Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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23. L'AZIONE DELLO SPIRITO SANTO

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Alba, Casa Madre, 14 maggio 19611

...essendoci Maria medesima a guidarla, incoraggiando gli Apostoli e ricordando cose insegnate da Gesù durante la sua vita terrena, visibile.
Domandare per noi i doni dello Spirito Santo secondo parla anche il Vangelo di oggi2: «Quando verrà lo Spirito che vi manderò dal Padre egli vi insegnerà tutto, vi spiegherà tutto, ecc.». Ecco, rinnovare la Pentecoste di allora.
La nostra Pentecoste, in primo luogo, è stata quella della cresima, il sacramento dello Spirito Santo. Ricordare la cresima in questi giorni, la cresima che doveva farci perfetti cristiani, cristiani perfetti. E poi ricordare che la Professione è un frutto dello Spirito Santo, la vita religiosa è un frutto dello Spirito Santo. Chiedere, quindi, la rinnovazione della Pentecoste sulla Chiesa e la cresima, i frutti dello Spirito Santo, nelle nostre anime.
La cresima ci ha fatti perfetti cristiani e quindi compiere i doveri del cristiano.
Ma per vivere la vita religiosa, oltre i doni ordinari, oltre le virtù ascetiche, occorre qualche cosa di più, occorrono cioè, i doni, i doni i quali perfezionano le tre virtù teologali, perfezionano le quattro virtù cardinali, ci portano alla pratica delle virtù religiose: povertà, castità obbedienza. Ci vuole qui un complesso di doni dello Spirito Santo perché voi non compite e non volete compiere solamente i doveri cristiani, ma ancora la vita di consacrazione al Signore con la fedeltà a tutto quello che vogliono le Costituzioni, quello che vuole il Diritto Canonico rispetto alla vita religiosa.
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Ecco, allora, senza troppe distinzioni:
[primo,] lo Spirito Santo nella cresima conferisce specialmente la fortezza;
secondo
, lo Spirito Santo nella cresima ha conferito il dono, il volere, il desiderio dell'apostolato;
terzo, lo Spirito Santo, aggiungendo grazia a grazia, [conferisce] la vocazione religiosa.
Quindi, in questi sette giorni che rimangono ancora, [recitare] molte volte il terzo mistero glorioso: la discesa dello Spirito Santo; molte volte rinnovare i propositi della cresima; molte volte recitare il Veni creator per conoscer la vita religiosa, amarla, viverla. La vita religiosa, quindi, la vocazione e la fedeltà, l'osservanza della vita religiosa è qualche cosa in più di quello che abbiamo avuto nella cresima.
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Sì, è tanto importante che noi chiediamo questi doni:
Primo, la fortezza. Eh, la donna forte! Maria è stata la donna forte. Religiosi che son robusti, religiose che son forti, sì, forti nell'osservanza dei doveri cristiani e nelle virtù religiose, sì. La fortezza è quella che assicura la perseveranza. Quando c'è la fortezza e si sopportano tutti i piccoli sacrifici della vita quotidiana, sì, e i doveri, cioè l'osservanza degli orari, ad esempio, e vivere in comunità bene la vita comune, nella pace, nella benevolenza, nel rispetto vicendevole, nella premura del bene degli altri. Sì, fortezza. Non come persone che sono sempre un poco nei dubbi a far la Professione e poi dopo dieci anni tentennano o dopo tre anni, forse, quindi ancor più presto. Fortezza ci vuole. La vita religiosa è delle anime forti, forti a lasciare la parentela, a lasciare il mondo, più forti però nell'osservanza quotidiana. Senza la fortezza non si può vivere la vita religiosa. Domandare la grazia della fortezza che è virtù cardinale e dono dello Spirito Santo. Fortezza, terza virtù cardinale, dono dello Spirito Santo. La fortezza. Allora si è perseveranti, non si trova difficoltà nell'abbracciare quello che impone la vita quotidiana e accettare la volontà di Dio con semplicità e farla con generosità. Piegarsi e poi saper resistere e sopportare, perseverare perché la giornata sia piena di meriti. Chiedete la fortezza col terzo mistero glorioso.
