Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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48.FAR CRESCERE GESÙ CRISTO IN NOI
(Vigilia di Natale)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 24 dicembre 19641

Attendere in letizia il giorno del santo Natale, quando Maria depone nel nostro cuore il Bambino come [lo] ha deposto sulla paglia, nella greppia.
Non abbiamo soltanto da ricordare il fatto storico che era avvenuto in quella notte a Betlemme nella grotta; è un fatto storico, il principale dell'umanità, della storia umana, perché di lì è iniziata l'era volgare, l'era cristiana. (Contiamo gli anni da quel giorno). Il più grande avvenimento per l'umanità e per tutta la storia; e poi lo si rappresenta così nei presepi. Ora, questo è una memoria storica.
Ma quello che invece si ripete è che Gesù nasce nel nostro cuore vivo e vero com'era allora, e lo depone nel cuore nostro, proprio Maria, con le sue mani delicatissime, verginali, ecco, perché Gesù vuole vivere in noi.
Ecco, non si può dire che sia la prima volta; la prima volta, quando Maria ha deposto [Gesù] nel nostro cuore, è nel battesimo, quando dopo la prima nascita è avvenuta la seconda nascita, cioè la nascita spirituale nel battesimo e allora siamo diventati cristiani e il Signore Gesù ha preso possesso dell'anima nostra.
E Gesù è cresciuto in voi man mano che, arrivati all'uso di ragione, si son fatte opere buone, ricevendo i sacramenti: confessione, comunione, cresima, e poi tutte le opere buone compìte nell'obbedienza ai genitori e nella diligenza, nella preghiera, nella scuola, nelle relazioni; più avanti negli anni, la vocazione e la corrispondenza come aspiranti, postulanti, novizie e professe; e poi, per chi ha già passato vari anni, più anni in questa vita, Gesù cresce in noi fino «all'età perfetta in noi» - come si esprime san Paolo2 -, cioè, quando Gesù prende proprio possesso, sostituisce se stesso a noi nella testa, nella mente e nella volontà e nel cuore.
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Che cosa vuol dire vivit vero in me Christus?1 Vuol dire che scompariamo noi e domina e guida e illumina e ama Gesù Cristo in noi, il Padre celeste, la sua gloria. È il mistero di Gesù Cristo in noi. Egli abita e glorifica il Padre. Gloria a Dio, omnis honor et gloria2. E mentre che egli ado[ra], dà soddisfazione per i nostri peccati e supplica, nello stesso tempo comunica in noi i pensieri di Dio stesso, i desideri di Dio stesso, la volontà stessa che Dio ha sopra di noi, in maniera che si arriva al vivit vero in me Christus. E questo è il punto di arrivo, ecco. E perché? Perché... è la prima circolare che ho mandato quando si è iniziato l'Istituto: Donec formetur Christus in vobis3. E voleva dire, san Paolo, che lavoriamo finché il Cristo viva in noi, prenda il possesso di noi. E l'espressione di san Paolo è questa: «Io mi sento come una madre rispetto a voi», scriveva ai Galati4, i quali, in qualche maniera, non avevano seguito tutto quel che egli aveva insegnato, erano intervenuti altri a insegnare un po' diverso. «Io sono come una madre per voi e lavorerò, e farò, e dirò finché sia formato in voi Gesù Cristo»5.
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Questo lavoro di spiritualità: le meditazioni, le prediche che sentite, le opere di pietà, l'Adorazione, in modo particolare la Messa e la comunione; e poi tutto quello che è insegnato secondo la fede, secondo il catechismo, secondo il Vangelo; ecco, allora Gesù Cristo cresce in noi, si forma, cresce poco per volta, cioè prende possesso poco per volta, viene a sostituire la nostra umanità in maniera tale che si vive da veri cristiani, da veri religiosi, e cioè, egli che vive in noi.
Il commento spiega bene questo, e cioè: Gesù Cristo prende possesso e conquista tutta la nostra anima, e sostituisce la sua mente alla nostra, il suo cuore al nostro, la sua testa alla nostra testa, cioè ai voleri; prende possesso man mano che si lavora spiritualmente. E allora questo avviene come avviene riguardo alla Chiesa. Gesù Cristo entra nel mondo poco per volta. E i primi cristiani erano pochi e poi sono diventati di più, e poi di più, e poi di più, e siamo a questo punto della Chiesa. E la Chiesa deve così allargarsi e deve così prendere possesso di tutte le anime, arrivare a tutti gli uomini; sì, arrivare a tutti gli uommi.
