21. LA VIRTU' DELLA RELIGIONE LA LITURGIA (II)
Esercizi Spirituali (5-13 maggio) alle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 6 maggio 19611
Benedire sempre il Signore della vostra bellissima vocazione: a servizio del Maestro Gesù e a servizio della Chiesa. Membra vive ed operanti2.
Una particolare applicazione. Quest'anno avete le Costituzioni secondo l'ultima edizione che, credo, vi sia stata consegnata. Sì? E allora, una delle letture spirituali più utili, questa: le Costituzioni. E vi è sempre del tempo che è libero, dopo i riflessi. Passare le Costituzioni intieramente essendo l'edizione che è migliorata. Non vi è cosa nuova, no. Non cambia lo spirito, no. Ma è spiegato meglio qualche punto che aveva bisogno di essere chiarito e chiarito secondo le domande che le suore stesse avevano chiesto, cioè, quando domandavano spiegazioni.
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Questa Casa deve diventare un centro di spiritualità. Poco a poco, anno per anno, si migliorerà. E comunicare la vostra spiritualità sarà importante nei corsi di Esercizi vari. Ad esempio, questa settimana hanno terminato un corso i Cooperatori. Ora, nelle occasioni dei Cooperatori, certamente una delle Pie Discepole, in seguito, dovrà parlare. Parlare della cooperazione e cooperazione di preghiere, sì, ma anche di azione.
Dov'è possibile, promuovere nelle parrocchie, nelle comunità o nelle case vostre, nelle chiese vostre, l'Adorazione, e cioè, avere anche altre persone che si uniscano. Il vostro apostolato eucaristico si estende fino lì.
Cooperazione, poi, nelle vocazioni. Istruire: quali condizioni si devono vedere, esigere per rilevare una vocazione eucaristica, una vocazione delle Pie Discepole. Non tutte le figliuole che aspirano a una vocazione religiosa son fatte per le Pie Discepole, vi sarà sempre una diversità fra tendenza e tendenza: tendenza missionaria, per esempio; tendenza agli Istituti di istruzione, Istituti dedicati alla scuola, ma le figliuole le quali hanno una tendenza verso i vostri apostolati. Poi istruire sull'apostolato liturgico, perché le vostre pubblicazioni sono buone ed è utile che le riceviate e ne facciate propaganda. Però, nel corso degli Esercizi, comunicare anche questo: l'amore ad una liturgia veramente degna della Chiesa, veramente a servizio delle anime cioè, perché le anime siano portate a Dio. E, se nelle parrocchie si istituissero le unioni eucaristiche, e cioè le unioni per le Adorazioni , forse per una settimana, una volta al giorno, supponiamo [il] giovedì, specialmente nelle ore più comode per chi ha molte occupazioni e, per chi non ha occupazioni, nell'ora in cui Gesù ha iniziato la sua passione: il giovedì.
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La meditazione ora è sopra la virtù della religione.
La virtù della religione, che cos'è? E' quella virtù che inclina il nostro cuore, la nostra anima per tutto quello che è il culto di Dio. Un'inclinazione, un amore alle cose di culto, di religione. Quello è lo spirito di religione: amore.
La virtù della religione è la quarta; fede, speranza e carità; quarta: religione, virtù della religione che vuol dire: spirito di religione. E subito dicendo qualche cosa di pratico: l'amore a tutto quello che è il culto. Il culto interno, in primo luogo, il culto esterno, in secondo luogo. Per voi, la vita religiosa.
Perché la suora si chiama "religiosa"? Perché religio, religione, parola latina religio viene da religando. Un'anima legata a Dio, un'anima che si è legata alle cose di Dio, ecco. Quindi, non solo c'è una virtù della religione del cristiano, il quale deve pure andare a Messa, la domenica, far la sua Pasqua, dir le sue orazioni e vivere da buon cristiano, ma la religiosa è così legata a Dio che tutto quel che fa lo ordina a Dio. Quindi si chiama "religiosa", cioè, una persona la quale esercita, in modo più perfetto, la religione, ecco. I semplici fedeli si chiamano cristiani. Ma chi esercita più perfettamente la virtù della religione, si chiama "religiosa". E, dire "religiosa" vuol dire, dire la vostra virtù speciale. Poi aggiungerete: religiosa, ma nelle Pie Discepole, le quali hanno un loro spirito. Ma fondamentale, la virtù della religione.
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La virtù della religione ci porta al culto e, in generale, comprende tre cose: fede, fede viva; secondo, pratica della vita cristiana e, terzo, amore. Fede, speranza e carità che sono le virtù teologali. E chi osserva fede, speranza e carità vive teologalmente, vive secondo, cioè, la teologia. Fede, speranza e carità che sono le tre virtù su cui si basa tutta la vita cristiana.
