raccoglievano giovanette fino ai 15-20 anni per il servizio del Tempio e per la propria formazione.
Tre motivi specialmente favorivano l'affluenza delle fanciulle al Tempio: 1. Il desiderio dei genitori di allontanarle dai pericoli e di far loro impartire una buona educazione; 2. la custodia dell'innocenza; 3. l'attendere alla confezione degli arredi sacri, della pulizia, ecc.
Anche Maria, ancora bambina, venne dai genitori presentata al Tempio e offerta a Dio: Praevenerunt oculi mei ad te diluculo, ut meditarer eloquia tua: Prima del mattino a te si volsero gli occhi miei per meditare la tua legge (Salmi, 118,148).
I1 Signore voleva preparare questa Vergine al grande mistero, all'altissimo ufficio di Madre di Dio e la lavorava per renderla sempre più idonea. L'aveva già resa immacolata, superiore in santità agli stessi Angeli. Ma dal concepimento al sedicesimo anno ella andò crescendo sempre più in santità e in grazia fino al punto in cui fu ritenuta degna di accogliere il Figlio di Dio. L'Eterno Padre si preparava questo calice, questa pisside di oro purissimo per depositarvi il Figlio suo, l'Ostia viva. Roberto Abate scrisse: «Maria nella sua prima santificazione fu simile all'aurora, nella concezione del Figlio fu simile alla luce, in morte fu simile al sole».

Il fatto. - Maria fu condotta al Tempio giovanissima; vi trascorse dieci anni, come dice
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S. Evodio martire, successore di S. Pietro ad Antiochia.
S. Francesco di Sales ce ne descrive mirabilmente il viaggio: «Allorché Maria si recò al Tempio per consacrarsi a Dio, fu, per una parte di cammino, portata in braccio da S. Gioacchino e da S. Anna, e per l'altra camminò da sola, sempre però aiutata dai genitori, i quali la posavano a terra solo quando la via era facile e piana: allora la celeste piccola Infante tendeva le manine verso di essi per prendere la mano ed evitare il rischio di cadere. Quando la strada era scabrosa, S. Gioacchino e S. Anna la riprendevano in braccio, indi la riponevano a terra, non già per riposare se stessi, perché provavano grande consolazione nel portarla in braccio, ma bensì per la compiacenza che provavano nel vederla camminare da sola».
Secondo S. Germano di Costantinopoli, il Sacerdote che accolse la piccola Vergine dalle mani dei suoi genitori, fu S. Zaccaria, il futuro padre del Precursore del Messia. E Maria entrò nel Tempio trasalendo di gioia, piccola in quanto l'età, ma perfetta in quanto alla grazia, esimia e profonda in santità. «La celeste Bambina, trapiantata dalla casa paterna nel Tempio sacro, esclama S. Giovanni Damasceno, divenne come il domicilio di tutte le virtù».
Ella era assidua nello studio dei libri sacri dai quali attingeva l'alimento per la sua fede e il pascolo per la sua pietà; continuamente assorta nel suo Dio, meditava i misteri con tale fervore e lucidità di mente, che li ricordava anche nel sonno.
Oltre allo studio dei libri sacri, Maria imparò
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nel Tempio a tessere la lana e il lino ed a lavorare l'oro e la seta.
Il suo aspetto era grave e distinto; parlava saggiamente; ascoltava assai, era sempre affabile e rispettosa con tutti; ogni sua azione aveva l'impronta d'una grazia veramente divina. Per questo, lo Spirito Santo, scrive S. Brigida, era sempre attorno a Maria, come l'ape vigilante, che sin dal mattino assedia il bocciolo di rosa vicino ad aprirsi, aspettando che la virtù dei raggi lo faccia sbocciare.
Possiamo immaginare Maria nel canto dei Salmi e nella preghiera pubblica: quanto sarà stata pia la sua orazione! Certamente gli Angeli del Cielo saranno scesi a contemplarla. Possiamo immaginarla tra le compagne in ricreazione: quanta carità, benevolenza, bontà! Era una viola profumata che ovunque passava, lasciava l'olezzo celestiale delle sue virtù.

