12. I NOVE GRADI DELL'ORAZIONE
Esercizi Spirituali (14-23 marzo) al gruppo di formazione Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 20 marzo 19611
Questi Esercizi Spirituali hanno tra gli altri fini quello di migliorare la preghiera. Una preghiera che divenga sempre più accompagnata dallo spirito di fede, di umiltà e sempre più perseverante, anzi, col passare del tempo, sempre migliore in se stessa, nella comunicazione con Dio. Mentre che si dice migliorare [la] preghiera, non bisogna pensare che sia meno forte l'impegno di migliorar la vita, perché la vera preghiera, la preghiera sempre più elevata viene ad accompagnarsi costantemente col miglioramento della vita, ed è il mezzo per migliorar la vita; la preghiera migliorata è il mezzo per migliorar la vita. Naturalmente occorre venire ad applicare la preghiera alla pratica. Tuttavia vi è anche da dire che la preghiera migliorata dà maggior gloria a Dio, dà maggior gloria a Gesù Maestro, dà maggior onore ai Santi, particolarmente a Maria, Regina Apostolorum.
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I gradi di preghiera, di orazione, sono generalmente detti, considerati, nove1. E i primi tre sono di preghiera ascetica, poi ve ne è uno di mezzo, e vi sono gli altri cinque di preghiera contemplativa1.
Primo, vi è la preghiera vocale; secondo, la preghiera mentale; terzo, la preghiera affettiva.
[1.] Preghiera vocale, si conosce bene, è quella che si fa anche con la voce, non solo con la voce, ma anche con la voce e cioè, quella preghiera in cui vi è interiormente il sentimento e poi vi è anche l'espressione esterna, per mezzo della nostra lingua. Vocale.
La preghiera liturgica, si può dire, che è tutta vocale: la Messa, le funzioni varie, supponiamo i canti dei Vespri, l'amministrazione dei sacramenti. E così tante benedizioni che vi sono nel Rituale e tante preghiere che si recitano nel Breviario, sono preghiera vocale. Interiormente si ha da conservare lo spirito di unione con Dio, capire il senso delle parole che la Chiesa ci mette sopra le labbra e, tuttavia, esprimere questo senso che vi è interiormente, con la voce.
Poi, oltre alla preghiera liturgica, che è vocale in grandissima parte e quasi totalmente, vi è la preghiera vocale individuale, quando uno recita il rosario. Vi è la preghiera vocale collettiva, quando si dicon le preghiere insieme, e si dicon le preghiere insieme mattino e sera. E poi altre orazioni, altri canti, oltre ai canti liturgici, sono preghiera vocale, per la quale preghiera vocale, ci vuole uno studio particolare per conservare il raccoglimento. E prima di iniziare la preghiera, mettersi alla presenza di Dio: ante orationem praepara animam tuam2; prepara la tua anima a parlare con Dio.
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[2.] Vi è la preghiera mentale che si potrebbe anche dire prima, ma generalmente viene considerata come seconda. E', questa preghiera mentale, soprattutto nella meditazione, la meditazione stessa.
Ma vi sono anche altre preghiere mentali che non sono comprese nella meditazione o, almeno, sono fuori della meditazione metodica. Quando uno guarda il cielo, guarda al cielo stellato: Domine, Dominus noster, quam admirabile nomen tuum in universa terra1. Coeli enarrant gloriam Dei et opera manuum eius adnuntiat firmamentum2. E quando, cioè, uno vede un bel panorama: delle montagne altissime, imponenti, il mare vastissimo che ricorda l'immensità di Dio, ecc., allora: quam admirabile est nomen tuum in universa terra3. E quando si vede il cielo stellato nelle notti serene, e quando si considera che dietro a quel cielo stellato vi è una quantità di Santi: stella a stella differet in claritate4 che formano il firmamento celeste, là, dove abita il Signore: Coeli enarrant gloriam Dei, e allora è una preghiera mentale.
