Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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30. ESERCIZI DI FEDE - VIRTU' - PREGHIERA

Esercizi Spirituali (9-17 ottobre) alle Superiore Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 9 ottobre 19611

Si direbbe che le Pie Discepole sono tutto l'anno in Esercizi perché: il silenzio che è prescritto, le pratiche di pietà abbondanti, le intimità nei colloqui con Gesù eucaristico, tutto questo, sembrerebbe un continuato corso di Esercizi. In realtà questo rispecchia la vita contemplativa. Tuttavia vi è una differenza fra il corso dell'anno, la vita, cioè, ordinaria e il corso, invece, degli otto giorni di Esercizi Spirituali.
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Che cosa sono, allora, gli Esercizi Spirituali? E perché sono necessari? E come ricavare frutto dagli Esercizi Spirituali?
[Primo.] gli Esercizi Spirituali sono un raccoglimento più intenso con Dio, un fare astrazione e un isolarsi da quello che sono le occupazioni ordinarie, la vita ordinaria, e l'apostolato stesso che, in questi giorni, non si ha da esercitare. Lasciare anche da parte i pensieri dell'ufficio e delle persone che si trattavano e con cui si conviveva.
Gli Esercizi sono in riassunto, un corso, ma gli Esercizi vanno divisi in tre parti e cioè: sono esercizi di fede, esercizi di virtù, esercizi di pietà.
Esercizi vuole dire atti, che poi divengono abitudine.
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[1.] Esercizi di fede. Noi abbiamo da considerare abitualmente il Credo. Il Credo ci dà in riassunto le verità principali della nostra santa fede e cioè: creati da Dio, educati, istruiti sopra quello che dobbiamo fare su questa terra e poi ritornare a Dio. Come il Maestro Divino: «Sono uscito da Dio Padre e sono venuto nel mondo e poi torno a lasciare il mondo e ritornare al Padre»1. Così è il riassunto della vita.
Creati da Dio. Tutto ciò che abbiamo, possediamo, è di Dio. Tutto ci ha dato: la esistenza, ha creato l'anima; la grazia del battesimo, quindi la vita spirituale, la vita di grazia; e poi la educazione perché il Signore ha messo gli educatori; e poi la vocazione e poi i vari passi della vita religiosa. Tutto è di Dio. «Che cosa hai che non abbia ricevuto?»2. C'è forse un filo che sia nostro? Niente. Se Iddio mi richiamasse tutto quel che mi ha dato, che cosa rimarrebbe? Se ci richiamasse l'intelligenza diventeremmo tutti folli. Se ci richiamasse la salute e le forze fisiche, moriremmo. Che cosa rimarrebbe di noi? Oh, tutto è di Dio. E allora, il Signore ci ha fatti a caso? Il Signore ci ha fatti per la felicità, per il paradiso. «Io credo in Dio Padre onnipotente creatore del cielo e della terra». Seguono gli altri articoli. L'ultimo: «credo la vita eterna», ecco, «la risurrezione della carne, la vita eterna».
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Oh, tra la creazione e la vita eterna, ci sta la nostra vita terrena. Ecco: usciti dalle mani del Padre, venuti in questo mondo a fare qualche cosa, qualche missione che ci ha affidata, e poi di nuovo si lascia la vita presente, si ritorna a Dio. Entrati senza meriti, ma ornati poi nel battesimo dalla virtù del sangue di Gesù Cristo, per cui siamo stati fatti figli di Dio «e come figli eredi, eredi di Dio e coeredi di Gesù Cristo»1. E lasceremo questo mondo. Come ci troveremo al di là? Nel giudizio l'esito può essere: paradiso, subito; purgatorio, quindi con un ritardo al paradiso; o l'inferno, il posto dei dannati. Come ci troveremo al di là? Ecco, questo sta da noi, la scelta. Se vogliamo il paradiso, scegliere il paradiso e tutto quello che ci assicura l'entrata al paradiso. Se vogliamo poi, appena spirati, entrare in paradiso, ecco facciamo la penitenza dei nostri peccati, togliamo le venialità, i difetti volontari, viviamo una vita fervorosa, una vita secondo le Costituzioni, secondo la vita religiosa. Quindi ecco la scelta. Noi, noi ci prepariamo quello che desideriamo, quello che vogliamo seriamente. Ma tutti desiderano così superficialmente di godere in eterno. Però vi sono le volontà buone, quelle han la pace, cioè la grazia, la santità: pax hominibus bonae voluntatis2. E ci son le volontà che son piuttosto velleità, desideri, così, un po' vuoti, quelle volontà di cui santa Teresa diceva che son lastricate dell'inferno, perché quella è velleità3.
