Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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32. DARE TUTTO A DIO*

Quale sarà il frutto da ricavare dalla definizione del dogma dell'Assunta?1 Come prepararsi ad essa e come celebrarla? Primo frutto: pensare molto al paradiso, alla gloria di Maria; ella è lassù per aver compiuto la sua eccellentissima missione. Figlie di San Paolo, destinate ad essere un giorno con l'Assunta in paradiso, rallegratevi! Nutrite in voi pensieri di speranza, di letizia, di gioia. Come la madre, così [siano] le figlie, liete in questo pensiero. [Avere] più fiducia nella protezione di questa madre per le sue figlie. Pensieri di eternità, sentimenti di fiducia serena in questa madre.
Se si ricaverà beneficio anche da questi Esercizi, si raccoglieranno questi due frutti, cioè si mirerà all'unione con la Pia Società San Paolo, non solo di lavoro, ma anche di meriti, e alla formazione di buone superiore e a fare le cose con la testa. Moltiplicare per due ciò che ho detto.
Spirito nativo: non vorrei vedere, per esempio, le suore che sono in Giappone, prive dei meriti dell'inizio. Bisogna che si nasca insieme e che insieme si progredisca in tutte le nazioni. Non privatevi di nessun merito. In sostanza ci sia: identità di fine, unità di mezzi, unità di spese da dividersi fra tutti2. E quando poi nella nazione si è progredito [nell'apostolato] come in Italia, allora ordinare le cose in modo che tutti possano vivere.
Per la perpetuità di questa convivenza ragionevole, così che l'onore vostro venga difeso, sostenuto davanti ai superiori
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e a tutti, voi tenetevi bene al [vostro] posto. Sono i superiori tra di loro che devono poi pensare [e decidere]: voi state al vostro posto.
La collaborazione non ci deve essere solo all'inizio, ma anche in seguito. Se non intervenite adesso, per esempio per la REF3, con la vostra parte di sacrificio, perdete una buona parte di meriti. Io mi aspetto che facciate una proposta ragionevole. Bisogna che condividiamo i sacrifici, i meriti, poi divideremo il paradiso.
E non dovete attribuire le cose che vi ho detto a relazioni avute da chissà chi, non pensate: Avranno detto..., avranno riferito...; no, io ho in mano le cifre, né sono mai stato cieco né assente nello sviluppo delle opere.
Vi ho poi detto di domandare buone Maestre. S. Paolo dice: «Chi desidera l'episcopato, desidera ottima cosa»4, come interpretare questa espressione? Non desiderio nel senso umano, ma desiderare di mettere a servizio di Dio tutti i talenti ricevuti, desiderare di fare il massimo bene. E ciascuna si farà tanto santa quanto più sfrutta per Dio tutti i suoi talenti. Se il Signore ha dato cinque, non basta dargli solo quattro!
È una cosa materiale l'essere superiora o essere all'ultimo posto, ciò che conta è l'amore con cui ognuna compie il suo ufficio. Perciò, ognuna si industri di far bene quanto può, divenga buona quanto può, ma non con il fine di essere fatta superiora. Se poi, invece di essere mandata ad un ufficio è mandata a farne un altro, poco importa. Se uno ha studiato, ha superato bene l'esame e si sforza di insegnare bene, che fa di speciale? «Servi inutiles sumus»5. L'ambizione, anche in una posizione elevata, può fare tanto danno. Quando c'è l'umiltà quanta grazia di Dio! Ma quando c'è l'orgoglio… Stare al proprio posto.
È tanto basilare l'associazione dello zelo vostro con quello della Pia Società San Paolo che bisogna assolutamente rimediare, riparare, portare tutte le suore a questa giusta mentalità.
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Voi non sapete quanti milioni io spenda per l'India, per il Giappone, per la Cina! E poi... voi andate a raccogliere i frutti! Chi non è capace di guadagnarsi la vita a venti o a trent'anni? Voi arrivate nelle nazioni quando l'indomani si può già andare in propaganda. Sicuro che vivete!
