Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

3. LA CONGREGAZIONE: CONOSCERLA - AMARLA - VIVERLA

Meditazione alla comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 27 gennaio 19611

Quanto più le cose sono fatte per amore, amore a Dio e amore al suo paradiso, tanto più sono meritorie. Grande cosa: con le stesse opere, acquistare la massima gloria, il massimo merito. Allora portarvi il massimo amore.
La vita vostra sarà la vita della Congregazione ed è la vita della Congregazione. Allora, più la si conosce, la Congregazione, più la si ama; più si amano le cose che son da farsi in Congregazione, tanto maggiore è il merito. Far rendere la vita, non solo il 30, il 60, ma mirare, quindi, al 100 per uno. Essere le vergini prudenti le quali tengono sempre la lampada fornita d'olio e pronte, quindi, queste vergini, ad incontrarsi con lo Sposo divino.
15
Primo, allora, conoscere la Congregazione per amarla, per viverla.
[1.] Conoscere la Congregazione.
Che cosa significa? Significa considerare la Congregazione come una particella, pure preziosissima, ma sempre una particella nella Chiesa, nel Corpo Mistico di Gesù Cristo. Conoscere la Congregazione. Le aspiranti, le novizie [abbiano] una cognizione proporzionata alla loro condizione e, man mano che poi si procede, e nella prima professione e nelle professioni seguenti e nelle professioni perpetue e, ancora di più, quando si entra nella vita religiosa e si entra nell'apostolato.
Conoscere l'Istituto. Come si conosce? Conoscere prima i principi evangelici che la reggono, la Congregazione, cioè i principi su cui si fondano i voti: povertà, castità e obbedienza; i principi su cui si fonda la Congregazione quanto alla vita di perfezione, allo stato di perfezione. E i testi evangelici sono chiari e quante volte, penso, ve le ripetono all'inizio della vita di Congregazione.
Conoscere, poi, le Costituzioni, prima nel complesso, poi nei singoli articoli dal primo all'ultimo, tanto più che ora le Costituzioni sono oramai definitive e perciò si possono vedere nei loro particolari, non soltanto nei principi e nelle norme generali, ma nei singoli particolari; esempio: il modo di fare la Visita. Il premio che spetta alla religiosa fedele, alla religiosa che va crescendo, che va progredendo nello spirito della Pia Discepola!
Poi, conoscere l'organizzazione dell'Istituto, l'organizzazione del governo, l'organizzazione dei vari passi per procedere: dall'entrata, la vestizione, il noviziato, la professione temporanea, la professione perpetua, e poi la vita e il lavoro di perfezionamento, anzi, già che cosa sia uno stato di perfezione, non solo aspirare come può aspirare un buon cristiano, ma cosa sia lo "stato", che è tanto diverso, appunto perché si è consacrati a Dio. Conoscere il valore della consacrazione.
Conoscere, poi, che cosa voglia dire accettare gli uffici che verranno assegnati in Congregazione, sia che costituiscano un peso e sia, invece, che costituiscano uno stato di conforto, conforme, cioè, ai desideri, alle inclinazioni, o sia che quello che ci è assegnato sia proprio contrario alle nostre abitudini, ai nostri gusti.
Conoscere l'organizzazione degli apostolati, lo spirito con cui compierli, il privilegio di avere l'Adorazione e di cooperare alla Chiesa, servir la Chiesa per mezzo della liturgia, dell'apostolato liturgico e innestarsi nella Chiesa col servizio sacerdotale. La donna associata allo zelo sacerdotale.
Conoscere anche le persone, conoscere le Case, conoscere le iniziative, le pubblicazioni; conoscere quello che già si è raggiunto e quello che è da raggiungersi ancora, quello che è in via di perfezionamento in tutti e tre gli apostolati: eucaristico, sacerdotale e liturgico. Conoscenza intima. Non si può amare senza conoscere.
Conoscere anche il numero e il nome delle persone defunte che già sono lassù, al premio della Pia Discepola, e conoscere coloro che si trovano in particolare difficoltà, esempio: le inferme; esempio: coloro che hanno maggiori responsabilità nell'Istituto, uffici più delicati. Conoscere.
16
2. Amare. Amare l'Istituto, ho detto, perché questa è la vita vostra: quella dell'Istituto. E quanto maggiormente si amerà l'Istituto, si ameranno i singoli articoli delle Costituzioni e i singoli uffici assegnati, ciascheduna per il suo ufficio; il mio ufficio, pensare, quello che costituisce proprio la volontà di Dio sopra di me, che in questo momento sarà di entrare nello spirito della preghiera, della preghiera della Pia Discepola e quindi rivestirsi dello spirito della preghiera della Pia Discepola che ha un colore proprio. Ogni cosa che fate nella giornata ha un colore proprio, il colore della Pia Discepola.