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Secondo: lo spirito di apostolato. Il sacramento della cresima è il sacramento dell'apostolato, perché allora il cristiano acquista anche l'amore al prossimo: «Amerai il prossimo tuo come te stesso»1. E cioè, come tu vuoi salvarti e santificarti, così desiderare e lavorare perché anche gli altri si salvino e si santifichino.
L'apostolato è uno dei frutti della cresima. Amare il vostro apostolato, amarlo, studiarlo, imparar tutto ciò che vien detto, mettervi amore, cuore, essere zelanti di occupare il tempo, soprattutto di progredire nell'apostolato, poiché la vita religiosa è la vita di perfezionamento.
Bisogna perfezionarsi in tutto nella vita religiosa. Vedete, chi non ha tendenza alla perfezione non vive la vita religiosa, tradisce la vocazione ancorché stia vestita e viva in comunità. Perfezionarsi. Dico qualche cosa di materiale per capire lo spirito: se eravate già buone a fare la minestra, migliorare; se eravate già buone a scrivere un po' nei vostri quaderni, migliorar la calligrafia, sì; se eravate già capaci a sentir la Messa con le orazioni solite, in una maniera divota, entrare di più nello spirito della Messa, penetrare il senso della Messa non solo seguendo le parti liturgiche del messalino, ma ancora sempre più partecipare ai significati e a tutto il valore, a tutti i frutti della Messa, sì. Immolare noi stessi con Gesù Cristo. Allora l'apostolato migliorato anche, insieme. E se eravate già buone a dare qualche punto per rammendare un abito, diventare delle persone capacissime del ricamo e capaci a presentare un simbolo, un significato il quale porti alla divozione, ricordi qualche cosa. L'abito che viene indossato o i paramenti che vengono indossati dal sacerdote (dico anche l'abito perché avete anche la parte della sartoria ecclesiastica), ma specialmente per quello che riguarda il ricamo e tutta la preparazione di tutti i paramenti. Migliorare. Ogni giorno in più. Eri già buona a vent'anni, a venticinque. Ma a 40 anni bisogna che abbia già fatto dei passi, perché hai fatto molti passaggi da un anno all'altro, da un giorno all'altro.
E' vita di perfezionamento. La si capisce? Qualche volta, no. Ci vuole il dono dell'apostolato, cioè il frutto dell'apostolato che viene dalla cresima e che poi si perfeziona nella vita religiosa.
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Terzo: lo Spirito Santo poi ha dato a voi qualche cosa di più che al buon cristiano, che al perfetto cristiano. Vi porta a vivere la vita di perfezione, cioè la vita religiosa, la vocazione. Quello è un dono in più. Può essere anche che qualcheduna di voi, come è avvenuto a tante e a tanti che proprio nella cresima han sentito la vocazione, un invito intimo, una luce dello Spirito Santo, interiore, ecco. I misteri della grazia non li possiamo comprender tutti, né uno può giudicare dell'azione della grazia di un altro. Il Signore, ad ogni modo, vi ha dato la vocazione o più presto o più tardi, la vocazione. Ma per viverla, la vocazione, per vivere la vocazione, il che vuol dire: legger le Costituzioni, e leggerle, specialmente meditarle, applicarle nell'ultima redazione, l'ultimo libro che è stato stampato il quale non porta in sé nulla di nuovo, ma porta qualche spiegazione migliore. Supponiamo, nel modo di far la Visita: la lettura prima è sempre la Bibbia, ma la seconda, è la lettura delle Costituzioni, nella Visita. E poi quando si ha da far la meditazione singolarmente, senza che sia guidata o anche quando è guidata, se è libera la scelta del libro, allora: Bibbia e Costituzioni e tutti gli insegnamenti del catechismo, quelli sono i principali argomenti da meditare. Si vogliono cercar dei libri rari. E non siate eccezionali, eh? Vita comune, vita comune della Pia Discepola che è la via tracciata da chi? Con l'approvazione definitiva, dalla Santa Sede. Che Maestro volete di meglio che il Vicario di Gesù Cristo, il quale è il maestro universale? Ma egli stesso attinge dal Maestro eucaristico. E allora, facendo le veci, dice quello che piace al Maestro eucaristico. Sì. E non si tratta di spirito nuovo, di cose eccezionali, no, si tratta di far bene la volontà di Dio che è il vostro spirito. Seguire bene il vostro spirito, lo spirito della Pia Discepola.