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Quando si dice: Matrem Ecclesiae - come ha proclamato il Papa nel discorso conclusivo della sessione ultima del Concilio Ecumenico1, Matrem Ecclesiae l'ha pro[clamata] - cosa vuol dire Ecclesiae, mica dei muri delle chiese? No, è Madre delle anime. Siamo noi che costituiamo la Chiesa; anche il Papa, come uno di noi, come gli spazzini che fanno il loro lavoro da buoni cristiani. Ella è la Madre di ognuna, di queste anime, di noi, di ciascheduno, quindi si dice: Matrem Ecclesiae; è lo stesso come dire Mater nostra, «santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori». Maria, Madre nostra, ecco. Ed [è] ella che forma in noi Gesù Cristo. Donec formetur Christus in vobis2.
La Vergine è stata inondata, nella sua verginità, dallo Spirito Santo e dalla potenza del Padre3. E in lei nacque il Figlio di Dio incarnato. Quando Maria ha detto: [Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum]4, ecco, allora: Et Verbum caro factum est5, è stato concepito, e poi è cresciuto fino ad essere alla sua nascita.
Noi celebriamo la novena di 9 giorni, ma Maria ha celebrato la novena di 9 mesi: dalla annunciazione, 25 marzo, come celebra la Chiesa, al 25 di dicembre, come celebra la Chiesa. Ecco, allora, per l'opera di Maria e in Maria, il Bambino. Così l'opera di Maria in noi. L'opera di Maria è per far crescere in noi Gesù Cristo, finché sarà il Cristo compìto. E quando sarà compìto? Secondo i disegni di Dio, perché ognuno... è stabilito nella volontà del Padre celeste, che uno raggiunga quel dato punto di santità, quel grado di santità che poi corrisponde al grado di gloria in paradiso. E sotto la cura di Maria [Gesù Cristo] si forma in noi, come si è formato il Cristo in lei, e cresce. E se da una parte, in noi ci sono le disposizioni il complesso delle disposizioni, ecco Gesù Cristo si intesse in noi, si forma allora il Cristo e quindi il vivit vero in me Christus6, il quale Gesù Cristo, poi, è sempre vivente in noi, quando si è in grazia, e glorifica Dio e comunica le grazie all'anima e cioè i pensieri, i sentimenti e quello che è Gesù Cristo. Ecco allora...
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Adesso non è la prima volta che già Gesù Cristo nasca in noi, perché è già nato. Ma il crescere fino a essere veramente Gesù Cristo, al vivit vero in me Christus. E in ogni Natale bisogna che facciamo un passo avanti, cioè che Gesù Cristo lo lasciamo crescere in noi; con la pietà, con tutte le opere buone che si fanno, tutto quello che si fa nella giornata, per intercessione di Maria e per la misericordia di Gesù Cristo, egli sempre più si forma in noi, fino «alla maggiore età»1, cioè, raggiunta quella santità che è nei disegni di Dio per ogni anima. E questo è la parola di san Paolo, quando si arriva alla «maggiore età in Cristo», cioè quando il Cristo è formato in noi. Come uno arriva alla maggiore età a 21 anni, così, civilmente, e arriva alla maggiore età, spiritualmente, quando si è arrivati a quel grado di santità a cui ognuno è chiamato.
E poi, nella celebrazione del Natale, e nella celebrazione, poi, degli altri avvenimenti che riguardano Gesù Cristo, si cresce; si cresce particolarmente nei giorni natalizi; quando Gesù è nella vita privata; quando Gesù è nella predicazione, quindi tutta la quaresima; e poi la sua morte in croce e la sua risurrezione; e poi i giorni pasquali; e poi la Pentecoste, effusione dello Spirito Santo, per formare Gesù Cristo in noi; e poi gli altri giorni, dalla Pentecoste all'Avvento successivo, ecco, Gesù Cristo cresce, cresce in noi.
La parola di san Paolo è proprio crescere, come una pianta [che] prima era un germe. Il germe è stato il battesimo, il germe della grazia, e questo germe è destinato a svilupparsi secondo che noi [lo] lasciamo sviluppare. E se invece facciamo dei peccati, cacciamo anche Gesù da noi; e se siamo tiepidi, non cresce in noi; come uno non è nutrito o è nutrito in modo insufficiente e allora la crescita non può venire e l'anima nostra resta malata, malata di anemia, malata di altri mali: e ci sono i mali del cuore, e ci sono i mali della testa per l'obbedienza, e i mali dei pensieri, e degli occhi e dell'udito e della lingua; allora, sarà ancora la vita di Gesù Cristo in noi, ma è ancora sempre al germe, quando si è stati battezzati; oppure si è ritornati un po' indietro, oppure si son perdute delle grazie che c'erano nella gioventù. Ecco, allora pensare che lui dice: «come una madre - san Paolo, parlando ai Galati2 -, se vi dico tante cose, se ho tanta cura di voi».
Questa madre è Maria e, con la divozione a Maria, Gesù crescerà in noi. E allora l'alimento è Gesù Cristo stesso nelle giornate, tutto come facciamo nelle giornate, specialmente quando Gesù Cristo è posto sulla nostra lingua, quando si è nella funzione, nella grande funzione, nella principale funzione: la Messa.
