Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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9. QUARESIMA: TEMPO PROPIZIO

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Alba, Casa Madre, 9 marzo 19611

E' cosa buona e bella incontrarci, sempre per ragioni spirituali, per aver l'occasione di dirvi qualche parola affinché otteniate quello che è nel vostro cuore, nel vostro animo, quello che desiderate, e cioè: perfezione, santificazione. E la morte di una Sorella è sempre un ammonimento, come certamente è stato il caso della suora, Suor Maria Natalina2; e secondo fine: migliorare l'apostolato.
Che nessuna si faccia l'illusione: "Io già faccio abbastanza bene". Sarebbe veramente illusione terribile. Allora è inutile essere suore. Essere suore, in primo luogo, vuol dire fare il lavoro di santificazione. Ma se una non fa questo lavoro è come [se] si mettesse a letto e dormisse sempre, dormisse tutta la vita; e se una sarta non facesse abiti, oppure se una lavandaia non lavasse mai. Il lavoro di perfezione è il principale.
Gli apostolati servono per il perfezionamento, cioè compiere la volontà del Signore e compierla sempre meglio, sia l'apostolato eucaristico, sia l'apostolato dell'assistenza sacerdotale, il servizio sacerdotale, sia il servizio alla Chiesa, il servizio di liturgia.
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La Quaresima, e specialmente il tempo a cui ci avviciniamo, tempo di Passione, in modo particolarissimo, la Settimana Santa, è tempo molto propizio per entrare in noi stessi e per eccitarci alla fiducia, all'amore a Gesù.
La suora ha bisogno di una pietà affettiva, fatta anche, cioè perfezionata anche col sentimento, non solo un'operazione intellettuale e volitiva, ma affettiva, di affetto. Quando c'è questa affezione a Gesù, questo amore alla Madonna, questo desiderio intenso di veder Gesù in paradiso: «mostraci, dopo questo esilio, Gesù», allora le tentazioni o non ci sono o son vinte con facilità, e gli scoraggiamenti non succedono così facilmente. Gli scoraggiamenti, quell'adagiarsi in un'indifferenza nella vita religiosa o disgustarsi, e quelle prove che poi succedono, supponiamo dai 25 ai 40 anni, circa.
Preghiera anche affettiva, perché questo è il terzo grado dell'orazione: l'orazione vocale, l'orazione mentale, l'orazione affettiva che è più perfetta. Aggiungere, cioè, alla volontà, aggiungere ai buoni pensieri, anche i sentimenti del cuore. Allora la preghiera è più perfezionata. Poi, di lì in là ci sono altri gradi più alti, di orazione.
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Ora, quali sono le divozioni della Quaresima, le divozioni del tempo di Passione?
Per innamorarci di Gesù, proprio volergli bene con sentimento, queste divozioni: prima, la Via Crucis.
Quando noi facciamo la strada, la via che Gesù ha fatto portando la croce, allora, ecco, si contempla Gesù e lo si segue, dal momento in cui fu condannato, e quando gli fu imposta la croce e quando ha diretto i suoi passi verso il calvario accompagnato dai soldati, dal popolo, da quantità di donne che piangevano e, specialmente, da Maria. E poi avanti le stazioni, quando Gesù arriva sul calvario, quando Gesù è inchiodato, quando Gesù è innalzato con la croce a vista del popolo, quando agonizza, quando muore. La Via Crucis. Allora ricordiamo che noi abbiam tenuto la via del peccato, delle imperfezioni, delle indifferenze. E Gesù, per pagare per noi queste imperfezioni, queste indifferenze, queste nostre teste dure, si è piegato, e ha accettato la croce per noi: Ego vadam immolari pro vobis1: io andrò a immolarmi per voi, per i vostri peccati.
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Altra divozione della Quaresima è quella della confessione.
In questo tempo far migliori confessioni. E' lì che l'anima nostra viene lavata nel sangue di Gesù. E tanto viene lavata, quanto noi abbiam di lacrime, le lacrime nostre, cioè il pentimento. E le gocce del sangue di Gesù lavano l'anima, la fortificano, la riempiono di grazia a misura che il sacramento è ben ricevuto, cioè: esame diligente, leggere in fondo all'anima: quali grazie abbiam corrisposte e quali non abbiam corrisposte; poi, dolore più perfetto. Non solamente dire e sentire: «perché peccando ho meritato i vostri castighi», ma arrivare a dire con cuore, l'altra espressione ancora: «e molto più perché peccando ho offeso Voi, mio Dio, che siete degno di essere amato sopra ogni cosa, che siete il Bene mio infinito»; e poi accusa sincera, proposito fermo, penitenza ben fatta, ricevendo l'assoluzione con fede. Che il sangue di Gesù lavi l'anima e che infonda una maggiore effusione di grazia.
