Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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9. LA PREGHIERA DI CONTEMPLAZIONE
(Domenica II di Quaresima)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 23 febbraio 19641

Il Vangelo tratto da san Matteo, capo XVII.
In quel tempo: Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello e li condusse in disparte, sopra un alto monte. Là si trasfigurò davanti a loro; il suo volto risplendeva come il sole e le sue vesti erano candide come la neve. Ed ecco apparvero loro Mosé ed Elia, che parlavano con Gesù. Pietro prese a dire a Gesù: «Signore, quanto è bello per noi lo star qui: se vuoi, facciamo tre tende, una per te, una per Mosé ed una per Elia». Mentre egli stava ancora parlando furono avvolti da una nube luminosa e dalla nube udirono una voce: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». Udendo la voce, i discepoli caddero bocconi per terra ed ebbero gran timore. Ma Gesù, accostatosi, li toccò e disse: «Alzatevi, non temete». Ed essi alzando gli occhi non videro altro che Gesù. Mentre scendevano dal monte, Gesù disse loro: «Non parlate ad alcuno della visione finché il Figlio dell'uomo non sia risuscitato dai morti»2.
Questo a indicare agli Apostoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, che se egli tra poco avrebbe subìto la passione, la morte, non cessava di esser Dio, il Figlio di Dio incarnato. È quindi un saggio della gloria che spetta a Gesù Cristo.
E Mosé ed Elia? Mosé rappresentava la Legge antica ed Elia rappresentava le Profezie che riguardavano il Messia.
Mosé. Il Signore disse a Mosé che avrebbe mandato un altro, dopo di lui, un altro che avrebbe predicato3. E questo altro era appunto Gesù. E il Padre celeste lo fece sentire: «Questo è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!».
Elia. Le profezie dei vari profeti, specialmente Isaia e Geremia, venivano adempite in Gesù Cristo stesso. Era Gesù Cristo colui che i profeti avevano annunziato, sì.
Allora, se c'è la storia umana, la storia della redenzione: come è stata annunziata, e come adesso in Gesù Cristo veniva compìta, e come ora viene applicata. E quindi, applicata come? Per mezzo di Pietro, Giacomo e Giovanni. Cioè gli Apostoli: Pietro che rappresentava la fede, e Giacomo che rappresentava la speranza, e Giovanni che rappresentava la carità.
Questo è il cristianesimo: fede, speranza e carità.
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Oh, una piccola riflessione. Gli Apostoli, vedendo Gesù così trasfigurato: «il suo volto come un sole, le sue vesti bianche come la neve», contemplarono stupiti quella trasfigurazione. Ecco, contemplavano.
Vi è la preghiera vocale, la più semplice; secondo, vi è la preghiera, orazione mentale, cioè la meditazione; poi, terzo, superiore: la preghiera affettiva; e quarto, la contemplazione. E poi dopo ci sono ancora gli altri cinque gradi di orazione. Ma arrivare alla contemplazione non è difficile. E molte anime pensano che quello sia aver le visioni o manifestazioni di cose segrete. No, contemplazione. Mentre che fate le Visite, almeno arrivare a poco a poco alla contemplazione. E poi ci sono ancora gli altri cinque gradi.
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Cosa sia contemplazione. La contemplazione è naturale o soprannaturale. Contemplare. E uno, da un monte, contempla la grandezza del mare, oppure uno contempla un quadro bello o una chiesa divota, artistica. Ammirare. E questo è contemplazione naturale.
Ma quando l'anima è già un po' più addentro alle cose di Dio, eh, contempla le cose di Dio, non solamente uno spettacolo, i monti che si impongono cinque, seimila di altezza, ottomila di altezza, coperti da neve. L'America del Sud, per esempio. Contemplazione, ma non più dei monti o degli spettacoli della natura. Contemplare il paradiso, contemplare la passione di Gesù Cristo senza quasi lettura, anzi, addirittura, molte volte, non si fa più la lettura, si è già presi da considerazioni antecedenti. Contemplare Gesù quando, legato alla colonna, cascano addosso a lui i colpi, il sangue che schizza fuori dalle carni immacolate di Gesù, oppure la scena dell'incoronazione di spine, oppure con Maria che contemplava il suo Figlio lungo la strada del calvario, o contemplare Gesù crocifisso sul calvario, invece, tra due ladroni. Si può contemplare anche l'inferno; si puo contemplare questa scena, come Pietro, Giacomo e Giovanni, sì. «Il suo viso risplendeva come il sole e le sue vesti erano candide come la neve». Ed ecco Pietro, tutto entusiasta, e cioè: «Se vuoi, stiamo sempre qui», disse a Gesù. Contemplare quella scena: Gesù così trasfigurato e accanto a lui Mosé ed Elia.
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Se si arriva a riflettere un po' di più, non fermarsi soltanto alla preghiera vocale, che è il primo passo, si può arrivare facilmente alla meditazione. La meditazione comune, quando si riflette sopra un certo punto, può essere sul purgatorio, la morte. E poi ci puo essere la preghiera più affettiva; quando l'anima è già stata illuminata da meditazioni o letture precedenti, allora passa facilmente alla preghiera affettiva, e di lì il passo alla contemplazione è facile. È una cosa che viene, è ordinaria, non c'è miracolo, c'è quello che è normale, e alla quale cosa le anime, quando sono un po' avanzate, devono arrivare lì.