Però adesso intendevo parlare, non della vita religiosa interna: fede e speranza e carità interna, ma del culto esteriore, intendo di parlare, quindi solo una parte. Principale è l'interno, ma dell'interno avete sentito parlare più spesso e si potrà sentire a parlarne anche in altri giorni. Parliamo del culto esterno.
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Il culto esterno comprende tutto quel che ci dà la liturgia, tutte le funzioni; comprende tutto quello che voi fate nella giornata, e cioè, che vivete una vita distinta dal semplice cristiano, aggiungete cioè, a quella fede, speranza e carità comune fra i cristiani, una fede speciale, un amore speciale alle cose di religione, di culto e, quindi, una diligenza. Comprende, allora, e si mette in rilievo quello che è l'apostolato liturgico.
La virtù della religione, dunque - ho detto - che è la quarta. Seguono, poi, le quattro virtù che si chiamano cardinali e poi le tre virtù che si chiamano religiose e poi le morali.
Che cos'è, allora il culto esterno? Il culto esterno comprende tutto: la costruzione delle chiese, degli altari, i quadri, i crocifissi, le statue, le immagini. Tutto comprende.
Poi il culto esteriore, comprende non solo questo, ma le funzioni sacre: e il battesimo, e la cresima, l'Eucarestia, la penitenza, tutti i sacramenti, compreso l'Olio Santo con cui, per cui, si chiude la vita.
Il culto esterno comprende tutte le benedizioni: e dalla raccomandazione dell'anima fino alle benedizioni che si danno alle campane, ai cimiteri; le benedizioni che si danno nelle varie circostanze: o, supponiamo, una nave nuova costruita, un aereoplano nuovo costruito, un macchinario nuovo costruito; queste benedizioni; l'acqua benedetta, il sale benedetto, gli esorcismi che vengono fatti, le benedizioni delle campane, le benedizioni delle case al Sabato Santo o in altra circostanza; le benedizioni sopra le case nuove, le benedizioni sugli ambienti , i locali del vostro apostolato. Tutte le benedizioni.
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Poi, la virtù della religione, culto esterno, è la stessa Professione vostra, la stessa vostra Professione, la quale indica che porterete un abito particolare, che non andrete in certi luoghi pericolosi, mondani; che davanti al mondo, con la vostra presenza dite: noi siamo persone di eternità, siamo persone legate a Dio, siamo persone che, non tanto alla vita presente, quanto al cielo pensano e vogliono. Sì, la vita religiosa suppone anche che si mangi e che si beva e che si prenda il riposo e che si curi la salute, ma in un altro spirito: per mantenersi nel servizio di Dio e nell'apostolato. E non solamente qui, ma nella pratica delle virtù religiose che sono la castità, la povertà, l'obbedienza.
La vostra vita è tutta religiosa, è un continuo esercizio di virtù della religione, quindi è un continuo merito anche che non ci pensiate ed è una continua predica davanti al pubblico, al mondo, ai fedeli e ai non fedeli, perché dice: ci sono uomini che vivono del tutto per il mondo presente, pensano a star bene, pensano a distinguersi e hanno le loro ambizioni e pensano ai soldi, agli interessi temporali. Noi professiamo che la principale cosa è perché sono stato creato: [per] conoscere, amare, servir Dio e poi andare eternamente lassù, in paradiso. E' una predica continuata, è una protesta contro lo spirito del mondo, è un esempio il quale vale più delle parole. Le prediche stesse, alle volte, fanno irritare; dire le verità a certa gente è suscitare l'avversione, la contraddizione, come Gesù Cristo: signum cui contradicetur1. Ma chi può rimproverarvi della virtù religiosa, cioè, distacco dalla terra con la povertà; distacco dai piaceri, soddisfazioni della terra, con la castità; distacco dalla nostra stessa volontà, dei desideri, con la obbedienza. Ecco, continuata virtù della religione.
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Oltre a questo, la virtù della religione comprende lo zelo per le cose di Chiesa.
Che vi siano le Pie Discepole per la liturgia, questo è uno dei fini dell'Istituto, uno degli apostolati dell'Istituto vostro.
Perciò la liturgia comprende tutto quello che porta a rendere il culto esterno sempre più degno di Dio e sempre più utile, per le anime.
