Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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15. LE COSTITUZIONI: PRINCIPI EVANGELICI APPLICATI

Esercizi Spirituali (9-17 aprile 1964) alle Pie Discepole del Divin Maestro, novizie del 2° anno.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 11 aprile 19641

Il Vangelo è la luce che il Signore ci ha data per camminare nella via della santificazione, della salvezza eterna. È una immensa ricchezza. Però il Vangelo viene applicato nelle Costituzioni, e cioè, i principi generali che dà il Vangelo vengono applicati per mezzo delle regole, e perciò un'altra grande ricchezza, la ricchezza pratica, la ricchezza della religiosa.
E ogni volta che il religioso o religiosa passa all'eternità, è sempre utile e bene e cosa pia che nella cassa venga messo accanto al capo, alla testa, da una parte il Vangelo e, dall'altra parte, le Costituzioni come testimonianza che si è vissuto secondo il Vangelo, secondo Gesù Cristo ci ha insegnato, e secondo la Chiesa ha interpretato il Vangelo e proposto a noi per mezzo delle Costituzioni.
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Nel corso degli Esercizi non può mai mancare il libro delle Costituzioni. Il libro è veramente la guida della religiosa. Come vivere il Vangelo? Come è scritto nelle Costituzioni. Perché il Vangelo è generale, per tutti, ma le Costituzioni determinano come osservare il Vangelo, come osservarlo nella pratica della vita religiosa.
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Se si domanda quali siano le strade, le vie per la santificazione, generalmente viene risposto:
- seguir la volontà di Dio;
- oppure: la vita di unione con Gesù Cristo;
- oppure: la configurazione a Gesù Cristo.
La via più semplice è: fare la volontà del Signore. E cioè: compiere costantemente la volontà di Dio. Ora, la volontà di Dio viene determinata secondo le vocazioni, secondo gli stati di vita. Le Costituzioni determinano quello che è la volontà di Dio in concreto. E l'esame di coscienza può essere fatto in tante maniere, ma in modo particolare seguire i capitoli delle Costituzioni; tanto facile e tanto pratico.
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Come considerare il libro delle Costituzioni? Con fede e con speranza e con carità.
[Primo:]«fede»
. Noi sappiamo che siamo creati per Dio: per glorificarlo e per servirlo; creati per conoscerlo, servirlo, Dio. Dio ci ha creati per la sua gloria; ma per glorificarlo, cercare la sua gloria: l'obbedienza, sì.
[1.] Il libro delle Costituzioni è il primo direttore spirituale. Molte volte si cercano spiritualità, si vogliono consigli, direzioni, si cercano libri e, tante volte, si vuole trovare una via più facile, più sicura per la santificazione. Ma il libro delle Costituzioni è il direttore. Perché? Perché è entrata la Chiesa ad approvare le Costituzioni. Si possono, le Costituzioni, formulare dagli uomini, si possono formulare, ma poi si propongono alla Santa Sede, la quale esamina, legge, corregge, aggiunge, toglie, secondo che è la via più facile, più sicura per la santificazione. Allora viene l'approvazione della Santa Sede. Il Papa approva e consegna le Costituzioni: vivete così. E la suora che fa la Professione: «Conformo la mia vita alle presenti Costituzioni» ecco1.
Vi sono scuole di spiritualità varie; vi sono, ormai, una grande quantità di libri di spiritualità. L'anima può camminare, da una parte, nel desiderio di santificarsi di più e cercare vari consigli e direzioni e libri e confessori, ecc. La via sicura sono le Costituzioni, è costituita proprio da quelle regole che ci sono. Se noi cerchiamo altra via per la santificazione, ci sbagliamo, quella è la strada della santificazione, perciò riceverle con fede; vengono dalla Chiesa che ce le ha consegnate e poi ce le ha imposte. E nessuna può vivere fuori delle sue Costituzioni. Fede: lì è la volontà di Dio. Oh, allora, riceverle con fede.
