Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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31. CONFESSIONE SACRAMENTALE E CONFESSIONE SPIRITUALE

Esercizi Spirituali (9-17 ottobre) alle Superiore Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 11 ottobre 1961 1
Quest'anno avete la grazia di aprire un pre-vocazionario2. Che cosa sia un pre-vocazionario già lo sapete. E' Istituto per raccogliere fanciulli di buona indole, di buone disposizioni, dalle quali si può sperare una vocazione. Allora accompagnare quest'opera con la preghiera.
Aiutare il sacerdote non soltanto quando esso è nell'ufficio, nel suo ministero, ma nella formazione. E questo è un aiuto alla formazione, anzi, alla prima formazione, quella di cui ha bisogno il fanciullo che arriva alla terza elementare, alla quarta, onde non abbia da contaminarsi con i pericoli del mondo e sia al più presto avviato verso il sacerdozio, più presto educato, se tale sarà il volere di Dio.
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Il primo articolo delle Costituzioni riguarda la santificazione. E cioè, l'Istituto mira alla gloria di Dio e alla perfezione religiosa mediante l'osservanza dei santi voti e mediante la conformazione alle Costituzioni. Si dice che è troppo breve questo articolo, si dice che viene spiegato poco. Questo, però, non è del tutto vero. Sì, si potrebbe spiegare di più.
Tuttavia sono spiegati bene i due mezzi principali e più necessari e cioè, i due mezzi sacramentali per il perfezionamento: la confessione e la comunione. Sono mezzi sacramentali istituiti da Nostro Signore Gesù Cristo, mezzi in cui interviene Gesù Cristo, interviene col suo potere nel confessionale dove assolve: «Io ti assolvo». E il sacerdote pronunzia queste parole a nome di Gesù. E interviene anche sacramentalmente mediante la presenza reale di Gesù nell'ostia santa. Questi sono i due grandi mezzi di santificazione.
In primo luogo, su questi mezzi bisogna fissare lo sguardo, perché si cercano tanti libri, tante spiritualità, tanti mezzi vari; si ricorre a questo, a quello, tanti consigli si domandano, tante direzioni. Utilizzare al massimo i mezzi che ha istituito Gesù Cristo e in cui interviene proprio lui a operare e, mezzi che nelle Costituzioni sono abbastanza spiegati. E tuttavia bisogna ancora dire che si possono aggiungere altri mezzi, ma i principali son questi.
E allora in questa considerazione: il primo mezzo, la confessione, lo utilizziamo al massimo? Non ricorre[re] così facilmente ad altre cose, ma a questi. E la comunione la utilizziamo al massimo? Ecco.
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La confessione. La perfezione sta in due atti che sono: togliere il male e mettere il bene; togliere il peccato e mettere, invece, la virtù; togliere quello che dispiace a Dio, ciò che è difettoso e mettere ciò che è perfezione, ciò che piace al Signore. Perciò la perfezione è come il respiro, il respiro per cui si introduce l'aria nei nostri polmoni e poi il respiro per cui si manda fuori l'aria che non è più buona, ecco. Respirare aria buona, metter fuori l'aria non più sana e già utilizzata.
Oh, la confessione è stabilita ogni otto giorni, almeno. Volere andare più di rado sarebbe un inconveniente e un privarsi di un mezzo tanto importante, sacramentale. Andare più spesso? Questo accadrà qualche volta, ma in generale, chi sta alla regola, sta alla vita comune. Tuttavia vi sono necessità che si verificano talvolta e allora la necessità richiede un'eccezione, sì. Però farsi un concetto giusto della confessione affinché si ricavi il maggior frutto.
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La confessione è riconoscere i nostri torti davanti a Dio e sperarne il perdono e sperare la conversione. Ogni confessione deve essere un po' conversione. E' vero che ciò non si può sperare in poche settimane, ma nel corso di un anno, dagli Esercizi dell'anno scorso agli Esercizi di quest'anno, se la confessione fu fatta bene, qualche progresso si deve trovare e cioè qualche difetto in meno oppure qualche difetto che vien commesso più raramente, oppure che quel difetto, quella venialità è meno intensa, meno grave. In sostanza, per andare in paradiso occorre che vi sia la veste nuziale e, per entrare, che questa veste nuziale non sia picchiettata, macchiata di qualche cosa che non è buono, che non è bello, ecco, poiché in paradiso, eh, si entra quando si è realmente puri.
