Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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38. ORGANIZZAZIONE, UNIVERSALITÀ,
SPIRITO SOPRANNATURALE DELL'APOSTOLATO*

Il fervore di una Figlia di San Paolo si conosce dall'amore all'apostolato; noi non sappiamo cosa ci sia nel cuore di una persona, ma «ex fructibus cognoscetis eos»1. Dunque, progresso nell'apostolato. Per progredire nel nostro apostolato bisogna badare a questo: che sia organizzato bene, che sia universale, che sia soprannaturale. Che l'apostolato debba progredire è evidente. Quando si è iniziato l'Istituto vi erano le macchine Marinoni, poi vennero le Optime, ma queste ora si potrebbero dire pessime e nessuno le rimpiange.
Il nostro apostolato ha qualcosa di fisso: lo spirito con cui si deve fare e la dottrina che si deve dare: fede, morale e culto, ma deve essere progressivo il modo con cui si fa.

[1)] Progresso nell'organizzazione. Il nostro apostolato dev'essere: organizzato nella redazione. In Italia si scrivano libri che vengano tradotti e adattati alle altre nazioni, ciò si ottiene sempre quando c'è lo spirito della cattolicità. Le stampe che si ispirano alla cattolicità, alla romanità, servono per tutti. Non ispirarsi troppo alle cose particolari, ma alla romanità, al Vangelo che è universale.
Le scuole siano fatte così, il noviziato così... La Figlia che entra nell'Istituto deve subito respirare l'apostolato, vivere di quello, sentire quello, respirare la cattolicità, la romanità, altrimenti si resta sminuzzati in cose particolari, come gli istituti di opere caritative. Essere universali, stare bene ai principi con
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cui si è nati: nati dall'Ostia con spirito universale, romano, cattolico, integro.
La propaganda dev'essere fatta in quest'ordine, [deve essere] organizzata. Si facciano dei passi avanti, si faccia un progresso organizzato. Bisogna sentirlo! Mettere a servizio di Dio la mente, le forze. Le divozioni che non mettono a servizio di Dio la mente e le forze escluderle. Parecchie volte, negli anni scorsi, ho accennato che bisognava avere una casa per ogni provincia; date le circoscrizioni di allora era bene così, ora le cose sono cambiate: meno case, ma più organizzate, più forti, ben dirette. Anche le diocesi ora vanno diminuendo. Bisogna che si viva e si progredisca secondo i tempi, altrimenti capita che si perde lo spirito religioso, questo dipende anche dallo scarso numero dei membri di una casa.
La propaganda in una casa deve essere diretta dalla superiora. Dare i ritagli di tempo all'apostolato significa aver perso la vocazione. Dopo la pietà, la cosa più importante è l'apostolato. Lo studio è per l'apostolato. Anche le malate possono fare qualcosa. Tutto deve essere alla dipendenza diretta della superiora, e organizzato in modo che si arrivi a tutte le famiglie.

2) L'apostolato deve essere universale. Come si fa? Si inizia col sacrificio, da cosa nasce cosa: quando si semina il seme di un pino, all'indomani non si pretenderà di andare all'ombra di esso! Lanciarsi! Arrivare! Pensare ai cinquecento milioni della Cina, là vi è solo un piccolo focolare della Pia Società San Paolo2. Se occorre, si deponga l'abito religioso: non siete mica nate con quello! Che ci sia la vita interiore, lo spirito buono e poi sarete capaci a tutto. Le anime aspettano! Non fissiamoci qui con i litigi interni, non pestiamoci i piedi in Italia, pensiamo a coloro che non sono ancora nell'ovile. Abbiamo il cuore di Gesù. Non lasciamoci guidare dall'interesse!
Andiamo a quelli che ne hanno più bisogno! Avere anzitutto lo spirito di cattolicità. Dice il salmista: «Ideo dispersit nos inter gentes ut enarremus mirabilia eius»3. Perché gli Ebrei non
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stessero tutti rinchiusi in un terreno largo quanto il Piemonte a litigare fra di loro, Dio mandò una guerra che li disperse.
Guardare la carta geografica e domandarsi: Dove posso andare? A Calcutta ci sono sei milioni di abitanti e vi è una grande quantità di giovanotti e signorine che distribuiscono giornali e libri. E noi non abbiamo ancora colà una libreria, come non l'abbiamo tra i turchi, non l'abbiamo a New York con dieci milioni di abitanti circa, né a Londra, ecc. Non si può far subito? Cominciare a pregare. A forza di rosari entrerete dappertutto. Non pettegoliamo, non questioncelle, ma spirito di universalità. Se lavorate, non vi vengono tante tentazioni, lo spirito della clausura non è lo star chiuse a far pettegolezzi, a questionare, mentre [in tante nazioni] manca il pane e mancano i medicinali.