Ecco, in questi giorni, pensieri predominanti di fede, questi: son creato, son nulla, ho solo da ringraziare il Signore. Devo uscire di nuovo da questo mondo, la sorte eterna dipende da me. La via giusta per arrivare al cielo è Gesù Cristo. E, credo in Gesù Cristo, tuo Figliuolo unico, Signor nostro, e come ha vissuto e come ha patito e come sta con me nell'Eucarestia, e la Chiesa.
Mi lascio guidare dalla Chiesa? Credo la Chiesa cattolica, la comunione dei santi? Sì. Come voglio passare questa vita? E allora tante volte protestare: "voglio il paradiso, fatemi santa". Quindi quella coroncina4 ripetuta molte volte, e quindi quei desideri di cielo. Sì. «Vi amo con tutto il cuore, sopra ogni cosa, Voi bene infinito, eterna felicità. Atti di fede in Dio creatore; atti di fede in Gesù, salvatore; atti di fede nel Maestro Divino; atti di fede nella Santissima Eucarestia; atti di fede nelle verità eterne: il giudizio, il paradiso, il purgatorio, l'inferno, la risurrezione della carne, il giudizio finale, l'eternità. Pensare, fissarsi nella mente questo, perché noi ci facciamo realmente buoni a misura che ricordiamo le verità eterne e i princìpi, in generale, i princìpi di fede.
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[2.] Poi gli Esercizi devono essere esercizi di virtù.
Virtù vuol dire propositi? Sì. Vuol dire confessarsi bene per detestare il male? Sì. Vuol dire osservanza del silenzio? Sì. Vuol dire osservanza degli orari? Sì. Vuol dire mortificazione di lingua, di fantasia? Si. Vuol dire unirci, entrare nell'intimità con Dio, fare astrazione da quello che ci preoccupava e, quello che ci preoccupava, solo considerarlo in quanto noi dobbiamo migliorarlo.
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3. Esercizi di pietà. Molta preghiera in questi giorni. Sì, la volontà si richiede, ma dev'essere unita a molta preghiera. La fede la dà solo il Signore, lo spirito di fede, è un dono di Dio. La grazia di farci santi è un dono di Dio. I lumi che riceviamo nella mente, gli affetti e le opere e i sentimenti di pietà, sono doni dello Spirito Santo. Allora, ecco, molta pietà. Esercitarsi. Far le Visite bene perché si facciano meglio nel corso dell'anno; far la buona confessione perché nel corso dell'anno si facciano buone confessioni; far l'esame di coscienza per[ché] nel corso dell'anno si facciano sempre meglio gli esami di coscienza; assistere bene la Messa perché nel corso dell'anno noi impariamo e vogliamo fare sempre meglio questo: assistenza alla Messa; così la comunione, così i rosari, così le giaculatorie, ecc. Esercizi di pietà. Tanti rosari. E dal rosario speriamo tanto, particolarmente in questo mese. Entrare nell'intimità con Gesù. Alle volte, nel corso dell'anno, un po' certe preoccupazioni, sembra che ritardino quella intimità, quella familiarità di colloquio con il Signore. Negli Esercizi è facilitato.
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[Secondo.] sono necessari o utili gli Esercizi Spirituali?