E per evitare il purgatorio occorre evitare di portare al punto di morte ancora la pena da soddisfare di peccati commessi, sì; almeno venisse scancellata in articulo mortis. Togliere il veniale, poiché il veniale porta molte conseguenze tra cui vi è la pena del purgatorio. Poi togliere certi affetti e abitudini, che non saran cattive, ma son meno buone. Togliere certi attaccamenti, quindi; soprattutto evitare la tiepidezza poiché soltanto col fervore si fa una buona preparazione all'ingresso in paradiso.
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E allora nella confessione le disposizioni che noi portiamo sono decisive in quanto al frutto e le disposizioni sono specialmente: il dolore e il proposito. L'assoluzione viene quando l'anima ha queste disposizioni, sì. Poco importa un confessore od un altro, in via ordinaria, e pure poco importa se vengono dati più avvisi. Che vi sia però, il dolore e il proposito perché la grazia, l'abbondanza della grazia, la quantità della grazia dipende dalle nostre disposizioni.
Quanto a questo mezzo sacramentale, voi sapete già adoperarlo, in generale, vi sarà ancora da esaminare qualche punto. E questo si fa durante gli Esercizi.
Poi, sopra la confessione, come Madri nella Casa, occorre anche seguire se il sacramento viene ricevuto settimanalmente e se vi è una preparazione adeguata; se le cose si fanno nel modo più santo e se non vi siano abusi.
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Oh, bisogna aggiungere però una cosa, almeno è utile che venga aggiunta se non è proprio necessaria.
Oltre la confessione sacramentale, [c'è anche] la confessione spirituale, così come si dice comunione sacramentale e comunione spirituale.
La confessione sacramentale la conoscete; e da tanto tempo, da fanciulli, noi l'abbiamo cominciata a praticare con un certo impegno.
Oh, la confessione, invece, spirituale si modella sulla confessione sacramentale, cioè ha le stesse disposizioni. L'anima che fa la confessione spirituale ottiene frutti, non uguali, ma frutti simili. Qualche volta potrebbero anche essere uguali o superiori, pure superiori.
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Che cosa s'intende allora per confessione spirituale? Meglio vedere subito.
1. La confessione spirituale, è il buon esame di coscienza fatto nella Visita, dove l'anima non si confessa a Gesù attraverso al ministro di Dio, ma l'anima si confessa direttamente a Gesù. Siccome l'esame di coscienza principale della giornata è proprio quello della Visita, ecco, si può fare questa confessione spirituale con tutta la calma eccitandoci alle disposizioni che sono più utili per il maggior frutto.
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[2.] Confessione spirituale è il confiteor della Messa al mattino. Il salmo che si dice prima della Messa è già una preparazione, ma quando c'è quella confessione spirituale solenne, ed ora dev'essere anche migliorata, perché prima della comunione si diceva allora il confiteor, ma adesso si dice in principio della Messa per prepararci, sia [ad] assistere bene al sacrificio e sia alla comunione1. Serve per entrambi le opere di pietà: sacrificio e comunione. Confessione spirituale: confiteor Deo omnipotenti: mi confesso a Dio onnipotente, alla beata vergine Maria, ecc. perché ho peccato troppo: cogitatione, verbo et opere: coi pensieri, con le parole e con le azioni. E perché? Mea culpa. Mia grande colpa, mia massima colpa dobbiamo ammettere e piegare la testa e picchiarci il petto pentiti.
Poi viene la parte positiva dove uno rinnova i suoi propositi e prega e supplica il Signore perché possa adempirli. "Perciò io prego il Signore, la beata vergine Maria e tutti i santi: orare pro me ad Dominum Deum nostrum. E intanto il sacerdote farà anche lui, prima, la confessione spirituale, quindi resta una solennità, poi segue il popolo. Tutti uniti per purificarci perché si accede all'altare: Introibo ad altare Dei, per il grande sacrificio, per assister come vi assistono gli angeli che attorniano l'altare e per ricevere Gesù: panem de coelo praestitisti eis2.
Solenne quella confessione spirituale: Indulgentiam, absolutionem et remissionem peccatorum nostrorum tribuat nobis omnipotens et misericors Dominus. Si domanda perdono: Misereatur vestri omnipotens Deus: abbia pietà di voi il Signore. Et dimissis peccatis vestris perducat vos ad vitam aeternam. Solenne confessione spirituale. Perciò accedere all'altare ben purificati.
