46. PREPARAZIONE AL SANTO NATALE: UMILTÀ E FEDE
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Alba, Casa Madre, 17 dicembre 19641
Nell'Introito della Messa: Prope est iam Dominus. Gaudete, iterum dico, gaudete2. Ecco gli auguri: il Natale è vicino, siate in gioia; gaudete, iterum, gaudete, sì. E allora, prepararsi al Natale.
E ieri avete iniziato la novena del Natale. Sono nove giorni. Maria ha fatto la preparazione nove mesi. Anche ieri, nella Messa3, si è ricordato il grande avvenimento, e cioè: l'apparizione dell'arcangelo Gabriele a Maria: Ave, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, apparendo a Maria. E Maria stette a riflettere sopra a quelle parole e poi l'arcangelo le manifestò il pensiero di Dio, e cioè, che sarà vergine e sarà, insieme, Madre di Dio: la più eccelsa purezza, verginità, e la più grande maternità. Il prodigio inaudito che non si ripeterà mai più nei secoli, come non era mai avvenuto nei secoli antecedenti, ecco. Allora, la risposta di Maria all'arcangelo: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum. Ecco la serva di Dio, sia fatto di me secondo hai parlato, siccome hai detto.
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Questa espressione, anzi, questa duplice espressione, da una parte, indica umiltà e, dall'altra parte, indica fede.
Umiltà: viene ad esser chiamata la Madre di Dio e lei si dichiara la serva di Dio.
Per quanto abbiamo di grazie, stiamo al nostro posto, che siamo nulla e peccatori - che non poteva dirlo Maria, questo -. Siamo servi e peccatori. Maria era serva e non peccatrice. Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum1.
La fede. E cioè, che si compirebbe, secondo il volere di Dio, il prodigio inaudito: verginità e maternità assieme. Fede. La fede. E allora: Verbum caro factum est et habitavit in nobis2.
Maria si mise nelle due disposizioni per cui Dio può fare in lei il prodigio. Ella ha la disposizione giusta: serva di Dio, cioè, disposta a fare quel che vuole [il Signore]. Son solamente serva di Dio: fiat mihi secundum verbum tuum; quello che tu vuoi fare, o Signore. Ecco, sia fatto quel che vuole il Signore, e quindi, che sarebbe stato compìto il grande prodigio. E la conclusione: Verbum caro factum est et habitavit in nobisant' Il Figlio di Dio si è incarnato in lei e abitò, il Figlio di Dio incarnato, abitò, cioè stette con gli uomini, nella sua vita di 33 anni, fra gli uomini, visibile.
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Oh, queste due disposizioni devono esser la preparazione al Natale. Non soltanto l'esteriorità di canti e di preghiere varie nella novena, ma portare in noi le due disposizioni di Maria.
Questa è la preparazione al Natale: umiltà; buoni esami di coscienza che ci portano all'umiltà; buone confessioni che ci portano all'umiltà.
E secondo, aver questa fede che Gesù Cristo nascerà in noi, nascerà in noi il giorno del Natale.
Ma bisogna pensar bene, giustamente bisogna pensare, e cioè: il Natale è un avvenimento storico, che è il principale avvenimento di tutta la storia umana fino alla fin dei secoli. Ma quel che importa: la nascita spirituale di Gesù in noi; la vera celebrazione del Natale: la nascita di Gesù in noi.
Però bisogna riflettere: Gesù è nato in noi nel giorno del battesimo. Abbiamo la vita dei genitori e abbiamo la vita del battistero che ci è data nel battesimo. È nato in noi. E poi [è] destinato a crescere in noi: donec formetur Christus in vobis1. Allora diciamo, in qualche maniera: Gesù era piccino in noi, cioè, Gesù [è venuto in noi] con le virtù teologali e coi doni, tutti i doni del battesimo, sì; ma ogni anno abbiamo da crescere Gesù in noi, crescere Gesù in noi.
Cosa vuol dire, ciò che [san Paolo] scriveva ai Galati: «Io sono per voi come una madre»2? E cioè lui voleva dire: Come vi alimento, come vi metto sulla buona strada sulle cose che dovete credere e sulla vita che dovete fare, come una madre che nutre il suo bambino, donec formetur Christus in vobis finché si formi Gesù Cristo in voi. Cioè, si forma in noi Gesù Cristo. Allora è nato. Se non si son fatti i peccati gravi, lui è sempre stato in noi, è cresciuto con le opere buone. Ma poi, anche se noi abbiamo allontanato Gesù per causa del peccato grave, allora egli rinasce. O che sempre si è conservato Gesù in noi, o che Gesù è già cresciuto in noi, nel Natale ci deve essere una crescita molto più grande, cioè, un'abbondanza di grazie molto più che non nei tempi ordinari, ecco. Così, un giorno di grazie particolari, il Natale.
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Oh, quindi, come prepararci? Come Maria: umiltà e fede: "Sono un poveretto, sono niente e sono anche peccatore, meno che niente"; perché il niente non ha mai offeso Dio, ma, poveri noi, abbiamo disgustato Dio, alle volte. Umiltà.
