Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

ISTRUZIONE IV
LA VIA CRUCIS (VII - VI - IX stazione)

[181] Continuiamo ad accompagnare il nostro Gesù che porta la croce al Calvario.
7 stazione. Consideriamo la seconda caduta di Gesù. Gesù era così avido di patimenti ed usava una santa arte per moltiplicare i suoi dolori. Già aveva detto: «Io ho da bere un calice amarissimo e soffro nel vedere che ritarda»1. La sua sete di patimenti noi non la comprendiamo tutta. Il Salvatore nostro Gesù ebbe sete e desiderio di patire più di tutti i santi insieme. Per questo egli, durante il viaggio al Calvario volle cadere un'altra volta sotto la croce. Cadere sotto la croce voleva dire cadere sotto due travi di legno, col suo corpo già tanto martoriato e piagato, riaprirsi di nuovo le piaghe, trapiantarsi maggiormente nel suo [182] capo le spine, esporsi di nuovo alle sferzate e ai maltrattamenti dei manigoldi che nel rialzarlo non mancavano di insultarlo.
Oltre ai peccati di sorpresa simboleggiati nella prima caduta, un'anima può ancora commettere altri peccati che si chiamano di malizia e sono rappresentati e scontati da Gesù nella sua seconda caduta, come i peccati di ostinazione sono rappresentati e scontati dalla terza caduta.
Che cos'è la malizia? Tutte le volte che acconsentiamo al male sempre c'è malizia, cioè i peccati di malizia sono quelli che commettiamo ad occhi aperti, riflettendo che quello che si fa è male. Il peccato ci chiude il Paradiso ed apre l'Inferno, toglie l'onore a Dio, fa soffrire Gesù ed è causa della rovina spirituale dell'anima. Pecca di malizia colui che pur potendo facilmente sottrarsi alla colpa col raccomandarsi alla Vergine, col vigilare più attentamente, non vuole inchinarsi alla fatica, non vuole mortificare i sensi, privare la sua fantasia di quelle soddisfazioni e sebbene consideri che pecca, pecca ugualmente. Quindi è malizia perché suppone piena avvertenza della mente, pieno consenso della volontà e, nonostante che la coscienza faccia sentire i rimorsi, che l'angelo custode in quel momento dia l'ispirazione,
~
che la Vergine ponga il suo aiuto, che uno sappia che danneggia se stesso, che offende il Signore, dice: Io preferisco la mia soddisfazione, voglio il peccato: malizia. È ancora malizia quando l'anima percepisce che con | [183] un po' di sforzo potrebbe liberarsi da quella colpa e invece non vuole fare quello sforzo, non vuole mortificare gli occhi; non vuole pregare un po' di più e si mette nell'occasione sapendo di cadere.
Questo peccato di malizia è da detestarsi assai di più che il peccato di sorpresa; assai di più è da piangersi; più abbondante deve essere la penitenza perché il peccato di malizia produce in noi l'abito cattivo. Quando si acconsente così al male, si forma nell'anima una maggior tendenza, una più forte propensione al male. Questo peccato disgusta tanto Dio che è somma bontà.
Questi peccati hanno dato più pena al Salvatore, hanno pesato talmente sulla croce, tanto che Gesù non potendo reggere al grave peso cadde sotto di essa. Cadde per debolezza fisica, non perché gli mancasse la volontà di sostenere fino alla fine le pene, le angosce e gli strazi che provava nel cammino verso il Calvario.
6a stazione. Consideriamo l'incontro di Gesù con la Veronica. La Veronica era una delle pie donne. Vide e contemplò Gesù che camminava verso il Calvario, osservò il suo volto coperto di sudore e di sangue, e notò che il Salvatore nulla aveva per asciugarsi. Essa aveva con sé un lino; s'accostò a Gesù e gli asciugò il volto con molta delicatezza e riverenza, con tanto sentimento di amore verso il divin Salvatore. Gesù ne restò intenerito. In mezzo a tutta quella gentaglia, ecco | [184] finalmente un'anima che comprendeva, compativa e sentiva le sue pene e voleva, in quanto le era permesso, portargli un po' di sollievo e conforto, togliere quella pena che gli davano gli sputi, il sudore ed il sangue sul volto.
