Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Consolazione non è da confondersi con la festa quasi omonima della Madonna Consolata, Patrona di Torino, che si celebra il 20 giugno.

Fine. - È di onorare ed invocare sopra tutti i miseri l'ineffabile bontà di Maria.
Soccorrere e consolare è la grande missione di Maria. Ella può chiamarsi Madre della misericordia e Regina di ogni consolazione. I suoi sentimenti di tenerezza e d'ineffabile amore verso gli uomini, sono come ali sulle quali vola in soccorso a chi la invoca.
Dio ha così amato il mondo da mandare il suo stesso Figlio Unigenito (cfr. Giov. 3,16); ma ha pure dimostrato lo sconfinato suo amore per l'uomo, nel dare Maria e nel farla così grande e misericordiosa. Nell'Antico Testamento leggiamo: Come una madre che tiene il suo bambino sulle ginocchia e lo va vezzeggiando, così io farò con voi: Ita et consolabor vos (Is. 66,13). Queste parole divine si avverano pienamente in Maria Santissima.
Maria è consolatrice di tutta l'umanità. Ella è la grande Donna promessa che deve schiacciare il capo al nemico infernale, la novella Eva che deve riparare le rovine causate dalla prima Eva e sanare la povera umanità.
A lei si rivolse fino dal principio l'uomo colpevole, misero e sofferente, alzando gli occhi pieni di lacrime e il cuore oppresso. E Maria sorse bella come l'aurora a soccorrere, a consolare l'afflitta umanità.
Maria è consolatrice della Chiesa. Come fu consolatrice dell'umanità, così, e tanto più, è la consolatrice della Chiesa.
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Ella trattava con gli Apostoli e con i primi fedeli come aveva fatto con il suo Gesù ancor Bambino. Vedeva in essi lo stesso suo Figliuolo. Pregava per quanti soffrivano, consolava con parole che soltanto una madre sa trovare. Maria può esclamare con l'Apostolo e meglio ancora: «Chi è debole senza che io ne soffra? Chi si scandalizza senza che io ne arda?» (2Cor. 11, 29). Il Damasceno pone perciò sulle labbra degli Apostoli e dei Discepoli riuniti e trepidanti attorno al letto di Maria morente, queste parole: «O nostra unica consolazione sulla terra, non ci abbandonate, non ci lasciate orfani, esposti come siamo a mille pericoli».
Maria accolse la preghiera dei suoi figli di adozione; continuò ancora in modo visibile la sua missione di Madre e di Consolatrice.
È questa la storia della Chiesa, anzi la storia intima di tante anime.
Maria è la consolatrice dei singoli fedeli. Così appunto dimostra la storia dei suoi Santuari.
Quante lacrime vengono asterse, quante piaghe spirituali e anche temporali sono medicate, curate, risanate!
Innumerevoli anime protesero in questi Santuari le mani supplichevoli a Maria; l'invocarono fidenti, nelle loro angustie, nei loro pericoli e furono esaudite.
Innumerevoli volte in questi cari Santuari si avverano alla lettera le parole scritturali: Et clamabimus ad te in tribulationibus nostris et exaudies salvosque facies: E ti invocheremo nelle nostre avversità e ci salverai (II Par. 20, 9). In te speraverunt et liberasti eos: Sperarono in te e li hai liberati (Salmi, 21,5). Si ripete ogni giorno, e molte volte al giorno, una pena simile
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a quella degli sposi di Cana, esposti all'umiliazione di trovarsi senza vino a metà del convito nuziale. Si ripete pure per parte dei tribolati la fiduciosa ed angosciosa preghiera a Maria. E ancora si ripete l'opera consolatrice, pronta, delicatissima di Maria verso i suoi figli gementi e piangenti in questa valle di lacrime.
Maria comprende le nostre angosce; Maria le sente nel suo cuore sensibilissimo; Maria può tutto presso il suo adorabile Figlio; Maria vuole tutti consolare. Ella è, secondo S. Anselmo, Solatium miserorum.
È sempre Gesù «il Dio d'ogni consolazione» (2Cor. 1,3); è sempre Gesù la speranza, la gloria, la salvezza, la consolazione d'Israele. Ma la Vergine chiama a sé le anime per darle a Gesù. Ella, come il buon samaritano, versa sulle nostre piaghe il suo olio di misericordia e il suo vino di carità che le purifica, rinnova, riabilita e fa rivivere.

