Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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8. LA BIBBIA: IL LIBRO DIVINO
(Domenica I di Quaresima)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 16 febbraio 19641

[Il Vangelo] di quest'oggi ci ricorda come Gesù vinse le tentazioni:
In quel tempo Gesù fu condotto dallo Spirito Santo nel deserto per essere tentato da Satana. Dopo aver digiunato per quaranta giorni e per quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore, accostatosi, disse: «Se tu sei il Figlio di Dio, comanda a queste pietre di trasformarsi in pane». Gesù rispose: «È scritto: "Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"». Allora il diavolo lo trasportò nella città santa e lo pose sulla cima del tempio dicendo: «Se tu sei il Figlio di Dio, gettati nel vuoto, poiché sta scritto: "Dio ha comandato ai suoi angeli di sostenerti nelle loro mani affinché il tuo piede non inciampi nei sassi"». E Gesù rispose: «È pure scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"». E quindi il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e, mostrandogli tutti i regni della terra e la loro magnificenza, gli disse: «Io ti darò tutto questo se, prostrandoti, mi adorerai». Allora Gesù rispose: «Va' via, Satana, poiché sta scritto: "Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo"» Allora il diavolo si allontanò e gli angeli si accostarono a Gesù e lo servivano2.
Quindi il Signore permette che siamo tentati. Tentati vuol dire provati, cioè, che ci sia davanti a noi il male e il bene, e proposto il male. Ecco, se siamo tentati a prendere, perché il male alle volte sembra che soddisfi, quella è tentazione, e se superiamo le tentazioni, ecco la vittoria, ecco il merito.
Il diavolo aveva tentato Eva. Eva, lusingata da Satana, si arrese a Satana perché guardò il frutto e le parve che il frutto fosse gustoso, e, d'altra parte, tentata ancora: Se mangerai il frutto saprai il bene e il male»3; la curiosità, non seppe superare la tentazione. Aveva chiaro che il Signore aveva detto: «Non mangerete il tale frutto se no morrete»4.
Quindi le tentazioni le volle subire Gesù Cristo stesso. E non vi è nulla da stupirsi se le tentazioni sono seminate nella vita, e non vi è nulla da stupirsi che, qualche volta, si cada, si acconsenta. Da una parte c'è il volere di Dio e, dall'altra parte, c'è la lusinga del male o la superbia, o le soddisfazioni carnali, oppure l'avarizia, i beni della terra.
Le tentazioni sono specialmente di tre ordini, e cioè: quelle che vengono dalla carne, sensibilità, il cuore; quelle che vengono dai beni esterni, cioè dagli averi, le ricchezze; e quelle che vengono, invece, dalla superbia dell'uomo, da Satana, e dal mondo, perché il mondo coi suoi cattivi esempi... Oh, non stupirsi delle tentazioni.
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Ma che cosa bisogna fare? Anzitutto fortificarsi con la preghiera. E, «non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male»1: o che non siamo tentati o che non abbiamo da tentazioni, allora non c'è la grazia; se invece noi sempre preghiamo perché non siamo vinti nelle tentazioni, allora, accompagnati dalla grazia, vinceremo e si avrà un grande merito. Vincere le tentazioni è un grande merito, una grande vittoria.
Qui, però, c'è da notare questo: Gesù, come risponde al diavolo? Sempre con parole della Scrittura:
«"Non di solo pane vive l'uomo, ma d'ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Così è stato scritto nella Bibbia»2.
Poi Gesù risponde ancora alla seconda tentazione: «È scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"»3. Non mettere a prova Dio.
E terza risposta di Gesù: «Va' via, Satana. È scritto: "Adorerai il Signore Dio tuo e servirai solo a lui"»4.
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Il Signore ha dato la Bibbia. La Bibbia è il libro dell'umanità, è, cioè, per tutti i tempi, per tutti gli uomini. Lì vi è tutto quello che si ha da fare e tutto quello che si ha da evitare. Quindi, sapendo che è il libro divino, cosa dobbiam pensare? Dobbiamo pensare che è l'unico libro nel mondo, fra tanti libri, che sia di Dio, è l'unico libro e, per autore, ha Dio stesso. E la parola di Dio è sempre parola di vita e di santità, ecco. Perciò, si possono leggere tanti libri, ve ne sono di quelli molto buoni, e son buoni in proporzione che riproducono la parola di Dio. E diversamente potrebbero essere libri inutili e, tante volte, anche dannosi. E ce ne son tanti libri dannosi.
