Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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17. LO SPIRITO PASTORALE:
CARATTERISTICA DELLA FAMIGLIA PAOLINA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 14 aprile 19611

La domenica prossima è chiamata la domenica del Buon Pastore. Nell'Epistola2 della Messa si leggono quelle parole di san Pietro dove egli richiama il grande mistero della croce, cioè, Gesù che dà la sua vita per le pecorelle, secondo che Gesù aveva detto: «Io sono il buon Pastore e darò la mia vita per le mie pecore»3.
Il Vangelo, poi, contiene il breve discorso di Gesù che incomincia con le parole: «Io sono il buon Pastore». Il buon Pastore conosce le sue pecorelle. Il buon Pastore dà la sua vita per le pecorelle. Invece il mercenario, cioè, chi custodisce un gregge per pagamento, quindi non ha la proprietà, non è il padrone delle pecore, se viene un pericolo, se arriva il lupo, fugge perché non gli importa che le pecorelle siano sbranate. Invece il pastore buono dà la vita per il suo gregge. Ed io conosco le mie pecorelle ed esse conoscono me. E ho altre pecorelle che non sono ancora di questo ovile, anche quelle devo attrarre a me e sarà un solo ovile sotto un unico Pastore4.
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In questa circostanza: oggi, domani, dopodomani, pregare per il sommo Pastore, il Papa.
Nel primo discorso che ha fatto Giovanni XXIII, dopo la sua elezione al pontificato, ha dichiarato: Chi vorrebbe cercare nel Papa un diplomatico, chi uno scienziato, chi un organizzatore di popoli. Ma il Papa è anzitutto Pastore, tutto quel che fa è ordinato al suo ufficio di pascolare santamente il gregge e condurlo all'ovile celeste, alla salvezza eterna1.
Pregare, perciò per il Papa affinché compia santamente il suo ufficio, non solo, ma che trovi corrispondenza e docilità nelle pecorelle. Quanti si oppongono al suo insegnamento! Quanti cercano pretesti per accusare! Così come hanno cercato pretesti per accusare Gesù e mandarlo a morire su una croce. Per tre secoli, nella storia ecclesiastica, i Papi sono quasi tutti martiri, hanno dato la vita per le pecorelle e, altri che si son succeduti, se non sono stati martiri nel corpo, sono stati martiri nello spirito per le sofferenze, le contraddizioni, le persecuzioni, le calunnie a cui vennero fatti segno: Signum cui contradicetur2. Così Gesù Cristo, così il Papa che rappresenta, che fa le veci di Gesù Cristo.
Pregare per il Papa e pregare pei vescovi perché Gesù ha stabilito Pietro capo e delle pecore e degli agnelli3. Le pecore rappresentano i vescovi, gli agnelli rappresentano i fedeli. Pregare per l'episcopato e pregare per i fedeli, per tutti i cristiani. Che da una parte vi sia lo zelo, la sapienza di governo nella Chiesa e, dall'altra parte, vi sia la docilità a obbedire, assecondare, accompagnare i programmi di salvezza che ha il Papa nella sua mente, nel suo cuore, secondo la sua missione, il suo ufficio.
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Poi, capire che cosa voglia dire aver lo spirito pastorale il quale dev'essere posseduto da tutte le Famiglie Paoline.
Che cosa significa, dunque? Significa un grande amore al Pastore e un grande amore alle pecore e agli agnelli.
E' una mentalità, è una sentimentalità, è una attività, una volontà conformata a Gesù, buon Pastore. Quindi comprende tre parti.
Primo, la mentalità.
Comprendere che cosa voglia il Maestro Divino, che cosa ha cercato nella sua vita; perché si è incarnato il Figlio di Dio: propter nos homines et propter nostram salutem descendit de coelis. Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine et homo factus est. Et crucifixus1. Si fece uomo per noi, per la nostra salvezza e arrivò all' immolazione sul calvario, dopo aver predicato la sua dottrina e lasciati i suoi santissimi esempi.