Quel volto divino che gli angeli contemplano ed adorano, ecco come è stato ridotto dagli uomini che era venuto a salvare! La Veronica è simbolo delle anime riparatrici. Nel mondo i peccati si moltiplicano; molte anime camminano diritte verso l'Inferno: Dio è oltraggiato. Le anime riparatrici si mettono tra la giustizia di Dio che vorrebbe colpire i figli ingrati e l'uomo che pecca, cercando di riparare onde Dio non castighi i peccatori. Quante
~
anime nascoste supplicano la misericordia di Dio e ne placano la giustizia!
Il mondo crede che la salute venga dai potenti, ma viene dai sofferenti e specialmente dalla divina Vittima che s'immola ogni giorno per ottenere la misericordia sui poveri peccatori.
Vogliamo unirci a queste anime generose che soffrono volentieri e tutto fanno in riparazione, che placano Dio perché non sprofondi questo mondo così lordo di tante colpe? Quante grazie abbiamo ottenuto noi perché ci sono state anime che hanno pregato e sofferto e fatto dei sacrifici! Facciamo qualche sacrificio per allontanare i castighi di Dio, ma specialmente perché le anime non vadano dannate! Se nel mondo le anime pie | [185] fossero più attente a riparare, quanti peccatori eviterebbero l'Inferno!
Gesù si intenerisce verso chi lo compatisce nelle sue pene e ricompensa largamente con la sua grazia e la sua consolazione.
La Veronica, ritirandosi, vide il volto di Gesù stampato in quel lino che aveva usato per tergergli il sudore. Quando un'anima ripara, compie questo ufficio d'amore, subito riceve grazie speciali, perché Dio si effonde in essa con una tenerezza tutta particolare.
9a stazione. Consideriamo Gesù che cade la terza volta sotto la croce.
Gesù continua a cadere perché noi abbiamo continuato a peccare. L'ostinazione proviene da abitudini inveterate che non si vogliono ritrattare e combattere; da ignoranza volontaria, cioè da una cecità provocata dal moltiplicarsi delle colpe; da durezza di cuore cagionata dalle abitudini formate volontariamente. Ostinazione di quelle persone che si scusano sempre dei falli commessi, se vengono corrette, per poter continuare.
Vi sono tanti nel mondo che quando comincia la predica, escono di chiesa, non vogliono essere disturbati nella loro vita di peccato e nella loro via di soddisfazione, via che vogliono tenere perché amano quelle cose e vogliono continuare ad amarle nonostante siano offesa di Dio. Dio continua a gridare: Figlio, deh! torna, o | [186] figlio!, gli angeli pongono la loro protezione e il loro aiuto, ma invano!
L'ostinazione è causa di tanti mali e l'ultimo di questi mali è poi quello che più si deve temere: la disgrazia finale di una morte impenitente e la fine tragica nell'Inferno dove si continua a
~
bestemmiare Dio. L'ostinazione viene sempre da un'anima che sembra soggiogata, impossessata dal diavolo. Quando una è corretta e pensa come fare un'altra volta a commettere il peccato senza farsi scoprire, allora c'è ostinazione. Se ci siamo accorti che quella maniera di fare non va bene e si continua, è ostinazione.
Diciamo a Gesù: Ecco a che punto ti hanno ridotto i miei peccati tante volte ripetuti, la mia ostinazione al male. Voglio finalmente arrendermi a te e, per quel dolore che hai sofferto nella terza caduta, dammi una grazia più abbondante, attirami a te e infondimi tale dolore dei peccati da ottenerne il perdono e l'emendazione.
Facciamo tante mortificazioni per la nostra conversione e poi per la conversione dei peccatori. Diciamo a Gesù: La mia più grande consolazione sarebbe questa: ottenere con le mortificazioni, le preghiere e la diligenza nei miei doveri che ti venga risparmiata anche una sola offesa ed un'anima di meno cada nelle fiamme dell'Inferno. Ti offro, per questo, tutto quello che ho da soffrire e patire nella vita, in unione con le intenzioni che hai avuto nella tua passione e nel viaggio al Calvario.
~

1 Cf Lc 12,50.