Allora, divozione, devozione alla Bibbia. Tutto quel che è stato scritto, è stato scritto, nella Bibbia, a nostra erudizione, istruzione, a nostra luce1: [per] conoscere la vita di Dio e [per] segnare quella che è la volontà di Dio che serve a condurre a salvezza. Quindi non va preso come un altro libro, ma come il libro di Dio. Tenerlo, quindi, in grande onore; leggerlo di preferenza sopra tutti gli altri libri, custodirlo e diffonderlo.
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E adesso c'è l'iniziativa: la Bibbia in ogni famiglia1. Ora, quale parte potete avere in questa iniziativa? La preghiera. Perché il diavolo si veste anche da angelo e, qualche volta, sotto ragioni speciose, ma false: "Oh, la Bibbia, no". Perché? "Perché non son capace a capirla". Ora, il Papa ha detto: La Bibbia si legge e si deve leggere in ogni età.
San Paolo si incontrò con Timoteo, durante il suo ministero, la sua predicazione, e lo conobbe e sentì gli elogi che facevano di lui, Timoteo. In una lettera, indirizzata a Timoteo, quando Timoteo già era vescovo e san Paolo era agli ultimi giorni della sua vita, san Paolo lo elogia e dice che ha avuto una grande grazia di leggere la Scrittura fin ab infantia2: da fanciullo. Dunque anche ai fanciulli si può mettere in mano la Bibbia. Si dice: "Non sanno capirla". E c'è la luce di Dio. E d'altra parte è utile che si faccia la scuola per capire la Bibbia (e ci sono le scuole, qui, bibliche) e così si comprende sempre meglio, e così si ricavano sempre maggiori frutti. Ab infantia didicisti3: dalla fanciullezza hai letto le Sacre Scritture.
Quando Timoteo era giovane e leggeva le Scritture, allora non c'era ancora il Nuovo Testamento, i Vangeli, ecc. ma leggeva, quindi, l'Antico Testamento. Oh, dicono che qualcheduno si scandolezza. Oh, si scandolezzi piuttosto del male che si vede nel mondo. E se sono ricordati anche dei delitti, nella Scrittura - perché anche è ricordata la caduta di Adamo ed Eva - [è] perché stiamo attenti a non cadere; e se si ricordano dei fatti penosi, dei peccati gravi, è per dire: stiamo attenti e non commettiamo dei peccati simili.
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Ora, quindi, conclusione: pregare per la diffusione, perché la Bibbia entri in ogni famiglia. E se non entra la nostra, cattolica, entra la protestante! Secondo, leggere la Bibbia con le mani giunte - per esprimerci -, cioè, come si va alla comunione. Lì vi è la sapienza di Dio. E che siamo illuminati da Dio e che capiamo che cosa ci dice il Signore nel libro sacro; poi, proporla agli altri, in quanto è possibile. E poi, non contentarsi mai di leggere, ma alla fine, esaminarsi, ringraziare il Signore perché ci ha dato la sua Parola, ci ha indicato la via del paradiso. E poi fare i propositi e poi pregare perché possiamo seguire la parola di Dio, sì.
Aver sempre una parola che procede dalla Bibbia, in tutte le occasioni. Ispirarsi sempre a quello che Dio ha voluto scrivere agli uomini, usando degli scrittori, cioè usando di coloro che hanno, sotto l'ispirazione di Dio, che hanno quindi scritto ciò che voleva Dio. E nessun errore vi è, nessun errore vi è nella Bibbia.
Quello però che manca, non è tanto la lettura della Bibbia, quanto piuttosto si manca, alla fine, di fare i propositi e di esprimere i nostri affetti, il nostro amore verso Dio, l'amore alla parola di Dio. E poi ricavare un frutto particolare ogni volta che la leggiamo...
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1 Nastro 118/b (= casselta 152/b.2). Per la datazione, cf PM: «Ecco, adesso c'è l'iniziativa: la Bibbia in ogni famiglla» (cf PM in c308 e in c375). - In base a questo dato, la datazione delle altre medilazioni (nn. 1, 3, 6), registrate sullo stesso nastro, è stata ritenuta molto probabile. Una voce incisa dice "I Domenica di Quaresima". - dAS, 16/2/1964 (domenica): «Celebra [il PM] alle ore 5, dopo tiene la meditazione».

2 Mt 4,1-11.

3 Cf Gn 3,5.

4 Cf Gn 2,17.

1 Mt 6,13.

2 Mt 4,4 (cf Dt 8,3).

3 Mt 4,7 (cf Dt 6,16).

4 Mt 4,10 (cf Dt 6,13).

1 Cf 2Tm 3,16.

1 Cf CISP, pp. 900-903.

2 2Tm 3,15.

3 2Tm 3,15.