Qualche volta, camminando, noi passiamo daccanto al cimitero, un pensiero buono: qui dormono i resurrecturi, cioè quelli che risorgeranno, in attesa della risurrezione. Fra non molto sarò anch'io coperto dalla medesima terra. E fortunato chi avrà santificato il suo corpo, perché allora la tromba finale del giudizio richiamerà: Venite, o morti, venite al giudizio, sorgete5. E si fa una riflessione.
E vi sono persone che in questa preghiera mentale sono abbondanti. Anche quando fanno le cose più umili: "E perché, Signore, non scoperai la mia anima dai miei difetti - se sto facendo la pulizia agli ambienti - sono più importanti gli ambienti o i corridoi o la camera che l'anima mia, da tener pulita? Toglier la polvere dall'anima mia". E: "Signore, devo essere in cucina, preparare il cibo, devo sedere a tavola, prendere il cibo: mi ricorda che l'anima è nutrita dall'Eucarestia". Sono pensieri che costituiscono una preghiera mentale, fuori - ho detto - dalla meditazione sistematica, metodica.
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[3.] Vi è la preghiera affettiva. La preghiera affettiva è già un piccolo passaggio verso un altro grado di orazione, e cioè, nella meditazione si aggiungono e prevalgono anche i sentimenti, prevalgono i sentimenti.
L'orazione affettiva è quella in cui predominano gli affetti invece che il discorso, il pensiero solamente intellettuale, come spesso si fa nella meditazione. E quando, ad esempio, avete udita la predica e vi ritirate nella camera o vi fermate davanti a Gesù o anche, qualche volta, movendo un po', si aggiungono, a quello che è stata l'istruzione, quello che è sentito nella predica, si aggiungono gli affetti: "Signore, io credo così; Signore, io spero così, il paradiso, le tue grazie, che mi volete santo; Signore, vi amo: il mio cuore [è] vostro, rinnovo la mia donazione a te"1. E poi il dolore delle offese di Dio, il desiderio di santità, il parlare un po' più affettuosamente con Gesù eucaristico, il Maestro Divino; parlare più affettuosamente con Maria, la Madre, parlare filialmente e stare a sentire anche ciò che risponde di ispirazioni; parlare con san Paolo, con l'Angelo Custode, con quei che son passati all'eternità: o sorelle o fratelli o genitori: "Dove siete? pensate a me, io penso a voi, vi mando i suffragi".
E poi specialmente si viene ai propositi: prometto questo, rinnovo la mia Professione, non solo, ma rinnovo propositi degli Esercizi Spirituali o dell'ultima confessione, dell'ultimo Ritiro. Allora domina, lavora l'affetto. E' come una meditazione semplificata rispetto al lavoro dell'intelligenza in cui va sempre più prevalendo la parte di affetto, di sentimento, di propositi, di dolore, di speranza, di amor di Dio, di amore alla Madonna, di desiderio del cielo, di desiderio della perfezione. Crediamo, quindi, che non ci sia differenza specifica tra essa e la meditazione.
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[4.] Oh, adesso, veniamo a una preghiera che si può già dire più intima, ed è la preghiera di semplicità, preghiera che in gran parte è già infusa, tuttavia vi è anche la cooperazione della mente, di noi stessi.
L'orazione di semplicità - dice il Bossuet - è una semplice visione, uno sguardo o una attenzione amorosa al Signore o a qualche cosa che riguarda il Signore, qualche perfezione sua, sia che ci rivolgiamo direttamente al Signore e sia che noi ci rivolgiamo a qualche mistero, per esempio, il presepio, secondo queste mirabili descrizioni, ecc.1. Ora la preghiera, dunque, di semplicità. Un esempio, forse, spiega più che le definizioni.
Nella vita del curato d'Ars2 si legge questo: che quando egli era nei primi tempi in cui si trovava parroco ad Ars, stando in chiesa vedeva quasi ogni giorno un contadino il quale, deponendo gli strumenti del lavoro, perché andava o veniva dalla campagna, le zappe, i badili, deponeva lì, accanto alla chiesa, entrava e si fermava a lungo in chiesa, nell'ultimo banco, ma sempre con gli occhi fissi al tabernacolo, non moveva labbra. E una volta il curato lo interrogò: «E che cosa fate?». «Eh, sono in chiesa». «Ma che cosa dite al Signore?». «Non so dirgli niente, io lo guardo, lui mi guarda, sento di amarlo e so che mi ama e son felice di essere con lui. Poi me ne ritorno a casa contento, il gran pensiero di Dio che mi accompagna», ecco.
