44. MARIA: LA PIENA DI GRAZIA
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 8 dicembre 19641
Il dogma dell'immacolato concepimento di Maria fu definito l'8 dicembre del 1854 da Pio IX, circondato da centinaia di vescovi e da una imponente folla di fedeli2.
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Maria è il primo e più meraviglioso frutto della redenzione. Perché tutte le grazie, da Adamo fino alla venuta di Gesù Cristo e fino alla fine del mondo, tutte le grazie dipendono dalla croce.
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Adamo ed Eva avevano la gratia Dei: la grazia di Dio; ma dopo che essi, Adamo ed Eva, perdettero la grazia di Dio, la salvezza [è] unicamente in Gesù Cristo, la grazia di Gesù Cristo, quindi gratia Christi. Quelli che sono vissuti prima di Gesù Cristo ricevevano la grazia nella fiducia del Messia futuro; i patriarchi, i profeti e tanti uomini giusti, con la fiducia e la speranza nel Redentore, per i previsti meriti di Gesù Cristo, ricevevano la grazia e quindi la salute eterna, se avevano vissuto bene. Oh, ma anche noi tutti e, fino alla fin del mondo, quelli che si salveranno e si santificheranno: [per i meriti di Gesù Cristo].
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In che cosa consiste [la santità]. Nel partecipare al massimo frutto della grazia di Gesù Cristo. E questo dipende dalla vera fede che è in un'anima, e dalla speranza che è in un'anima, e dalla carità che è in un'anima. Tutto lì. Tutta la santità consiste nel vivere Gesù Cristo; quindi per mezzo della fede, per mezzo della speranza, e per mezzo della carità in Gesù Cristo, sì. E tutti i Santi e tutte le divozioni che ci sono, sono ordinate a questo: che noi viviamo meglio in Gesù Cristo.
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E Maria è la via per andare a Gesù Cristo, cioè, per ottenere le grazie e per vivere sempre di più la grazia di Gesù Cristo in noi.
Ora, fra tutti, Maria è il capolavoro della redenzione, ella ebbe più di tutti, di grazia, col privilegio eccezionale, unico al mondo: immacolata concezione; cioè ella sola fu esentata dalle conseguenze del peccato di Adamo, del peccato originale. Quindi, noi tutti abbiamo bisogno del battesimo, Maria era santissima al momento in cui fu concepita.
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Questo è, per che cosa? Perché ebbe questi privilegi, specialmente questo massimo privilegio della grazia abbondantissima al momento in cui ha cominciato ad esistere, immacolato concepimento? Perché? Per i meriti previsti del Figlio suo; sempre per praevisa merita tutto quel che ebbe, per i meriti del Messia futuro, ecco.
Allora, questo è il primo e più meraviglioso frutto della redenzione. I frutti che Gesù Cristo ha guadagnato, ebbero per la sua passione e morte, in Maria... copiosissimo è stato questo frutto; ed era poi anche lei, a suo tempo, che avrebbe accompagnato il Figlio suo alla crocifissione e morte. Redenzione. Praevisa merita, come dice l' Oremus1.
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Quando noi riceviamo il battesimo - e abbiamo ricevuto il battesimo - con la grazia c'è l'infusione delle tre virtù teologali: fede, speranza e carità, e poi i doni che il Signore volle darci. Fin da allora il Signore ci diede le grazie per la vita futura. Altro è per quel bambino che è destinato a vivere da buon cristiano e altro ha ricevuto quel bambino, quella bambina, che era per la vita religiosa.
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E per la sua missione, Maria ha ricevuto, nella sua concezione immacolata, [le grazie per] quello che aveva da compiere nella sua vita: di essere la corredentrice; cioè, cooperare alla redenzione, quella che diede al mondo il Figlio redentore, lo accompagnò tutta la vita e lo assistette sul calvario e lo onorò risuscitato e asceso al cielo. E poi Maria, ebbe il privilegio di essere la tesoriera dei frutti della redenzione per darli agli altri, a noi. Quindi, una eccezionale vocazione.
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Noi le abbiamo avuto, queste grazie secondo la vocazione, fin dal battesimo. E Maria, secondo i meriti futuri, la sua missione in avvenire.
Quindi Maria, con la grazia santificante, allora aveva già più grazia e più santità che tutti i Santi in punto di morte.
