Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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24. TESTIMONIANZA DEI SANTI*

Stamattina la Messa è stata applicata per il card. Lavitrano1, il quale fu prima vescovo in due diocesi, poi arcivescovo di Palermo e per qualche tempo Prefetto dei religiosi. Come Prefetto dei religiosi era nostro superiore nella Congregazione di diritto pontificio, ma il supremo nostro superiore è il Santo Padre che ordinariamente opera attraverso il Prefetto dei religiosi e sotto di lui il Sottoprefetto o Viceprefetto. Perciò abbiamo il dovere di pregare e suffragare l'anima sua, perché naturalmente al giudizio di Dio i conti sono sempre più rigorosi secondo gli uffici e la complessità delle responsabilità che si sono avuti sulla terra.
È molto facile esaminare la breve vita del beato Domenico Savio. Egli in circa due anni poté manifestare la sua vita di preghiera, ed esternamente si poterono osservare le sue virtù. Se si tratta però di Pio X che dall'umile ministero di semplice sacerdote salì a quello supremo di Pastore di tutto il mondo, c'è grande differenza. Nacque in un paesello mai nominato prima di lui, a Riese, poi salì al pontificato dove trattò una complessità di cose, tutte le questioni del mondo. Dobbiamo pregare di più per chi ha più larga e più intensa responsabilità, perché ha più bisogno di suffragi.
Il card. Lavitrano si distingueva per la sua modestia e per la sua umiltà; prima che fosse colpito dai malanni o acciacchi portati dalla vecchiaia, godeva di un'altissima intelligenza e di prontezza a percepire le cose, che meravigliava, aveva poi una
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semplicità ammirata da tutti. Anche quando dava ordini, lo faceva sempre con umiltà, faceva sentire che non era lui che comandava, ma era la volontà di Dio che si doveva compiere da lui e dai suoi soggetti. In certi momenti l'umiltà lo portò a tacere, sì che furono fraintese le cose, approfittando della sua bontà e della sua umiltà. In questo mese manderemo i suffragi a lui con le nostre preghiere.
Ricordiamo ora un altro punto. Oggi, mentre ricorre la vigilia di S. Lorenzo2, si fa pure la festa del santo curato d'Ars3. Egli fu parroco modello, portato come esempio a tutti i pastori di anime. Fu prodigio di grazia e privilegiato di Maria, nelle difficoltà in cui si trovò da giovane fu la misericordia di Dio e la protezione di Maria che lo sostennero e lo portarono al sacerdozio. Nonostante difficoltà di famiglia, difficoltà dei tempi, incomprensioni di chi lo guidava, arrivò al sacerdozio dove esplicò tanto zelo che dalla Francia, da tutta l'Europa e dalle lontane Americhe accedevano a lui per consiglio e guida.
Nell'Oremus si dicono di lui tre cose: 1) il suo spirito pastorale. Chiedere per noi di avere sempre lo spirito pastorale nel nostro apostolato. 2) L'applicazione al raccoglimento, intimità e unione con Dio. Chiedere quindi di conservare il raccoglimento. 3) L'ardore della penitenza che lo portò a tanto eccesso. Chiedere per noi lo spirito di mortificazione interno ed esterno.
Chiedere lo spirito pastorale che ci porti a fare un po' di bene alle anime, a portare loro un po' di luce, [vincendo] le tenebre, le miserie in cui gli uomini vengono a trovarsi. Chiedere lo spirito pastorale [anche] nella tecnica, nella propaganda e nel cinema.
Chiedere il raccoglimento, perché l'esercizio del nostro apostolato ci porta facilmente alle distrazioni, sia per le comunicazioni continue col popolo, sia perché ciò che distribuiamo al popolo dobbiamo conoscerlo. Così anche per il cinema che
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può presentare cose che divagano, ma questi [film] sono dati per medicina e come freno agli altri, noi dobbiamo conservare il raccoglimento.
[Chiedere] lo spirito di mortificazione. Dobbiamo mortificare la fantasia come i sensi esterni: occhi, lingua, tatto, occorre tutto disciplinare nella mente, nella volontà, nel cuore, vigilare tutto l'essere perché faccia il bene e spinga maggiormente al bene. Quindi tutto sia regolato dalla ragione, e questa dalla fede e dallo spirito: tutto serva al bene.
Concludiamo raccomandando di cuore alla Vergine santissima queste grazie col rosario, che fu la grande devozione [del curato d'Ars il quale] fin da piccolo radunava i fanciulli e li faceva pregare insegnando loro il rosario. [Devozione che l'aiutò] quando andava a predicare e in tutte le difficoltà, così fino all'ultimo.
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* Meditazione, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 2 (21x29, 5). Appunti assai generici. Nell'originale è scritto: “Meditazione del Sig. Primo Maestro - Napoli 9/8/1950". Nella cronistoria di don Speciale è scritto: “Il Primo Maestro è andato a Napoli presso le Figlie di San Paolo; detta loro anche delle meditazioni” (p. 241). Il dattiloscritto di questa predica è stato preparato con la stessa macchina da scrivere e porta la data del 9 agosto e l'indicazione del luogo: Napoli. Si desume che Don Alberione tenne a Napoli il ritiro del 5 e 6 agosto. Fu ancora presente l'8 e il 9, e vi tenne altre due meditazioni, dopo essere rientrato a Roma il giorno 7 agosto, secondo la cronistoria.

1 Lavitrano Luigi (1874-1950), nativo della Campania, cardinale dal 16 dicembre 1929. Muore a Roma il 2 agosto 1950.

2 Lorenzo (ca. 210-258), giovane diacono della Chiesa di Roma subì il martirio durante la persecuzione dell'imperatore Valeriano, mentre era papa Sisto II.

3 S. Giovanni Maria Vianney (1786-1859), francese, sacerdote e per quarantun anni parroco di Ars, paese che trasformò con la preghiera, la penitenza, la predicazione e il ministero della confessione.