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Adesso aggiungo: volete farvi proprio sante? E voi se volete esser proprio sante, arrivare all'eroismo. Ma quale eroismo? Pensate che un bel giorno, qualche nemico della religione si affacci, v'incontri, dica: o rinneghi la fede o che ti ammazzo? Non pensate a casi straordinari.
L'eroismo che [si] consegue sempre, [da] tutte, tutte, ognuna, voglio dire, eroismo: povertà perfetta, castità perfetta, obbedienza perfetta osservata nella vita comune della Pia Discepola per dieci anni, per venti anni, ecc., forma l'eroismo. Non è eroico ogni atto di obbedienza, no; non è eroico ogni volta chiudere gli occhi perché c'è un libraccio cattivo, c'è una figura che non va, ecc. Atto per atto non è eroico, ma la continuità è quella che dà il carattere di eroismo. Quindi state sicure che oltre all'eroismo non potete andare. E tuttavia l'eroismo può essere più o meno grande, e voglio dire: con l'osservanza precisa delle vostre Costituzioni potete farvi sante. Eroismo di virtù.
Ricordate anche la Santa canonizzata ieri1: buona cuoca, buona infermiera, ma soprattutto: osservante, osservante. E l'osservanza è un eroismo, sì, quando è precisa, non si tarda neppure un minuto dopo che han detto: fate questo; dopo che è suonato il campanello, non si sta a presentare ragioni o a discutere entro di noi se siamo proprio obbligati e se non c'è qualche impedimento. Precisione e prontezza.
Eroismo, durarla sempre: un giorno, dieci, un anno, dieci anni, tutto il tempo della vita, ecco.
Allora se è la volontà vostra di farvi sante, ecco, l'eroismo sta nell'osservanza, e siete sicure, ed è facile perché bisogna ogni giorno rinnegare noi stessi in piccole cose - ma sì, rinnegarci - e nell'abbracciare con generosità quello che vuole il Signore.
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Dunque, in questi giorni della novena dello Spirito Santo, molte volte il Veni creator, il Veni sancte Spiritus, il terzo mistero glorioso e poi tutto quello che porta alla divozione allo Spirito Santo.
E con Maria chiedere: fortezza, spirito di apostolato, osservanza religiosa. Quanto sarà utile allora la Pentecoste per noi. E intanto chiedere la Pentecoste anche per tutta la Chiesa specialmente nell'occasione del Concilio Ecumenico. Come lo Spirito Santo è disceso visibilmente in forma di fuoco sopra gli Apostoli e sopra Maria e sopra le donne, le pie donne che avevano seguito Gesù e i fratelli, e cioè i discepoli, i fedeli a Gesù, così ricevere noi.
Nel Santuario Regina Apostolorum1, sul cornicione è scritto appunto il grande avvenimento della Pentecoste. E discese lo Spirito Santo et coeperunt loqui2 e cioè cominciarono la loro vita di apostolato.
Ecco, vi dò la benedizione con gli auguri di questi tre doni: fortezza, spirito di apostolato, osservanza religiosa.
Sia lodato Gesù Cristo. "Sempre sia lodato. Deo gratias".
Iesu Magister, Via, Veritas et Vita. "Miserere nobis".
Regina Apostolorum. "Ora pro nobis".
Sancte Paule apostole. "Ora pro nobis".
Benedictio Dei omnipotentis... descendat super vos et maneat semper. "Amen. Deo gratias, Primo Maestro".
Auguri. "Deo gratias".
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1 Nastro 98/b (= cassetta 95/b). - Per la datazione cf PM: «In questi sette giorni che rimangono ancora [per la Pentecoste], molte volte il 3° mistero glorioso». Nel 1961 la Pentecoste cadeva al 21 maggio. PM: «Il Vangelo di oggi: Quando verrà lo Spirito che vi manderò dal Padre... (Gv 14 26). Si leggeva la domenica dopo l'Ascensione che nel 1961 cadeva al 14 maggio. PM: (Ricordate anche la santa canonizzata ieri». Si riferisce a Sr. Bertilla Boscardin canonizzata l'11 maggio 1961. In dAS in data 8/5/1961 si legge: «Dopo cena [il PM] parte per Torino col direttissimo delle ore 10. Fa a Torino 5 giorni di Esercizi da solo. Ritornato a Roma il 14 maggio [1961] alle ore 21,30».

2 Era la domenica dopo l Ascensione in cui si leggeva il Vangelo di Gv 15,26-16, 1-4. La frase evangelica citata dal PM è di Gv 14,26.

1 Mt 22,39.

1 Si tratta di Sr. Maria Bertilla Boscardin (1888-1922), canonizzata l'11 maggio 1961. Evidentemente don Alberione si è confuso nella data (cf PM in c179).

1 E' il Santuario, Basilica Minore, sorto in Roma, al centro delle Case Paoline, tra le vie Alessandro Severo e Antonino Pio.

2 At 2,4.