Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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puntualmente, per esercizio di umiltà e di obbedienza.
2. La presentazione di Gesù al Tempio. Vi era un'altra legge: Ogni figlio primogenito doveva essere offerto al Signore (cfr. Luc. 2,23) e si doveva riscattare con una piccola somma di danaro (cfr. Es. 13,2.13).
Anche da questa legge Maria era esente; Gesù, Sacerdote eterno, non doveva essere riscattato; era venuto per consacrarsi all'onore del Padre, Ostia e Sacerdote. La Vergine Madre tuttavia obbedì; l'offerse al Signore per le mani del Sacerdote, dando il denaro del riscatto.

Il fatto. - Come Gesù, il Santo, l'Immacolato, il Segregato dai peccatori, non rifuggì dall'addossarsi i nostri peccati e dal comparire peccatore; così Maria, simile in tutto al Figlio suo, volle uniformarsi a Lui anche in questo: Decuit ut Mater, humilitati Filii conformaretur: Era conveniente che la Madre si uniformasse all'umiltà del Figlio (S. Tommaso).
Maria piacque tanto al Signore appunto per questa sua umiltà e sottomissione ai divini voleri. S. Bernardo esclama: Sine humilitate audeo dicere, nec virginitas Mariae placuisset: Senza l'umiltà, oserei dire, non sarebbe stata accetta neanche la verginità di Maria.
Ecco il vecchio Simeone. Questi aveva chiesto a Dio la grazia di non morire prima di aver veduto il Salvatore. Iddio esaudì questa preghiera. Divinamente ispirato, Simeone riconobbe Gesù, il Messia promesso, e proruppe in quel magnifico canto che in storia e profezia ad un tempo, e delineò a grandi tratti la divina missione di Gesù: Nunc dimittis servum tuum, Domine...
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E rivolto a Maria disse: «Questo bambino è posto a rovina e a risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione; anche a te, una spada trapasserà l'anima, affinché restino svelati i segreti di molti cuori» (Luc. 2,34s.).
Arrivò anche la Profetessa Anna, la quale viveva nel Tempio aspettando la venuta del Redentore. Anch'essa ripiena di giubilo lodò Dio.
In questo giorno in molti luoghi si usa benedire le candele da distribuire alle famiglie e fare la processione, per ricordare che Gesù è la vera luce che illumina ogni uomo (cfr. Giov. 1, 9) e per invitarci a camminare, ad esempio di Maria, nella via ch'Egli indica e rischiara con la sua dottrina.

Nel Breviario. - «Così fu già predetto: la Madre Sion dice: Ogni uomo è nato in essa: ed egli stesso l'ha fondata, l'Altissimo (Salmi, 86, 5). O onnipotenza di un Bambino nascente! O magnificenza di un Dio che dal cielo discende sulla terra! Era ancora nel seno materno, e Giovanni Battista già Lo salutava dal seno di Sua Madre. Era presentato nel Tempio, e veniva riconosciuto da Simeone, vecchio virtuoso, sperimentato, coronato di meriti. Allora egli Lo conobbe. L'adorò e disse: Adesso lascia, o Signore, che il Tuo servo se ne vada in pace: poiché i miei occhi han veduto la salvezza (Luca, 2,29s.).
«Gli fu differito di andarsene dal mondo, affinché vedesse nato Colui che ha fatto il mondo. Il vegliardo riconobbe il Bambino e si fece bambino col Bambino. Ripieno com'era di pietà, si vide rinnovato nell'età. Il vecchio Simeone portava Cristo Bambino, Cristo sosteneva la vecchiezza
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di Simeone. Gli era stato detto dal Signore che non avrebbe provato la morte prima di vedere il Cristo del Signore. Nacque il Cristo e si compì il desiderio del vegliardo nella vecchiezza del mondo. Colui che trovò il mondo invecchiato, venne ad un uomo vecchio. Egli certo non voleva restar molto in questo mondo, e tuttavia bramava di vedere il Cristo in questo secolo, cantando e dicendo col profeta: Mostraci, o Signore, la Tua misericordia e concedici la tua salvezza (Salmi, 84,8). Infine, poiché sappiate che questa era la sua gioia, conchiuse dicendo: Adesso lascia che il Tuo servo se ne vada in pace: poiché i miei occhi han veduto la Tua salvezza (Luc. 2,29s.). I Profeti avevano cantato che il Fattore del cielo e della terra avrebbe abitato in terra con gli uomini; un angelo annuncia che il Creatore della carne e dello spirito avrebbe preso un corpo; Giovanni, dal seno della Madre, salutò il Salvatore nel seno materno; il vegliardo Simeone riconobbe per Dio questo Bambino».

Frutti.- 1. Ubbidienza. La Madre di Dio si sottomette alla legge della purificazione, sebbene non sia in nessun modo obbligata. E la sua sottomissione è semplice, pronta, intera. Non discute sulla parte penosa, umiliante e assolutamente opposta alla sua dignità e ai suoi privilegi. Ella conosce benissimo le ragioni per cui sarebbe esente dalla legge; tuttavia antepone questa alle sue prerogative ed ai suoi diritti. Come tutte le altre donne perciò sta ritirata per quaranta giorni, e offre anch'essa la vittima di propiziazione.
2. Umiltà. Maria SS. è la Madre di Dio, Vergine
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sempre pura, sempre immacolata. Ella aveva concepito e dato alla luce il Divin Verbo in modo tutto straordinario e prodigioso. Nondimeno, per umiltà, vuole essere confusa con le donne comuni, sottostando alla legge della purificazione e nascondendo così le sue ammirabili prerogative di Vergine e Madre di Dio.
E noi? Schiavi del nostro orgoglio, sacrifichiamo talora i doveri più sacri, gli interessi più preziosi, per innalzarci nella pubblica estimazione o per timore di essere derisi nel fare il bene!
3. Le candele benedette. Si portano dai fedeli nelle case e si accendono particolarmente presso il letto degli agonizzanti. Almeno, esse devono servire ad usi pii e religiosi. È quindi lecito accenderle nelle burrasche, negli uragani, ecc., per implorare la protezione del cielo. Si possono pure usare nei pellegrinaggi e nelle processioni; o accendere sugli altari e davanti alle sacre immagini.

Messa della Purificazione


Introito.
Si cantano le lodi del Signore, perché il Divin Salvatore ha visitato il Tempio con la Sua grazia.
Preghiera. La Chiesa domanda che, come Gesù Cristo fu portato al Tempio nella sostanza della nostra carne, così noi meritiamo di essere presentati a Dio nella purezza delle nostre anime.
Epistola. È un tratto della profezia di Malachia (3,1-4), dove è descritta, molti secoli prima, la futura venuta del Messia nel Suo Tempio. Questa venuta doveva abolire i sacrifici dell'Antica Legge e il ministero dei Leviti, e sostituirvi il sacrificio ed il Sacerdozio eterno.
Vangelo. È il tratto di S. Luca (2, 22-32), in cui è fatta, nei suoi particolari, la narrazione della presentazione
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