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[3.] Confessione spirituale. Ecco, negli Esercizi ricevi una correzione: hai sbagliato in questo, hai quel difetto. Confessione spirituale: è vero, non commetto più. Ecco, confessione spirituale. Questa è alle persone, questa confessione spirituale e, attraverso le persone, a Dio. Perché vi sono persone a cui non si possono fare correzioni, hanno le loro idee fisse, hanno i loro difetti che amano e di cui non vogliono emendarsi, non si confessano allora, non ammettono la correzione. Invece, quando si ammette la correzione, ecco c'è una confessione: ho sbagliato, potevo esser più fervorosa, in quel punto là ho mancato, e potevo adoperare questo mezzo, voglio adoperarlo, pregherò meglio, intendo di emendarmi quest'anno. E questo, non solamente negli Esercizi Spirituali, ma tutto l'anno quando si può essere corretti. E vi son persone le quali non accettan nessuna correzione, anzi nascondono i loro difetti e le mancanze le commettono nascostamente perché neppure vogliono che siano notate. Si evita allora la confessione spirituale.
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[4.] Poi vi è una confessione spirituale fatta, si può dire, a noi stessi: sono arrivate le nove del mattino, avevo fatto quei determinati propositi; un istante: li ho ricordati? Anima mia, in questo momento, cosa pensi? come sei orientata? hai la pace? i pensieri son rivolti a Dio? per che operi? Basta una di queste domande, le quali domande possono penetrare fino al fondo dell'anima. E' una brevissima domanda, allora, ma che dice tanto. E allora l'anima, se già si trova unita con Dio, stabilisce un'intimità sempre maggiore con Dio. E se, invece, l'anima sente che non è proprio conformata alla carità, alla docilità, alla rettitudine di intenzione, ecco lo ammette, cambia pensieri, si dispone. Una breve parola: Gesù, misericordia. E poi avanti. E' una confessione semplicissima che si può fare in un momento e si può ripetere più volte nella giornata, o che il nostro lavoro sia un momento interrotto o che si va o si viene, oppure che si passa vicino alla chiesa, si entra in un ufficio dove si è soli, ma anche in mezzo a tutti, fosse pure in mezzo al mercato, un istante, un pensiero. Non ci vuole un minuto intiero, cioè 60 secondi, bastano 30 secondi per lo più e fa un gran bene.
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Oh, ma fermiamoci un momento sulla confessione spirituale principale che è quella dell'esame di coscienza.
L'esame di coscienza che si fa nella Visita al Santissimo Sacramento, in primo luogo dev'essere un ringraziamento a Dio, ché siamo ancora lì, che il Signore ci ha creati, che il Signore ci ha conservati fino a questo momento, che il Signore, quest'oggi ci ha già fatto tante grazie, la grazia infinita della comunione. Il ringraziamento, primo punto.
Secondo punto è invocare la grazia di Dio di conoscere come procede la giornata, come procede la settimana. Quindi l'esame. Ma questo esame va fatto, in primo luogo, sopra lo stato abituale: sono fervoroso? son tiepido? son docile? ho carità? sono affezionata alla mia vita religiosa? compio bene il mio ufficio? conservo l'unione con Dio? ecc. E' proprio vedere lo stato dell'anima, perché le particolarità vengono dopo e cioè si esamineranno i propositi, ma prima lo stato generale, spirituale, abituale.
Oh, venendo poi alle particolarità, ognuna può ricordare i propositi fatti negli Esercizi o fatti nella confessione ultima o fatti al mattino durante la meditazione.
Principale poi è il pentimento. Il pentimento conformato alla vita religiosa: io ho ricevuto innumerevoli grazie, ho corrisposto a tutte? Gesù è proprio contento di me? E' stato contento ieri come ho passato la giornata? Quando Gesù mi ha chiesto qualche piacere gliel'ho fatto? E cioè: taci questa parola; usa quell'atto di bontà verso la sorella, ecc. Gliene ho fatti dei piaceri a Gesù? E poi, la corrispondenza alla grazia, è sufficiente? E sento che, man mano che passano i giorni mi spoglio di qualche difetto, man mano che passano gli anni, conquisto qualche cosa che mi mancava? Sono arrivato al terzo grado di preghiera, all'ottavo grado, al nono grado? Come sto? Allora l'esame di coscienza viene accompagnato da motivi che son propri della religiosa, del religioso. Questo non aver ancora progredito abbastanza; questo non avere ancora stabilita quella intimità con Gesù che porta ad una conversazione familiare, gioconda con Gesù; questa disposizione ad accogliere tutto ciò che avviene nella giornata e quel che piace e quel che non piace. Ecco, motivi di dolore adatti alla religiosa, al religioso.
