Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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dello Spirito Santo, dalla mente e dal cuore del B. Eymard. Il santo Curato d'Ars, che era amicissimo del Beato, lo chiamava «il mio santo». Nacque a La Mure d'Isère (Francia) nel 1811; morì nel 1868 nel medesimo paesello. In quello stesso anno, a maggio, aprendo gli esercizi spirituali disse: «Ebbene, noi onoreremo Maria sotto il titolo di N. S. del SS. Sacramento. Sì, diciamo con fiducia e con amore: Nostra Signora del SS. Sacramento, pregate per noi che ricorriamo a voi». Era raggiante, la parola commossa, il cuore traboccava. Da giovinetto questo ideale gli era rimasto come nascosto nella sua anima; l'aveva fatto fruttificare solo per sé; ed appena tre mesi prima di morire, lo lasciava in eredità ai suoi figli.
Nel libro «Mese di maggio sulla Madonna del SS. Sacramento», opera postuma del B. Eymard, si legge nella prima meditazione: «Questa divozione non ha ancora preso la dovuta espansione; e sotto un tal titolo ancora nella Chiesa non si rende un esplicito culto. Ciò avviene perché il culto di Maria segue il culto di Gesù; e lo segue in tutte le fasi del suo sviluppo... Ora il culto della SS.ma Eucaristia si estende... si propaga dappertutto... Orbene: la divozione alla Madonna del SS. Sacramento aumenterà con l'estendersi del culto alla SS. Eucaristia». La previsione sta avverandosi. Questa divozione si è già allargata a tutto il mondo. I Vescovi di Marsiglia, d'Angers, d'Arras, di Tarbes, di Valenza, e di Salamanca ben presto concessero indulgenze per quella invocazione. Poi Pio IX, il Card. Bonald di Lione, il Card. Dechamps di Bruxelles, i Congressi Eucaristici di Lilla, di Montreal, di Sidney, Pio XI esaltarono, raccomandarono e
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illustrarono questa devozione. Pio X e Pio XI concessero ad essa altri favori.
Dalla Francia tale devozione passò in Italia, Spagna, Canada, Argentina.
Non è festa liturgica e non ha giorno determinato; questo titolo viene però onorato in qualche luogo nel sabato dopo la festa del Preziosissimo Sangue; in altri luoghi durante l'Ottava del Corpus Domini.

Ragioni. - Primo fondamento: «Nell'Eucaristia riceviamo precisamente il corpo di Gesù che è nato da Maria». Il B. Eymard scrive: «Facendo noi speciale professione di onorare la SS. Eucaristia, non abbiamo minor divozione alla SS. Vergine... Dove trovate voi Gesù, se non tra le braccia di Maria? Non ce la diede forse Maria la SS. Eucaristia? Per il suo consenso all'Angelo Gabriele, incominciò l'Incarnazione, mistero di riparazione del peccato, che Gesù compì nella sua vita terrena e che ora, e nei secoli, continuerà nella SS. Eucaristia... Certo non piacerebbe a Gesù che noi, servi dell'Eucaristia, non onorassimo anche grandemente la Madre. Gesù tutto deve a Maria nell'ordine dell'Incarnazione, in quanto alla natura umana. Mediante la carne ricevuta da Maria, glorificò il Padre, ci salvò, continua a nutrire ed a salvare il mondo nel SS. Sacramento».
Pio XI, all'Arcivescovo di Toledo, scrive: «Fideles enim decet meminisse corpus Christi, quia feliciter vescimur, illud ipsum esse, quod a Virgine in mundi salutem editum est». Corrisponde questo alle parole di S. Paolo: Factum ex muliere (Gal 4,4).
Nell'Ufficio del SS. Sacramento, composto da
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S. Tommaso d'Aquino, si canta il Pange lingua. In esso vi è la strofa: Pange lingua gloriosi corporis mysterium, sanguinisque pretiosi, quem in mundi praetium, fructus ventris generosi, Rex efludit gentium: Canta, o lingua, il mistero del corpo glorioso e del sangue prezioso, frutto del ventre generoso, che il Re delle genti sparse per il riscatto del mondo. È dunque l'Eucaristia il frutto di un seno virginale e fecondo: quello di Maria. Nobis datus nobis natus ex intacta Virgine.
Nelle funzioni eucaristiche si canta spesso: Ave verum, corpus natum de Maria Virgine... O Jesu pie, o Jesu Fili Mariae! Salute, o vero corpo nato da Maria Vergine... O Gesù pio, o Gesù Figlio di Maria. Si saluta il SS. Sacramento come cosa di Maria; tanto di Maria quanto un figlio appartiene alla madre: «Benedetto il frutto del tuo seno: Gesù» (cfr. Luc. 1,42).
S. Efrem scrive: Per te, Maria, fuit Dominus nobiscum: È merito tuo, o Maria, se noi abbiamo Dio con noi. A te quindi la nostra riconoscenza. E S. Ambrogio, dopo aver parlato della nascita verginale di Gesù, dice: Hoc quod conficimus corpus ex Virgine est: Consacriamo nella Messa il corpo di Gesù Cristo, nato da Maria.
Gesù discese dal cielo per farsi nostro cibo: Ego sum panis vivus, qui de caelo descendi: Io sono il pane vivo disceso dal cielo (Giov. 6,41); ma tutto è passato per Maria.
