ISTRUZIONE XI
LA VOCAZIONE
[223] Vi è nel mondo una doppia vocazione: una vocazione al Paradiso che hanno tutti e una vocazione ancora al Paradiso, ma ad un Paradiso speciale, cioè ad un maggior grado di gloria in cielo.
La vocazione al Paradiso l'hanno tutti ed è di fede: «Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi»1. Questa vocazione al Paradiso importa che noi adoperiamo i mezzi, cioè facciamo su questa terra, quello che deve farsi sotto pena di peccato e come condizione assoluta senza la quale si è esclusi dalla salvezza. Cosa bisogna fare per arrivare al Paradiso?
Bisogna fare tre cose: 1) credere, aver fede perché «senza la fede è impossibile piacere al Signore»2. Credere e quindi istruirsi nella fede. Tutti i fedeli cristiani sono obbligati ad andare al | [224] catechismo e da adulti frequentare l'istruzione parrocchiale. 2) Osservare tutti i comandamenti di Dio. 3) Avere la grazia che si ottiene nel Battesimo e che si aumenta cogli altri sacramenti e che, perduta, bisogna riacquistare con la Confessione.
C'è una seconda vocazione a un Paradiso più bello, ad uno stato più elevato di gloria. Questa vocazione l'hanno le persone che il Signore chiama alla vita religiosa.
Questa propriamente è la vocazione: la chiamata ad un cielo più alto, ad una gloria maggiore. Se uno è destinato ad un grado più alto di gloria, deve sulla terra esercitarsi meglio nel servizio di Dio e adempiere i doveri dei cristiani comuni, ma in modo molto più perfetto. Non solo credere, ma avere fede molto viva; non solo osservare i comandamenti, ma anche i consigli, non solo conservare lo stato di grazia, ma aumentarla continuamente. Ecco: quando una persona è vissuta da buon cristiano e cioè è stata buona, ha avuto fede, ha conservato la grazia ed osservato i comandamenti, allora può aspirare alla vita religiosa, ad un Paradiso più bello; bisogna però aver avuto fede, un desiderio grande di istruirsi nella religione. Prima di aspirare alla vita religiosa è necessario osservare i comandamenti. Non vale che una
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persona dica: Io amo tanto la vita religiosa, se non osserva i comandamenti non può sobbarcarsi l'obbligo dei consigli. Questo desiderio di avere fede più ferma, più alta, di | [225] adempiere la volontà di Dio anche nei desideri e consigli e di crescere ogni giorno in grazia, questa è la vera vocazione. Questo desiderio non è vano ed incerto, ma passa alle opere.
La persona che ha fede vera sta attenta al mattino a dare tutta la mente al Signore, a fare atti di fede, a studiare il catechismo; anzi le sue tendenze, i suoi gusti sono per leggere libri spirituali, conoscere meglio il Vangelo, le vite dei santi; ama la volontà di Dio, sa che fare la volontà di Dio è la sua santificazione e la fa generosamente volendo appagare anche i desideri di Dio e di Gesù mediante i consigli; vuole tutti i giorni accostarsi alla S. Comunione, sentire la Messa, recitare preghiere, fare Visite; allontanare ogni pensiero di distrazione, non andare soggetta a divagazioni, non amare niente di quello che ama il mondo, conservare tutto il cuore per Dio: ecco la vocazione.
La vocazione non è il desiderio di trovare un posto per vivere quieta, senza sforzo: è il desiderio di credere meglio, di istruirsi nelle cose sacre per conoscere di più Dio, per andare più in su in Paradiso. Perché chi conosce meglio Dio sulla terra e crede di più, avrà in Paradiso una visione più grande di lui. La nostra visione in Paradiso sarà in proporzione della fede che avremo avuto sulla terra. Noi in Paradiso possederemo il Bene sommo ma in proporzione che sulla terra avremo fatto la volontà di Dio; godremo | [226] Dio a misura che ci saremo qui arricchiti di grazia.
