Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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13. LA VIRTU' DELLA RELIGIONE
LA LITURGIA (I)

Esercizi Spirituali (14-23 marzo) al gruppo di formazione Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 20 marzo 19611

Dobbiamo, stamattina, parlare della virtù della religione. Le prime tre virtù sono le teologali: fede, speranza e carità. Poi viene la virtù della religione che è frutto della fede, speranza e carità.
Importante questa considerazione sulla virtù della religione perché noi ci chiamiamo religiosi. Religiosi vuole appunto dire: persone che in modo particolare praticano la virtù della religione. D'altra parte, è la quarta virtù, quindi ha il suo grande valore.
Inoltre dobbiamo distinguere, per la presente meditazione: la religione comprende la parte interna e la parte esterna. La parte interna: fede, speranza e carità; cioè, fede, amor di Dio e poi le pratiche di pietà, le pratiche del culto. La religione è dogma, morale e culto. Ma si deve considerare anche nella parte esterna. Il culto non può essere solo interno, occorre anche che sia esterno.
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Quindi la virtù della religione in quanto è culto esterno. Consideriamo solo sotto questo aspetto.
Allora che cosa vuole, la virtù della religione, considerata in quello che è manifestazione esterna? Che mostriamo la nostra fede e che seguiamo quello che dispone il Signore, la sua volontà e che noi mostriamo e pratichiamo il nostro culto anche all'esterno.
La sacra liturgia è quella che regola il culto esterno. La sacra liturgia è esposta specialmente nei quattro libri: Breviario, Messale [Romano], Rituale, Pontificale Romano.
E viene adesso regolata, la liturgia, per mezzo del Codice liturgico che, in parte è già uscito, e in parte ancora verrà pubblicato in seguito1. E' il complesso delle norme che regolano il culto esterno e cioè: come deve essere la Messa, come si amministra la confessione, si amministra il battesimo, si amministra l'Eucarestia, si amministrano gli altri sacramenti: il matrimonio, l'ordine, la cresima. Le regole. Come c'è un codice stradale che regola la viabilità, così vi è un codice che regola il buon comportamento con le persone, si chiama galateo: la buona educazione. E vi è un galateo con Dio, vi è un buon modo di comportarsi con Dio e vi è, quindi, un codice liturgico. E questo comprende, sì, tutto quello che viene regolato dalla Chiesa, ma poi qualche cosa dev'essere anche regolato da noi medesimi in senso che, volendo mostrare il nostro rispetto a Dio, il nostro amore a Dio, abbiamo da comportarci bene con Dio; ad esempio, nella camera dove si dorme: in alto il Crocifisso che domini, oh ! ed il quadro della nostra Madre celeste, Maria, e il quadro di san Paolo, noi uniformandoci allo spirito di san Paolo stesso.
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Il culto interno. Non basterebbe aver fede, speranza e carità interna? No, non basta. Già nell'Antico Testamento c'era una liturgia, c'erano tante regole per il culto esterno e più complicate che adesso, anche perché allora il sacrificio non era uno. Si offrivano a Dio tante cose: e l'offerta, supponiamo, delle pecore, dei buoi; era tutto cosa che richiedeva un apparato delle cose, delle azioni particolari. Poi tutto quello che è compreso nel Levitico, libro intiero; e poi le disposizioni che son disseminate qua e là, nella Sacra Scrittura dell'Antico Testamento, particolarmente nei primi libri dell'Antico Testamento.
Oh, noi dobbiamo comportarci con Dio come con un grande personaggio, il massimo personaggio. E vi è un'etichetta anche alle corti; vi è una specie di etichetta, nonostante che il Papa sia così paterno, anche nelle visite al Santo Padre. Così.
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Oh, poi dopo l'Antico Testamento successe il Nuovo Testamento. E allora la liturgia ha un centro, la liturgia del Nuovo Testamento, ed è la Messa. Da essa, Messa, partono i fiumi, i rigagnoli che portano la grazia alle anime, particolarmente nel battesimo, cresima, confessione, comunione, ordine, matrimonio, estrema unzione. Sono come sette fiumi che partono dal calvario e si diramano nelle varie direzioni. Sì.