Sì, perché anche se fossimo santi: qui sanctus est santificetur adhuc1: chi è già santo, si santifichi di più. E non c'è da crescere? E il fondamentale dovere della vita religiosa non è questo? di migliorare? «Se vuoi esser perfetto»2. E non esigiamo, alle volte, più perfezione dagli altri di quanta ne abbiamo noi? e di quanto noi ne diamo il buon esempio? Sì, ecco, sono utili gli Esercizi anche ai santi. E la misura del desiderio, della volontà, dell'impegno che si ha a fare gli Esercizi, indica già quanto si è santi e quanto, forse, si è meno santi, perché i santi attendevano col desiderio vivo quel tempo di entrare in intimità con Dio.
Gli Esercizi Spirituali sono poi necessari per le anime tiepide. Non è tempo di scuotersi? Non è tempo di rompere certi fili che tengono legato lo spirito, legata l'anima che non vola, non può volare? E' come un uccello il quale non ha grandi impedimenti, ha le sue ali, la sua salute, le sue forze, ma c'è un filo piccolo che tiene legato il piede per cui, anche se tenta di volare, ecco, deve cadere. Ci sono, forse, degli impedimenti che dobbiamo finalmente togliere? delle piccole cose e dei piccoli fili che dobbiam finalmente rompere? di muoverci? Quando non sei né calda né fredda, cosa dice il Signore? Forse sarebbe meglio che fossi fredda3 perché allora, forse, un certo momento il rimorso ti prenderebbe e scuotere[sti] quella freddezza e tiepidezza che ti accompagna.
Gli Esercizi poi sono assolutamente necessari per un'anima che camminasse un po'- il Signore ci liberi da questo - camminasse un po' tra confessioni e peccati e peccati e poi confessioni e viceversa. Una vita così. Oh, finalmente risorgere e adoperare i mezzi e anche se i mezzi costano sacrificio: se il tuo occhio ti scandolezza, strappalo; se è il tuo piede che ti scandolezza, taglialo via e se è la tua mano che ti scandolezza, buttala via perché è meglio che entri in paradiso con un occhio solo, con un piede solo, con una mano sola che cadere nell'inferno4.
Noi siamo religiosi. Se mettiamo da una parte le innumerevoli grazie che riceviamo e dall'altra parte la corrispondenza nostra, non sentiamo il bisogno di incominciare una vita più fervorosa? di migliorare la nostra vita quotidiana? di essere più osservanti? Quelle Costituzioni che cosa ci stanno a fare?
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Terzo: come fare gli Esercizi.
Già detto, la prima condizione, di aver buona volontà, perché se non si ha buona volontà questi giorni passeranno come gli altri e quindi con scarso frutto. Ma questo già detto.
Altri mezzi, anzi il mezzo che è utile adesso ricordare, subito questo: entrare nel cuore degli Esercizi, non aspettare all'indomani, non pensare che forse un giorno ci sarà una predica, ci sarà una lettura, ci sarà qualche ispirazione, ecc.: Nunc coepi1: comincio adesso. Allora per metterci subito nel cuore degli Esercizi cominciare stasera l'esame di coscienza il quale ci serve per metterci davanti l'andamento della nostra coscienza. E l'esame fatto sopra i punti generali, in primo luogo: sono tiepido o caldo? Amo la vita religiosa o la sopporto soltanto? Ho qualche attaccamento all'ufficio, al posto, alla casa, oppure mi sento libera, pronta al volere santo di Dio?
Gesù diceva: Io ho un cibo di cui mi nutro2. E gli Apostoli non capivano. Allora si spiegò perché essi dubitavano che qualche altra persona gli avesse portato nascostamente il pane. Gesù si spiegò: «Il mio pane è far la volontà di Dio»3. Il pane quotidiano nostro è la volontà di Dio? Che cosa è che ci dirige? che guida lo spirito? Quali sono i pensieri che dominano nella giornata? La mia pietà dev'essere più ispirata alla penitenza, ispirata all'umiltà o ispirata all'amore o ispirata alla fede, ispirata all'osservanza religiosa? Come è la mia pietà? Attualmente, se dovessi morire, che cosa vorrei aver fatto? E spero, forse, io che tramandando certe cose, supponiamo una buona confessione, spero forse di avere più tempo, più comodità, più disposizioni in morte? Il tempo delle migliori disposizioni, se si accoglie bene, è il tempo degli Esercizi.
