Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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tale festa era dunque già celebrata nella Chiesa universale, ed era una delle più solenni.

Fine. - La Chiesa non usa celebrare la ricorrenza della nascita dei suoi figli. Quando sono Santi, ne celebra la morte, e questa loro morte la chiama natività. Infatti, nel giorno della morte, i giusti lasciano questa vita di dolori e di miserie per nascere alla vera vita che è la gloria celeste.
A questa regola la Chiesa ammette solo due eccezioni: l'una riguardo a S. Giovanni Battista, l'altra riguardo alla SS. Vergine. La Chiesa celebra la nascita terrena del Precursore di Gesù, perché egli fu santificato nel seno materno e nacque confermato in grazia. E con maggior ragione celebra la nascita terrena di Maria Vergine, perché fu concepita senza peccato e comparve sulla terra piena di grazia e arricchita di tutti i doni, dovendo essere la Madre del Salvatore. Ecco la singolarità dei privilegi di Maria, per cui, oltre la sua nascita alla gloria eterna, si festeggia la sua nascita terrena.

Invito. - Contempliamo la SS. Vergine nella sua piccola culla. In quel giorno il cielo si rallegrò e la terra cominciò a sperare.
Come ad un infermo che ha tanto sofferto durante la notte, apporta sollievo lo spuntar dell'alba, così la natività di Maria fu l'alba, l'aurora annunziante il sorgere del sole di giustizia: ex te ortus est sol justitiae: Da te è sorto il sole di giustizia (cfr. Mal. 4,2).
E gli Angeli alla nascita di questa impareggiabile Bambina, esclamarono estatici: Quae est ista quae progreditur quasi aurora consurgens,
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pulchra ut luna, elesta ut sol, terribilis ut castrorum acies ordinata? Chi è costei che avanza come aurora, che sorge, bella come la luna, splendida come il sole, terribile come esercito schierato a battaglia? (Cant. 6,9).
Creando Maria, Dio pensava a Gesù Cristo e lavorava per lui, scrive Tertulliano. È facile quindi immaginare le grazie, i privilegi, le virtù di cui l'avrà arricchita fin dalla nascita: Fundamenta eius in montibus sanctis: I suoi inizi nei monti santi (Salmi, 86,1).
«Al nascer della Vergine, esclama S. Pier Damiani, comparve l'aurora del grande, splendido giorno di Gesù Cristo. La serenità del mattino è segnale di quella bella giornata. Maria, venendo finalmente ad annunziarci la luce, ci ha portato con la sua nascita, il più splendido mattino».

Nel Breviario. - L'ufficiatura della festa, esprime in questi termini la gioia della Chiesa per la nascita di Maria SS.: «Eccoci, dilettissimi, al giorno desiderato della beata e venerabile Maria sempre Vergine; perciò si rallegri e gioisca sommamente la nostra terra illustrata dalla nascita di tale Vergine. Ella, infatti, è il fiore del campo, da cui è uscito il prezioso giglio delle valli, per la cui maternità si è cambiata la sorte dei nostri progenitori e cancellata la loro colpa. Ella non ha punto subìta la maledizione pronunciata contro di Eva, cioè: Nel dolore darai alla luce i tuoi figli (Gen. 3,16), avendo Ella dato alla luce il Signore nella gioia.
«Eva pianse; Maria esultò. Eva portò nel seno un frutto di lacrime, Maria di gioia, avendo dato alla luce quella un peccatore, questa un
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innocente. La madre del genere umano introdusse il castigo nel mondo, la Madre di nostro Signore ha portato la salvezza al mondo; Eva è la sorgente del peccato, Maria è la sorgente della vita. Quella ci ha feriti, questa ci ha guariti. La disobbedienza è stata riparata dall'obbedienza; l'incredulità compensata con la fede.
«Maria ora applauda con strumenti d'armonia e le agili dita della Vergine Madre suonino i cembali. Rispondano i cori festanti e il doppio concerto della nostra voce s'alterni con i suoi canti melodiosi. Udite dunque come cantò la nostra musicista ispirata; ella disse: Magnifica l'anima mia il Signore, ed esulta il mio spirito, in Dio mio Salvatore. Perché ha riguardato alla bassezza della sua ancella; ond'ecco da questo momento mi chiameranno beata tutte le generazioni. Perché grandi cose ha fatto in me Colui che è potente (Luc. 1, 46-49). Così dunque il prodigio di una nuova maternità ha rimediato alla colpa che ci ha rovinati; e il canto di Maria ha messo fine ai lamenti di Eva».

Frutti. -1. Santa allegrezza. La Chiesa invita i fedeli a celebrare con allegrezza la Natività di Maria SS.: Cum jucunditate Nativitatem Beatae Mariae celebremus. Ed è giusto: poiché questa festa ricorda come l'umanità, che da tanto tempo sospirava la venuta del promesso Redentore, vide finalmente splendere l'aurora della salute nella comparsa di quella Vergine da cui il Messia doveva nascere.
S Pier Damiani ci fa osservare: «Se l'anniversario della nascita dei prìncipi della terra sveglia nei popoli sentimenti di gioia, quali sentimenti non deve svegliare in noi l'anniversario
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della nascita di Maria che ci ha dato il Redentore e che è depositaria di tutti i tesori di Lui?».

2. Ringraziamento e lode a Dio. Ringraziare e benedire il Signore che largì sublimi privilegi alla SS. Vergine e preparò in lei i più alti destini, quali sono la cooperazione alla salvezza del genere umano e la dignità di Regina del Cielo e della terra: Corde et animo Christo canamus gloriam in hac sacra solemnitate praecelsae Genitricis Dei Mariae: Con tutto il cuore e con tutto l'animo cantiamo gloria a Gesù Cristo in questa santa solennità dell'eccelsa Madre di Dio.
3. Ricorso a Maria. Ut ipsa pro nobis intercedat ad Dominum Jesum Christum: Perché ella interceda per noi presso Gesù Cristo Signore. Abbiamo motivo di sperare che la Vergine ci usi misericordia e ci faccia sperimentare gli effetti della sua materna bontà nel giorno in cui la Chiesa le dà tutti i contrassegni della sua venerazione.
Gesù Cristo non vorrà certamente rigettare le preghiere di Colei alla quale Egli volle ubbidire sulla terra; non potrà dimenticare il bene che Ella gli voleva durante la sua vita mortale, le premure che ebbe per Lui, i dolori che per Lui sofferse. A tutti questi titoli si aggiunge l'immensa sua carità, per cui la Madre dell'umanità redenta desidera ardentemente di vedere tutti i suoi figli salvi nel possesso della gloria celeste.

Messa della Natività


Introito. È tolto dal «Carmen Paschale» del poeta cristiano Sedulio (sec. V) ed a un saluto alla divina maternità di Maria. La Chiesa esclama la Vergine, dicendola
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