7. «UT UNUM SINT»
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro
in occasione del quarantennio della fondazione dell'Istituto Pie Discepole.
Roma, Via Portuense 739, 10 febbraio 19641
Oggi, giorno della riconoscenza e della letizia. Riconoscenza perché il Signore ha fatto quel che ha voluto, nonostante le nostre deficienze.
Da quando il Santo Padre, Pio X2, aveva voluto che i fedeli si orientassero verso l'Eucaristia e, congiungendo poi il pensiero, verso il sacerdote - quindi l'unione fra l'Eucaristia e il sacerdote, il sacerdote che deve consacrare e distribuire la comunione -, d'allora il Signore ha continuato a preparare la nascita dell'Istituto Gesù Maestro. E anche il passo che si è fatto prima e poi tutto lo svolgimento dall'inizio, tutto è stato guidato, sostenuto e compiuto dal Signore, Gesù.
Oggi, quindi, ricordare il quarantennio è ottima cosa. D'altra parte, noi dobbiamo continuamente ringraziare. Perciò nella giornata un buon Te Deum che dimostri la nostra riconoscenza al Signore. Riconoscenza, la quale riconoscenza non è soltanto di parole, è una riconoscenza di opere. Da una parte quello che riguarda ognuna e ognuno, e quello che riguarda l'Istituto tutto assieme, sì. Perciò propositi. E se vi è un giorno in cui dobbiamo rinnovare i propositi [è] proprio questo. Rinnovare la Professione, per chi già è professa e, chi non è ancora professa, rinnovare i voti battesimali, e tuttavia emettere i propositi e riconfermare i propositi che già si sono avuti dall'entrata nell'Istituto sino ad oggi.
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Fra i propositi - diciamo - sociali, cioè della comunità, dell'Istituto: ut unum sint1. Che vi sia l'unione intima, l'unione intima che si incentra nell'Eucaristia, perché questa unione è alimentata dall'Eucaristia e, d'altra parte, tutti assieme noi ci nutriamo dell'unico Pane che è Gesù Cristo stesso. L'unione.
Le disunioni provengono dall'amor proprio, il quale amor proprio è nemico dell'amor di Dio, ed è nemico della propria santificazione. Perciò il Signore Gesù, in quella vigilia della sua passione e morte, nella preghiera cosiddetta "sacerdotale", egli ha ripetuto quattro volte la domanda al Padre celeste: che ci sia l'unione. Egli, Gesù, che ha assicurato che la Chiesa sarebbe durata per tutti i secoli e le forze dell'inferno non avrebbero prevalso2. Ma dobbiam sempre pensare all'intima costituzione della Chiesa: ut unum sint. E siccome prevedeva, il Signore Gesù, quello che sarebbe stato della storia... Ecco, quanti sono separati dalla Chiesa cattolica? E allora questa preghiera per la Chiesa, questa preghiera per l'unione, per la riunione dei cristiani separati.
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Ma poi il Signore ha domandato tre volte, nella stessa preghiera, l'unione fra i cristiani. E s'intende, questa unione, fra tutti coloro, particolarmente, che appartengono a una comunità, perché con la Professione ci si impegna a vivere l'Istituto e guidati, quindi, nell'unità. Perché? Perché vi è la vita comune fondamento dell'unione, e perché vi è un solo libro delle Costituzioni da vivere, e perché tutte assieme docili nell'obbedienza e carità nella vita.
Quindi gli elementi che portano all'unione sono proprio questi: l'obbedienza e la carità vicendevole, due fondamenti pratici nella vita quotidiana. Quindi la preghiera: ut unum sint. Sì, fatta la Professione non c'è che un solo pensiero, un solo indirizzo, un'attività quale ciascheduno ha da compiere, ma sempre nello stesso spirito di unione.
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Il tirocinio per cui poco a poco si è maturato l'Istituto è stato laborioso, sì. E le vicende di un Istituto, presso a poco si conformano alla vita di un uomo, di una persona: il bambino che nasce, il bambino che si sviluppa e poi il bambino che è cresciuto, fanciullo, giovinetto, giovane e raggiunge poi la sua età, la sua età come uomo. Così ogni Istituto. È una persona l'Istituto e allora la vita dell'Istituto si uniforma alla vita di un bambino che nasce e che si sviluppa.
