Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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30. SENTIRE L'APOSTOLATO*

Nel Vangelo leggiamo che i farisei parlando del Battista che faceva penitenza, che non mangiava né beveva, conchiudevano che era indemoniato; e parlando di Gesù che mangiava e beveva insieme agli Apostoli, conchiudevano che era un mangione e un bevone1.
Non stupitevi delle chiacchiere del mondo: sempre ci sarà qualcuno che avrà qualcosa da dire.
Stamattina mi accontenterei di farvi capire un solo pensiero: non cercare il denaro, ma le anime. Se si lascia andare la comunità secondo lo spirito del luogo, si va poco per volta tutti alla rovina: Ma se sapesse come sono qui!. Stare fermi nella nostra vocazione. Noi dobbiamo portare la luce del Vangelo anche là dove non la vorrebbero, dobbiamo irradiare Gesù nelle anime, ma prima dobbiamo possederlo noi: la mente sia piena di Gesù Cristo, il cuore pieno di lui, la volontà uniformata alla sua.
Io immagino la Pia Società San Paolo [e le Figlie di San Paolo così] uniti da partecipare assieme ai sacrifici e ai pesi per portare, nell'unione, Gesù alle anime. Capite questo o non lo capite? Non abbiamo fatto forse così all'inizio? Vogliamo conquistare l'India? Tutti d'accordo: insieme le responsabilità, insieme i fastidi, insieme le spese, insieme i sacrifici dell'inizio. Non che le Figlie arrivino quando tutto è preparato e quando ormai si può già lavorare con frutto immediato! Le piccole regole disciplinari, esteriori verranno in seguito.
Pietro e Paolo quando vennero a predicare a Roma, non vennero a cercare né oro né argento, ma anime; non vennero a stabilire regole di galateo o a studiare se dovevano fare una
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cerimonia o un'altra, ma vennero a cercare anime, a portare Cristo alle anime.
Mi pare che in molte case siate guidate dall'interesse, ma se si vuol fare una bottega comune, se si vuol fare del commercio, si fa come i secolari. Potremmo lasciar fare da loro! Si dirà che in alcuni casi il Primo Maestro ha concesso qualche eccezione, per esempio più abbondanza di oggetti. Ricordate che questi sono casi eccezionalissimi, per motivi speciali, come dover pagare gli affitti un po' alti, ecc.
E se le Pie Discepole per gli oggetti vi fanno pagare di più, dite loro: Paghiamo tanto e basta. Mettetevi d'accordo! In qualche nazione il pensiero dell'apostolato è snaturato. Bisogna ritornare allo spirito nativo. Si lavorava insieme anche materialmente allora, ed eravate più buone, cosa che adesso non si potrebbe più fare. State uniti quanto potete: nel fine, nello spirito, nelle direttive, non uniti in ciò che non va! Non una unione che dia scandalo. Ora si vanno creando pericoli, si fanno confidenze al primo che si incontra. Sono venuto a sapere i difetti delle suore più da fuori che da dentro. State al vostro posto, non andate in giro a far confidenze a Tizio o a Caio, non aprite la vostra anima al primo sacerdote giovane che viene nelle vostre case. […]2.
[State al vostro] posto!
Non vendere il cuore! Le suorine stiano con la superiora e questa con la Prima Maestra. Che ogni suora voglia il suo pentolino, questo è troppo! Io sono di Tizio... Io sono di Caio... Io sono...!. Tu sei della Prima Maestra!
Se io volessi farvi venire da me a confidarvi, con due istruzioni, vi farei venire tutte! Io però non voglio educarvi al sentimentalismo, ma ai sensi della pietà vera, sentita, della verità, della giustizia, della bontà, dell'apostolato.
La legittima separazione [tra i due Istituti] è nell'unità. Vogliamo, per esempio, invadere l'India con l'apostolato, ma in unione e collaborazione. Non che uno invada il campo dell'al tro!
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Invadere le regioni per cercare le anime, non cercare le comodità! Siate ragionevoli nell'apostolato! Avete sparso botteghini in tutta l'Italia. Non soffochiamoci gli uni con gli altri.
Io so, per esempio, che alcune case su nove passaggi di pellicole, non ne hanno denunciato che uno, e questo lo so anche se voi non me lo dite. Un parroco mi scrive: Ho proiettato questa e quest'altra pellicola, mi è piaciuta, ecc. Naturalmente queste cose si vengono a sapere.
Fare le cose in modo che siano come le vorremmo al giorno del giudizio, che ridondino a onore e gloria e non a vergogna.
Nell'apostolato si fatica proprio molto, specie le propagandiste. Certo, in questo esse hanno molto merito. Si sappiano trattare bene e alla sera, tornando stanche e sfinite, trovino un cuore di madre, ben caldo, che le accolga bene. Trovino il necessario sostentamento per la salute, trovino il necessario per l'igiene, per la pulizia. Non si accolgano con delle filippiche3, con rimproveri amari e ingiusti! In primo luogo trovino abbondanza di aiuti spirituali; che non vi riduciate a contare i soldi e a ripetere che ripartiranno il lunedì [successivo] o cose simili.