3) Il nostro apostolato dev'essere soprannaturale. Deve partire da Gesù e arrivare a tutte le anime. Domandarci: Che cosa occorre a quelle anime? Prendere dal Tabernacolo ciò che si deve dar loro. I due incaricati4 di studiare lo spirito di Gesù Maestro dicevano: Come si farà a far entrare nella mente di tutti noi lo spirito del divin Maestro, lo spirito del nostro apostolato, lo spirito paolino? Voi non conoscete il lavoro nascosto che si sta facendo su questo punto, mentre a suo tempo ne godrete i frutti.
Che non si sia guidati dall'interesse! Si guarda ancora troppo a ciò che è materiale, troppo, in qualche casa, si avvicina il lavoro alla questua. Siamo nate dal nulla con settantamila lire di debito; bisogna avere più fiducia, i princìpi che ci hanno sostenuti all'inizio devono rimanere.
Quando si cammina secondo la regola, nulla manca. «Non ci è mancato niente»5, risposero gli Apostoli alla domanda di Gesù; altrettanto potremmo rispondere noi. Non lasciarci dominare
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dallo spirito di interesse. Naturalmente si cercano le offerte: così si fa doppio merito. Attribuire lo spirito di interesse agli altri, mentre lo si ha proprio in noi, dimostra che si vedono negli altri i difetti che abbiamo noi. Tutte devono contribuire alla vita e al progresso della Casa generalizia, perché possa sviluppare le varie iniziative della Congregazione, questo è Diritto Canonico.
Arrivare alle anime, cercare le anime. Fate sempre molto quando cercate le anime con spirito soprannaturale, con disinteresse, fate molto per voi e molto per l'Istituto.
Il nostro apostolato materialmente ha qualcosa di comune con le altre attività: le librerie assomigliano ad altri negozi, ma è lo spirito che deve essere diverso, che deve distinguerle. Pensare al contenuto del Credo: «Propter nos homines et propter nostram salutem»6, ecc. Avanti nell'apostolato, si consumino tutte le forze nell'apostolato! Che bel giorno quello in cui si morirà dopo aver consumato tutte le forze per il Signore, fino all'ultimo! Allora ci sarà anche per noi il «resurrexit»7come lo fu per Gesù e per la Madonna che già ci hanno preceduti nel cielo.
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* Meditazione, in dattiloscritto, carta pesante, fogli 3 (27, 5x35), tenuta dal Primo Maestro a Roma. Del testo sono pervenute due redazioni: A) dattiloscritto con molte correzioni a calligrafia di M. Ignazia Balla; B) ribattitura corretta. Nella redazione B è scritto “Esercizi spirituali, ottobre 1950, Roma, Anno Santo”. Questa meditazione perciò è stata tenuta in uno dei due corsi di Esercizi spirituali di ottobre, il primo iniziato il giorno 7 e l'altro il giorno 21, cf RA, 2 (1950) 4. Si considera come originale la redazione A, che ha come titolo “Come deve essere il nostro apostolato”, senza tener conto delle correzioni.

1 Cf Mt 7, 20: «Dai loro frutti li potrete riconoscere».

2 Cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo, ..., o. c., pp. 214-215.

3 Cf Tb 13, 3-4: «Egli vi ha disperso in mezzo alle genti per proclamare la sua grandezza».

4 Probabilmente si tratta di don Tommaso Dragone e di don Giovanni Roatta. Cf articolo “Ricerca scientifica su Gesù Maestro, Via, Verità e Vita”, a firma di Sac. Roatta, in RA, aprile [bis] 1952, pp. 1-3. Vedi anche quanto Don Alberione scrive in SP 8, [1962] 2: “Approfondire lo studio sul Divino Maestro Gesù, seguendo i libri di don Dragone e don Roatta”.

5 Cf Lc 22, 35.

6 «Per noi uomini e per la nostra salvezza».

7 «È risorto!».