Oh, le vicende dell'Istituto sono state tutte una prova di amore e della predilezione di Dio sopra l'Istituto, quindi la nostra riconoscenza. Intanto l'Istituto è cresciuto di persone e di opere, sì. E voi potete constatarlo e lo avete già constatato. In quante nazioni si è arrivate? Quante iniziative ci sono? Specialmente, quante sono le persone, i membri dell'Istituto? E come oggi l'Istituto, come è stabilito definitivamente, può portare le persone, le professe alla perfezione, se vi è la buona volontà e che l'Istituto compia la sua missione secondo i disegni di Dio nella Chiesa.
Avere quest'oggi tale intenzione: che il Signore, per la sua misericordia, per le Adorazioni, il Signore voglia questa grazia donarci, e cioè:
- che le anime che appartengono all'Istituto si santifichino;
- e che l'apostolato si sviluppi sempre di più.
L'Istituto ha tutti i mezzi per la santificazione, e le Costituzioni segnano la via buona e sicura per l'apostolato. Quindi la guida è chiara e la strada è unica, è, anzi, un'autostrada, ma un'autostrada che sale, non che discenda o che sia in pianura, ma che sale, che sale, e nel numero delle persone, e nel fervore delle persone, e nella perfezione dell'apostolato, ecco. Allora porterete nella Chiesa quel contributo che è nei disegni di Dio, di Gesù Maestro.
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Ora, che cosa abbiamo da fare oggi? Domandare al Signore che si erigano almeno tre milioni di tabernacoli sulla terra. E perché ci siano i tabernacoli occorre che vi siano i sacerdoti e che vi siano gli adoratori. Questo [tenere] presente. Dilatare il cuore, un cuore simile al cuore di Gesù: Venite ad me omnes1: Venite tutti a me.
La Pia Discepola ha da conformarsi a Gesù:
- nei pensieri: e sono quelli del Vangelo;
- e nel volere: ancora quello del Vangelo; ma in pratica il Vangelo che è quello che ha ispirato tutti gli articoli delle Costituzioni; quindi l'unione della volontà con la volontà di Gesù;
- e poi domandare un cuore simile al cuore di Gesù.
Va bene la preghiera dopo la comunione o preparazione anche alla comunione: Gesù, dammi il tuo cervello; Gesù dammi il tuo cuore; Gesù dammi la tua volontà, in modo tale che tu viva in me e guidi me in tutto l'intimo della mia persona e in tutte le attività esterne di apostolato.
Vivere Gesù Maestro in quanto è Via, in quanto è Verità e in quanto è Vita, Gesù.
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E quante suore si devono domandare al Signore? Domandiamo al Signore questo: che i disegni di Dio siano compiuti, e cioè: che tutte le persone, tutte le figliuole che son destinate all'Istituto, possano e realmente rispondano alla vocazione.
La scelta delle persone, ecco, è il primo passo, la scelta, cioè che vi siano le qualità per seguire questa via. La scelta. E secondo, la formazione, la formazione nello spirito dell'Istituto, formazione spirituale, intellettuale, apostolica, religiosa. E che poi, fatti i voti, si cresca di giorno in giorno in fervore, in delicatezza. Ita innocenter vivere, dice l'Oremus rivolto a santa Scolastica, oggi. Vivere così innocentemente da prepararsi all'ingresso in cielo come santa Scolastica, come ella entrò in cielo e fu veduta sotto forma di bianca colomba che penetrava il cielo. Innocenter vivere. Sì, mai il peccato, mai il peccato, né peccati sociali, che sarebbero le deviazioni, far le idee proprie, sì, deviazioni, e né peccati individuali. Ita innocenter vivere. E, d'altra parte, se ognuna vive innocentemente, risulta anche l'unione e il progresso continuo dell'Istituto.
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E poi, quanto allo sviluppo dell'apostolato, sì. E così santo, così utile alla Chiesa: il clero, sacerdoti, e la liturgia, e l'apostolato eucaristico, sì.