E secondo, fede che il Signore ci vuole santi. E non lo dice soltanto, ma comunica la grazia. Bisogna esser sicuri che siamo creati per la santità. E san Paolo come lo dice, sì: prima dei secoli, cioè, prima di tutta la creazione anche del mondo, già il Signore ci aveva pensati come santi. E santi, in che maniera? In Cristo. E per l'adozione di figli di Dio, in Cristo1. Quel tratto di san Paolo è da meditarsi bene, cioè: dall'eternità ci ha pensati e ci ha pensati santi. E santi in che maniera? In Cristo. Perché Gesù Cristo in noi, ecco, diventiamo figli adottivi di Dio, quindi santi. C'è questa fede? Ecco: l'umiltà e la fede.
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Passando poi al giorno di Natale - dopo l'annunciazione è la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme -, ed ecco Maria e Giuseppe là, hanno contemplato il Bambino, il Figlio di Dio che nasce in una grotta ed è messo sopra un po' di paglia e, nonostante che nasca in tanta povertà, la fede. E s'inginocchiarono e l'adorarono. L'umiltà e la fede. Di nuovo lì, le disposizioni: l'umiltà di Maria e di Giuseppe; la fede di Maria e di Giuseppe. Sì, queste son le due disposizioni per il Natale e per i giorni in cui si continuerà a celebrare l'ottava della nascita di Gesù, e poi in tutta la vita privata, come è ricordato, fino particolarmente alla festa della Sacra Famiglia, la vita privata di Gesù. Oh, le due disposizioni, dunque, sono queste.
E allora, ogni volta, tre volte al giorno che recitiamo l'Angelus: umiltà di Maria, fede di Maria. Aver l'umiltà di Maria, aver la fede di Maria: che siamo miseri; che possiamo arrivare ad essere dei grandi santi.
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E nella vostra vocazione: santi e apostoli; l'apostolato; sante e apostole, ecco, come vive e operanti, membra vive e operanti1.
Oh, mi han fatto una domanda solenne, in modo solenne voglio dire, un giorno: "Ma cosa vuol fare di queste figliuole (cioè, parlavano delle figliuole che si avviavano alla vita della Pia Discepola), cosa dice di queste figliuole e che cosa dovranno essere nella Chiesa?" Ho risposto: Membra vive ed operanti!
Ora, pensare che non abbiamo e non avevate nessun merito presso Dio; nessun merito a crearci perché non c'eravamo; e per diventare cristiani non eravamo noi capaci, bambinetti; e poi, la vocazione è tutta di nuovo dono di Dio, che non l'avete mica creata voi la vocazione, è di Dio. E tutto quel che ricevete: tutto è da Dio, tutto è da Dio. Ma non abbiamo un capello, nulla proprio, neppure il fiato, di nostro. Nei Salmi, diverse volte si ricorda che l'uomo è un alito, un respiro, un soffio2 Che altro?
Temere, primo, temere la superbia che è quella che allontana le grazie. E poi, la fede: che il Signore ci ha creato per la santità: dedit eis potestatem filios Dei fieri3. In Gesù Cristo c'è il potere di essere figli di Dio. E poi, che vuol dire, santi figli di Dio, sempre di più.
Queste due disposizioni: umiltà e fede, si esprimono in tante maniere, ma il primo modo: l'esame di coscienza e la confessione.
Umiltà: riconoscere che cosa siamo, che cosa abbiam di noi: le nostre debolezze, il niente che eravamo. E se siamo quel che siamo è tutto dono di Dio. Quindi, poi, pensare ancora che siamo stati peccatori.
E secondo, la fede. La sicurezza di esser chiamati alla santità. Non si dica solamente a fior di labbra la coroncina: "Vergine Maria, Madre di Gesù..."4. Ma recitarla con fede, e cioè: che il Signore ci dà le grazie e che noi vogliamo corrispondere alle grazie; che il Signore ci dà la grazia e la grazia di corrispondere alla grazia, ecco. Perché, molte grazie, alle volte, passano e non ne usufruiamo. Allora, fede. Fede, quindi, che il Signore Gesù, per l'intercessione di Maria e di san Giuseppe e di san Paolo, in questi giorni natalizi: che cresciamo un po' di più nella santità.
Dunque, l'umiltà, prima disposizione; ma dirlo di cuore: siamo servi di Dio. E, alle volte, noi vorremmo farci servire, invece. Siamo così fragili, così strani nei nostri pensieri, alle volte! È l'orgoglio, il vizio primo tra i vizi capitali, la superbia. E ce ne hanno un po' tutti, eh? Ce ne abbiamo un po' tutti. E umiliarci della superbia; particolarmente il modo di umiliarci è questo: umiliarci della superbia.
E secondo, la parte della fede, se c'è stata la bella confessione, poi è una bella comunione. Fede! Che Gesù Cristo si formi in me. Donec formetur Christus in vobis5.