E di conseguenza il proposito, perché noi, se abbiamo un vero dolore, eh, facciamo il proposito. E se uno camminando un po' al buio ha sbattuto col naso nel muro e il naso duole, eh, fa bene il proposito un'altra volta, quando dovrà camminare starà attento. E così staremo attenti per non cadere.
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Oh, andando avanti un po' sveltamente per non passare il tempo, fare la confessione a Gesù: "Beneditemi, o Gesù, perché ho peccato. Mi confesso a te, a Dio onnipotente". Dire anche il confiteor. Poi far la confessione proprio con le labbra, non a voce alta come al confessore, non a voce sommessa, almeno, al confessore, ma proprio come uno recita da sé il Padre nostro, esprimendo le sue colpe. Per esempio, se doveva mettere più impegno; se in quella occasione là si è lasciato sfuggire un merito, ecc. Far l'accusa. Poi stare un poco in silenzio e aspettare gli avvisi di Gesù, le ispirazioni che egli manda al cuore. Questo Gesù che è nel nostro cuore non è silenzioso. Se noi prestiamo orecchio, lui parla. E' quando noi non prestiamo orecchio, non ci mettiamo in silenzio e con l'orecchio teso, che non può parlare. Perché, se tu pensi ad altro, lui vuol parlare nella mente e allora e tu pensi ad altro, non l'ascolti. E come se uno parlasse al vento. Ascoltare i consigli e anche le sgridatine di Gesù. Poi c'è l'assoluzione? Certo. Se una avesse anche un peccato grave e il dolore è perfetto, riceve il perdono immediatamente. Se poi sono venialità, imperfezioni, e non è necessario neppure il dolore perfetto, ma dire l'Atto di dolore, dirlo di cuore: perché peccando abbiamo meritato i castighi di Dio e molto più perché abbiamo offeso lui, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. E quindi Gesù assolve. Fai il segno di croce.
Poi ci manca ancora la penitenza. La penitenza dobbiamo scegliercela noi. Quale? Può esser la penitenza che il confessore ci dà più frequentemente, oppure quella che ci ha dato nell'ultima confessione; oppure scegliercela noi stessi una penitenza che sia medicinale: ho detto una bugia, adesso mi ritratto. Ho perso del tempo, adesso riparo e faccio più svelto in maniera di riconquistare il tempo perduto. Ho parlato troppo, adesso parlerò un po' meno. Una penitenza che corregga. C'è stato quell'atto di superbia, adesso mi umilio della mia superbia, ecc. Imporsi la penitenza.
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Ecco allora abbiamo la confessione spirituale che si fa più volte nel giorno: quella della Visita; quella della Messa, in principio, il confiteor; quella di ricevere volentieri le correzioni e di ammettere i nostri sbagli, confessarli, che abbiamo sbagliato; e quarto, quelle confessioni fatte a noi stessi: qui, in questo momento son turbato, mio spirito, troppo turbato e quindi sono agitato da quel pensiero; ho quel sentimento di invidia; sento rancore, oppure, assecondo troppo i pensieri... riguardo troppo le cose materiali, ecc., le soddisfazioni. Ecco, allora una piccola, brevissima confessione a noi stessi.
Perciò utilizzare al massimo la confessione, mezzo sacramentale; utilizzare bene, in quanto si riesce possibile, la confessione spirituale.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 44/d (= cassetta 99/b). - Per la datazione, cf PM: «Quest'anno avete la grazia di aprire un pre-vocazionario» (cf c234 in PM e in dAC). «Poi, sopra la confessione, come Madri nella casa...». «E allora, in questa considerazione, il 1°. mezzo: la confessione» (cf c263 in PM). - dAS, 11/10/1961: «Andato [il PM] ad Ariccia (prediche PD). - VV (cf c240.).

2 Per espresso desiderio di don G. Alberione, si era dato inizio a Centrale di Zugliano, nei pressi di Thiene (Vicenza), a un pre-vocazionario, diretto alla formazione di giovanetti scelti, provenienti da famiglie conosciute. Si seguiva l'indirizzo usato nei pre-Seminari, con regolare organizzazione per la 4ª e 5ª lementare e prima media. Il pre-vocazionario venne chiuso quando in Italia il corso medio, divenne scuola d'obbligo.

1 Missale Romanum, Ordo Missae, Preghiere davanti ai gradini dell'altare, prima della riforma liturgica.

2 Rituale Romanum, tit. 5, cap. 2, n. 6 (cf anche Sap 16,20).