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Poi la divozione ancora della Quaresima può esser questa (ognuna poi sceglie quella che specialmente crede di abbracciare): la divozione a Maria Addolorata che segue Gesù al calvario, che assiste alla sua crocifissione, che sta vicino alla croce con l'occhio rivolto al Figlio e con lo spirito leggendo nel cuore di Gesù i sentimenti, i motivi per cui soffriva e con l'uniformare i suoi sentimenti, le sue intenzioni a quelli di Gesù, suo Figlio. Allora la missione di Maria si compiva.
Era stato detto nel Genesi, nell'antico tempo, dopo il peccato di Adamo ed Eva: «Essa ti schiaccerà il capo»1. E Maria schiacciò il capo al serpente, quando? Quando Gesù spirò sulla croce, per mezzo del Figlio. Ella corredentrice, cioè redentrice con Gesù e sotto Gesù e in Gesù. Allora, ecco, noi comprendiamo la pena di Maria: tuam ipsius animam pertransibit gladius2: un dolore, una spada di dolore, anzi, trapasserà il tuo spirito, era stato detto, profetato di Maria. E' il grande momento quello.
Allora, per mezzo di Maria, chiedere che abbiamo frutto della redenzione, frutto di luce e frutto di grazia e consolazione e un crescendo continuo di amore a Gesù, al Crocifisso.
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E quindi viene l'altra divozione che tutte avete, la divozione al Crocifisso. Ma sempre la sentite, portate sempre il Crocifisso con voi appeso, almeno, alla corona. E tante volte, date un bacio (specialmente la sera prima di addormentarsi, far pace completa con Gesù se c'è stato qualche... qualche cosa c'è sempre di imperfetto nella giornata), un bacio riparatore con una giaculatoria: «Gesù mio misericordia», oppure: «O Gesù d'amore acceso, non ti avessi mai offeso, ecc.».
Leggere in quelle piaghe del Salvatore l'amore che egli ha portato a noi. Fin dove ci ha amato? Dando se stesso, immolando se stesso. E tu, fino a che punto lo ami? Domandiamocelo. Io, fino a che punto amo Gesù? Alle volte l'amiam così poco! E per una piccola soddisfazione, per una... la voglia di dir qualche parola, di fare qualche mormorazione, di trascurare il silenzio, di compiere i doveri della giornata, ecc., il nostro amore a Gesù, tante volte, si ferma lì, quando c'è specialmente qualche sacrificio, qualche umiliazione. Ah, diciamo di amarlo con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la volontà. E poi? E poi, forse, ci fermiamo. Allora un bacio riparatore a Gesù, alle sue piaghe.
Noi sempre dicevamo, quando eravamo giovani, al Venerdì Santo, alle tre, i cinque Pater noster alle cinque piaghe del Signore per ricordarci il momento in cui Gesù aveva rimesso il suo spirito nelle mani del Padre: In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum1.
Trova Gesù, delle anime amanti fra di voi? Lo amate davvero? e fino a che punto? Se non l'amate come la Maddalena, Gesù, se non lo amate come lo amava Maria... Umilmente, sì, ma aspirare a quell'amore, a quell'amore che Maria portava al suo Figlio diletto. Diciamo di amarlo in tutto, sempre e, alle volte, ci basta una piccola occasione per mostrare che il nostro amore è ancora un po' scarso, eh? Cosa pensa Gesù quando vi vede tutte accostarvi alla balaustra? Cosa pensa di ciascheduna? Lui che legge lì, in fondo all'anima, che legge nei cuori. Che cosa trova scritto nei vostri cuori? C'è: Gesù, ti amo con tutta la mente, tutto il cuore, tutte le forze?
Il Crocifisso ci faccia imparare l'amore. La Passione e le piaghe del Salvatore sono un bel libro, un libro scritto col sangue, da Gesù. E' il libro dell'amore. Anime che, alle volte, amavano tanto Gesù, poi si raffreddano invece mentre la morte si avvicina ed è il tempo di andare a godere l'amore a Gesù, d'incontrarsi con lui «faccia a faccia»2 e di sentire il gaudio per la sua bontà, la sua misericordia, la partecipazione al gaudio stesso di Dio.