Quindi la liturgia ha un centro e ha i suoi frutti, le sue influenze su tutto il culto, perché per il Crocifisso, Gesù, per il calvario, l'anima del bambino è mondata dal peccato originale; l'anima del fanciullo è fortificata per la cresima; poi, se l'anima ha peccato, vi è la confessione, vi è la penitenza; e poi si arriva a quello che è centrale e cioè, la Messa, la presenza reale di Gesù Cristo nell'Eucarestia e la comunione. E poi anche gli altri sacramenti prendono efficacia, valore e frutto dal calvario, dalla redenzione, ecco. Poi nei sacramenti opera Gesù Cristo.
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Ma la Chiesa, che è la sposa di Gesù Cristo, ha poi composto tante orazioni e determinate tante funzioni. La prima parte principale è quella che riguarda il culto eucaristico, e poi quello che riguarda la preghiera che chiamiamo sacramentaria. Ma dopo viene la preghiera della Chiesa. E si benedicono le navi che partono, si benedicono gli aerei, si benedicono le ferrovie, si benedicono le campane, si benedicono i cimiteri, si benedicono le scuole, si benedicono le chiese, che anzi si consacrano. E ieri, l'altro ieri, la benedizione dei due altari nuovi nella chiesa Regina Apostolorum: uno dedicato a Gesù Maestro e l'altro dedicato a san Paolo1. E vi sono tante benedizioni, fra le quali la principale è la benedizione eucaristica, perché viene celebrata con tanta solennità ed è la benedizione di Gesù. Con tanta solennità. Nella Messa ci son due candele accese, per la benedizione eucaristica, se è privata, almeno sei, se è solenne, dodici. E poi, se è la benedizione solenne, si richiede l'incenso, e lo stesso paramentale che ha il sacerdote è una veste che è più sontuosa ancora della pianeta o della casula che si adopera nella Messa privata, ordinaria. La benedizione che è la prima fra le benedizioni, quindi, ha un apparato anche esterno più solenne. Ma poi vi son tante benedizioni, fra le quali la benedizione delle case, la benedizione dell'abito religioso affinché sia considerato come cosa sacra.
Oh, la liturgia poi si estende - ho detto - anche ad altre cose, che si può dire costituiscono la liturgia del complesso: la Messa, quindi il Messale con le sue rubriche, prima parte; secondo, il Breviario il quale è preghiera della Chiesa e preghiera che hanno da recitare i sacerdoti; il Rituale, il quale comincia dal battesimo e va fino alla parte mortuaria; e poi vi è la liturgia del Pontificale Romano che è quella liturgia da osservarsi per le cerimonie, funzioni riservate al Papa o ai vescovi.
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Vi è una liturgia che è come privata o di famiglia. Vi è una liturgia, invece, che è pubblica. E vi è anche una liturgia individuale.
La liturgia individuale per la religiosa consiste nel considerarsi cosa sacra. La religiosa, per se stessa, perché consacrata a Dio, perché veste un abito particolare, è una persona che si deve considerare come a servizio particolare di Dio.
Incontrando, anche stamattina, nel venire su, carabinieri, poliziotti, uomini che devono andare a fare il loro servizio per i tram, ecc., abito particolare, perché hanno un ufficio importante nella società. E voi, perché avete un ufficio importante nella Chiesa, l'abito religioso.