Avete stampato delle ottime cose che saranno quindi una memoria sempre cara e utile, sì, perché è un inno di riconoscenza al Signore quello, un ringraziamento a Gesù Maestro che è l'autore dell'Istituto e che ha sempre assistito l'Istituto medesimo, sì.
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Conclusione: oggi letizia santa e propositi santi e, nello stesso tempo, una dichiarazione al Signore: vivere pienamente la vocazione, viverla pienamente.
Il libro primo da leggere è il Vangelo; il secondo libro da leggere è quello delle Costituzioni. Lì non c'è dubbio che quella è la strada sicura.Non troppi consiglieri, ma quello che importa è uniformazione allo spirito e alla lettera delle Costituzioni, sì. Tutti gli altri consigli, esortazioni, saranno santi, ma quelli che son doverosi e sicuri, i pensieri e gli indirizzi, stanno nelle Costituzioni, sì. E allora avete una sicurezza. La via nostra è approvata dalla Chiesa, lodata, benedetta. Per mezzo delle Costituzioni il Papa vi guida, perché le Costituzioni son sempre valide dopo l'approvazione definitiva. Quindi tenersi sempre alla via sicura e alla via che è segnata e che sarà sempre una via che sale, sale. Preparazione al cielo.
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Oggi anche si ricordano dei venticinquesimi di Professione, sì. Oh, la preparazione al cielo in quella purificazione continua di noi stessi, cioè dei pensieri, dei sentimenti, dei desideri; purificazione intima del nostro essere e, nello stesso tempo, la santificazione.
Avere soltanto due mire, e cioè: la gloria di Dio, ma questa gloria noi la promoviamo per Christum, cum Christo, et in Christo, est tibi Deo Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti, omnis honor, et gloria1. Quindi i due appuntamenti: la gloria di Dio, vivit vero in me Christus2: in me vive Gesù Cristo; cioè vive nella mente, nel cuore, nella volontà.
Oh, avanti con fiducia. Le grazie aumenteranno sempre di più secondo il numero delle oranti, e cioè, quanto più sarete a pregare e a pregar bene, tanto più sarete potenti presso il Signore.
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Intanto raccomandare al Signore anche le necessità attuali di questo anno, tra cui la costruzione della chiesa al Divin Maestro che dev'essere il ricordo di questo quarantennio; e poi lo sviluppo della clinica per sacerdoti, per religiosi; e poi le altre iniziative che, o già sono avviate o si stanno preparando e che poi gradatamente con la prudenza e con l'umiltà e con la fede... Svilupparsi secondo il volere di Dio. Protestiamo che non vogliamo portare un mattone alla costruzione, no, cioè, intendo dire, che non ci entri in nulla l'egoismo. Dio solo cerchiamo: omnia in gloriam Dei facite1 e, secondo, che Gesù Cristo viva in tutti i cuori. È lui. Quindi, se è lui, e in tutti i cuori, e allora c'è un cuore solo: ut unum sint sicut et nos unum sumus2. E cioè, Gesù prega che tutti siano uniti come Gesù è unito al Padre.
Fiducia, quindi, in questo giorno. E le prove di amore e di misericordia che il Signore ci ha dato confermano e consolidano la nostra fiducia per il futuro. Ma sempre facendo i due passi assieme: umiltà e fede e poi fede e umiltà e umiltà e fede. Sempre avanti.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 71/a (= cassetta 152/b.1). Per la datazione, cf PM: «Oggi, ricordare il quarantennio è ottima cosa...» (cf PM in c385). - dAS, 10/2/1964 (festa di s. Scolastica e 40° di fondazione delle PD): «Andato [il PM] a celebrare e a tenere meditazione in via Portuense CG delle PD».
2 S. PIO X fu Sommo Pontefice dal 4 agosto 1903 al 20 agosto 1914.
1 Gv 17,11.21.22.
2 Cf Mt 16,18.
1 Mt 11,28.
1 Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum....
2 Gal 2,20.
1 1Cor 10,31.
2 Gv 17,22.