ESERCIZI SPIRITUALI - GIUGNO 1943
Il Fondatore interviene in modo notevole nel corso di Esercizi spirituali di giugno: vi tiene l'introduzione e ventitre istruzioni. Al corso partecipa la Prima Maestra, come si deduce dal suo taccuino personale che precisa bene la data: «4-12 giugno».
La città di Roma è alla vigilia dei momenti più drammatici della guerra (cf Introduzione). Il riferimento alle maestre, scrittrici, propagandiste fa pensare che le partecipanti fossero le suore della casa di Roma (0, 9; VI, 49; XIV, 98), o di qualche casa vicina.
Gli Esercizi sono predicati nella cappella, al primo piano della casa Divina Provvidenza. Secondo la testimonianza di alcune sorelle, sono sovente disturbati dalle incursioni aeree, per cui è necessario correre nella grotta-rifugio. Nel testo però non appare la paura per i bombardamenti.
Il sottotitolo del corso, nell'occhiello, precisa: Novena di Pentecoste, concepita come «novena del Paradiso» (0, 8). Il Paradiso è perla preziosa da cercare con tutti i mezzi.
Vengono trattati in abbondanza gli argomenti tradizionali dei Novissimi: peccato, morte, inferno, purgatorio, paradiso, giudizio particolare e universale, risurrezione. Ma il tema che pervade un po' tutte le meditazioni è il Paradiso. Si fonda sulla professione di fede: «Credo nella vita eterna». Nella prospettiva del Paradiso viene letta e anche vissuta la terribile esperienza della guerra: «Il dolore, la fatica, le tristezze si sentono ancora e forse in tutta la loro cruda realtà, ma se noi pensiamo al Paradiso, esse non ci abbattono, non ci fermano, non ci scoraggiano» (0, 11). Da tutto il corso si attende un particolare frutto: «aumento di speranza» (X, 74), che «deve essere la virtù dell'anno».
Il tema annunciato dello Spirito Santo non è sviluppato, appare solo nell'introduzione e nell'ultima meditazione.
Gli argomenti trattati non seguono un ordine logico: le meditazioni sui Novissimi vengono intercalate da quelle sull Eucaristia e su Maria, dovuto probabilmente al fatto che le curatrici
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non hanno distinto le meditazioni dalle istruzioni. Si è rispettato l'ordine dell'edizione tipica anche se ciò rende più difficile la lettura.
La tematica eucaristica è illuminata dalla devozione sacramentale, attinta particolarmente a un 'operetta attribuita a san Giuliano Eymard, Mese sull'eucaristia (XV). Quella escatologica proviene dai testi ufficiali del magistero, quali Il Catechismo del Concilio di Trento. Nello sviluppo dei vari argomenti sono menzionati altri autori che le Figlie stesse stavano pubblicando1.
Oltre alla linea escatologica appaiono filoni interessanti:
Il filone apostolico. Non c 'è una meditazione specifica sulla missione, ma se ne sottolinea la natura. Essa viene presentata in rapporto al sacerdozio e nella motivazione interiore che spinge a resistere a ogni tentazione commerciale (III, 21) per una vera evangelizzazione;
Il filone ascetico. Scaturisce dall'ottica apostolica e guida a compiere le opere con retta intenzione, sempre vigile, affinché siano oro (III, XXI). I testi sono illuminati da san Paolo per il quale sul fondamento che è Cristo si può costruire «con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia» (1Cor 3,15);
Il filone sacerdotale. Nelle stesse istruzioni III, XXI si sottolinea che per le FSP le opere sono veramente oro quando sono compiute in unione al sacerdozio di Cristo, che per loro è rappresentato dal sacerdozio paolino. Per il Fondatore questo è un punto centrale della vocazione paolina;
Il filone eucaristico. È presentato nell'ottica dell'Eymard2 e dei suoi seguaci, dove l Eucaristia è considerata come cattedra da cui il Maestro eucaristico insegna le sue virtù: povertà e obbedienza, castità, mitezza, pazienza (XIII, XV).
Inoltre, caratteristica è l'istruzione VII sul tema I piccoli difetti e le piccole virtù, richiamo a percorrere la «piccola via» (VII, 60), prestando molta attenzione all'ordinario, alle piccole cose per una fedeltà piena al Signore.
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