Mi hanno detto, questi giorni, che quando è defunta una suora Pia Discepola, a Torino, dopo fu rivestita come vi vestite quando venite per l'Adorazione e allora tutte le suore che erano in quell'ospedale sono andate a vedere: "Oh, come sta bene!"1.
Quel colore bleu deve entrare nell'anima. Oh, il manto azzurro! Deve, tutta la pietà, prendere un colore della Pia Discepola, un colore azzurro, cioè, celeste: aspirazione al cielo. Mirare a glorificare il Signore; mirare a ottenere che il Maestro Divino sia da tutti conosciuto, amato, seguito. Quanto più, allora, la Visita sarà intima, quanto più si stabilirà il discorso, il colloquio fra l'anima e Gesù, tanto più sarà meritorio.
17
Poi accettare e vedere nelle disposizioni e in tutto quello che è regolato dalle Costituzioni e nel governo e nelle disposizioni e negli uffici, vedere tutti mezzi per la santificazione, tutti mezzi per cooperare alle vocazioni e alle vocazioni sacerdotali, religiose e all'apostolato, tutti mezzi per crescere in virtù e in unione con Gesù. Non far delle eccezioni, non accettare quasi forzatamente, no, non domandare spiegazioni. E' il volere di Dio, che spiegazioni occorrono? Basta il volere del Signore e non chiedere il perché. Quindi vedere in quelle cose particolari, che riguardano la persona in particolare, cioè quelle cose che sono personali e tutto quello che di ognuna è disposto, vedere in quello, [un] grande mezzo. E, diciamo anche, altra ricchezza della vostra vita e cioè: poche direzioni fuori; direzioni entro, direzione morale per aprirsi, per lasciarsi guidare, per consegnarsi. Grande ricchezza, questa, alla quale, però - siccome è possibile conoscerla, sì, ma non conoscerla perfettamente - alla quale, quindi, ci sono opposizioni e tanto più da parte di chi non conosce il vero vostro spirito. Grande dono. Fare tutto in perfetto amore, per quanto è possibile alla nostra debolezza, anche soltanto la pulizia o personale o della casa; le singole parti della giornata e i singoli lavori che ci sono nell'ufficio; o se una debba studiare o se una debba, invece, scopare, è la stessa cosa davanti a Dio, dipende dall'amore con cui si fa. E si può scopare con molta umiltà e si può scopare con orgoglio, e si può scopare e guadagnare i meriti di chi sa pitturare e anzi sorpassare. Amare proprio il volere santo di Dio.
18
3. La Congregazione viverla, viverla.
Che cosa significa viverla? Significa assecondare in tutto le Costituzioni, assecondare in tutto il governo e le persone che rappresentano il governo, cioè che sono incaricate di interpretare il volere di Dio su ognuna e di comunicarlo.
E amare le sorelle e amar il proprio ufficio per compierlo meglio, per pregarci su e quindi ottenere le grazie perché sia fatto con gioia, con ilarità. Il Signore ama chi è generoso. E colui che si strascina quasi per forza, malvolentieri, riduce i suoi meriti a poco. Non sempre piace al gusto né la minestra, né l'ufficio che ci è dato, ma piace a Dio: è il volere di Dio, dunque faccio in modo che piaccia anche a me. Viverla. E allora [viverla] osservandone le Costituzioni, sia per la scelta delle vocazioni, sia per la preparazione delle vocazioni, sia per gli apostolati, sia nei vari uffici, ecc. Ecco, così si vive.
Ma non solo viverla, ma sentirla. E' la mia casa, questa; io devo amarla più che la mia famiglia naturale, devo concentrare ormai il cuore qui, questo cuore che pur sempre resta diviso un po' fra le preoccupazioni della famiglia e il compito che si ha in casa: divisus est, divisus est1. Ma il Signore lo vuol tutto. E persone che hanno fatto quel passo, ma l'han fatto davvero quando si sono presentate per la Professione, han buttato dietro tutto e hanno abbracciato Gesù.
C'è in qualche Professione, in qualche Istituto, questa pratica: quando si dice che lasciano il mondo, buttano via il velo, il velo da secolare. Ma [vi sono] quelle che lascian davvero, e quelle che fanno il passo, ma moralmente è un passo fatto a metà. Tutto il cuore, tutta la mente, tutte le forze lì, un amore solo, una preoccupazione sola: l'amore a Dio, preoccupazione di seguire la via della perfezione decisamente, nell'osservanza e nella vita dell'Istituto, nell'osservanza religiosa e vita quotidiana. Oh!
19