Sono stato molto tempo incerto se dare l'abito religioso alle suore o se era meglio, invece, che tenessero l'abito comune dei buoni fedeli per avvicinare più facilmente il popolo; ma considerando che l'abito è una salvaguardia ed è, nello stesso tempo, l'abito, come una espressione esterna che si è consacrati a Dio, ha il suo grande vantaggio. Perciò, dopo aver pregato dal 1914 al 1927, per le Figlie, per voi, più presto1, al '24, quindi al 1924. Oh, allora è una specie di regola liturgica, voi che siete approvate così, con l'abito particolare come è descritto nelle Costituzioni, fate come la guardia di Dio. E quindi la guardia... E coloro che son destinati a tener l'ordine nella società, ecco, hanno abito particolare. E voi abito particolare perché guardie del tabernacolo. Allora bisogna considerare l'abito e portarlo degnamente.
Considerar sempre l'abito sacro: il significato del velo che deve ricordare che si hanno da tener pensieri santi, eliminare gli altri pensieri; l'abito per intiero, affinché indichi che si è distaccati dal mondo, che si appartiene alla famiglia specialmente consacrata a Dio; e il cingolo che ammonisce e ricorda sempre il voto di castità; e la corona che pende, perché gran mezzo la divozione a Maria, per la santificazione; e poi il distintivo che è tanto significativo e serve sempre a ricordare che siete del Divino Maestro, del Divino Maestro, non più vostre, non più libere, ma del Divino Maestro che deve poter comandare.
Il vivit vero in me Christus2 vive realmente Gesù Cristo in me, è il nono grado di preghiera di cui si è parlato stamattina. Quella frase si adopera tante volte così, un po' con semplicità, mica con molta profondità di pensiero, di sentimento. Tutte chiamate ad arrivare a «Gesù Cristo realmente vive in me». Ma chiamate, nello stesso tempo, rispondere e vivere.
L'abito sacro. Quell'abito che ricorda sempre gli impegni della prima Professione o, meglio, della vestizione. Dico prima Professione perché si inverte l'ordine, eh? Grande festa della vestizione, poca festa alla Professione, esterna. E' la Professione che conta. L'abito lo fan le suore, può farlo la sarta, la sarta qualunque. Ma la Professione indica che ci deve già essere un abito interno di virtù. E la Professione deve già trovare l'anima sposa, bianchissima, candida, al Salvatore Gesù, al Maestro Divino. Quindi considerarlo sempre come cosa sacra. Portarlo con rispetto. Poi, ricordandovi sempre che si è di Dio, ovunque si parla come da persone consacrate a Dio; vi comportate come da persone consacrate a Dio o in privato, magari in camera, o per le vie, per le strade, ecco, e sia quando fate visite a persone, a famiglie e sia quando entrate in chiesa. Sì, sacro. E' un ammonimento.
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La liturgia privata, dunque, che abbiate sempre la corona, con grande rispetto, al fianco e baciando il Crocifisso di tanto in tanto. Che nelle camere vi siano sempre il Crocifisso e quei ricordi e quei quadri che servono a risvegliare in noi sentimenti di fede. Sì. Che mai nulla si abbia con noi: o fotografie o lettere, ricordi, biglietti che non vorremmo avere e non ci sarebbero di maggior tranquillità in punto di morte.
Oh, la liturgia privata. Far bene il segno di croce; far bene la genuflessione, finché potete, che siete ancora in buona età; poi il comportamento nella Visita, il modo di stare in chiesa e l'atteggiamento del volto, delle mani, sempre conformato a ciò che siete in realtà, cioè, persone consacrate a Dio. Vedete con quanta diligenza i soldati, quando ad esempio si cambia la guardia, come deve salutare chi esce, che ha finito il suo orario, e chi entra che comincia il suo orario. E voi, quando vi date il cambiamento di guardia al tabernacolo, a Gesù. Sì, c'è una liturgia, sempre. E siccome è prescritto il manto sacro, allora il manto azzurro portarlo con rispetto perché si entra allora ufficialmente in funzione di guardie del tabernacolo.