Il culto esterno sempre più degno di Dio: le chiese che siano belle, che siano liturgiche e cioè, che i confessionali siano al loro posto, che il battistero sia al suo posto, che tutto sia conformato al culto, alle esigenze. Per esempio: la chiesa sia pastorale e cioè sia più adatta alla predicazione e più adatta alla preghiera e che da tutte le parti i fedeli possano veder l'altare, l'altare non secondario, ma il primario, cioè l'altar maggiore e particolarmente il tabernacolo nell'altar maggiore. Le chiese ben conformate, conformati gli altari, gli stessi banchi fatti in quella maniera che rende più comodo, senza esagerare, più comodo il pregare, perché se uno è tormentato dalla posizione in cui deve stare, è meno in condizioni di potere attendere più intensamente allo spirito. Così tutto quel che riguarda le chiese: gli abbellimenti, le pitture, degne; le statue, degne. E il principale culto va all'altare, al tabernacolo. Poi passeranno in seconda linea, nella debita posizione, gli altari dedicati a un santo, dedicati alla Vergine, dedicati a qualche angelo, come sarebbe san Gabriele. Oh, le balaustre, le tovaglie, le pianete, i calici, i piviali e le più piccole cose, anche l'ostensorio, anche la pisside, anche i Crocifissi, siano ispiratori della pietà, della divozione, sì. Davanti a certi Crocifissi si prega volentieri.
— Che cosa hai trovato in quella chiesa?
— Ho trovato che si prega bene. Allora è tutto l'elogio.
Mi sono trovato, la settimana scorsa, con un ingegnere che aveva quasi finito una chiesa, la costruzione di una chiesa e già questa chiesa veniva funzionata.
— Mi dica: che cosa si è proposto lei quando ha fatto il disegno di questa chiesa?
— Mi son proposto ciò che mi ha detto il parroco: faccia una chiesa che inviti a pregare. Ecco il tutto.
Perché c'è una corruzione di arte. Si vuole dare l'arte a preferenza della divozione. No! L'arte è come il banco in cui uno s'inginocchia per pregare, l'arte cioè, è indirizzata al culto, cioè a portare la pietà, la divozione. Che sia una bella Madonna e sia la Madonna fatta come era, non come la inventano, alle volte. E il Crocifisso? Con quattro sgorbi ti fanno un'immagine e dicono che è Gesù crocifisso. Ma io non ce lo vedo.
Poi vi è un'arte che sta, che vive per dieci anni, venti anni, gusto - dicono - del tempo. Ma bisogna fare un'arte delle chiese, degli altari, delle immagini che piacciano anche fra tre secoli. Perché un uomo sarà sempre un uomo, non è vero? E non quattro sgorbi.
Oh, allora, la divozione nelle particolarità. Del resto voi avete scuola di liturgia, avete l'insegnamento per tutte le cose, che riguardano la liturgia, che servono alla liturgia e anche con gusto artistico, perché l'arte deve produrre la verità, produrre quel che uno è. Così l'immagine deve produrre la Madonna e non qualche indicazione che ci vuole l'acume, e già bisogna sapere che cos'è per poter elevarsi nella preghiera. Oh, amare la sacra liturgia - ho detto - della chiesa.
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Amare anche la liturgia della famiglia: il battesimo dato per tempo e dato bene e con padrini che non son legati solamente da conoscenze, ma hanno spirito cristiano. La cresima ricevuta per tempo e con la debita preparazione. La prima confessione, la prima comunione che siano preceduti da un'istruzione conveniente. La frequenza alla confessione, alla comunione.
Poi, quando si tratta di vocazioni, tanto religiosi come vocazioni sacerdotali, al clero secolare, mostrarsi zelanti perché si stabilisce una candela lì: sarà quella suora che per tutta la vita rappresenta chi l'ha indirizzata alla vita religiosa. Accendete una candela al Santissimo Sacramento; che sia una candela, una Pia Discepola; che sia un sacerdote che celebra per tutta la vostra vita. Chiamatele pure le vostre candele le nuove vocazioni. E' un nome che va bene per loro ed un nome che va bene anche per chi pensa così. Così la preparazione al sacerdozio.
Così avete, qualche volta, occasione di insistere: il matrimonio è un sacramento. Una preparazione indegna, una celebrazione indegna, una vita matrimoniale indegna, non onora certo il sacramento. Invece, preparazione degna: facciano un corso di Esercizi, almeno un triduo, prima di conchiudere, se no cominciano a profanare il sacramento e pensano al matrimonio come una vita di soddisfazione. No! Si dovranno santificare assieme e salvarsi assieme e aiutarsi, perché la donna è aiuto dell'uomo. Ma aiuto in che cosa? a portare i pesi? I pesi morali, sì, ma i pesi fisici, meno. E' aiuto nelle cose spirituali, in primissimo posto, per aiutare l'uomo a salvarsi. Mai fare come Eva che ha trascinato l'uomo, Adamo, al peccato. Che rovina è stata! E tante volte ci sono dei fatti che fanno riflettere.