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2. Nell'obbedienza vi è la perfezione.
La vita religiosa, in fondo, è obbedienza. Ci sono tre voti, ma il voto che costituisce sostanzialmente la vita religiosa è l'obbedienza. Quando c'è l'obbedienza si osserva anche la povertà, perché le regole della povertà sono in obbedienza da osservarsi, e cioè, si fa quello che è descritto nelle Costituzioni, si obbedisce alla Chiesa. E ugualmente si evitano i pericoli che riguardano la purezza. Perché? Perché osservando le Costituzioni, da una parte si evitano i pericoli, dall'altra parte vi è la preghiera che è in aiuto, e poi il cuore si rivolge a Dio, orientato verso Dio. L'obbedienza.
Ma il primo articolo delle Costituzioni è proprio perché noi ci orientiamo verso la santità, e il primo dovere è proprio la santificazione. Perché si abbraccia la vita religiosa? Il fine primo e principalissimo e che costituisce, in primo luogo, la perfezione, è accettare questo impegno: perfezionarci. Quindi avere a memoria le Costituzioni. E, alle volte, vi è più da applicare un articolo, altre volte, più d'applicare un altro articolo, ma la obbedienza è determinata, l'obbedienza arricchisce l'anima e dà la letizia. E chi potrà dubitare che andando verso l'eternità, arrivando vicino alla morte, chi può dubitare, se ha seguito le Costituzioni, dubitare della sua salvezza? o della sua santità? Fatta, compiuta sempre la volontà di Dio.
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Secondo: avere «fiducia» nel libro delle Costituzioni, proprio in tutte quelle varie disposizioni, specialmente quelle che indicano lo spirito della Congregazione, dell'Istituto.
Compiere la volontà di Dio: via sicura, via breve, via che porta la pace dell'anima, la letizia costantemente. Fiducia.
Il Signore ha voluto che noi seguissimo una vocazione, e ce l'ha data e, per grazia di Dio, voi l'avete seguita. Il Signore ha voluto. Entrando nell'Istituto si incomincia con l'obbedienza e si vive nell'obbedienza e si muore nell'accettare la volontà di Dio fino all'ultimo momento. Quali ricchezze di meriti, allora, continuamente, dal mattino alla sera, e anche la notte stessa perché si va a riposo secondo sono le disposizioni, ché le Costituzioni vengono applicate poi da chi guida l'Istituto, ecco, anche l'orario del riposo, come vi è: sia che mangiate, sia che dormiate, o sia che beviate o qualunque altra cosa facciate, tutto può esser diretto e deve esser diretto alla gloria di Dio1.
Alle volte vi sono persone che fanno delle cose un po' eccezionali, si distinguono per una particolare qualità, dote, facoltà, abilità. L'obbedienza è sempre via sicura e, quindi, se una persona ha delle qualità distinte, deve usarle secondo il Signore, secondo son le Costituzioni; ma anche l'ultima persona, l'ultima religiosa obbedendo, e obbedendo nello spirito giusto, si arricchisce l'anima. E quanto si arricchisce? Tante volte oltrepassa, nella obbedienza umile, oltrepassa in santità altre persone che si possono distinguere per altre qualità. Quanto più c'è l'obbedienza, tanto più l'anima si arricchisce di meriti.
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Seguire Gesù. Come si son santificati Gesù, Giuseppe, Maria? L'obbedienza piena al volere di Dio.
Maria che dice: «Ecco l'ancella del Signore, sia fatto di me secondo hai detto»1. La volontà di Dio, accettando quello che l'angelo aveva proposto e che era nel volere di Dio. L'umile serva di Dio, dal momento dell'esistenza fino al momento d'ingresso in cielo, sempre il volere di Dio, anche quando questo volere era difficile: assistere all'agonia del Figlio. Ma, il volere di Dio.