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E poi, l'ultima forma di divozione in Quaresima, ed è la più viva: la Messa, dove si rinnova il sacrificio della croce tutti i giorni sui nostri altari, il calvario portato nelle nostre chiese, sui nostri altari.
Allora, la Messa sentita bene, sia nella parte prima, che è istruttiva, e sia nella parte seconda, specialmente nella seconda, la parte sacrificale; e poi la parte unitiva, cioè la parte della comunione.
Offrire la Messa come offriva Maria il sacrificio del Figlio. Parteciparvi. Ma qui sta: che non sia una partecipazione di parole, ma voglia dire: offrire qualcosa di noi a Gesù: offrir la testa, che finalmente si pieghi e obbedisca, che si abbandoni tutto nelle mani di Dio, disposti a tutto, non i nostri voleri, i capricci. E vi sono persone a cui per dire una parola, dare un consiglio, un avviso o assegnare un ufficio, bisogna fare mille riflessioni: se quella persona si adatta, se accetterà. Oh, che voti di obbedienza, alle volte, ci sono! Allora, dare a Gesù, offrirgli la testa, la nostra testa, cioè la mente perché pensi sempre secondo la fede; e la volontà perché si pieghi, si abbandoni nel volere di Dio. Persone che, quando sono entrate nella Casa, han detto alla loro volontà: fermati lì, davanti al cancello, non venire [ad] accompagnarmi. E persone, invece, che la loro volontà l'hanno ancora adesso, eh? non l'han lasciata fuori, l'han portata come il loro corredo. Allora che... e se non l'han portata, dopo la riprendono, qualche volta, eh? Questa testolina, dargliela a Gesù. Oh, e dargli il cuore: amo. Ecco tutto: io amo Gesù. E qualche volta, nella giornata, interrogarvi: in questo momento - dire a noi stessi -: dove sta il mio cuore? Che cosa vuole il mio cuore? Che cosa c'è nel mio cuore in questo momento? Invidia, superbia, o amore, umiltà. Cosa c'è? Questo cuore è diretto a Gesù solo nella comunione? Oppure è diretto a Gesù costantemente?
La Messa. Sacrificargli, quindi, i sentimenti e offrirgli il corpo. Gesù non ha sofferto solo nel cuore, ma nel corpo, le piaghe sue santissime. Qualche sofferenza fisica ci sarà anche, eh? malattie, indisposizioni; offrirgli le fatiche, non risparmiar così facilmente la fatica e [non] prolungare un po' troppo il riposo. Certo lo studio, la preghiera, l'apostolato, tutto costa un po'. Ma che cosa offriremo noi a Gesù, noi che non siamo abituati a fare delle grosse penitenze: né flagelli, né digiuni rigorosi, ecc. Cosa daremo a Gesù, se non gli diamo almeno queste cose che son già di obbligo? Far bene tutto: lo studio, l'apostolato, la preghiera: puntualmente, amorosamente, diligentemente, intelligentemente, ecc., sì. Almeno questo: in spiritu humilitatis et in animo contrito1: nello spirito di umiltà; perché noi abbiam peccato e Gesù ha sofferto; noi ci siam soddisfatti con quelle parole, con quegli occhi, con quella gola, con quel gusto, con quel tatto, con quella fantasia, con quei pensieri, con quei sentimenti. Ma Gesù ha sofferto per noi. Dilexit me et tradidit semetipsum pro me, dice san Paolo2. Mi ha amato e si è immolato per noi.
Capirete bene il tempo dell'amore, che è questo? E' l'amore che si mostra col dolore, l'amore di Gesù, l'amore di Maria per noi.
Ci sia tanto di consolazione interna, questo tempo, e tanto di occasione per crescere, per imparare la lezione dell'amore di Gesù.
Il Crocifisso è il nostro libro ed è il libro dell'amore.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 103/a (= cassetta 89/a). - Per la datazione cf PM: «...la morte di una sorella è sempre un ammonimento come certamente è stato il caso della suora Suor Maria Natalina...». Sr. M. Natalina Rivetti, pd, è deceduta il giorno 5/3/1961. - In dAS, in data 7/3/1961, si legge: «Verso le ore 13 parte [il PM] per Torino; dopo Torino passa in Alba per il Ritiro (sacerdoti) e dopo ritorna a Torino. Ritorna a Roma il 10/3/1961, ore 14».

2 SR. M. NATALINA RIVETTI, nata a Nieve (Cn) il 12/7/1900; defunta il 5/3/1961, a Sanfré (Cuneo). E' una Pia Discepola del primo periodo, essendo entrata a San Paolo nel 1927.

1 Liber Usualis Missae et Officii.... Feria V in Cena Domini, ad Matutinum, in I Nocturno, Resp. Tristis est anima mea.

1 Cf Gn 3,15.

2 Lc 2,35.

1 Lc 23,46.

2 1Cor 13,12.

1 Missale Romanum, Ordo Missae, In spiritu humilitatis...

2 Gal 2,20c.