Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XI
LA CASTITÀ

Ieri sera abbiamo considerato la virtù dell'obbedienza, ma obbedienza religiosa che forma il fondamento della vita religiosa. Allora chi comanda rispetta la persona che è figlia di Dio, allora chi obbedisce rispetta chi comanda perché rappresenta Iddio: grande rispetto vicendevole. Quando si va all'altare si va con delicatezza perché c'è Gesù, così quella persona a cui si comanda porta nel cuore la santissima Trinità.
Castità negativa e positiva. Castità negativa: celibato, astenersi da una famiglia. Positiva: amore intenso a Gesù, sposo divino. Voi non siete private di uno sposo, ma avete Gesù, non avete rinunciato a una famiglia, se non per avere uno sposo più degno: Gesù. Astenersi da quello che dicono le Costituzioni, e pecca graviter1 chi manca sia internamente che esternamente2. Quindi vigilare sui pensieri, sui sentimenti, sull'udito, sulla lingua, sulle mani, sulle visite. Nessuna amicizia particolare, vigilate molto perché le amicizie particolari sono molto facili e dividono le comunità. Amare prima Iddio e poi le persone che sono di Dio. E se quella è gentile temi di più, e va' dall'altra parte con quella bisbetica. Vigilare con questo cuore capriccioso, il cuore lasciato senza briglia rompe prima l'obbedienza, poi produce noie, scoraggiamenti, ecc. Il cuore veramente a Dio, senza distinzione di persone! Ma quella lì non mi vuole bene, amala di più tu, portandola a Dio. Vedere di portare tutti i cuori verso Gesù. Amore diretto e amore indiretto verso il Signore. Che nella casa ci sia la pace, che tutte siano contente. Molta devozione all'Eucaristia e alla Madonna, il vostro affetto [sia] per il vostro Istituto. Finché le case
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possono comunicare con la Prima Maestra è un gran beneficio. Amare di più l'Istituto che la propria casa, la mentalità si forma là. Si prendano le disposizioni senza discutere.
Povertà. Io confermo e benedico tutto quello che avete sentito in questi giorni, benedico il gran bene che avete fatto e che farete. Chiedete anche la grazia di avere una maggiore istruzione religiosa, attenetevi molto allo spirito paolino. Quando vi è la divozione a S. Paolo, si progredisce molto. Si può dire che il nostro modo di vivere, il nostro apostolato e la pietà devono essere ispirati dalla divozione a Gesù Maestro Via, Verità e Vita. Noi dobbiamo considerare le verità e regolare su di esse il nostro modo di fare, perciò lettura delle Costituzioni, di modo che ogni anno si passi tutto il testo3, così gli articoli sulla carità, sull'umiltà, sui voti, sono la moneta quotidiana. Nonostante l'amore particolare che ciascuna ha per la sua casa e per l'Istituto in generale, conviene dire che [è bene che] si tenga relazione con la Casa generalizia, e si può scrivere anche ad altre persone, ad esempio al Primo Maestro. Accennavo a che tutto si faccia in carità a maggior gloria di Dio e a bene delle anime. E le superiore desiderino che si scriva, ma per le cose disciplinari, spirituali, vita religiosa, indirizzatevi alla Prima Maestra. Parlate, riferite la verità per motivo di carità: non fare delle critiche, non rilevare dei difetti, delle mancanze. Non colpiamo mai le persone. Non scrivete delle letterone: con due righe si dice tutto, e quattro righe sono abbondanti.
E poi non pretendiamo di essere ascoltate, perché alle volte diciamo cose che non sono giuste. Inoltre è bene che si aggiunga che l'Istituto
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1 Gravemente.

2 Cf Costituzioni della Pia Società Figlie di San Paolo, ed. 1944, artt. 107, 111.

3 Originale: senso.