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E perché cresca Gesù in noi, bisogna che mettiamo le condizioni, cioè i mezzi che abbiamo.
Che vuol dire crescere Gesù in noi?
- Pensare secondo Gesù.
- Volere quello che vuole Gesù.
- Amare ciò che noi dobbiamo amare, cioè: Dio e le anime, Dio e le anime.
Si formi in noi Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Ma, primo, è Via. Bisogna mettere tutte e tre le cose insieme, cioè: «Io son la Via e la Verità e la Vita»1. Si sbaglia un po' sempre in quella invocazione: Io son la Via, la Verità e la Vita. E si salta l'et che è congiunzione. E Gesù, cioè, è insieme e Via e Verità e Vita. E noi dobbiamo essere così, e cioè prender da lui, Via: seguirlo; Verità: credere; e Vita: l'amore; l'amore verso Dio, verso il prossimo.
Ma queste cose sono anche semplici, da una parte, ma per approfondirle bisogna meditarle assai e che ci sia anche l'accompagnamento di spiegazioni. Ma mettere insieme sempre: e Via e Verità e Vita. E c'è uno sbaglietto nelle preghiere; c'è: Via, Verità e Vita. No, c'è: Via e Verità; c'è quel et anche; e poi: e Vita, et Vita. Ci sono tre et.
Quindi, i punti e quello che dobbiamo avere e ricordare.
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Così, il Natale preparato da una novena. Fare la preparazione al Natale con Maria. E poi accompagnare Maria e Giuseppe, là, nell'adorazione del presepio da parte di Maria e da parte di Giuseppe. Convivere con Maria, Giuseppe e Gesù nei giorni natalizi fino, particolarmente, fino alla domenica della sacra Famiglia in cui si celebra la festa delle tre santissime Persone e quindi in tutta la vita privata è ricordato.
Due parole, dunque, soltanto: umiltà e fede. Umiltà che è verità. E fede nella sicurezza che siamo creati per la santità e che certamente abbiamo le grazie. E nessuno può dire che è troppo debole, che trova degli ostacoli, che è in circostanze difficili; sono tutte occasioni che il Signore ci dà per crescere la grazia, cioè, per la santità, sì. Perciò queste disposizioni: umiltà e fede. E così il Natale sarà lieto e sarà... Ma alle volte dicono: "Ti auguro buon Natale". Di' così: un buon santo Natale, eh? E quell'aggettivo bisogna aggiungerlo, eh? Che il santo Natale, non una festa esteriore. Perché hanno i regali, portano, che cosa? O scrivono, spendono tanti soldi offendendo la povertà. Ma come si fa? Il contrario. Cose di lusso vogliono, le migliori immagini e carte di auguri. Così si comincia a far, che cosa? Si comincia a fare un po' di superbia, un po' di vanità. Mandate le immagini di Gesù, Giuseppe e Maria, là, nel presepio. Quella è la migliore. Allora quando ricevo - ed è già, da quanti giorni continuo a ricevere - metto da parte, ecco.
Oh, io ho fatto stampare, anche per i cardinali e per tutti, il presepio, immagine di Gesù, Maria e Giuseppe nel presepio. Cominciare dall'umiltà. Oh, invece che davvero si faccia un gran passo.
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Bisognerebbe parlare dell'Anno Liturgico; adesso non c'è tempo. Ma l'Anno Liturgico è perché noi cresciamo proprio, così comprendiamo meglio la redenzione e la corrispondenza alle grazie della redenzione. Così, ogni anno, crescere. Che non si sia sempre allo stesso punto. Qualche volta avviene anche che si va un poco indietro. Ma almeno almeno, che non andiamo indietro. Che ci sia veramente: donec formetur Christus in vobis1 che è poi l'espressione di san Paolo: Vivit vero in me Christus2: Gesù Cristo vive in me. Liete e sante.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 97/b (= cassetta 169/b). Per la datazione, cf PM: «E ieri avete iniziato la novena del Natale...» - In data 16/12/1964, in dAS si legge: «Alle ore 9 [il PM] parte per Torino, va anche ad Alba a predicare il Ritiro. Ritorna a Roma il 18, alle ore 15 (aereo)».
2 Parole tolte dall'Introito della Messa della III Domenica di Avvento (cf Fil 4,4).
3 Messa del Mercoledì delle Quattro Tempora di Avvento. Lc 1,26-38.
1 Lc 1,38.
2 Gv 1,14.
1 Gal 4,19.
2 Gal 4,19. e anche 1Ts 2,7.
1 Cf Ef 1,3-5.
1 Cf Costituzioni delle PD (1960), art. 3.
2 Sal 77,39.
3 Gv 1,12.
4 Riferimento alla coroncina che mattino e sera si recita nelle comunità della Famiglia Paolina.
5 Gal 4,19.
1 Gv 14,6.
1 Gal 4,19.
2 Gal 2,20.