Ora, con la grazia, Maria ebbe in grado perfetto - quindi diverso dal nostro grado ricevuto - le virtù teologali, cioè, fede, speranza e carità; e poi le virtù cardinali in grado perfetto ricevette: giustizia, prudenza, fortezza (...) temperanza. Poi ricevette i doni e i frutti dello Spirito Santo, cioè i sette doni dello Spirito Santo e i frutti dello Spirito santo enumerati da san Paolo1. E poi ricevette subito le Beatitudini. Quindi era già nella perfezione: «Beati i poveri, ecc.»2. E poi ricevette i carismi, carismi cioè, poteri di vedere cose occulte, cioè manifestare quello che era nella sua intima anima, per esempio nel Magnificat; carismi, il miracolo alle nozze di Cana: cambiamento dell'acqua in vino3. Questi carismi eccezionali. E, ebbe anche le grazie gratuite, le grazie per gli altri, cioè quei doni che servono per gli altri. E i doni dell'integrità, la sua santissima umanità, e l'immortalità e il dono della scienza. Però, sull'esempio di Gesù, Maria si sottomise al dolore e alle pene temporali ed alla morte, sì.
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Allora, questa ricchezza che ebbe l'immacolato concepimento. È meraviglioso questo concepimento immacolato di Maria per dono di Dio, è eccezionale e unico. E quindi la Chiesa ha voluto definire questo privilegio di Maria per indicare al mondo quale meraviglia Dio ha operato in quell'anima, quando quell'anima è uscita dalle mani del Padre creatore. Non arriveremo mai a lodare abbastanza questo privilegio di Maria.
E da quel momento incominciò la vita di glorificazione a Dio, subito, non attese il momento dei sette anni, subito: tutto ordinato alla gloria di Dio, da quel primo istante della sua esistenza.
Anche i Santi più Santi arrivano un po' tardi, generalmente, a cercare soltanto la gloria di Dio; ci vuole tanto distacco da noi, l'abitudine di vincere l'amor proprio, in sostanza, e di essere un po' consumati nella santità e nella carità.
Maria aveva già in quel momento, e in altissimo grado, più di quanto tutti i Santi ebbero anche soltanto in punto di morte.
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Conseguenze: la prima conseguenza è quella che è, così, all'esterno, per noi, la verginità di Maria, integrità; ordinato questo, alla divina maternità. Ebbe il suo corollario nella verginità perpetua. La Madre di Dio fu vergine prima, durante e dopo il parto. Oh, allora, quali conseguenze?
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E prima conseguenza: lodare Iddio che ha voluto prepararci una Madre così santa, quando Gesù conchiuse: «Giovanni, ecco tua madre»1. Madre santissima, Madre sapientissima, Madre santissima, Madre onnipotente, Madre amantissima, sì, misericordiosissima. Quale Madre ci ha preparato il Signore! E quindi, con quale fede, con quale fiducia e amore dobbiamo pregare Maria, seguire Maria, imitare Maria, invocare Maria «adesso e nell'ora della nostra morte». Non dirlo solamente così. Si va avanti con le Ave Maria, ma pensare quel significato dell'Ave Maria. Quindi: Magnificat anima mea Dominum2. Maria lodò il Signore di tutto. Ma nel libro delle preghiere c'è anche un altro Magnificat: Magnificat anima mea Mariam3, cioè, noi lodiamo Maria, l'anima nostra loda Maria. Magnificat anima mea Mariam. Lodare, lodare questa nostra...
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[Primo frutto,] allora, una divozione vera, profonda; non solamente chiedere delle grazie, tanto più o, tanto meno, se chiediamo solamente grazie materiali, temporali, ma grazie spirituali. E allora, se abbiamo una grande stima della Vergine privilegiata, allora la divozione a Maria è spontanea, è veramente la divozione vera, non soltanto per chiedere le grazie. Quindi ammirare questa creatura privilegiata, privilegiatissima e glorificarne Dio perché tutto questo è dono di Dio. Ella quel che ha, ha ricevuto da Dio, come tutto quel che possiamo avere di bene viene da Dio. Quindi la lodiamo, perché? Perché c'è nel Vangelo: Ave, gratia plena1; perché ebbe tutti questi privilegi: «il Signore è con te»1; e «tu sei benedetta fra le donne»2; rallegrati, o piena di grazia; piena di grazia, e cioè: Ave, gratia plena. Questo Ave, vuol dire, rallegrati.