E imparare, quindi, il canto sacro, quanto è possibile, perché ognuno ha quel che ha dalla natura: una voce migliore o una voce non migliore. Ma canterete tutte in paradiso e canterete bene, sì. Intanto ognuno, con questo, dà quel culto a Dio che può dare. E come quando uno è malato e non va a Messa, ma intanto lo star composte a letto è già un segno di riguardo a voi stesse. Liturgia, quindi: imparare il canto, le cerimonie in quanto ne avete bisogno voi, il rispondere alle Messe, sapere conservare il vino che sia sempre in buona condizione, non acido, non svaporato, preparar bene in sacrestia, leggere bene il calendario, preparare le ostie con tanto rispetto perché quelle ostie saranno, all'indomani, cambiate nella sostanza del Corpo di nostro Signore Gesù Cristo. Imparare tutte a fare pianete e paramenti. Ma si comprende che questo "tutte" vuol dire in un senso elementare. Poi vi sono quelle che si specializzano in questa materia.
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E tutto quello che riguarda il culto liturgico come deve essere? Arte sacra. Che porti ad elevare lo spirito e anche l'azione liturgica, sì. Quindi nei Centri [Liturgici] non ci possono stare delle cose che sembrano giocattoli religiosi o che sia chincaglieria religiosa, no. Arte sacra. Tutto quel che serve al culto.
Sopra qualcheduno dei vostri Centri c'è questo: "Al servizio della liturgia", ad esempio in Francia1. Sta bene. Perciò distinguere. E in quella maniera, per mezzo dei Centri Liturgici e di tutto l'apostolato liturgico si possono elevare i pensieri, si può ispirare il sentimento della fede, il sentimento della preghiera, dell'amore a Dio, sì. Oh, ma in tutto questo, esattissime. E qui sta anche la parte della virtù della religione: esattissime alle prescrizioni liturgiche, sì. Oh, nei Centri, così.
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Poi naturalmente vi sono tutte quelle cose che si possono incontrare. Se viene a nascere il bambino, un fratellino, un nipotino, eh, esortare a portarli presto al battesimo, perché vi è una liturgia di famiglia la quale porta a questo: che il bambino sia presto battezzato; che il bambino, quando ha raggiunto l'uso di ragione, si accosti alla comunione e alla confessione; che il bambino, a suo tempo riceva la confermazione, la cresima; che il malato sia ben visitato e, quando occorre, sia comunicato e si chiami il sacerdote per la confessione e per il viatico e, quando è necessario, per l'estrema unzione. E saper preparar tutto e disporre le cose in modo conveniente alle grandi funzioni che allora si fanno. Persone che non sanno assistere un morente, non sanno cosa dire. E persone che invece sanno suggerire proprio pensieri buoni, assistere un morente, pensieri di fede, di speranza e di carità. Qualche volta si credono di consolare il malato dicendo: e hai fatto tanto del bene, adesso vai al premio. Dite così: confidare in Gesù, nella sua misericordia per aumentare ancora il merito allora; accettare il volere di Dio e offrir la vita in espiazione dei peccati e per il merito supremo che è l'accettazione della morte, coi dolori che l'accompagnano. Sapere, quindi, assistere convenientemente un infermo. La sacra liturgia.
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Vedere un poco, quando dipende da voi, che nelle case ci sia l'acqua benedetta, ci sia almeno un pezzetto di ramo di olivo; che nelle case ci sia il Crocifisso, l'immagine della Madonna e di qualche santo protettore. Noi insistiamo specialmente sopra san Paolo, sopra san Giuseppe, su gli Angeli Custodi, sì. Poi abituare i fedeli che abbiano al collo l'immagine della Madonna e abbiano al collo il Crocifisso che è distintivo del buon cristiano.
