Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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33. SUFFRAGARE LE ANIME DEL PURGATORIO EVITARE IL PURGATORIO

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Alba, Casa Madre, 4 novembre 19611
Quest'oggi due intenzioni fra le altre: primo, per il Papa, per i suoi fausti anniversari: elevazione al pontificato, incoronazione, e il suo 80º di vita, affinché Giovanni XXIII2 possa compiere la grande opera, la grande impresa che si è addossata, cioè la celebrazione del Concilio Ecumenico Vaticano II che sarà d'immenso vantaggio per la Chiesa.
Secondo, ricordare il nostro vescovo3, suo onomastico: san Carlo, vescovo di Milano4.
Nel quadro del seminario5 vi è pure dipinto san Carlo in atto di venerare la Madonna del Buon Consiglio, che è la protettrice del seminario, e poi i santi: san Filippo6, san Francesco di Sales7, san Carlo perché a quei tempi la diocesi di Alba era unita alla diocesi di Milano.
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Tutto il mese, poi, è consacrato ai defunti e ci serve:
[primo,] come occasione di ricordarli e suffragarli più abbondantemente;
e, secondo, liberare noi stessi dal purgatorio, salvare noi stessi dal purgatorio.
Voi recitate nella Visita la coroncina e fra le coroncine c'è quella per le anime purganti. Oh, penetrare il senso dei vari punti di quella coroncina.
Primo, ricordare che è dogma di fede che vi è il purgatorio e, secondo, che i suffragi nostri sono utili a quelle anime. Utili tutti i suffragi, ma specialmente utilissimo il suffragio della Messa, principale suffragio. Perciò facciamo l'atto di fede per l'esistenza del purgatorio, per quelle anime che son passate all'eternità non ancora del tutto preparate per l'ingresso in paradiso, non del tutto preparate, per esempio, perché erano tiepide nella vita. E allora prima, dovranno prepararsi con un'attesa per l'ingresso fra quelle anime totalmente belle, fra quegli angeli totalmente belli. Oh, sì, allora fede nel purgatorio e pensarlo.
Se avete visitato il camposanto - penso - coloro che già dormono, riposano, requiescant in pace, ci dicono: "Oggi a me, son qui io; domani a te, domani sarai pure qui". Ma facciamoci anche coraggio con altro pensiero e cioè, i beati in paradiso, quei che ci han già preceduti e sono entrati nell'eterno gaudio in cielo, di là ci dicono: "Oggi a me il paradiso, domani anche a te". Coraggio! Presto santa, renditi degna di potere entrare al più presto fra i gaudi eterni, al più presto o anche immediatamente dopo che l'anima è spirata.
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Secondo punto: [la Chiesa] ci fa pregare per tutte le anime in generale e cioè per tutti quelli che possono trovarsi di là, in aspettativa che si apra la porta del cielo.
E certamente il purgatorio si può descrivere in qualche maniera, come ha fatto Dante1 nella sua Divina Commedia, la seconda parte, il Purgatorio. Sebbene lo descriva al modo poetico, tuttavia interpreta abbastanza le ragioni per cui si cade in purgatorio e indica le pene che corrispondono alle mancanze fatte in vita per cui si è meritato il purgatorio. Quindi preghiamo che san Michele, l'alfiere della celeste Gerusalemme, possa aprire le porte a quelle anime che sono in attesa.
Poi, dopo aver pregato in generale per tutti, si prega in particolare per alcuni defunti. In primo luogo per quelli a cui abbiamo dei debiti di carità o di riconoscenza e qualche volta anche di giustizia: per esempio, i genitori, i sacerdoti che ci hanno insegnato il catechismo, che ci hanno confessato, che ci hanno predicato, che ci han fatto del bene in qualche maniera, sì. Obblighi, quindi, di carità, i parenti; e obblighi anche di carità per le persone che sulla terra ebbero più responsabilità: coloro che sono stati superiori, coloro che hanno avuto cura d'anime, i sacerdoti. E le responsabilità loro sono molto più gravi e, quindi, maggior bisogno di suffragi. Qualcheduno pensa che non abbiano bisogno, questi, di suffragi. E non inganniamo noi stessi e non inganniamo anche gli altri. Chi ha più responsabilità davanti a Dio, e chi ti ha fatto bene, ha un certo diritto a questa carità di suffragi.