La Consolata di Torino. - Ricordiamo, per affinità di oggetto nel culto liturgico, la Madonna Consolata di Torino.
L'origine del Santuario della Consolata risale al secolo XI. In quel tempo la città di Torino era quasi completamente distrutta. Terremoto e guerre vi avevano reso impossibile la dimora e molte famiglie se ne erano allontanate.
Viveva allora a Briansone, in Francia, un certo Giovanni Ravacchi, persona dotata di elette virtù, ma sventuratamente cieco dalla nascita. Gli apparve un giorno la B. Vergine e gli ordinò di recarsi a Torino, e di far cercare colà tra i ruderi di un antico Santuario una sua immagine ch'ella voleva esposta al culto dei fedeli.
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Il pio Giovanni invitò i suoi fratelli a condurlo a Torino, ma essi non gli diedero ascolto, anzi se ne fecero beffe; onde egli fu costretto a farsi accompagnare da una buona persona. Giunto, tra fatiche e stenti indicibili, ad un borgo chiamato Pozzo di Strada, ricuperò istantaneamente la vista e vide accanto ad una antica torre una luce splendidissima.
Capì allora, per divina ispirazione, essere quello il luogo dove trovavasi l'immagine di Maria e, nonostante che avesse nuovamente perduta la vista, affretta i passi per arrivare in città a portare il lieto annunzio. Il Vescovo, avvisato dell'accaduto, si rese sollecitamente a Torino, ove, per impulso della Vergine, risolse di far scavare, dopo un triduo di preghiere e di digiuni, il terreno nel luogo indicato dal cieco.
I1 20 giugno si trovò, a quasi tre metri sotto le macerie, tra la commozione di tutti, una bellissima immagine. I1 cieco si prostrò in preghiera e riebbe la vista.
Si edificò allora una cappella, mutata molto presto in uno splendido Santuario, Santuario che si può dire il cuore di Torino, il luogo del suo riposo, della sua preghiera, il suo rifugio in tutte le necessità.

Nel Breviario. - «La B. Vergine Maria che, alle parole di Gesù: Donna, ecco il tuo Figlio (Giov. 19,26), abbracciò col materno suo affetto, nella persona dell'Apostolo S. Giovanni, tutti coloro che sarebbero rinati in Cristo, dimostrò sempre ed ovunque di essere la Madre per cui Gesù accoglie le preghiere degli esuli figli di Eva. Perciò, con amplissima e materna sollecitudine, ella soccorse in ogni tempo i miseri,
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aiutò i pusillanimi, consolò i piangenti, pregò per il popolo, intercedette per il devoto femminile sesso, sollevò nelle tribolazioni, esaudì coloro che invocarono il suo patrocinio, onde i fedeli la salutarono un'animamente: Consolatrice degli afflitti.
«Particolarmente l'Ordine dei Fratelli Eremiti di S. Agostino manifestò la sua filiale pietà alla Madre della Consolazione, invocando il suo soccorso e promuovendo ovunque il suo culto.
«Fin dai tempi più antichi i cristiani usavano cingersi con un cingolo speciale, affinché esso fosse segno visibile del particolare culto verso la B. Vergine Maria, che ci consola attraverso Gesù. Di qui ebbe origine il fatto che l'umile cingolo portato dai Religiosi Agostiniani in segno di castità religiosa e di devozione alla Vergine Madre, fu assunto da molti cristiani come particolare segno della loro pietà verso la Beatissima Vergine, S. Agostino e S. Monica.
«Quest'Ordine accettato dalla Madre di Cristo, invocata sotto il titolo della Consolazione, fu arricchito d'innumerevoli grazie e diede ubertosi frutti di santità, ai quali la posterità agostiniana si unisce in Cielo. Eugenio IV ne approvò la società, la quale si diffuse largamente in breve tempo.
«Allietati dall'eccellenza di tanto segno, i fedeli cristiani diedero il loro nome al terz'ordine degli Eremiti di S. Agostino e molti di essi furono decorati della palma del martirio, ed altri annoverati nell'albo dei beati. Segno della particolare devozione verso la Divina Madre della Consolazione fu quello di cingere i fianchi, con grande vantaggio spirituale. Gregorio XIII
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riunì in uno solo i vari sodalizi e lo chiamò Sodalizio della B. Vergine della Consolazione, il quale, eretto in Confraternita, fu dallo stesso Pontefice e dai suoi successori, arricchito di privilegi e di particolare indulgenze».