Può essere, e come leggete in tante vite di Santi, che uno resta così preso dalla visione del presepio: il Bambino sulla paglia, rivestito dei suoi pannilini preparati da Maria, in estrema povertà, adorato da Maria, adorato da Giuseppe, adorato dai pastori. Oh, oppure può esser preso dalla scena di Gesù a Nazaret: obediens illis3. Si fece obbediente. E obbediva a Maria e a Giuseppe. Seguirlo: come si muove, cosa fa, quando è chiamato a pregare, quando è mandato a prender l'acqua dalla fonte, quando Maria lo vuole vicino a sé, gli insegna a leggere; quando gli dà disposizioni di pulire l'ambiente, la casetta, ecc. Come obbedisce. Si resta estatici. Il Figlio di Dio! E' più mirabile il fatto che due creature comandino a Dio o più mirabile il fatto che Dio obbedisca a due creature? - domanda san Bernardo4 —. Si resta presi da questi esempi. Così quando Gesù è al banco di lavoro; così quando è, per 40 giorni, in digiuno; così quando accoglie la Maddalena.
Specialmente negli Esercizi è tanto bello sentir questo: Gesù mi accoglie, accoglie me che ho tanti peccati, imperfezioni, incorrispondenze, negligenze. Oppure Gesù quando istituisce l'Eucarestia: stare attente alle parole che dice, a cosa fa, come ricevon la comunione gli Apostoli; oppure quando Gesù è nel Getsemani, o è flagellato, oppure porta la croce, oppure è vicino a spirare sulla croce.
Allora, questa orazione di semplicità, è un soltanto guardare e rimanere sotto l'impressione che rimane poi nell'anima in modo soave, efficace, per cui si nutre, si stabilisce sempre meglio l'unione con Dio. Orazione di semplicità. Parlare, qualche volta, si può anche, ma qualche espressione semplice. E' tutta intima.
Poi vengono gli altri gradi, cinque.
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[5.] L'orazione di raccoglimento infuso. Quindi siamo già dove opera più il Signore. Quello che abbiam considerato, "semplicità", c'è uguale lavoro da parte dell'anima e da parte di Dio. Qui, invece, è caratterizzato dall'unione dell'intelletto con Dio e cioè, quando opera più Dio, opera più Iddio, quando infonde i doni dello Spirito Santo, cioè: la sapienza, l'intelligenza, il consiglio, la scienza. Il Signore prende l'intelletto, lo apre a considerare le cose divine, opera già più abbondantemente lui, dal di dentro, con la sua onnipotente virtù. Il Signore possiede l'anima, la soggioga e conforta, arricchendola coi preziosi doni della sapienza, scienza, consiglio e intelligenza, mediante i quali fa l'anima penetrare d'un colpo in codesto mondo soprannaturale dove risplendono le ineffabili meraviglie di Dio. Sì.
E le cose della terra sono considerate in quanto elevano a Dio. E poi l'anima resta sotto l'impressione dell'infusione dei doni intellettuali: sapienza, scienza, consiglio, intelletto. E l'anima, alle volte, ha delle luci intellettuali per cui penetra l'Eucarestia: Gesù, il suo amore; Gesù, la sua bontà; Gesù, la sua sapienza. E può essere che questo si verifichi particolarmente nell'Adorazione. E allora è un mondo soprannaturale sulla terra. Che cose vediamo, che traffici, che preoccupazioni degli uomini, cose materiali, bisogni del corpo, questioni tra gli uomini, discordie, peccati. Ma sembra che ci sia nell'anima, che ha il raccoglimento infuso, tutto un mondo superiore, bello, splendente, dove si vedono le meraviglie di Dio, particolarmente considerando il cielo. Ecco, un occhio al cielo, un mondo soprannaturale: qui di passaggio, là in eterno. Ma non solamente considerare il cielo, ma - ho detto - considerare l'Eucarestia, quando Gesù dice: «Prendete e mangiate»1; quando dice: «Fate questo in memoria di me»2, ecc. Il mondo, l'intimo del cuore di Gesù; il mondo soprannaturale, l'amore di Gesù per gli uomini.