Poi si ricordano le anime di coloro che hanno abusato sulla terra dei mezzi tecnici e cioè: stampa, cinema, radio, televisione e simili; hanno abusato o, per esempio, leggendo ciò che non si doveva leggere, stampando ciò che non si doveva stampare, scrivendo ciò che non si doveva scrivere, ecc. così quelli che hanno assistito a pellicole che han portato scompiglio nella loro anima, disorientamento nella vita, e ugualmente si deve dire della radio, della televisione, o perché vi son le pellicole prodotte e pellicole che sono state sostenute dai soldi di coloro che erano ricchi per produrle, ecc. Pregare perché siano liberate al più presto dal purgatorio o almeno sollevate e poi, entrate in paradiso, che preghino per tutti i tecnici, per tutti coloro i quali sulla terra lavorano nell'apostolato, nelle edizioni, cioè, dei mezzi tecnici per la diffusione del Vangelo.
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Vi è poi l'ultimo punto, l'ultimo punto che vuol dire: non solo pensare a liberare le altre dal purgatorio, ma libera te stesso, salva temetipsum, che vuol dire evitare noi il purgatorio. Non solo vuotarlo, ma evitarlo.
San Giuseppe Cafasso1 nella sua preghiera di raccomandazione dell'anima dice appunto questo. Si rivolge al Signore che gli conceda la grazia, appena spirato, [di] potere trovare le porte del cielo aperte e entrare direttamente in paradiso, immediatamente in paradiso.
Oh, pensare perciò a noi stessi. E si dirà: "Ma il purgatorio non è eterno". E' vero, il purgatorio non è eterno, è temporaneo e le pene che hanno le anime purganti non son le pene che hanno le anime dannate. Perché le anime purganti hanno la sicurezza che usciranno e che entreranno in paradiso; le anime dannate hanno la sicurezza che staranno in eterno fra le fiamme. Quindi il purgatorio non è l'inferno. Ma pure le pene che ci sono là e anche solo ritardare di qualche minuto l'ingresso in paradiso, quanto le fa soffrire! Noi sulla terra non capiamo tante cose perché non abbiamo abbastanza luce.
Vi sono, è vero, anime che attendono alla perfezione, attendono a vivere in Cristo, eliminano quello che è ombra di male e, quello che non possono subito correggere, lo detestano o lo combattono, anime le quali sono prese da Gesù e esse si son donate a lui e si sentono di vivere sotto la sua guida, la sua grazia, la sua direzione, in sostanza. E allora queste anime si purificano, non solo, ma si arricchiscono di meriti. La morte non è più altro per loro che lo spinger la porta per l'ingresso in paradiso e, spinta la porta, trovano Gesù il quale le accoglie perché lo hanno cercato. E Gesù le aspettava e le accoglie immediatamente tra i gaudi: Veni, sponsa Christi2.
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Ah, se capiamo bene la purificazione nostra! Sì, ci vuole poi ancora l'arricchimento, eh! Ma parliamo, in primo luogo, della purificazione. Anime che fan delle belle confessioni perché hanno il pentimento e il proposito bene; c'importa poco - diciamo - che confessi uno o che confessi un altro. Ma ciò che ci purifica è il dolore e il proposito per l'avvenire, sopra il dolore e il proposito cade l'assoluzione che, se il dolore è vivissimo, eh! - che raramente si arriva qui - e il proposito così fermo - e raramente si arriva qui-, allora tutto è scancellato. Ma molte volte il nostro dolore e la penitenza e il desiderio di santità non è così vivo quanto sarebbe sufficiente per scancellare anche le pene dovute ai peccati passati.
Purificazione, primo luogo, nella confessione, e ciò che assicura è il dolore col pentimento, non tanto una gran chiacchierata e una grande esposizione di cose che alle volte sono utili e anche molte volte sono inutili. Ma la confessione ritenerla come è, non come viene, qualche volta, abusato da anime che si credono pie.
Poi, altro mezzo di purificazione, subito dopo, è l'esame di coscienza. C'è il mezzo sacramentale che è la confessione e c'è il mezzo spirituale che è l'esame di coscienza accompagnato dal dolore e seguito dai propositi.