Quando si può, ricordare le feste liturgiche perché siano santificate. Siamo, supponiamo, al tempo di Passione. Cosa c'è da pensare in questo tempo e saper spiegare, ad esempio, perché si coprono i Crocifissi. Esortare, in questo tempo, alla Pasqua. Spiegare che cosa sia la Pasqua, la Pentecoste, cosa sia il Natale, anzi, prima; spiegare il messalino e leggerlo per voi, sempre, bene, per acquistare meglio lo spirito della liturgia. Il messalino che venga seguito, quando è libero il modo di sentir la Messa. E qualche volta si farà anche così: alla sera, supponiamo che uno abbia la Visita alla sera, leggere la Messa del giorno seguente. Voi non avete il Breviario, quindi tanto meno l'Ufficio corale. Ma il vostro Ufficio corale, diciam così, è la Visita che tiene il posto proprio all'Ufficio del coro per le suore di vita contemplativa. Ma voi no, perché avete da unirvi la vita attiva anche. E sì. Vedere, dove andate negli ambienti, se non c'è il Crocifisso si procuri che vi sia. Sì.
E dopo, di tutte le cose sacre, un uso rispettoso, sì. Chi fa la pulizia nella chiesa, la faccia bene, ad esempio. Così non soltanto per quel che riguarda il pavimento. E ma ci sono gli altari, ci sono i candelieri, ci son le paramenta, forse, da ricucire o da mondare. E tutto secondo il galateo col Signore.
Rispetto, poi, a voi stesse, consacrate a Dio, nello stare in buona posizione sempre. Rispetto a voi stesse, sì. Così che lo spirito liturgico vada sempre migliorando o per l'osservanza e l'intelligenza delle regole liturgiche e quindi della pratica o anche l'osservanza, l'intelligenza di quello che non è strettamente liturgico, come esporre il quadro della Madonna in camera dove si dorme, ma che è connesso con la liturgia stessa. Sì.
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Noi dobbiamo anche cercare, in quanto è possibile, e dove vi è possibile, che tutti in chiesa stiano bene; che si conformino e partecipino con intelligenza e con cuore alle funzioni liturgiche. Particolarmente, questo, nella Settimana Santa e nelle funzioni straordinarie lungo l'anno; le funzioni straordinarie come sono le tre Messe di Natale, la rinnovazione dei voti battesimali al 1°. dell'anno: la festa della purificazione con la processione delle candele; e le ceneri sacre. E poi la Settimana Santa tra cui vi è cara tanto la giornata del Giovedì Santo, istituzione dell'Eucarestia e del sacerdozio. E poi la Pentecoste e le altre funzioni che nei vari tempi e nelle varie circostanze vengono celebrate.
Dunque, il culto esterno. Prima il culto interno e, dal culto interno, verrà l'amore al culto esterno.
Avete una grande missione a questo riguardo, per la parte della liturgia. Sì, è una missione delicatissima nella quale, però, noto questo: che il vostro Istituto va progredendo di anno in anno, con buoni passi. Accompagnare la Chiesa. Accompagnare tutto quel che riguarda il culto a Gesù Maestro.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 39/a (= cassetta 91/a). Per la datazione cf PM: «Dobbiamo stamattina parlare della virtù della religione». «Il "Vivit vero in me Christus"...è il 9° grado di preghiera di cui si è parlato stamattina» (cf PM in c89). «L'altro ieri, la benedizione dei due altari nuovi nella chiesa Regina Apostolorum: uno dedicato a Gesù Maestro e l'altro, dedicato a san Paolo». - Il dAS, in data 18/3/1961 scrive: «Attende [il PM] in chiesa il card. Larraona che viene per benedire i due nuovi altari del Santuario». - dAS (cf c89; cf anche VV in c79).

1 Cf GIOVANNI XXIII, Rubricarum instructum 15 agosto 1960; n LII AAS (1960) 593-95.

1 I due altari qui ricordati sono nella chiesa Basilica Minore della Regina degli Apostoli tra via Alessandro Severo e via Antonino Pio, a Roma. Furono benedetti il 18 marzo 1961, dal cardinale Arcadio Maria Larraona (1887-1973).

1 Al primo nucleo della nascente Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro - in numero di otto - venne dato l'abito religioso al 25 marzo 1924.

2 Gal 2,20.

1 In Francia, per motivi richiesti dal luogo, il Centro apostolato liturgico, è denominato: "Au service de la Liturgie".