Vengono poi gli altri gradi.
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[6.] L'orazione di quiete consiste in un sentimento intimo della presenza di Dio che assorbe la volontà e riempie l'anima ed il corpo di tanta soavità e diletto ineffabili.
Questo, forse, si capisce anche meglio raccontando quello che è scritto tra i ricordi del canonico Chiesa1. Egli notava tante cose che riflettevano i suoi sentimenti quotidiani, i suoi pensieri. Dice a se stesso: "Ricordati, anima mia, che quando eri chierico, una domenica, allorché il vescovo ha celebrato la Messa e ha fatto la predica sulla Sacra Famiglia, ricordati che hai avuto una grazia particolare dalla sacra Famiglia, specialmente dopo la comunione. Ti sei sentito - dice a se stesso - invitato ad entrare come la quarta persona della Sacra Famiglia e hai corrisposto e hai detto sì, nella Sacra Famiglia, nella casetta di Nazaret. E allora, sentendo le ispirazioni interne, egli comincia - dice - a trattare con Gesù come suo fratello; si sente il bisogno di trattare Maria come la madre; si sente di dover trattare con Giuseppe come col padre. E, quindi, intima comunicazione e proposito di viver poi sempre col pensiero, col sentimento come un membro della Famiglia di Nazaret. Vivere a Nazaret. Oh, allora, poi mi è venuto - dice - una pena, cioè il dubbio che io potessi continuare sempre così e che un giorno non avessi da raffreddarmi nell'amore alle tre santissime Persone: -- aggiunge - siccome io ho avuto l'audacia di chiedere un segno che non sarei venuto meno nel fervore, il segno mi fu dato". E non dice quale. Ma dice poi, nel commento, come da allora egli si comportava con Maria: figlio: ascoltare; Gesù, fratello: amare, operare con lui, obbedire con lui come egli obbediva a Maria e a Giuseppe. E poi, parlare con intimità con Giuseppe, come parlava il fanciullo Gesù con Giuseppe, come Gesù giovinotto lavorava con Giuseppe, come Gesù ha assistito Giuseppe nel passaggio all'eternità, ecc.
Questa si può mettere fra le orazioni di quiete, tanta è l'impressione della presenza di Dio, di vivere alla presenza di Dio e di stare sempre con l'occhio rivolto a Dio: "Cosa ti piace? Cosa vuoi che dica? Cosa vuoi che faccia? ecc.". E allora, il sentimento intimo della presenza di Dio, la quale presenza assorbe [la] volontà e riempie l'anima ed il corpo anche, per cui si riflette poi sul corpo: una fronte serena, un comunicare buono, una socievolezza continuata con le persone con cui si deve stare, ecc.
Poi vengono i tre gradi superiori di contemplazione.
Sono: primo, l'orazione di unione semplice, il grado di contemplazione infusa, in cui tutte le potenze interne sono prigioniere di Dio ed occupate tutte in Dio. Questo è contemplazione infusa. L'altro grado, poi, è una contemplazione ancora infusa, ma porta già all'unione estatica. E l'ultima, cioè il nono grado, alla unione con Dio di trasformazione.
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[7.] Questo settimo [grado]1 rende le potenze prigioniere di Dio e la volontà tutta presa in Dio, le potenze interne.