Dovete essere ragionevoli. Vorrei però che alla ragionevolezza arrivaste da voi senza costringermi a delle imposizioni. Qualche proposta l'aspetto quasi subito.
Fare le cose con la testa. È vero che nella donna predomina il cuore, ma bisogna che il cuore sia sempre sottomesso alla testa. Non regolatevi per simpatie o antipatie, non [dare] precedenza alle famiglie che vi trattano bene, non guardare l'interesse. Sempre la testa a posto, in tutto e sempre il cuore sottomesso alla testa, in tutto. Nella pietà, prima Gesù Verità: le meditazioni, le Visite siano sapienti, non [ci siano] solo gli sfoghi del cuore. Poi verrà il dolore, il desiderio della pietà. Tra i libri leggete quelli che sono semplici. […] Non complicate le cose6. La santità consiste in un grande odio al male: evitare anche i peccati più lievi. La morte, ma non peccati7. Ovunque siate, quando nel cuore c'è l'odio al peccato, si può stare tranquille che si cammina bene, anche se si commettono ancora degli sbagli. Vi sono delle suore che si guardano da ogni peccato anche piccolo, questo è il primo elemento della santità. Il secondo è voler acquistare le virtù, quindi i propositi, lo sforzo per progredire. La santità è semplice. Non cercare tante cose sublimi e poi inghiottire... i rospi! Semplici e rette. Ciò che è male, è male, sia che ci vedano, sia che non ci vedano. Evitarlo a qualunque costo, ma proprio nella pratica e non farne solo la protesta in un momento di fervore… e poi all'atto pratico, per una golosità, un po' d'orgoglio, si fa il peccato, si dice la bugia.
Il fare le cose con la testa si applichi anche all'apostolato: stare attente a quello che si fa, non lasciare andare a male la roba, preparare bene il cibo con povertà religiosa e convenienza: la testa nelle cose qualunque sia il genere di apostolato. In
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propaganda, nelle relazioni con le altre, in tutto mettere la testa. Avete una vita in cui potete raccogliere tanti meriti; si è cercato di accogliere il meglio e darlo a voi per una grande gloria in paradiso. Amate questa vostra vita, approfittatene!
Tutti i giorni un pochino meglio8. Amarsi, compatirsi a vicenda; ci dobbiamo anche compatire!
Quest'anno, qui, ci sono state seicento prediche: è un tesoro incalcolabile che non si pesa sulla bilancia. Andiamo avanti sempre più in questa collaborazione. L'Istituto ha le sue difficoltà. Bisogna che camminiamo sempre con sapienza.
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* Predica del plico B, in dattiloscritto, carta pesante, fogli 3 (27, 5x35), tenuta dal Primo Maestro a [Roma] alle superiore nel corso di Esercizi dal 2 all'11 settembre 1950. L'originale porta scritto “VIII Predica”.

1 Il dogma dell'Assunta fu definito da Pio XII il 1° novembre 1950, durante l'Anno santo. Cf Pio XII, Costituzione apostolica Munificentissimus Deus su: La glorificazione di Maria con l'assunzione al cielo in corpo e anima, 1° novembre1950, AAS 42 (1950), pp. 753-771.

2 Originale: (dividiamo tutti insieme).

3 Società anonima denominata: Romana Editrice Film (REF), iniziata nel marzo1939 per l'apostolato del cinema. Nel 1956 diventa ente morale “San Paolo Film”.

4 Cf 1Tm 3, 1.

5 Lc 17, 10: «Siamo servi inutili».

6 Trascrizione dell'originale: Voi non dovete fare tante combinazioni.

7 Richiamo del proposito-programma di vita di S. Domenico Savio, aspirante della Famiglia Salesiana.

8 Richiamo al proposito-programma: “Progredire un tantino ogni giorno” del venerabile Maggiorino Vigolungo (1904-1918), aspirante della Pia Società San Paolo.