Quanto poi alla stessa propaganda, sia in libreria che nelle famiglie, vedere anzitutto che si conoscano bene i libri, che si abbiano tutti i titoli. Studiare un po' anche le persone del posto, i bisogni dell'ambiente, studiare il modo di poter arrivare a tutti senza aspettare che vengano a cercarci. Se una si mette dietro al bancone a far la calza e aspetta di ricevere chi viene, non sta nella via giusta della sua vocazione. Se S. Pietro si fosse messo ad aspettare le anime, il mondo sarebbe ancora da evangelizzare, il Vangelo sarebbe ancora da predicare! Ci si è formati un po' il concetto di vivere tranquilli, senza fastidi, senza preoccupazione, prendendo le cose come vengono, giorno per giorno, senza sforzo da parte nostra. Questo non è apostolato. Bisogna muoversi, industriarsi: se i campi sono aridi, si concimino, si arino, si coltivino.
Non curare solo l'interesse personale, solo ciò che va da sé. Siamo a posto o non lo siamo su questo punto? Siamo o non
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siamo apostoli? All'inizio per penetrare… si è fatto un vero sforzo: si era tutte tese, tutte preoccupate per la buona riuscita, c'era il cuore nell'apostolato. Ora non si ami il quieto vivere, nell'apostolato ci vuole cuore, intelligenza, volontà, altrimenti a nulla servono le buone norme che si danno.
Vi sono delle comunità in cui ogni giorno si trovano invenzioni di bene, delle case dove con pochissimi mezzi di apostolato si fa tanto, altre con grandi macchinari e con terreno ben preparato fanno ben poco. È il cuore che manca! Ovunque deve precedere la superiora. Se questa, invece dell'apostolato, guarda la marmellata… Avere la volontà ferma di vincere le battaglie e quando si è così, si pensa a quello, si prega per quello, si ordina tutto a quello e si riesce. Vi sono suorine che con poca salute, in ambienti difficili, fanno tanto e altre, con la loro intelligenza, salute, capacità, in luoghi dove c'è abbondanza… non sono state capaci di creare una biblioteca, non fanno giornate del Vangelo, non curano le varie iniziative, mentre i protestanti fanno progressi e stupiscono nel loro campo. Chi non sente il dovere dell'apostolato, l'unione con la Società San Paolo, vada a farsi carmelitana o suora di clausura.
Ognuna fa sempre bene quando fa bene al suo posto, ma quando una abbraccia un apostolato come il vostro, e non vi mette tutta se stessa, non è a posto.
Per la pratica. Bisognerebbe che si lavorasse di più con la propaganda da casa: servirsi dei cooperatori in modo che si venga anche a risparmiare i passi, il tempo, ecc.
Le Canossiane4 di Allahabad [India], quanto a spirito di apostolato della stampa ne hanno davvero molto; iniziata la loro attività dal nulla, si sono ora imposte alla popolazione.
Servirsi sempre più degli altri, prendere i mezzi più celeri ed efficaci, avere di mira le anime che hanno più bisogno, le nazioni dove ancora non c'è nulla. Avere cuore di apostolo, mente di apostolo, volontà di apostolo.
Si faccia sempre il proposito non solo sul primo articolo delle Costituzioni: santità individuale, ma anche sul secondo
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articolo: l'apostolato. Si faccia tutto con la testa, non ciecamente. Moltiplicare i Bollettini5 che fanno un bene immediato, vuotare i magazzini [perché è un] bene che resta fermo, [si facciano] tirature basse in modo che [tutto] quello che ora è immagazzinato vada alla fine. Ci sia poi una ripresa nuova, con opere più scelte, così l'apostolato sarà progressivo.
La Regina degli Apostoli protegga l'apostolato e le apostole.
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* Predica del plico B, in dattiloscritto, carta pesante, fogli 4 (27, 5x35), tenuta dal Primo Maestro a [Roma] alle superiore nel corso di Esercizi dal 2 all'11 settembre 1950. L'originale porta scritto “VI Predica”.

1 Cf Mt 11, 18-19.

2 Originale: (Non mettetelo a dormire nella camera più vicina al dormitorio delle suore, tanto più se vi è comunicazione). È venuto là... espansione in tutto... e di lì a un po' sono entrambi rovinati; non è più tranquillo né lui né lei.

3 Filippica: discorso impetuoso e ostile, invettiva, chiamata così dai discorsi dell'oratore Demostene contro Filippo II, re di Macedonia (IV secolo a. C.).

4 Canossiane: Figlie della Carità, Congregazione fondata a Verona nel 1808 da S. Maddalena di Canossa per le scuole e l'insegnamento della dottrina cristiana.

5 Si allude al Bollettino Parrocchiale Liturgico, cf Damino A., o. c., n. 2, p. 134.