Questa vocazione viene da Dio. I nostri genitori ci lasciano con le nostre inclinazioni cattive; ma la vocazione è soprannaturale perché supera la natura. La vocazione è soprannaturale oltre che nel principio, nella sostanza, perché fa concepire dei desideri soprannaturali; nel fine perché tende alla vita eterna. La vita religiosa è anche soddisfazione ma di un genere speciale, cioè spirituale.
Come si può crescere in grazia, per potere godere meglio Dio? Voi crescerete in grazia se osserverete l'orario, se farete bene l'apostolato, se osserverete l'obbedienza, se praticherete la povertà, se vivrete secondo il voto di castità, se praticherete le opere di pietà con raccoglimento, se sentirete bene le Messe, se farete con fervore le Comunioni, le Visite, se reciterete bene i rosari, starete unite a Dio, ecc. Ugualmente se voi non soltanto
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praticherete i comandamenti, ma ancora i consigli, possederete meglio Dio; se crederete meglio, in Paradiso avrete una visione più profonda di Dio.
Conseguenze.
Cosa vuol dire fare professione o aspirare a questa professione con un anno di noviziato o affrettare col desiderio quel giorno felice per darsi interamente a Dio? Vuol dire assumere un dovere, un impegno, fare a Dio una promessa e una protesta molto più solenne: volere attendere | [227] alla santificazione, a perfezionarci. Fino al giorno della professione, lotta per evitare il peccato grave, di lì in avanti, lavoro per attendere alla perfezione, cioè per praticare le virtù e i voti nella vita religiosa in maniera che, propriamente, si entra nel lavoro della nostra vita, il giorno della professione.
E qual è questo lavoro? È amare sempre più e soltanto Gesù, osservare sempre più esattamente e con miglior disposizione i voti, istruirsi sempre più nelle cose spirituali, conoscere sempre più Dio e le cose del servizio di Dio. Ecco l'impegno che si prende nel giorno dei voti. Essere pronte davvero: costi quello che costi. Che cosa dovete preparare nel giorno della professione? Una volontà ferma, risoluta di conoscere sempre meglio Dio e farlo conoscere, di adempiere la sua volontà fino all'osservanza dei consigli, di crescere ogni giorno in grazia. «Il Signore è la mia porzione e la mia parte d'eredità»3: è il Paradiso: voglio il Paradiso.
Un figlio unico che i genitori cercavano di allettare per farlo desistere dalla sua decisione, disse ai genitori: «Prendetevi la terra e lasciatemi il cielo». Questo cielo, questo Paradiso bello è da ottenersi con maggior fede, maggior esattezza nel compiere la volontà di Dio e maggior aumento di grazia. Le novizie devono chiedere la grazia di entrare in quella condizione di vita in cui si deve attendere unicamente a conoscere sempre più Dio, ad adempiere | [228] perfettamente la sua volontà e crescere in grazia. Il noviziato è l'anno del progresso sia nella conoscenza di Dio, sia nell'esattezza nel compiere la volontà di Dio, sia nella carità.
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Conclusione.
La vita religiosa ha un unico lavoro: attendere alla perfezione. Lavorare costantemente per diventare più perfetti: unico grave impegno mediante l'osservanza esatta dei voti, una maggior fede e unione con Dio, perfezionarsi ogni giorno, essere più fervorose, obbedienti, più attaccate al Signore, odiare di più il peccato veniale, escludere tutte le altre intenzioni per aderire unicamente a Dio. Osservare le Regole e Costituzioni. Una cosa ci unisce tutte insieme, l'impegno è unico: attendere alla perfezione, unico e principale dovere che avete. Perfezionarsi in tre cose: maggior conoscenza di Dio, maggior generosità nel compiere la volontà di Dio, fino ai consigli, unione intima con Dio in lieta, generosa e continua carità per una maggior visione, possesso e gaudio di Dio in cielo.
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1 Cf 1Tm 2,4.
2 Eb 11,6.
3 Cf Sal 16,5.