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Oh, perché si va in purgatorio?
Per debiti non ancor pagati con Dio. Si fa presto a fare il peccato, ma e poi a scancellarne le conseguenze c'è la penitenza. Col fervore, soprattutto col fervore, grande mezzo di purificazione, perché è perdonato molto a chi ama molto il Signore1.
Poi, altra causa per cui si va in purgatorio, è la tiepidezza. Anime che son sempre più fredde e indifferenti man mano che passano gli anni; non fan più caso di certe delicatezze di coscienza e di certe pratiche e di certe osservanze: povertà, obbedienza, castità, rispetto alle sorelle, bontà con tutte, distacco da certe cose.
Poi altra causa potrebbe essere il peccato veniale, il peccato veniale che può essere di pensiero, per esempio, sulla superbia, pensieri contro l'obbedienza, contro la povertà; oppure peccati interni di sentimento, di cuore, invidie, simpatie, antipatie. Questo cuore regolato, eh! sul modello del cuore di Gesù e del cuore di Maria.
E poi si può andare in purgatorio per attaccamenti, se si è ancora attaccati. E si ha tanto piacere che ci stimino, che ci riconoscano i meriti e, tante volte, si scusa anche lo sbaglio, non si accettano le correzioni, attaccamenti alle volte a delle sciocchezze o relazioni di qua o di là che non sono cattive, forse, ma non sono anche tanto sante. Poi viene ciò che impedisce l'ingresso immediato in paradiso.
Ecco, allora vuotare il purgatorio, ma anche evitarlo.
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Conclusione: santamente il mese di novembre in cui, in modo particolare, le nostre cose, cioè le nostre occupazioni, gli uffici che si hanno e tutte le giornate, vengono offerte al Signore anche con quest'intenzione:
— vuotare il purgatorio, come avete già fatto e cercando di fare nel giorno dei defunti, con le indulgenze;
— e liberare noi stessi, aggiustare tutti i nostri debiti con Dio, regolarli tutti.
Oh, di conseguenza, salvare e salvarci, liberare e liberarci dal purgatorio. Questo è tutto carità, carità verso Dio perché lo desideriamo, lo vogliamo amare al più presto, subito dopo la morte; e carità verso i defunti per sollevarli, se ne hanno bisogno, dalle loro pene.
L'elenco dei defunti e delle defunte si allunga sempre e allora sempre confidiamo che molte di queste anime siano già entrate in cielo. Ma vi posson essere anime che sono ancor trattenute, il loro ingresso in cielo è differito. Soccorriamole. La carità data ai defunti sarà usata a noi, perché chi fa carità al prossimo riceve da Dio anche se il prossimo fosse ingrato; noi abbiam fatto carità e basta. Il Signore tiene conto della carità. E che cosa fa? Ci applica i meriti della sua passione anche se ci dimenticassero gli altri. Fai carità per ricevere misericordia da Dio. Voler bene, far del bene al prossimo. E chi fa del bene al prossimo riceve da Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 103/b (= cassetta 100/b). - Per la datazione, cf PM: «Quest'oggi, due intenzioni: primo, 80°. anno di vita di papa Giovanni XXIII...; secondo, ricordare il nostro vescovo [di Alba], suo onomastico, san Carlo». - In dAS, in data 3/11/1961, si legge: «...parte [il PM] per Torino; ad Alba la sera stessa ha predicato il Ritiro ai sacerdoti; il giorno dopo è a Torino ove deve predicare (Ritiro ai Gabrielini). Ritorna al 6 ottobre, ore 20,25».

2 Giovanni XXIII (Angelo Roncalli), Sommo Pontefice dal 28 ottobre 1958 al 3 giugno 1963.

3 Mons. Carlo Stoppa, vescovo di Alba, nato nel 1881, morto il 13 febbraio 1965.

4 S. Carlo Borromeo (1538-1584).

5 Seminario vescovile diocesano di Alba.

6 S. Filippo Neri (probabilmente s'intende qui), morto il 26 maggio 1595, canonizzato nel 1622.

7 S. Francesco di Sales (1567-1622).

1 DANTE ALIGHIERI (1265-1321), autore della Divina Commedia, che comprende tre parti: Inferno, Purgatorio, Paradiso.

1 S. Giuseppe Cafasso (1811-1860), canonizzato nel 1947.

2 Liber Usualis Missae et Officii, Comm. Virginum, in I Vesp. ant. ad Magnif.

1 Cf Lc 7,47.