Secondo fondamento: Tutte le grazie, e quindi anche la SS. Eucaristia, ci vengono da Maria; sono concesse con la cooperazione sua. Ciò è parte della mediazione universale di Maria per ogni grazia che viene agli uomini. Pio X disse: «Maria ci ha meritato de congruo tutto quanto
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Gesù ci ha meritato de condigno». Ella più di tutti e nel vero senso aveva compresa la promessa di Gesù di dare l'Eucaristia. E Maria pregava con le intenzioni del Cuore di suo Figlio. Erano due cuori, intimamente uniti in un'anima sola. Aspettava, chiedeva, sollecitava sia l'Eucaristia e sia la Redenzione. Sapendo che Gesù doveva manifestarsi a Cana, ne fece suonare l'ora! E, col prodigio, il Maestro Divino manifestavit gloriam suam et crediderunt in Eum discipuli ejus: Manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in Lui (Giov. 2,11). Vi è sempre un parallelismo tra i misteri di Gesù e l'opera della Madre. Prima la Madre presenta Gesù; poi Gesù si manifesta e compie l'opera sua vivificatrice; di riflesso ne viene la glorificazione di Maria. La donna evangelica, udita la parola tutta divina di Gesù, esclamava: «Beata Colei che ti fu Madre» (Luc. 11,27). Ciò avviene pure per la SS. Eucaristia: qui troviamo Gesù, ma sta accanto o sulle braccia della Madre Sua.
Terzo fondamento: Maria è insuperabile modello nei nostri doveri eucaristici. Il B. Eymard scrive: «Nell'Eucaristia Gesù è Re, e vuole al Suo servizio delle persone bene ammaestrate, che abbiano fatto il loro tirocinio, prima di presentarsi al Re. Ebbene: Gesù ci lasciò la Madre sua perché fosse il modello e la Madre degli adoratori».
Maria adorò Gesù presente nel SS. Sacramento, Maria ricevette la SS. Eucaristia; Maria assistette alla Messa celebrata dagli Apostoli.
Come scandagliare la profondità dei pensieri, l'amore santissimo ed intensissimo, l'intimità dell'unione di Maria con Gesù Eucaristia? È impossibile per noi. Ma, in generale, si può dire
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che Maria continuò e si elevò sempre più nella fede e nelle disposizioni interne che ebbe verso Gesù, mentre ne godeva la presenza corporea. Maria imparava dalla presenza di Gesù Eucaristia più e meglio di quanto avesse fatto a Nazaret.
Maria ascoltava la Messa più e meglio di quanto l'aveva fatto sul Calvario. Maria si comunicava più e meglio di quanto aveva fatto quando portava per nove mesi il suo Gesù in seno.
Col progredire degli anni la sua fede era più illuminata, la carità più ardente, la speranza più ferma: era andata crescendo in ogni virtù. Nessun'anima eucaristica, sia pure il B. Eymard, o S. Luigi Gonzaga, ebbe mai, per Gesù Ostia, adorazioni, lodi, propiziazioni, dedizioni e suppliche uguali.

Frutti. - 1. Riceviamo piamente la benedizione del SS. Sacramento. Facciamo visite frequenti e devote al Dio del Tabernacolo. Riesaminiamo quale sia la nostra assistenza alla S. Messa.
Le Comunioni vadano perfezionandosi ogni giorno, in modo che l'ultima, che riceveremo a forma di viatico, sia la più consolante, la più fervorosa, quella che ci preparerà all'unione interminabile con Dio.
2. Perché avvenga più santamente, compiamo i nostri doveri eucaristici con Maria, da Maria, per Maria, in Maria. Gesù è venuto a noi attraverso Maria; noi dobbiamo andare a Gesù per mezzo di Maria.
Significativa la rappresentazione di Nostra
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Signora del SS. Sacramento. Tra le braccia di Maria sta il Bambino Gesù: e questi presenta un calice con l'Ostia. Maria può ben dire: «Venite, mangiate il mio pane; bevete il vino che ho preparato per voi» (Prov. 9,5).
3. Lavoriamo per le vocazioni sacerdotali. Fortunata la madre di un sacerdote ! Fortunato chi sostiene, conforta, conduce a compimento con la preghiere, le offerte, l'opera, una vocazione sacerdotale. Avrà fiducia in morte, suffragio dopo il transito, un premio tutto particolare nell'eternità.
L'Eucaristia è la manna celeste contenente ogni sapore per l'anima, nella quale Essa alimenta la carità; Maria è il firmamento di Dio, dal quale ci è piovuta tale manna. L'Eucaristia è il vino germinante i vergini: Maria è la vite rigogliosa che, divinamente feconda, ci ha dato quel grappolo divino, il cui sangue inebria l'anima. L'Eucaristia è il Sacro Convito: Sacrum Convivium. Maria è la mensa dove quel convito è stato preparato dallo Spirito Santo. Leggiamo nella Liturgia bizantina: «Il tuo seno, o Madre di Dio, è diventato come la sacra mensa, sulla quale sta il pane celeste di cui, com'è scritto, se alcuno ne mangia, scamperà dalla morte».
E così si esprime S. Epifanio: «Misticamente la Vergine Beata ci preparò la mensa quando le nacque Gesù e ci diede il vero pane delle anime. È una mensa verginale ricca di cibi prelibati ed abbondanti, offerta alle creature umane». E San Giovanni Damasceno, volendo stabilire il mistero della transustanziazione eucaristica, esclama: «Il corpo, unito alla divinità, è il corpo nato dalla Santissima Vergine; non già che questo corpo assunto in Cielo, discenda dal Cielo; ma il pane
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