Alle volte, letture vuote; alle volte, soltanto delle preghiere vocali. Ma se l'anima è portata al raccoglimento, e poi l'anima è portata ad esprimere i suoi sentimenti di amore, di fede, dolore dei peccati, desiderio di santità, cercar la gloria di Dio, cercare la salvezza delle anime, contemplare il mondo lontano da Gesù Cristo, ecc., e allora la contemplazione è un passo, sì, ma non è difficile. E nei nove gradi non ci sono cose straordinarie, mistiche.
Ma bisogna un po' meditare quello che, alle volte, si è tenuto indietro. Non si cammina, sempre allo stesso punto: i Vespri son sempre allo stesso modo; le preghiere [del] mattino e della sera son sempre fatte allo stesso modo; oppure, invece, si è già un po' più avanzati e, dopo tanti anni da che si son fatte preghiere, da che si son fatte meditazioni, e da che uno si è confessato, [si prova] il dolore dei peccati, l'amore a Gesù Cristo nella comunione e nella Messa. E arrivare almeno alla contemplazione.
E dopo [vi] sono gli altri gradi. Ma almeno così, vedere un poco: Signore, dateci lo spirito di orazione1; quello che il Signore promette nella Scrittura, spirito di preghiera. E alle volte si è lontani da quel... e si legge come se fosse una notizia, e non è abbastanza considerata la cosa che si legge. È vero che dappertutto possiamo elevarci a Dio, anche in mezzo al mercato; ma vi sono le anime che riescono a conservare l'unione con Dio.
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E quali sono gli impedimenti? I pensieri, le notizie, le chiacchiere, quel che si dice, quel che si sente, son tutti ostacoli al raccoglimento. Togliere i pensieri inutili, guardare ciò che abbiam da fare a servizio di Dio e alla santificazione. E che cosa abbiamo ancor da fare in questo mondo se non cercar Dio, la santità? Alle volte, anime che san più giudicare gli altri, i difetti, che non se stessi.
Ora, occorre che noi domandiamo al Signore questa grazia del raccoglimento abituale e quindi si va avanti. Arrivare fino alla contemplazione. Poi c'è il raccoglimento [infuso] anche, che è un grado ancora superiore, raccoglimento che è un dono di Dio. Oh, domandare un po' al Signore la grazia di pregare un po' meglio. Sì, la preghiera, non solamente lettura, ma sia meditazione, sia preghiera di affetto, preghiera di contemplazione, preghiera di raccoglimento. L'unione, primo. Quindi, effundam1- dice la Scrittura - «Io effonderò, comunicherò alle anime lo spirito di orazione e di grazia»2.
Siccome voi avete l'Adorazione, arrivare alla contemplazione è così semplice! Dev'essere una cosa ordinaria, ordinaria sempre, sì, ma che si raggiunge abbastanza presto.
Badare da non abituarsi alle distrazioni, occupazione di altre cose che non ci interessano. Eh, cosa avete da cercare nel mondo se non Dio? e nella vita? Ormai si è lasciato da parte anche gli interessi umani. E alcuni non la finiscono più per le preoccupazioni della famiglia, altri si preoccupano di più dell'amor proprio: se sono stimati, se son giudicati in bene, ecc. Allora come si fa a dire: «Tutto mi offro, dono e consacro»3, quando ci sono ancora pensieri, fantasticherie, desideri, curiosità, conversazioni inutili e poi, qualche volta, anche il desiderio... pellicole, ecc.? Quello che interessa per Dio e per la santificazione. Quello che non interessa per Dio e per la santificazione.
Voi avete da unire insieme la preghiera di contemplazione e insieme l'apostolato. Ma anche l'apostolato è così sacro che non distrae: il servizio sacerdotale a Gesù Cristo nella persona [del sacerdote], il servizio eucaristico. Oh, anime contemplative!
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Adesso, facciamo un po' di esame. Che cos'è che ci impedisce, cos'è che crea tante distrazioni nella preghiera? Perché? E perché ci sono altri pensieri, altre fantasie, altri desideri. E allora non ci può essere la contemplazione; tanto meno poi, il raccoglimento abituale e l'unione con Dio nei suoi gradi superiori.
Contemplare - come Pietro, Giacomo, Giovanni - Gesù. Contemplare il paradiso, la Santissima Trinità, Gesù Cristo che mostra le sue piaghe, Maria, i cori angelici, i cori dei santi, ad esempio. Ma bisogna togliere gli impedimenti. E allora: effundam spiritum precum1. Chi lo desidera, lo Spirito Santo effonderà lo spirito di preghiera. Migliorare la preghiera.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 119/a (= cassetta 153/a.1). Per la datazione, in PM nessun indizio cronologico. Una voce incisa dice: "II Domenica di Quaresima 1964". In base a questa data sicura, la datazione delle altre meditazioni (nn. 10, 35, 37) registrate sullo stesso nastro, si è ritenuta molto probabile. - dAS, 23/2/1964 (domenica): «Celebra [il PM] alle ore 5,15 e tiene meditazione alle PD di CG, SSP».

2 Mt 17,1-9.

3 Cf Dt 18,l8.

1 Cf Zc 12,10.

1 Zc 12,10.

2 Zc 12,10.

3 Cf la formula della Professione religiosa delle PD, Cost.(1960), art. 99.

1 Zc 12,10: più esattamente è: effundam... spiritum gratiae et precum.