Aver cognizione non solo della missione compiuta dal Maestro, ma ancora, comprensione delle anime; che cosa voglia dire salvarsi un'anima; cosa significhi, invece, perdersi un'anima. Quando si ha buon cuore, si piange sopra i peccatori, sopra quelli che son traviati, che resistono alla grazia di Dio o che, per ignoranza o malizia, si avviano per la strada che conduce a perdizione. Aver compassione per le anime del purgatorio. Pregare per tutti quelli che devono ascendere a maggior perfezione e santità, per tutti quelli che non si accostano ancora a Gesù neppure per la Pasqua. Pregare per gli atei, per gli eretici, scismatici e per tutti quelli che portano il nome di cristiani e di cattolici, perché non abbiano solo un bel nome, ma abbiano una bella vita conformata a Gesù Cristo. Quindi una mentalità pastorale.
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Secondo: un cuore pastorale.
E quindi l'amore alle anime. Non solo la stima, cosa significhi la salvezza, ma amarle. «Non vi è chi prega per i peccatori, chi faccia penitenza per loro», diceva Maria a Fatima parlando ai tre pastorelli.
Persone che sono quasi indifferenti un po' per la loro santificazione e quanto più indifferenti per gli altri. E allora, ecco l'insegnamento del Maestro che, comparendo a santa Maria Margherita Alacoque1 dice: «Ecco quel cuore - e lo mostrava - ecco quel cuore che tanto ha amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi». E poi si lamentava come non era compreso e chiedeva la collaborazione, cioè la preghiera e il sacrificio, la mortificazione, alla Santa, affinché i peccatori avessero un maggiore aumento di grazia. Sì. Perché Gesù vuol essere aiutato da noi, nel senso giusto, e cioè, vuole che noi con lui preghiamo il Padre celeste ad attirare a sé, attirare a Gesù tante anime perché: Nemo venit ad me nisi Pater meus traxerit eum2: nessuno viene a me senza che il Padre lo attiri con la grazia.
Possedere questo cuore pastorale come il cuore di Gesù.
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Terzo, poi: attività.
La caratteristica della Famiglia Paolina è proprio quella di avere uno spirito pastorale e cioè, aiutare le anime, sentire l'apostolato e l'apostolato indirizzato alla salvezza delle anime, indirizzato a rendere sempre più bella la Chiesa, servirla sempre meglio e quindi cooperare con essa alla salvezza delle anime, all'edificazione del Corpo Mistico di Gesù Cristo che è la Chiesa, perché la redenzione venga applicata.
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L'apostolato della Pia Discepola ha da tener sempre in mente il Maestro Divino e secondo l'insegnamento del Maestro e cioè: quello che Gesù vuole, quello per cui si è incarnato: le anime: Propter nos homines et propter nostram salutem1. Quindi non è un commercio quello che si deve fare nella distribuzione degli oggetti religiosi, anzi bisogna togliere ogni dubbio che questo venga interpretato in tale senso. Non è un commercio, come non è un'industria, il lavoro che si fa per le paramenta, supponiamo, i paramentali sacri, non è un'industria. Questo possono farlo tante persone, tanti altri che sono o industriali o commercianti. Ma propriamente questo appartiene alle mani consacrate al Signore, ai cuori consacrati al Signore, cioè, nella Chiesa di Dio, anime consacrate a lui. E voi, in particolare, [farlo] come un ufficio, come una missione, come apostolato.
Certamente vi devono essere le offerte fissate perché ogni persona deve vivere del suo lavoro e anche l'apostolo deve vivere dell'altare, l'apostola deve vivere dell'altare. Però è un senso diverso che ha l'apostolato e che ha, invece, l'industria o il commercio. Esteriormente sembrerebbe quasi uguale, ma lo spirito è tanto diverso. Ci può essere uno spirito malvagio, ci può essere uno spirito di avarizia e ci può esser lo spirito santo e cioè: l'amore a Dio e l'amore alle anime.