San Giuseppe sempre pronto agli ordini di Dio. Quando egli conosceva e gli era chiara la volontà di Dio, seguiva. Quando vi erano dubbi, vi erano casi eccezionali in cui non poteva egli stesso conoscere quello che voleva il Signore, veniva l'angelo. E l'angelo quando lo avverte di unirsi a Maria2; quando l'angelo lo avverte di fuggire in Egitto con Gesù, con Maria3; quando viene il momento di tornare4, sempre pronto al volere del Signore; di lui a servizio, e obbedientissimo in tutte le disposizioni, chè vi erano le leggi mosaiche, quando andava al tempio, ad esempio.
Gesù poi: subditus illis5. È il grande modello di obbedienza, soggetto a due creature.
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L'obbedienza non deve essere guastata, quando cioè si fa volentieri perché una persona è più simpatica, si accetta più volentieri; o si vede più facilmente la ragione per cui è disposta una cosa o un'altra. A noi basta, ed è sempre la ragione che è più sicura: piace al Signore; questa disposizione, questo articolo è secondo la volontà di Dio. E se non sappiamo la ragione, sappiamo però quando una disposizione viene da Dio o attraverso alle persone, ma è da Dio, e allora la ragione c'è sempre: Dio è nostro Padre che abbiamo da ascoltare, da obbedire. Quindi subditus illis1, sempre, fino a quando Gesù piegò il capo, et inclinato capite, emisit spiritum2. Sì, l'obbedienza, quindi. Accettare, allora, gli uffici, non solo, ma anche le piccole cose della giornata, sì, perché vi sono nelle Costituzioni sempre delle cose che devono venire concretizzate nelle disposizioni da parte di chi guida. E allora accettarle con animo...
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[Terzo:] osservar le Costituzioni in «carità». Qui sta la grande prova dell'amore a Dio, qui sta la prova grande dell'amore a Dio: fare tutta la volontà del Signore, sì.
E vi era - dice la Scrittura - un padre che aveva due figli e diede ordine a uno: "fa la tal cosa". E quello rispose con proteste "sì, la farò e la farò bene, come hai detto". E poi non fece, non obbedì. L'altro figlio ricevette l'ordine, non stette neppure a rispondere, ma subito a eseguire quel che il Padre voleva. Qual è il figlio che allora ha obbedito?1
Il farsi dare tante ragioni, infetta un poco l'obbedienza. Accettarla in letizia, con gioia e: "perché piace a Dio, dunque, piace anche a me". Può essere che la disposizione non sia gradita, può esser che l'ufficio non sia gradito, può essere che troviamo che ciò che è disposto sia contrario a tutti i nostri desideri, a tutte le nostre vedute: obbedire. E allora, questa obbedienza che costa, arricchisce di più l'anima nostra di meriti.
Obbedire per amore, non per forza, non per costrizione, non perché ci sarebbero dei rimproveri, dei richiami, non perché la persona che ci guida è simpatica, non perché troviamo proprio gusto in quello che viene disposto, no. Per Dio, Dio! Quanto più noi vediamo nelle cose solamente Dio o, almeno, specialmente Dio, allora si obbedisce in carità, per amore del Signore. Le Costituzioni.
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Negli Esercizi leggere le parti principali, almeno, se non si possono leggere tutti gli articoli, sì, leggere quello che riguarda, in particolare, la vita. L'ultima parte riguarda il governo, e chi ha responsabilità di governo deve leggere anche quella parte, perché governare, però, dev'essere per obbedienza, e allora, oltre che osservare quello che è nelle altre parti del libro delle Costituzioni, anche l'ultima parte, la quale ultima parte dispone quello che deve fare la suora, supponiamo, che sia in autorità. E allora l'esercizio dell'autorità viene fatto in obbedienza, come un altro dovere, sì, perché il governo è da compiersi in carità, per portare le anime a Dio e per glorificare il Signore.