Un esempio, anche per spiegare, preso dai ricordi del canonico Chiesa. E cioè: in Alba, un giorno, mando un nostro chierico a portare le bozze di stampa perché fossero corrette dal canonico. Il libro era suo, si stava stampando. Il chierico lo trova in chiesa, inginocchiato nei primi banchi, era solo; mattino, verso le undici e mezza, inginocchiato, con le mani giunte, raccolto in tutto il suo atteggiamento, l'occhio rivolto al tabernacolo. Il chierico lo avvicina con rispetto e dice sottovoce presentandogli le bozze: "Signor canonico, vuol correggere le bozze?". E lui non risponde. Allora si avvicina un po' di più e presenta meglio le bozze e gli dice un po' più forte: "Vuol fare il piacere di correggere queste bozze?". Niente. E allora, un po' più coraggioso e anche un po' più audace, il chierico lo tocca: "Ma, canonico, vuol correggere 'ste bozze?". Allora un piccolo tremito come uno che rinviene in sé ed è un po' confuso di esser preso così, sorpreso, meglio, in quella orazione così elevata, fa un cenno di sì e non risponde, prende le bozze e li mette lì e ritorna al suo stato di orazione.
Questo, l'orazione di unione in cui le potenze sono prigioniere di Dio. Non sente, non parla e non si distrae in altre cose. E gli occhi non l'avevano veduto il chierico, ecc. Le potenze interne poi di più, perché la volontà e il sentimento e tutto l'intelletto restano prigionieri di Dio, queste facoltà.
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[8.] Andiamo ai due gradi superiori: orazione contemplativa, ottavo, nella classificazione generale, ottavo grado. E' costituito dall'unione estatica nella quale si verifica il fidanzamento spirituale. Voi sentite spesso questa parola: sposa di Cristo. La sposa dei sacri cantici, Cantico dei Cantici, sì. Ora, il fidanzamento spirituale è più che la professione religiosa, sebbene può essere che un'anima faccia talmente bene la sua professione religiosa che ci sia già un fidanzamento spirituale, e cioè, una promessa: "Sarò tutta tua". E da parte di Gesù: "Tu sarai tutta mia". "Sarai", perché poi, questa promessa, questo fidanzamento si verifica poi come matrimonio spirituale, nel nono grado: orazione trasformante. Oh, l'impegno di essere di Gesù e sentire che Gesù si dà all'anima. Vi sono anime che questo lo sentono nella comunione, quando Gesù si dà tutto all'anima e l'anima promette di vivere in lui. Non lo sente ancora del tutto, non sente ancora che Gesù domina, ma Gesù si è già donato. Andando avanti in questo spirito di contemplazione, allora ciò che si era promesso diviene realtà.
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[9.] Dopo il fidanzamento, c'è il matrimonio spirituale1, soprannaturale, come vien chiamato dai Santi, specialmente come lo spiegano i libri di teologia e, fra di essi, vi è quello di san Giovanni della Croce, tra i principalissimi2.
Che cosa si ha, allora? Si ha questo: che la persona, si può dire, non c'è più - per modo di esprimerci, eh? - e c'è, e come! Però, è Gesù che comanda, c'è una sola volontà, far questo, quello, così; pensa, in maniera tale che è lui che opera, lo lascia operare, il Diletto, nella sua mente, nel suo cuore e nella sua volontà e in tutti i movimenti, lo lascia operare, ma è lui che guida, come l'autista che guida la macchina e ci son sopra i passeggeri, ma son guidati tutti dall'autista, son portati da lui. E' qualche cosa di intimo, molto, molto, molto elevato.
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Ora non mi dilungo a spiegare troppo queste cose, perché ci son da far notare tre verità:
Primo: l'han tutti questa grazia di arrivare al nono grado, cioè, alla preghiera trasformante, trasformati in Gesù, l'hanno tutti questa grazia? Le suore l'hanno tutte. Hanno tutti questa grazia di potere arrivare lì.
Secondo: son chiamate ad arrivare lì? Son tutte chiamate ad arrivare lì. Ecco la vocazione.
[Terzo:] si tratta di cose straordinarie, come visioni? No. Come apparizioni? No. Sono cose che sono nella via ordinaria con cui Dio si comunica all'anima. Se ci son delle visioni, se uno parla una lingua ignota, se ci son delle apparizioni o altri fatti straordinari, questi appartengono a Dio, il merito l'ha Dio. Invece è l'altra parte che ha il merito, l'anima, quello che ho ricordato. Sono doni ordinari di Dio per l'anima che corrisponde.