Tenere la mente fissa allo scopo della gloria di Dio e della salvezza degli uomini, cioè, la pace degli uomini. Il programma, lo spirito, non dev'essere vissuto in parte soltanto, ma in tutto, in tutta la sua complessità. Oh! Quindi, non quello che porta più utile, quanto a guadagno, o nella confezione o nella distribuzione, ma quello che meglio serve alle anime, che maggiormente contribuisce alla pietà degli uomini, alla pietà, alla preghiera.
Se si rendono le funzioni solenni e belle con buoni canti; se si procurano paramenti veramente conformati allo spirito della Chiesa, si contribuisce al culto. E se nei Centri questo è sempre lo spirito che domina, e cioè: l'amore alla Chiesa, l'amore a Dio e l'amore alle anime, allora si fa il vero apostolato. Molte cose che possono fare altri, non possiamo farle noi, perché siccome sono guidati, generalmente, dall'interesse, allora fanno ciò che meglio frutta alla borsa. Ma voi fate quello che meglio è utile allo spirito, alle anime. Molte cose, quindi, son da eliminarsi e molte cose son da aggiungersi.
Quindi l'attività in ispirito pastorale. E voi lo fate, in generale, per mezzo dei Centri e per mezzo della lavorazione.
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Le Suore Pastorelle1 poi, che celebrano la loro festa principale, vanno direttamente all'anima. E quindi, se noi diamo il catechismo stampato o il libro di liturgia stampato, loro lo mettono in mano al bambino e lo spiegano e quindi arrivano proprio a contatto.
In questo spirito pregare, perché, quindi, la loro istituzione si sviluppi e possa compiere ciò che è nei voleri del Maestro Divino. E tuttavia lo spirito della Pia Discepola dev'essere, in fondo, uguale. Si tratta di modo, non di cosa diversa, ma di modo di esercitare, di compier la stessa cosa e di essere animati dallo stesso spirito. Non che si debba considerare una famiglia distaccata dall'altra, con un altro spirito. E' unico. Gli apostolati sono i mezzi, ma lo spirito è uno: glorificar Dio, portar la grazia, la pace, la salvezza agli uomini.
Penetrare bene questo punto, perché domini poi tutta la mente, i sentimenti e specialmente l'attività anche esteriore degli apostolati. E pregare che questo spirito sia sempre più profondo nella Famiglia Paolina2, in tutte le parti e, nello stesso tempo, esaminarci come viviamo questo spirito e come lo chiediamo questo spirito.
Bisogna che ognuna che va avanti e cerca la Professione, viva di questo spirito: spirito religioso, spirito dell'apostolato. E pregare perché «si faccia un solo ovile e un solo Pastore»3 secondo i desideri del Maestro Divino, specialmente in occasione del Concilio Ecumenico.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 41/d (= cassetta 92/b). - Per la datazione, cf PM: «La domenica prossima è chiamata la domenica del Buon Pastore (...). In questa circostanza, oggi, domani e dopodomani, pregare per il Papa». - dAS, 14/4/1961 (venerdi): «Va [il PM] a tenere meditazione alle PD di via Portuense». - dAC, 14 e 21 aprile 1961: «Alle 6 meditazione del PM».

2 Cf 1 Pt 2,21-25.

3 Gv 10,11.

4 Cf Gv 10,11-16.

1 Cf GIOVANNI XXIII, Omelia in occasione dell'incoronazione, 4 novembre 1958: in Discorsi Messaggi Colloqui del Santo Padre Giovanni XXIII, vol. 1, pp. 10-14.

2 Lc 2,34.

3 Cf GV 21,15-17.

1 Simbolo niceno-costantinopolitano. - Denzinger 150.

1 S. MARGHERITA MARIA ALACOQUE (1647-1690), Suora della Visitazione.

2 Cf GV 6,44.

1 Missale Romanum, Ordo Missae, Credo.

1 Suore di Gesù Buon Pastore, o Suore Pastorelle; è questa la terza Congregazione femminile fondata da don G. Alberione, di diritto pontificio. Considerano il loro inizio nel 1938.

2 Famiglia Paolina si chiama il complesso di fondazioni fatte dal Sac. Giacomo Alberione: 5 Congregazioni e 4 Istituti, più i Cooperatori paolini. Per i particolari sulla composizione della Famiglia Paolina si cf San Paolo nn. 6-7, 1968, pp. 1-8, riportato anche nel nostro volume 1963, p. 169, nota 4.

3 Gv 10,16.