Ma oltre a questo, [leggere] le parti principali che riguardano le osservanze dei voti: l'obbedienza, la povertà, la castità, la vita comune, le pratiche di pietà, come sono descritte, anche il modo di farle; quello che riguarda lo studio, quello che riguarda l'apostolato. Ripassare le Costituzioni; rivederle, le Costituzioni.
Verrà poi l'esame di coscienza generico, e cioè, sui pensieri, sui sentimenti, sopra le opere e sopra le parole. Quello è un esame generico che riguarda tutte le persone, tutti i cristiani. Ma vi sono i doveri della religiosa, del religioso e sono proprio quelli che son descritti nelle Costituzioni, sì. Oh, ciascheduna troverà quella parte che interessa maggiormente e che forse ripugna un po', forse si trova una difficoltà; ma diventati religiosi, la via unica è l'obbedienza, e quindi obbedienza unica, sicura, santificante e letificante insieme. Quella è la strada che noi abbiamo scelta e che abbiamo professato e, quindi, non c'è altra strada per la nostra santificazione.
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Vi è poi [da] dire che in ogni articolo delle Costituzioni vi è un'anima, non è solamente che dobbiamo osservare le Costituzioni nell'esterno, ma proprio nello spirito interiore: è il volere di Dio; è cosa che mi serve, che mi assicura la salvezza e la santificazione; mi porta gioia, prova che io veramente amo il Signore in quelle disposizioni che stanno nei vari articoli delle Costituzioni, sì. Vederci un'anima nelle varie disposizioni, nelle varie regole. Oh!
Poi, primo esame o il secondo esame. E siccome generalmente i propositi si fanno con tre espressioni, cioè: mente, volontà, cuore, nelle Costituzioni mettere la mente e mettere la volontà e mettere il cuore. Allora c'è la pienezza nell'osservanza, cioè si pensa così, si vuole così, si ama così quell'articolo, quella disposizione che vi è nel libro delle Costituzioni e cioè:
- pensare così, da religiosa, da religioso, com'è l'articolo, pensare così, uniformare la mente e vedere in quello, il volere di Dio;
- e metterci la volontà, quindi, accettarlo;
- e col cuore, fare volentieri, in letizia: "Questo son sicuro che piace a Dio; questo son sicuro che mi arricchisce l'anima", ecco.
Perciò, prima l'esame generico; ma non manchi mai l'esame sopra le Costituzioni, guardando in modo particolare quegli articoli che interessano di più secondo l'ufficio:
e c'è l'aspirante, c'è la novizia, c'è la professa, c'è la vita comune, ci sono le varie pratiche di pietà, ci sono le regole che riguardano l'apostolato, ecc. Esaminarci come stiamo. Ciò che ci darà sicurezza in punto di morte è proprio il libro delle Costituzioni, se noi le abbiamo osservate. Sicurezza. Quindi, prima d'inchiodare la cassa, ci mettono accanto il libro delle Costituzioni come testimonianza. "Che cosa hai fatto tu?" - presentandoti a Dio -. "Ecco quel che ho fatto: quel che mi ha dato la Chiesa, che viene da Dio; ho fatto questo, cioè, ho osservato le Costituzioni".
Che la vita sia lunga o breve, sia in un ufficio o in un altro, sia gradito quel che è disposto o non sia gradito: ho fatto il volere di Dio. Il premio è sicuro.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 73/d ( = cassetta 155/a). Per la datazione, cf PM: «Nel corso degli Esercizi non può mai mancare il libro delle Costituzioni». - dAS, 11/4/1964: «Ore 15, andato [il PM] ad Ariccia per una predica alle PD in Esercizi». - VV: Esercizi, Ariccia, 9-17 aprile 1964 (novizie 2° anno).

1 Cf Costituzioni delle PD (1960), art. 99.

1 Cf 1Cor 10,31.

1 Cf Lc 1,38.

2 Mt 1,20ss.

3 Mt 2,13ss.

4 Mt 2,19ss.

5 Lc 2,51.

1 Lc 2,51.

2 Gv 19,30 e Mt 27,50.

1 Cf Mt 21,28-32. In realtà, il Vangelo dice che il secondo figlio rispose: "Non ne ho voglia"; ma poi pentitosi ci andò.