Frutti.- 1. La storia ricorda le gravi angustie di S. Bernardo, S. Benedetto, S. Alfonso dei Liguori. Maria fu il loro conforto in ogni ora difficile. Essi si comportarono con Maria come figli devoti e pieni di fede; Maria si comportò come la migliore e pietosa madre.
Molte pene interiori soffrirono S. Teresa, Sant'Ignazio, S. Stanislao Kostka. La loro vita dimostra come confidarono in Maria, e come ne furono consolati.
Ugualmente ricorsero a Maria nelle loro difficoltà: S. Benedetto Cottolengo, quando mancava del pane per sfamare i suoi ricoverati, ed il pane arrivò abbondante; S. Giovanni Bosco, quando era ostacolato da tutte le parti nella sua provvidenziale opera per la gioventù, ed ogni difficoltà, a poco a poco si scioglieva; S. Domenico quando vedeva prive di frutto le sue fatiche per la conversione degli Albigesi, e Maria gli diede il più efficace aiuto.
2. I Santuari d'Italia e di tutta la Cristianità abbondano di ex-voto, quadri, cuori, ricordi, ecc.: sono da una parte la fedele espressione delle infinite afflizioni che colpiscono l'umanità; e, dall'altra, testimonianze delle materne sollecitudini di Maria per i figli suoi.
3. Non cerchiamo il conforto delle creature; le quali spesso non fanno che accrescerci la pena. Andiamo da Maria e troveremo sempre la Madre pietosa che solleva e conforta. Se anche
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non ci libera sempre dai dolori, dà però sempre un po' di sollievo e la forza di soffrire con merito.
S. Vincenzo de' Paoli trovava tutta la sua consolazione nel cantare la Salve Regina, quando si trovava schiavo di un padrone inumano.

Messa di Nostra Signora della Consolazione


Introito.
Maria siede in cielo come Regina: ma la sua gloria ed il suo potere sono per i figli. Se ne vale per ottenere loro grazie e misericordia.
Preghiera. Maria conforta i suoi divoti sulla terra, e soprattutto vuole condurli all'eterna felicità in cielo. Questo chiediamo con insistenza. La S. Messa è sempre la più bella ed efficace preghiera.
Epistola. Sono descritti i doni dello Spirito Santo in Gesù Cristo, frutto benedetto di Maria. Gesù è tutto soavità, pazienza, benignità verso i poveri e gl'infelici. Ogni anima in cui opera lo Spirito Santo gode di quei frutti che enumera S. Paolo. Maria ne era piena. Ora, tra i frutti vi sono: il gaudio, la pace, la pazienza, la benignità, la bontà, la longanimità, la mansuetudine, ecc. Sono i doni che fanno di Maria la Consolatrice degli afflitti.
Salmodia, Offertorio, Comunione. Maria è la seminatrice di letizia e gioia santa. La sua voce inebria di dolcezza; la sua grazia infonde speranza; in cielo parla a Dio dei suoi figli.
Vangelo. Ricorda la visita di Maria a S. Elisabetta. Quanto conforto recò in quella casa! La cugina fu riempita di Spirito Santo; Giovanni acquistò la grazia; Zaccaria ebbe la favella. È quanto fa, in diversa misura, Maria con i suoi figli che la pregano. Per ciascuno ha qualche grazia.
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