Nel Breviario. - «Gioacchino si scelse per sposa Anna, donna piena di meriti e degna dei più grandi elogi. E come la prima Anna, provata dall'afflizione della sterilità, ottenne con la preghiera e con un voto la nascita di Samuele, così pure questa ottenne con suppliche e con una promessa, la Madre di Dio, onde neppur in ciò differisce da alcuna delle donne più illustri. Cosi la grazia (ché questo vuol dire il nome di Anna) dà alla luce la sovrana (questo significa il nome di Maria). La quale infatti è veramente stata costituita la sovrana di tutte le creature, divenendo la Madre del Salvatore.
«Ella vede la luce nella casa di Gioacchino... e più tardi è condotta nel Tempio. Piantata così
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nella casa di Dio e nutrita dallo Spirito Santo, ella, simile a fertile olivo, diviene il santuario d'ogni virtù, distaccando il suo cuore da tutte le cupidigie di questa vita e della carne e conservando la sua anima vergine unitamente al suo corpo, come conveniva a colei che doveva ricevere Dio nel suo seno.
«Maria è stata tale, che la sua vita è un modello per tutti. Se non dispiace di udirne la prova, lo dimostriamo, affinché chiunque aspira alla ricompensa di lei, ne imiti l'esempio. Quante virtù risplendono in questa sola Vergine! Mistero di pudore, di fede intrepida, di pietà riverente; Vergine vive in casa, sposa è tutta nelle cure domestiche, madre ne porta (il Figliuolo) al Tempio. Oh, a quante Vergini ella andrà incontro. Quante ne abbraccerà e condurrà al Signore, dicendo: Ecco la sposa del mio Figliuolo, colei che si è conservata sempre sua degna e fedele sposa!
«E che dire della sua rigorosa astinenza, della molteplicità dei suoi buoni uffici; buoni uffici che sembrano sorpassare le forze della natura, astinenza in cui la natura stessa trovava appena il sufficiente? Da una parte nessun istante inoperosa, dall'altra digiuno quotidiano. E quando consentiva a prendere qualche cosa, il suo cibo era del più ordinario, e appena il necessario per non morire e niente per soddisfare il gusto. Solo costretta da necessità prendeva sonno, e mai per soddisfare la natura; e anche allora che il corpo riposava, lo Spirito vegliava, ripensando spesso in sonno alle cose lette, o continuando i pensieri interrotti dal sonno, o occupandosi di ciò che aveva predisposto, o predisponendo quel che doveva fare».
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Frutti. - 1. Questa festa fu ed è particolarmente cara agli istituì femminili e maschili di educazione. Ma dovrebbe essere maggiormente cara a tutte le fanciulle ed a quanti hanno il dovere di curarne la formazione.
Il Ven. Olier voleva si desse particolare importanza alla Presentazione nei suoi Istituti. Volendo dare come Patrona principale del Seminario Maria SS., scelse la Presentazione. Egli scorgeva i rapporti e la somiglianza che passa tra la consacrazione di Maria fanciulla e quella che di sé fanno i chierici nel dedicarsi al servizio del Signore. Egli considerava il mistero della Presentazione come il modello più perfetto della rinuncia al mondo ed a sé, per donarsi interamente a Dio nello stato sacerdotale. Stabilì anzi una festa, perché ogni Sacerdote, entrato nelle disposizioni interiori di Maria, ogni anno ripetesse questa offerta. Questa pratica si estese ad altre Diocesi.
2. Conservare il giglio nelle fanciulle, crescerle alla pietà, allo studio, al loro ufficio in famiglia, ed alle virtù cristiane è forse il dovere più grave dei genitori, educatori, maestri, sacerdoti. Se la gioventù femminile sarà morigerata, pia, amante della casa, del lavoro, della virtù, avremo consolanti e straordinari frutti nell'intera famiglia, nella parrocchia, nella scuola, nella società. Occorrono educatori buoni e figliuole docili.
3. È certo che Maria, nella sua educazione, in famiglia o nel Tempio, più che degli uomini, fu alunna della grazia, dello Spirito Santo. È chiaro: lo Spirito Santo aveva preso possesso intero di Maria nella Concezione Immacolata. Appena andata sposa a S. Giuseppe, l'Angelo, apparendole,
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la salutò «piena di grazia, il Signore sia con te». Ebbe, dice il Nicolas, per istitutrice la grazia, e per precettore il Verbo, che la formava ad essere sua Madre. Donde si rileva quanto importa che ogni anima sia docile alla grazia.

Messa della Presentazione di Maria al Tempio


Introito.
Salutiamo con i sentimenti della Chiesa la celeste Bambina che arriva al Tempio. È la prima tra le creature; nessuna fanciulla così santa aveva varcata quel1a soglia. Ella vi porterà un giorno il Figlio suo, Gesù Bambino. La sua consacrazione a Dio precede quella del Figlio: «La presentazione di Gesù al Tempio».
Preghiera. La Chiesa ricorda ai fedeli: la presentazione al Tempio di Maria; la presentazione nostra alla Chiesa per il Battesimo la presentazione nel Tempio della gloria di Dio, il Paradiso.
Epistola. ricorda il tratto della Sapienza, applicabile a Maria: «Nel tabernacolo santo servii innanzi a Lui (Dio). Così mi stabilii in Sion: la santa città per luogo del mio riposo, e Gerusalemme fu la mia reggia» (Eccl. 24, 14s). Su tali parole educatori ed educandi possono molto meditare, imparare e chiedere a Maria fanciulla.
Salmodia, Offertorio, Comunione. Benedetta la Vergine Madre: Tu sei la piena di grazia, la benedetta fra le donne. Il Cielo e la terra ti esaltano. Ma la tua gloria è specialmente interiore; la tua bellezza è spirituale.
Vangelo. Ricorda la donna evangelica che esalta la Madre di Gesù, e la risposta di Gesù a quella donna. In questo episodio Maria è doppiamente lodata. Primo: perché credette alla parola di Dio, concepì spiritualmente nel suo seno il Verbo di Dio; praticò tutti i suoi insegnamenti. Questo è il vero merito di Maria. Secondo: perché ella divenne la vera Madre del Figlio di Dio umanato: questo è il grande privilegio e dono fatto da Dio a Maria.
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