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E poi, il grande privilegio vostro delle due ore di Adorazione. Siete proprio chiamate. Non solo, quindi, che Gesù Cristo sia in voi, ma che Gesù Cristo va crescendo, va prendendo possesso di tutto il nostro essere e si sostituisce. Allora «non vivo più io»; vivo io, umanamente viviamo, ma spiritualmente, quello che riguarda la nostra anima, è proprio Gesù Cristo che domina in noi.
E quando è che ha dominato e finisce di dominare in noi? Quando noi abbiamo i suoi pensieri, la fede: credere bene al Vangelo; secondo, piegar la nostra volontà alla sua in maniera che sia la sua volontà che domini in noi; e l'amore verso Dio e l'amore al prossimo e, quindi, l'apostolato; ecco, è il cuore, allora, di Gesù che è in noi, il vivit vero in me Christus1.
Far presto perché Gesù Cristo viva in noi. E quando noi aggiungiamo l'intenzione: tutta la gloria a Dio, diamo la maggior gloria a Dio. Quando vive Gesù Cristo in noi, ecco si raggiunge quel grado di santità che è nei disegni di Dio. Avanti dunque!
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Ogni Natale è crescere, è crescere, crescere sempre. E la crescita è in proporzione del calore spirituale, e cioè: della fede che è sempre più viva; della volontà sempre più disposta al volere di Dio; e il cuore orientato sempre verso il Signore: la gloria di Dio e, verso il prossimo: la carità. Quindi è un'effusione grande, è una crescita in noi. E non si pensi che il Natale sia una festa, così, esteriore, è la festa dell'anima, quindi è la gioia dell'anima, la letizia dell'anima. E quindi, come è definito (ogni solennità ha una definizione) il carattere che distingue il presepio, il Natale dagli altri avvenimenti - supponiamo la Passione -, il carattere è di gaudio e quindi è di letizia, perché Gesù Cristo nasce realmente in noi e cresce come Maria ha veduto crescere il Bambinello fino [a] quando era a vent'anni, quando era a trent'anni, quando è stato immolato sulla croce.
Voler riuscire a quel grado di santità, cioè a quella crescita di Gesù Cristo in noi, secondo i disegni di Dio. "Ma abbiam perso del tempo, siamo stati tiepidi, abbiamo...". Possiamo sempre riparare quando noi abbiamo il dolore e il desiderio di riacquistare quel che abbiam perduto di tempo, o quando abbiamo commesso dei peccati o delle venialità, ecc., allora si riguadagna, si riguadagna se c'è fede e desiderio, se c'è l'umiltà e la fede. L'umiltà e la fede sono le due condizioni necessarie perché Gesù Cristo cresca in noi.
E tu, a che punto sei di crescita di Gesù in te? Allora, l'umiliazione con la confessione buona o con l'esame di coscienza. E secondo, fede: Gesù Cristo in noi; fede che viene, e viene a sostituire la nostra mente, la nostra volontà, il nostro cuore, sempre di più se: vivit vero in me Christus.
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Non c'è altro da fare, morendo, che passare di là dall'uscio. Chi c'è di qua? È la vita presente. E sì, la morte è spinger l'uscio, e di là, la gloria in Cristo, di Gesù Cristo che ci incontra. «E mostraci, dopo questo esilio, Gesù». [Maria] ce lo fa crescere in noi e ce lo mostra, poi, in visione beatifica. Avanti!
E allora - anche l'anno che vi auguro di passarlo bene -, allora sempre più, sempre più crescere nei disegni di Dio, secondo che il Signore ha destinato ogni anima a quel grado di santità e, quindi, a quel grado di gloria in cielo. Ecco l'augurio. Non stiamo a perderci in parole. Vere, vere cose, cioè questo aumento di grazia che assicura l'aumento di gloria in cielo, sì.
E il Signore vi benedica tutte. E l'anno, quindi, sia un anno di crescita, come si sviluppa la pianta in germe e fino a una grande pianta e porterà le foglie e i frutti di santità in noi. Crescere Gesù Cristo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 121/c (= cassetta 170/b). Per la datazione, cf PM: «Attendere con letizia il giorno del santo Natale». «Matrem Ecclesiae come ha proclamato il Papa nel discorso conclusivo della sessione ultima del Concilio Ecumenico» (cf PM e nostra nota in c398). - dAS, 24/12/1964: «m.s. alle 6, andato [il PM] al vocazionario di Roma per tenere una meditazione alle PD e per fare gli auguri».

2 Cf Ef 4,13.

1 Gal 2,20.

2 Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum.

3 Cf CISP, pp. 11-12 (Gal 4,19).

4 Cf Gal 4,19 e anche 1Ts 2,7.

5 Cf Gal 4,19 e anche 1Ts 2,7.

1 PAOLO VI, Allocuzione conclusiva della III Sessione conciliare, 21 novembre 1964.

2 Gal 4,19.

3 Cf Lc 1,35.

4 Lc 1,38.

5 Gv 1,14.

6 Gal 2,20.

1 Cf Ef 4,13.

2 Cf Gal 4,19 e 1Ts 2,7.

1 Gal 2,20.