Secondo, pregare per l'Istituto.
Che gli interessi dell'Istituto siano gli interessi di ognuna; che le gioie dell'Istituto siano le gioie di ognuna; che le difficoltà dell'Istituto siano le difficoltà di ognuna in quanto si possono conoscere, perché è difficile valutare le pene, le sollecitudini, le preoccupazioni di chi governa, di chi dirige. Eh, quante volte, problemi, difficoltà, opposizioni che si trovano specialmente dentro, quante volte, non lo capiscono molte, ciò che passa nel cuore di chi guida; ma però, interpretarlo, parlarne con Gesù: "Io non conosco, ma tu conosci, intervieni, consola, conforta, sostieni, illumina".
Pregare per l'Istituto che abbia il numero di vocazioni che è stabilito nei voleri di Dio. Pregare che si formino bene. Pregare che sempre si osservino i voti. Pregare che ognuna nel suo ufficio compia quello che piace al Signore e per amore del Signore. Pregare per le defunte, pregare per le inferme. Pregare per le difficoltà che attraversano anime le quali si trovano davanti a certi problemi. Pregare, particolarmente, per chi guida l'Istituto.
E in questi giorni ricordare bene la Madre Maestra affinché la sua visita alle Case sia uniformata alla visita di Maria a santa Elisabetta. Maria [portò in quella casa] grazia e luce, conforto e servizio, santificazione e a santa Elisabetta e al Battista e a Zaccaria. Pregare.
20
Poi, portare consolazioni, dare consolazioni affinché non gementes hoc faciant1. Non facciano il loro dovere, il loro ufficio gemendo, ma con la gioia di vedersi corrisposti, vedersi attorno persone collaboratrici, non soltanto delle suddite che sopportano il comando. Brutta cosa, brutta cosa, quella. Collaborazione intima. Capire il pensiero di chi dispone, abbracciarlo con l'animo e penetrare le intenzioni e collaborare perché si compia il meglio possibile quello che è disposto a bene dell'Istituto. Collaborazione. Le critiche e i giudizi contrari lacerano l'Istituto come, per portare un esempio, gli eretici lacerano il Corpo Mistico di Gesù Cristo che è la Chiesa.
21
Profondo amore e tener sempre presente tutte le Case dell'Istituto. Non vivere di egoismo, siete membra di un corpo e nel corpo ogni membro deve fare la sua parte: l'occhio e l'udito e la mano e il cuore ecc. Un corpo sociale, perché ogni Istituto è una società di anime che vogliono aiutarsi per la santificazione.
Il servo di Dio, canonico Chiesa, si era scritto il nome di tutte le famiglie della parrocchia e lo portava sempre, quel foglio, scritto molto minutamente, sul petto per ricordare e raccomandare al Signore ogni famiglia e i vari membri della famiglia specialmente quelli che erano più in bisogno.
Nella Visita farete bene a tenere davanti o no, piuttosto conservare presso di voi un foglio dove siano scritte, elencate le Case e, nell'ultima parte della Visita, parlarne a Gesù leggendo una per una queste Case e, in quanto vi è possibile, raccomandare i bisogni di ogni singola Casa. Questo può essere fatto in una maniera molto utile, in una piccola tabella (come è la tabella delle tre Ave Maria alla fine della Messa, che rimane) ed è bene che, quando si è in due, una legga e l'altra ascolti; ma leggerla attentamente, adagino. Quando, poi, si è tutte, allora chi guida la preghiera leggerà ad alta voce. Questo durante la Visita.
Sentire la Congregazione. Pregare per le vocazioni giapponesi che sono abbastanza numerose e bisogna fabbricare. Che siate al corrente di tutte le notizie che interessano. E questo allo scopo di pregare per tutte, sentirvi unite e, d'altra parte, disporvi ad andare in quella Casa, in quell'ufficio a cui l'obbedienza vi destinerà. Sentire la Congregazione.
Quindi tre cose: conoscerla bene, [la Congregazione] amarla in tutte le sue parti, viverla; pregare per la Congregazione.
Sia lodato Gesù Cristo.
22

1 Nastro 37/b (= cassetta 86/a). - Per la datazione cf PM «...le Costituzioni sono ormai definitive...». (Relativo alle Costituzioni delle PD nella edizione dicembre 1960). PM: «E in questi giorni ricordare bene la Madre Maestra [Madre M. Lucia Ricci] affinché la sua visita alle case sia uniformata alla visita di Maria a santa Elisabetta» (cf PM in c30). (La Madre Maestra è stata in Oriente dal 22 gennaio al 28 aprile 1961). - dAS, 27 gennaio 1961: «Va [il PM] in via Portuense (PD) a tenere la meditazione».

1 Sr. M. BONIFACIA (Giuseppina) DEL BENE, pd, nata il 30.4. 1910; morta all'ospedale Cottolengo, Torino, il 13.6.1960.

1 1Cor 7,34.

1 Eb 13,17.