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Secondo frutto della considerazione è questo: che possiamo rassomigliare, pur lontanamente, ma rassomigliare in qualche misura, a questa Madre. E in che maniera? Aumentar la grazia, cioè l'amore a Dio; e poi un'infusione sempre maggiore, quotidiana infusione delle virtù teologali e cardinali; e poi i doni e i frutti dello Spirito Santo, e gli altri doni.
Partecipare in una certa misura dei doni che ebbe Maria, partecipare in qualche misura, secondo che noi siamo uniti a Dio, siamo uniti a Gesù, quando cioè, Gesù Cristo vive in noi nella testa, nella mente e nella volontà e nel cuore e nel corpo stesso, perchè il trattamento del corpo ha tanto di delicatezza; e se si custodiscono gli occhi, si custodisce la lingua, si custodisce l'udito e il gusto e il tatto, e allora, non solo l'anima, ma tutto il corpo è santificato, come l'ha santificato Maria, per cui il privilegio: assunta in anima e corpo al cielo. Santificare il nostro essere.
[Maria] è la piena di grazia, quindi quei frutti, quei beni che conseguono la grazia, e noi, in quella massima abbondanza. E dire a Maria: ottienimi un grado superiore di grazia, massimo, vivendo la vita religiosa santamente, anima e corpo.
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Terzo frutto, la grazia, ottener le grazie. Ella è potentissima presso Dio. Alle nozze di Cana Gesù aveva risposto a Maria: "non è ancor venuto il tempo"1. Sembrava che Gesù avesse negato alla Madre quello che ella chiedeva. Ma Maria non dubitò e diede ordine ai servi: «fate tutto quel che vi dice»2. Sicurissima, la sua potenza presso Dio. Certissima che sarebbe stata esaudita.
Dobbiamo avere una grande fiducia. E quanti chiedono grazie materiali, e questo e quello e quell'altro; ma chiedete aumento di grazia; chiedete aumento delle virtù teologali; chiedete l'aumento delle virtù cardinali: giustizia, prudenza, fortezza, temperanza, e poi tutti i doni dello Spirito Santo: sapienza, scienza, consiglio, pietà, timor di Dio, ecc., e i frutti, e le Beatitudini.
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Trasformiamoci per prepararci al cielo. Chi abita in cielo? Innocens manibus et mundo corde1. Allora se si abita nella casa religiosa, tutte le suore devono essere innocenti e monde di cuore. Questo per la casa religiosa. Ma per la casa celeste, per l'ingresso in cielo, una purificazione maggiore e un ornamento maggiore di grazia e delle virtù teologali, cardinali, ecc. Preparazione al cielo. Tu gloria Ierusalem, tu laetitia Israel, tu honorificentia populi nostri2.
Oh, la giornata sia lieta, piena di fiducia nella grazia, nella misericordia di Dio. E se audacemente volete chiedere che noi cerchiamo soltanto la gloria di Dio, allora [saremo] sul piano superiore, sul quale si acquistano i migliori meriti, i più grandi meriti. E la vita resta unificata a quella di Maria, unificata alla vita di Gesù santissimo. E allora: omnis honor, et gloria3 a Dio, Padre, Figliuolo e Spirito Santo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 121/a (= cassetta 168/b). Per la datazione, in PM nessun accenno cronologico. - dAS, 8/12/1964 (martedì, Immacolata): «Celebra [il PM] in cappella alle 5,30... dopo tiene meditazione alle PD». - Questa meditazione si trova registrata sullo stesso nastro delle prediche (nn. 47, 48) nelle quali vi si trovano indizi cronologici del PM. Perciò la datazione di questa si è ritenuta come probabile.
2 La Bolla di papa Pio IX, reca la data dell'8 dicembre 1854 ed inizia con le parole Ineffabilis Deus (cf Enchiridion Symbolorum, n. 2803).
1 In realtà praevisa merita è da riferirsi alla Bolla di Definizione di Pio IX e non all'Oremus della Messa dell'8 dicembre. Cf Missale Romanum, in Conceptione Immaculata B.M.V., die 8 decembris).
1 Cf Gal 5,22.
2 Mt 5,3ss'
3 Cf Gv 2,1ss.
1 Gv 19,27.
2 Lc 1,46.
3 Cf Le Preghiere della Famiglia Paolina, (1962), p. 240.
1 Lc 1,28.
2 Lc 1,28.
3 Lc 1,42.
1 Cf Gv 2,4.
2 Gv 2,5.
1 Sal 23,4.
2 Gdt 15,10.
3 Cf Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum.