20. LA BIBBIA: LETTERA DI DIO AGLI UOMINI
Esercizi Spirituali (5-13 maggio) alle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 5 maggio 1961 1
La Bibbia è la lettera che Iddio ha scritto agli uomini2. A che fine? Per invitarli al cielo. E con quali mezzi? E cioè: compiere la volontà del Signore, seguire i suoi comandamenti, accettare le verità rivelate, attendere alla preghiera, all'uso dei sacramenti, ecc. L'invito, quindi, al cielo e l'indicazione della strada per andare al cielo.
Particolarmente la strada, la via, è Gesù Cristo. E allora:
— seguire Gesù Cristo nei suoi santi esempi;
— credere alle parole di Gesù Cristo secondo che egli ha insegnato la sua dottrina,
— e praticare la pietà, cioè usare la preghiera, la quale è il centro nell'Eucarestia, specialmente la Messa, la Comunione, la Visita. E poi dall'Eucarestia derivano, come dalla fonte, rigagnoli della grazia che sono i sacramenti e i sacramentali.
La Lettera, quindi, che Iddio ha indirizzato agli uomini per invitarli alla beatitudine eterna e indicar loro la strada per arrivarci.
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Che cos'è, dunque, la Bibbia?
E' un complesso di libri. Si chiama il "Libro". La "Bibbia" vuol dire il "Libro". E' un complesso di libri, possiam quasi dire una biblioteca: 72 libri che possono essere anche considerati 73, perché vi è anche una divisione. Oh! E parte dell'Antico Testamento: 47, e parte del Nuovo Testamento. Quelli del N.T. li conoscete e cioè: i quattro Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le Lettere di san Paolo: 14; poi le Lettere di san Pietro, di san Giovanni, di san Giacomo, di san Giuda e poi l'Apocalisse di san Giovanni. Ora, quelli dell'Antico Testamento cominciano con i libri di Mosé. Primo, il Genesi, poi veniamo avanti fino all'ultimo dei libri dell'Antico Testamento.
Oh, che cosa è la Bibbia allora?
[Primo.] la Bibbia è il libro di Dio. Perché si dice "Libro di Dio"? Primo, perché l'autore è Dio. La Bibbia è ispirata. E' ben diverso il libro della Bibbia dai libri comuni. I libri comuni saranno scritti, tante volte, da autori celebri e da santi. Particolarmente ricordiamo quello che hanno scritto i Pontefici, quello che hanno scritto i Dottori della Chiesa. Perciò stesso che sono elevati a grado di dottori, la loro dottrina è insigne. Dottrina, unità, santità e zelo. Ma il libro di Dio è ben altra cosa, cioè è Dio stesso che è la Verità, la Sapienza da cui tutto procede. Sì. Quindi si dice "Libro di Dio" perché Dio ne è l'autore. Bisogna notare, però, che non è materialmente che egli scrivesse il libro, ma egli ispirava, Dio, e perché lo scrittore si decidesse a scrivere e perché scrivesse ciò che Iddio voleva, senza commettere errori, cosicché il libro si dice "di Dio". Le lettere di san Paolo, san Paolo non le scriveva, in generale; alla fine della lettera metteva i suoi saluti e qualche parola di augurio, di benedizione. Ma le dettava. Colui che scriveva, scriveva sotto il suo dettato. Ecco, allora le lettere son di san Paolo formalmente, sostanzialmente, realmente; però l'amanuense, cioè colui che ha adoperato la mano, è uno strumento comune, pur essendo un uomo intelligente, che capiva ciò che scriveva sotto l'ispirazione, la dettatura dello Spirito Santo. Come se la Madre Maestra vi dettasse una lettera, vi dettasse un tratto di libro perché è importante, si deve ricordare. Se vi detta una lettera sua, è sua, sebbene l'abbiate scritta voi sotto la dettatura.
[La Bibbia] ha Dio per autore.
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Secondo: è verità assoluta. Sì, Dio non voleva istruirci nelle cose comuni. Le espressioni sono conformate al pensiero del popolo secondo i tempi e secondo i luoghi, ma la sostanza dell'espressione, ciò che ci sta sotto l'espressione, è di Dio. Verità, quindi, a cui noi dobbiamo piegarci. E valgono le parole di Gesù: «Chi crede sarà salvo, chi non crede sarà condannato»1.
Libro di Dio. Il quale libro, che cosa contiene? C'insegna, forse la geografia? C'insegna, forse l'astronomia? C'insegna, forse l'aritmetica? No. Dio parla del cielo, ma non parla dell'astronomia; Parla del cielo, paradiso, e della via per andare al paradiso. Oh, neppure, si può dire che tutti gli scrittori avessero uguale stile, no. Lo stile dipendeva, in parte, dallo scrittore. Ma quel che era insegnato dallo scrittore, che è di Dio. E che cosa contiene? Contiene le verità.
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Ma utilis est1 La Scrittura è utile a che cosa? Primo, per conoscere le verità di Dio; secondo, per conoscere la volontà di Dio; terzo, per unirsi, unire noi a lui mediante la grazia, mediante i mezzi che il Signore ci ha dati.
Utilis est omnis Scriptura divinitus inspirata1: è utile, la Scrittura, ed è divinamente ispirata. Ispirata.
E', essa, indirizzata a istruzione, a correzione, a formare l'uomo ad ogni opera buona, dice san Paolo2.
[1.] A istruzione. Non c'è libro di pietà che eguagli questo. Non c'è libro di meditazione che eguagli la Scrittura. Non c'è libro di lettura spirituale che eguagli la lettura della Bibbia. E qualche volta si vede che si va a cercare a destra e a sinistra, libri rari, libri che sono del tale autore, tal altro, libri che sono raccomandati da questa o quell'altra persona. E tante volte sono anche di autori celebri e magari di persone distinte per pietà e, certamente, meritano rispetto. Ma non c'è lettura spirituale che eguagli la lettura della Sacra Scrittura, della Bibbia. Appunto perché, tra i libri scritti dagli uomini e il libro che è scritto da Dio, ci passa la distanza che c'è tra l'uomo e Dio.
Il vostro Maestro è uno, Gesù Cristo, ha detto lui stesso, Gesù3. E gli altri maestri come sono, tutti quei che scrivono e insegnano? Sono maestri in quanto ripetono e spiegano la parola che è stata rivelata, le verità e gli insegnamenti che sono stati rivelati. Allora son maestri saggi, maestri di santità. Non parlo di un maestro di aritmetica. Parlo della sapienza che è la prima e principale: la sapienza dei Santi, la sapienza delle anime che vogliono camminare sicuramente sulla via del cielo.
Può essere che qualche persona si stupisca di certe espressioni particolarmente dell'Antico Testamento? Sì. Ma anche negli episodi e in quello che, qualche volta, fa stupire qualche persona, bisogna guardare sempre ciò che sta sotto, ciò che è lo spirito, non tanto, allora, quella espressione o la lettera stessa, ma lo spirito che c'è dentro, poiché: littera occidit3. La lettera uccide e lo spirito invece dà la grazia, comunica la grazia4. E' utile, perciò, essere istruiti nelle cose di Dio.
Cosa potremo rispondere noi al Signore al giorno del giudizio se egli ci chiedesse: Hai letto la mia lettera? Io son tuo Padre, ti ho scritto. Hai letto solo qualche periodo, oppure sei andata fino al termine? Tu leggevi volentieri le lettere della mamma, le lettere del papà e andavi fino al fondo per conoscere anche come si esprimeva per salutare. E come hai trattato, e come hai seguito, e come hai amato la mia lettera? Dovessimo rispondere: io non l'ho letta. Dovessimo rispondere: l'ho letta fino a un certo punto, poi mi sono annoiato. Ho letto quasi tutto, ma quando si arrivava, per esempio, ad un punto e che magari non era tanto gradito o si arrivava ai saluti che sono al termine delle lettere apostoliche e allora son passato liberamente ad altro e ho trascurato di penetrare e di conoscere dal modo con cui il Signore esprimeva il suo cuore nei saluti, son passato ad altro.
Non andare alla morte con la responsabilità di non aver mai letta tutta la Bibbia. Dico subito: chi ne leggesse un capitolo al giorno, la leggerebbe tutta in tre anni e mezzo, circa. Perché ha 1.330 capitoli all'incirca e quindi, dai tre a quattro anni, meglio direi, in quattro anni, perché la parte che si legge più facilmente e la si ripete ogni anno, la domenica, i Vangeli, quelli vengono sempre ripetuti. Ogni domenica c'è l'Epistola e c'è il Vangelo che si legge nel messalino. E' utile, quindi, - come dice san Paolo - la lettura della Bibbia.
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[2.] E' utile anche a correggerci. Sì, a correggerci i pensieri intimi, e cioè, a correggere i pensieri che ci vengono dal mondo. Il mondo è tutto indirizzato alle cose della terra. Che cos'è il mondo? E' difficile a definirsi. Ma il complesso è quel clima, quell'atmosfera non cristiana che si respira nel mondo. Nel mondo si respira una atmosfera tutta di interessi materiali, di piaceri, di ambizione, di carnalità, avarizia. Questo è il mondo. E quelle espressioni che si sono imparate da fanciulli; è quello che si sente, tante volte, da coloro che fan discorsi che son più mondani che spirituali; pensieri che, magari, si ricavano sentendo chi è a contatto nei Centri, a contatto con le popolazioni. Ora, l'uomo vive di pensiero, in primo luogo. Se noi curiamo la nostra testa, che è diventata malata a forza di sentire discorsi mondani, discorsi solamente terreni che non riflettono il fine della vita, cioè, destinati al cielo...
Allora abbiamo bisogno di purificarci dopo aver sentito o letto o guardato alla televisione o qualche spettacolo o conversato con persone che s'interessavano solo delle cose presenti. C'è bisogno di una purificazione, di sostituire questi pensieri, queste preoccupazioni soltanto terrene, sostituirli con i pensieri di Dio, elevarci in un'altra atmosfera, entrare in conversazione con Dio, mettersi ai piedi di Gesù: doce nos1. Insegnaci, o Signore. Allora i pensieri divini vengono a purificare la nostra testa, la nostra mente, [a] purificare i nostri sentimenti, i desideri mondani. Questi pensieri divini ci liberano.
E' un sacramentale la Bibbia. Non sacramento, ma sacramentale, il quale sacramentale, perciò stesso che viene adoperato, per ciò stesso che si legge la Bibbia, purifica l'anima, purifica la mente, purifica il cuore e purifica, quindi, anche la vita affinché sia migliorata. Quindi, proprio per mettere i pensieri, le aspirazioni, i desideri divini, la Bibbia. E alle volte sono espressioni in forma più facile, e supponete i libri storici dell'Antico Testamento. Può essere il Genesi, può essere la storia di Rut, può essere Giuditta, ecc. E alle volte sono un po' più difficili questi pensieri e perciò qualcheduno si scoraggia a un certo punto.
Siamo dunque stanchi delle parole del Padre celeste? A che vale lo Spirito Santo, qui locutus est per Scripturas2, il quale parlò per mezzo delle Scritture? Ci stanchiamo, forse di sentire la sua Parola e il suo insegnamento? Se vi sentiste annoiate di una predica non mi stupisco. Ma sentirsi annoiati della voce, dell'insegnamento di Gesù, dello Spirito Santo, questo non deve avvenire.
Utilis est ad corripiendum3. E' stabilire la persona in una condizione di vita, in un modo di vivere per cui la vita è un continuo fruttificare, fruttificar meriti per l'eternità. Sì, perché sia l'uomo - dice san Paolo - istruito in tutte le opere buone, a osservare la giustizia, cioè, camminare per la via della santità3.
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Oh, ora una domanda: come leggere la Bibbia? Quest'anno è stato dedicato, per la celebrazione della venuta di san Paolo a Roma, è stato dedicato alla diffusione della Bibbia. E' quanto si sta facendo, è quanto già si è fatto, è quanto ancora è in corso e si farà. Voi non avete la propaganda diretta della Bibbia. Può esser, tuttavia, che abbiate l'occasione di consigliarla. E se in qualche occasione, col permesso, dovreste fare un regalo, regalar più il Vangelo o la Bibbia, di preferenza. Oh, ma a parte questo, come leggere la Bibbia?
Primo, leggerla davvero. Può essere che per tre anni [la] teniate sempre nel banco, dove fate la Visita al Santissimo Sacramento, teniate sempre la Bibbia. E come lettura spirituale, ecco, la lettura spirituale per eccellenza: la Bibbia. E non stancarsi se anche nelle Lettere di san Paolo si trovano delle cose alte e alquanto difficili1. E' questione di prenderci gusto. Quando poi si superano le prime difficoltà, allora quasi non si può fare a meno di sentire san Paolo e, ancora più presto, l'anima sentirà di non poter fare a meno della Parola diretta di Dio, cioè dei Vangeli e di tutti gli altri libri del Nuovo Testamento. Quindi, la lettura spirituale, di preferenza, sopra questi libri della Scrittura.
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Secondo, leggerla con infinito rispetto, come assetate della divina Parola, come avveniva a quelle turbe che da quattro giorni seguivano Gesù e volevano vedere i suoi miracoli, volevano sentire la sua Parola. E avevano consumate tutte le provviste. E allora, erano affamati. Affamati materialmente perché prima, affamati solo della parola di Dio1. Bisogna sentire il bisogno della parola di Dio, mettendoci bene ai piedi di Gesù. Sì, con fede: "qui parli tu, non mi parlino gli uomini; parlami al cuore e fa che le mie parole corrispondano, e cioè che io, poi, parli le tue parole, ripeta le tue parole".
Oh, [terzo] leggerla con fede. Non si guarda la critica, non si guarda la letteratura, si guarda il senso, l'insegnamento, lo spirito, per praticarlo, per viverlo. Tante cose si sono studiate nei vari anni della gioventù, ma mica che tutte adesso le adoperiamo quelle cose che abbiamo studiate, no. Erano istruzione che va bene che noi ricordiamo e qualche vantaggio lo portano sempre. Ma la Bibbia ha un insegnamento che non finisce mai, cioè finché non siamo in paradiso. Finché siam sulla terra bisogna che noi abbiamo la fede, e le verità della fede si attingono di lì. Non possiamo deporre la Bibbia finché non siam perfetti. E quando si sarà perfetti? Si cesserà con la morte perché allora non ci sarà più la fede. Ma per chi avrà praticato l'insegnamento divino e avrà creduto alle parole divine, ecco la visione eterna. Prima si pensavano perché si credeva. Di là si vede ciò che sono le cose in loro e sono in se stesse.
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Poi, coi propositi. Alla fine ringraziare il Signore dell'insegnamento che ci ha dato. Ricavare un pensiero, ricavare un insegnamento e pregare. Un pensiero che sarà il principale fra i pensieri che abbiam letti. Supponiamo che una legga un salmo, ben tradotto, con parole chiare, per quanto è possibile, dopo ricavarne qualche pensiero; secondo, ricavarne qualche proposito e, terzo, pregare protestando la nostra fede nella parola di Dio e domandando al Signore la grazia di praticarla, viverla.
Ecco, allora, certamente in questi giorni penserete a questo: la lettura della Bibbia che significa leggere la parola di Dio. Lì si fa la miglior lettura spirituale e lì si ha un insegnamento completo. Completo. Si imparerà a praticar la povertà, la castità, l'obbedienza, s'imparerà meglio la via della perfezione e si imparerà anche l'apostolato1.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 45/b (= cassetta 94/a). - Per la datazione, cf PM: «Quest'anno è stato dedicato alla diffusione della Bibbia» (cf prediche nn. 11, 14, 15, 22 del 1960). «Certamente in questi giorni [di Esercizi] penserete a questo: la lettura della Bibbia..». - dAS, 5/5/1961: «Andato [il PM] ad Ariccia per l'introduzione degli Esercizi alle PD». - VV: «PM. Esercizi alle centriste. Ariccia, 5-13 maggio 1961».
2 Cf GREGORIO MAGNO, EP. V, 46.
1 Mc 16,16.
1 2Tm 3,16.
2 Cf Mt 23,8.
3 2Cor 3,6.
4 2Cor 3,6.
1 Lc 11,1.
2 Cf Simbolo niceno-costantinopolitano. - Denzinger 150.
3 Cf 2Tm 3,16.
1 Cf 2Pt 3,16.
1 Cf Mc 6,31ss e par.
1 E' istruttivo leggere quello che don G. Alberione scrisse su La Bibbia durante il suo chiericato, nel Seminario diocesano di Alba (Cuneo); in Sono creato per amare Dio. Opera Omnia n. 5, (EP 1980) numeri marginali 155-180.