Oh, essere, nella famiglia, premurosi quando c'è il malato, perché bisogna aiutarlo di più. Il malato ha anche sempre un abbattimento morale, spirituale. Bisogna sostenerlo. Bisogna fare in maniera che riceva spesso i sacramenti: la confessione, la comunione. Particolarmente se poi la malattia è grave, allora essere premurosi più del sacerdote che del medico; più della confessione e della comunione che del rimedio, della medicina; e più dell'Olio Santo che non siano i pianti, le lacrime; e più della raccomandazione dell'anima. E suggerire pensieri e invocazioni adatte al momento in cui l'anima sta per passare all'eternità.
La liturgia in famiglia. Dite che nelle case ci sia sempre il Crocifisso, ci sia sempre il quadro della Madonna. E che tutti abbiano la corona, portino il Crocifisso al collo; che tutti dicano le orazioni del mattino e della sera; che la domenica vadano sicuramente alla Messa.
Moltiplicate i messalini, e i messalini comuni e i messalini che sono adatti, alle volte, più per i fanciulli, altre volte più per le persone adulte, sì. Allora la liturgia.
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Ora sarebbe da dirsi qualche cosa sopra l'ufficio vostro speciale, ufficio e apostolato liturgico.
Anzitutto conoscere bene la liturgia: leggere e studiare. E liturgia secondo i migliori trattati, quelli che son consigliati dalle persone, dalle autorità che ci guidano. Istruirsi nella liturgia. Capire. Sì, capire a che cosa serve la liturgia; il culto esterno, quanto più è grandioso, tanto più impressiona lo spirito. Se andate a una sepoltura dove tutti pregano, una processione dove tutti pregano divotamente, si è portati a pregare. Ma una sepoltura dove vanno così, per un costume esterno, parlano; a una processione in cui guardano a destra e a sinistra soltanto gli addobbi o anche meno, allora come si è portati alla pietà, alla preghiera? Le stesse tombe devono essere ornate del Crocifisso, non delle figure strane. Conoscere la liturgia.
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Secondo: amare il culto esterno: dal vostro abito sino al confessionale; dalla funzione di vestizione dell'abito o della prima Professione, quando si entra propriamente nello stato religioso, sino a quando noi avremo daccanto al letto il libro delle Costituzioni e lo teniamo come il testimonio della vita che abbiamo condotta. E che il libro delle Costituzioni sia anche messo nella cassa come testimonianza che si è amata la vita religiosa e la si è vissuta.
Nei Centri comportarsi degnamente. Mai permettersi scherzi, parole vaghe, inutili, mondane. Lì è un Centro sacro, è come una chiesa, e il banco è come il pulpito dove predicate al vostro modo.
Poi, sempre le cose più indicate alla pietà e che servono per eccitare la pietà. Eliminare quello che non è conforme. Si dice: c'è il gusto dei tempi. Ma c'è anche un gusto della moda, ma la moda scompare e oggi è in un modo, domani in un altro. No. Bisogna prendere quel che resta, quel che sta, quel che non muta: la Santissima Trinità, Gesù crocifisso, la Madonna nostra, san Paolo, le divozioni più suggerite, e gli Angeli Custodi e san Giuseppe, le anime del purgatorio, sì.
Così, amare più le preghiere vostre che non le preghiere di vari Istituti. Alle volte si leggono anche libri un po' strani.
Qualche volta mi è già avvenuto che, dovendo aspettare in una casa che arrivasse la persona che volevo incontrare, mi è successo di andare in chiesa, in cappella e un po' di curiosità di guardare i libri... Eh là! I libri della Pia Discepola ci vogliono! Particolarmente le vostre preghiere, la sacra Bibbia e tutto quel che riguarda la liturgia.
Oh, amare poi anche di far la pietà nel vostro modo, secondo le vostre Costituzioni, secondo che è spiegato da Madre Maestra e secondo che vi viene spiegato da altre persone. Basta.
Veramente religiose, cioè: praticanti della virtù della religione che distingue la suora dal semplice cristiano.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 45/c (= cassetta 94/b). - Per la datazione, cf PM: «Quest'anno avete le Costituzioni secondo l'ultima edizione» (cf nostra nota in c15). PM: «Questa settimana hanno terminato un corso [di Esercizi] i Cooperatori» Tale corso è stato tenuto dal 28 aprile al 3 maggio 1961. - dAS, 6/5/1961 (sabato): «Andato [il PM] ad Ariccia per la meditazione alle PD». - VV (cf c156).
2 Cf Costituzioni delle PD (1960), art. 3.
1 Lc 2,34.