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Oh, ma che cosa ci vuole, dunque, da parte nostra? Ci vuole questo: grande buona volontà di appartenere solo a Gesù, e che Gesù comandi, che guidi la testa e la lingua e il cuore e i piedi e tutto l'essere, in sostanza. La volontà sopra tutto. Oh, ci vuole questa buona volontà. Notando che ci vuole anche che corrispondiamo alla grazia e cioè, che cominciamo a pregare come sappiamo. Poi si passerà ad altri gradi.
Vi sono poi anime che hanno già raggiunto i più alti gradi, ma non lo sentono. Il Signore, nella sua misericordia, nasconde i suoi doni, tante volte, all'anima.
E ci può essere anche questo raggiungimento, cioè, può essere un'anima che raggiunga anche il nono grado di orazione, cioè la preghiera trasformante e che viva in aridità? Sì. Può essere che viva anche un tempo notevole come santa Teresa, in aridità, e tuttavia può aver raggiunto.
Poi non bisogna mai mettersi a considerare: a che grado sono? No. Sforzarsi di migliorar la preghiera, senza fare un esame che, da una parte è inutile e, dall'altra parte, può essere anche un'occasione di ingannarci. Semplici.
Almeno raggiungere la preghiera di semplicità. E avanti! E pregare lo Spirito Santo perché lavori l'anima, si faccia sentire nell'anima e illumini la mente e muova il cuore, operi, in sostanza, nell'anima come è detto di qualche santo: dux eius fuit1: il Signore guidava l'anima sua.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 38/f (= cassetta 90/b). - Per la datazione cf PM: «Questi Esercizi hanno tra gli altri fini, quello di migliorare la preghiera (...). I gradi della preghiera, di orazione sono generalmente considerati come 9...» (cf PM in c101). dAS, 20/3/1961: «Dopo aver ascoltato una Messa va [il PM] ad Ariccia, Casa "Divin Maestro" per tenere due prediche alle PD» (cf VV in c79).
1 Elenchiamo l'ordine dei nove gradi di orazione per facilitare il confronto con quanto espone il PM:
1) grado: orazione vocale.
2) grado: orazione mentale.
3) grado: orazione affettiva.
4) grado: orazione di semplicità.
5) grado: orazione di raccoglimento infuso.
6) grado: orazione di quiete.
7) grado: orazione di unione semplice.
8) grado: orazione di unione estatica.
9) grado: orazione di unione trasformante.
2 Sir 18,23.
1 Sal 8,2.
2 Sal 18,2.
3 Sal 8,2.
4 1Cor 15,41.
5 Cf Mt 24,31.
1 L'intero periodo rivolto con il Voi, è alternato con il tu.
1 GIACOMO BENIGNO BOSSUET (1627-1704). Il brano qui ricordato è tolto dall'opuscolo Manière courte et facile pour faire l'oraison en foi et de simple présence de Dieu, n. 3. L'opuscolo non sembra del tutto autentico, ma don Alberione attinge a una fonte più prossima, ossia alla Teologia della Perfezione Cristiana di A. Rovo MARIN, O.P. (Roma, Edizioni Paoline 1960, P. 806).
2 S. GIOVANNI BATTISTA MARIA VIANNEY, Curato d'Ars (1786-1859).
3 Cf Lc 2,51: erat subditus illis.
4 S. BERNARDO DI CHIARAVALLE (1090-1153), monaco e Dottore della Chiesa. Cf Homilia I super «Missus est», n. 7 e 8.
1 Mt 26,26.
2 Cf 1Cor 11,24.
1 CHIESA FRANCESCO, sacerdote (1874-1946): Servo di Dio, sacerdote di elevato spirito di orazione.
1 Orazione di unione semplice.
1 E' il 9° grado: orazione di unione trasformante.
2 S. GIOVANNI DELLA CROCE (1543-1591), dichiarato da Pio XI Dottore della Chiesa Universale, il 24 agosto 1926; carmelitano; le sue opere danno un completo trattato di Teologia mistica.
1 Cf Dt 32,12.