ISTRUZIONE XXII
LA PREGHIERA PIÙ BELLA: IL PATER NOSTER
[143] Avete ormai preparato i vostri propositi e fatto il piano di lavoro per quest'anno spirituale che vi si presenta e che va da questo al prossimo corso di Esercizi. Avete ricevuto molti lumi dal Signore, molte effusioni di Spirito Santo; avete concepito molti desideri di santità.
Adesso avvolgiamo tutto in un bel Pater noster perché nel Pater noster v'è tutto ciò che si può desiderare, sperare, chiedere. Recitiamolo ora, intendendo di avere i sentimenti che aveva Gesù stesso quando ce l'ha insegnato. Un giorno Gesù aveva raccomandato tanto la preghiera e gli Apostoli avvicinandosi a lui, gli dissero: «Maestro, insegnaci a pregare»1. Allora | [144] Gesù compose la più bella preghiera: il Pater noster2.
«Padre nostro», Gesù c'insegnò a chiamare Dio. Questo nome da una parte è il vero titolo da darsi a Dio nostro creatore e dall'altra serve ad ispirare in noi la fiducia dei figli. Padre che genera in eterno il Figlio suo, simile in tutto a sé, e da cui, insieme al Figlio, procede lo Spirito Santo. Padre che creò tutte le cose e l'uomo dal nulla. Padre universale, principio di tutte le cose.
Noi quindi incominciamo il Padre nostro chiamando Dio nostro Padre, affinché ispiri in noi quella fiducia che è indispensabile per iniziare bene la nostra preghiera.
Quel Padre non è sordo: no. Gesù così ragiona: «Se un vostro figlio vi chiede un pane, gli darete forse un sasso? E se vi chiede un uovo gli darete uno scorpione?». Oh, no, non lo fate questo; ebbene: «Se voi che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il vostro Padre celeste saprà dare buon spirito a chi glielo domanda!»3. Padre nostro. È la voce dei figli che si eleva al Padre buono, il quale desidera dar loro le grazie assai più di quanto essi desiderino riceverle.
Quando chiediamo grazie di perseveranza, di virtù, di vita eterna, e le chiediamo in grazia di Dio e con umiltà e fiducia, è di fede che noi le otteniamo insieme all'aumento della grazia.
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Diciamo «nostro» perché parliamo al plurale. | [145] Pregando, dobbiamo avere un gran cuore come quello di Dio. Dio è Padre universale e noi, nella preghiera, abbracciamo tutti indistintamente.
«Che sei nei cieli». Gesù parlava spesso del suo Padre che è nei cieli come un figlio che ha il pensiero rivolto sempre alla mamma. Gesù parlava volentieri di suo Padre: «Padre, ti ringrazio...»4. «Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio...»5. «Il mio Padre opera in cielo...»6. Gesù ci fa dire al Padre: «Che sei nei cieli», affinché si ravvivi in noi la speranza del cielo, di quel luogo di delizie. Le altre grazie che si chiedono in seguito, servono per arrivare al cielo. «Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà». Queste tre domande sono tre atti di perfetto amor di Dio, poiché noi chiediamo tutto quello che si riferisce più direttamente alla gloria di Dio.
«Sia santificato il tuo nome»: il nome di Dio è santissimo. Qui vuol dire che sia onorato, rispettato dalle creature; che gli uomini riconoscano i diritti di Dio; poiché tutto abbiamo ricevuto da lui e a lui dobbiamo tornare.
«Venga il tuo regno»: che il regno di Dio si estenda sulla terra. Che la Chiesa estenda le sue tende fino agli estremi confini del mondo. Che entrino nella Chiesa i milioni di infedeli; che gli erranti ritornino sulla retta via; che i | [146] cristiani cooperino nella Chiesa all'avvento del regno di Dio.
«Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra». Si domanda la grazia di poter compiere la volontà di Dio come la compì Gesù, come la compiono gli angeli in cielo. Gli angeli in cielo non stanno certo in ozio: sono in una continua attività ed eseguiscono con perfezione, amore e ciecamente i voleri e i desideri di Dio. Sulla terra noi dobbiamo aspirare a questo: imitare gli angeli nel fare la volontà di Dio.
Poi vengono le domande che riguardano i nostri bisogni.
«Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Con questa domanda chiediamo tre specie di pane: 1) il pane della verità: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»7. 2) Il pane eucaristico, il cibo dell'anima: la Comunione
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frequente. 3) Il pane per il nostro corpo. Il Signore ha detto di fidarsi di lui poiché, se egli provvede ai gigli del campo e agli uccelli dell'aria tanto più provvede ai figli degli uomini8!
«Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori». I nostri debiti sono i peccati. È vero che questi vengono perdonati nella Confessione, ma un figlio amoroso chiede spesso perdono al padre quando ha avuto la disgrazia di offenderlo. Notiamo però che Gesù ci ha messo in bocca | [147] un'espressione che deve farci meditare: «...come noi li rimettiamo ai nostri debitori». Ossia: noi saremo perdonati nella stessa misura con la quale perdoniamo. Siamo dunque indulgenti come è indulgente il Padre celeste il quale fa sorgere il sole sui giusti e sui peccatori9. Siamo larghi nel perdonare; amiamo con generosità i nostri nemici, dimenticando ogni offesa.
«Non c 'indurre in tentazione». La tentazione, per sé, non è né bene né male. Per chi ha buona volontà diventa un bene; per chi non ha buona volontà, diventa un male. Alle volte il vincere una tentazione può guadagnarci più merito che una pratica di pietà. Orbene: noi preghiamo Dio che o non ci mandi la tentazione o che ci dia la grazia di vincerla.
«Ma liberaci dal male ». E i mali sono tanti e ci sovrastano da ogni parte. Noi domandiamo al Signore che ci liberi da tutti i mali specialmente dal vero male che è il peccato. Quando dunque non sappiamo cosa dire nelle nostre preghiere, ricorriamo al Padre nostro: esso contiene tutto ciò che possiamo desiderare e domandare di meglio e di più conforme alla volontà di Dio. Qualche volta per disprezzo si dice: Quello lì non sa dire altro che il Padre nostro. Magari lo sapesse dire veramente bene! Vale più un Padre nostro che tante altre preghiere che si vanno a cercare di qua e di là. Il | [148] segreto della pietà è la semplicità: orbene nulla di più semplice che la preghiera del Padre nostro. Il modo più semplice e divino è quello usato in ogni circostanza da Gesù.
Quando uno sa molto espone le cose con semplicità. Così nella preghiera, nella pietà. Quanto più uno è devoto, tanto più è semplice.
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1 Cf Lc 11,1.
2 Cf Mt 6,9-13.
3 Cf Lc 11,11-13.
4 Cf Gv 11,41.
5 Cf Lc 23,46.
6 Cf Gv 5,17.
7 Mt 4,4.
8 Cf Mt 6,26.28.
9 Cf Mt 5,45s.