Prima l'esame generale sullo stato dell'anima: ma mi santifico o son sempre uguale? L'annata è passata, in generale, meglio? ho progredito un poco? Ecco. E se, sì, ringraziamento al Signore e amare sempre di più il Signore che ci ha amato. E se non fosse così?
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Poi l'esame, sulle cause. Perché vado bene? Quali sono i mezzi che adopero? Se vado bene li confermo. E se non vado bene, quali sono i motivi? Ecco, allora metto rimedio, sì.
Quando veramente un'anima è fervorosa viene già agli Esercizi con un punto su cui vorrà fermarsi per i propositi, quello che intende di ricavare dagli Esercizi. Non viene ciecamente, ma si è preparata, ha già avuto lumi di Dio, ha già fatto qualche esame di coscienza, ecco. Non sperare tanto nel predicatore quanto sperare dalla nostra considerazione, dai riflessi, perché in generale se la predica dura mezz'ora, ci vuole mezz'ora di riflessi, poiché gli Esercizi si possono fare anche senza il predicatore, ma non senza i riflessi e senza la preghiera. Si possono fare anche senza libro, ma non senza i riflessi e senza la preghiera. La preghiera e i riflessi sono assolutamente necessari. Quindi andare alle cause per studiare quali sono i rimedi. E non dire: "Quando tornerò farò meglio"; così. Far meglio quest'oggi, in questo momento. Non tramandare: "Farò". "Faccio". Sempre. Quindi arrivare alle cause.
Poi non fermarci solo sopra i doveri religiosi: povertà, castità e obbedienza. Necessari. Ma esaminarsi anche sui doveri della legge naturale: l'osservanza dei voti; l'obbedienza alle legittime autorità; il rispetto alle persone; il parlare in bene di tutti o scusare; l'usare bontà, esser fedeli alle promesse, mantenere i contratti fatti, rispetto alla roba e a ciò che non ci appartiene, l'amore alla verità, ecc. E poi l'interno, dei pensieri e dei desideri e, in sostanza, non soltanto quello che riguarda la vita religiosa, ma ancora quello che riguarda, e in primo luogo, i comandamenti.
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Si aggiunge però, ancora, essendo qui, in generale, le Madri, oltre a quello che si ha da compiere e da osservare come persone, come individui, considerare e riflettere come si adempie l'ufficio affidato. La Madre dev'essere una madre che illumina e che conforta e che prega e che dà buon esempio e che è osservante, ecc. Esaminare, quindi, anche l'ufficio. In questa maniera c'è tutto da sperare che alla fine vi troviate contente, soddisfatte.
Allora ci saran tre cose da fare per la chiusa degli Esercizi:
rinnovare i voti battesimali, primo atto;
secondo, rinnovare la professione religiosa, secondo atto;
e terzo, esporre a Gesù i propositi nuovi domandandone la benedizione. Quindi il Te Deum di ringraziamento. E poi riprendere la vita ordinaria.
Gli Esercizi sono una tappa per la vita spirituale. E dopo incomincia un altro cammino. E, se vorrà il Signore, un'altra tappa dopo un anno circa. Allora esaminare: che cammino ho fatto? In che cosa ho progredito?
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 44/a (= cassetta 99/a). - Per la datazione, cf PM: «Che cosa sono gli Esercizi Spirituali?». «E dal rosario speriamo tanto, particolarmente in questo mese». «...essendo qui, in generale, le Madri...». - dAS, 9/10/1961: «[il PM] passa ad Ariccia per l'introduzione agli Esercizi alle PD» - VV: «PM. Esercizi alle Madri. Ariccia, 9-17 ottobre 1961».

1 Cf Gv 16,28.

2 Cf 1Cor 4,7.

1 Cf Rm 8,17.

2 Lc 2,14.

3 S. Teresa di Gesù, di Avila (1515-1582), riformatrice dell'Ordine Carmelitano, Dottore della Chiesa.

4 Si riferisce all'uso tradizionale della coroncina: "Vergine Maria Madre di Gesù, fateci santi", da recitarsi all'ora della levata e del riposo.

1 Ap 22,11.

2 Cf Mt 19,21.

3 Cf Ap 3,15.

4 Cf Mt 18,8-9.

1 Sal 76,11.

2 Cf Gv 4,32.

3 Cf Gv 4,34.