Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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4. L'APOSTOLATO DI MARIA*

Quest'oggi, sabato, ciascuna avrà già offerto il suo cuore al Signore per le mani di Maria.
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Nessun giorno senza la Madre, senza Maria, ma il sabato è 'santa Maria', onomastico di Maria che si ripete ogni settimana. Che cosa vuol dire 'santa Maria'? «E il nome della Vergine era Maria»1. Festeggiare questo nome potente e dolce, nome di madre, il quale porta ogni benedizione a chi lo invoca. Noi abbiamo imparato da bambini, dalla mamma a ripetere: Maria, o fu almeno una delle nostre prime parole, e ciascuno desideri che sia anche l'ultima. E così come in principio e alla fine [della vita], anche in mezzo, e non solo al mattino e alla sera, ma nelle difficoltà, ecc., sempre: Maria! Il nome Maria è indulgenziato, come pure Gesù, Maria, Giuseppe a cui noi aggiungiamo S. Paolo. Dunque oggi in modo speciale: Maria! Abbiamo festeggiato il 25 del mese l'Annunciazione. In quel giorno si commemoravano diversi misteri. Primo, abbiamo celebrato l'Incarnazione: «Et Verbum caro factum est»2. In quel giorno abbiamo celebrato anche la prima comunione di Maria; l'anniversario della prima comunione le persone buone lo celebrano. E fu anche l'anniversario della prima comunione dell'umanità. Maria fece una preparazione di meriti, di fervore e di fede.
Poi abbiamo celebrato anche il sì di Maria. Che cosa vuol dire sì? Vuol dire sì e non vuol dire no. Noi qualche volta diciamo no alle disposizioni del Signore. Le religiose il sì devono celebrarlo non una volta all'anno, ma tutti i momenti della loro vita: Signore, io sono qui. Disponi di me come ti piace. Tutto, solo, sempre come piace a te. Allora non c'è più niente che ci separi
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dal Signore, neppure un foglio, ma unione intima: «Così, o Padre, perché così piacque a te»3. Nel fatto dell'Annunciazione, Maria esercitò tutte le virtù assieme e abbracciò la sua vocazione definitiva. L'accettare di diventare Madre di Dio voleva dire accettare la sua vocazione, voleva dire accettare di diventare con Gesù la corredentrice. Imparare ad accettare la volontà di Dio, ad accettare la vocazione. Maria capiva che quel suo Figlio sarebbe morto in croce e che lei avrebbe sofferto molto. Accettare la vocazione, la vocazione si accetta ogni giorno: Oggi accetto la mia vocazione. Recitare la formula è un minuto, ma accettare coi fatti è più difficile. Anche le aspiranti possono recitare la formula, senza impegno di fare i voti, intendiamoci!, ma come promessa, come virtù di osservare la povertà, la castità e l'obbedienza. Il primo modo di servire Dio è di aver le idee chiare.
Maria compì il suo apostolato. Ecco come è presentata all'umanità: Maria presentò Gesù ai pastori, ai Magi, a Simeone, ad Anna, al Padre celeste, sul Calvario.
Tradurre Maria nel Vangelo del Landucci4 dove si vede la missione di Maria, l'essenziale di Maria, come Maria è coapostola, corredentrice. Al sì di Maria Gesù divenne uomo, e quindi Maria 'ingrandì' Iddio. La missione delle Figlie di San Paolo è la stessa di Maria. Che cosa c'è nel secondo articolo delle Costituzioni?5 L'apostolato delle Figlie di San Paolo è dare al mondo la dottrina di Gesù Cristo: Gesù Cristo Via, Verità, Vita. I mezzi poi sono vari. E vi sono state persone che specialmente facevano il catechismo, ma noi abbiamo i mezzi più moderni e più fruttuosi. Utilizzare per il Vangelo
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tutto quello che il progresso umano ci presenta. L'apostolato nostro mette a servizio del Vangelo i vari mezzi, non sono però vari apostolati. L'antenna, la penna, la pellicola messa a servizio del Vangelo, stampate assieme nel vostro album6, dicono bene la missione vostra.
Prima si studi, si sappia. Studiate? Chi si mette a insegnare deve studiare. Leggete il Vangelo, studiate il catechismo, fate molta attenzione alle meditazioni e alle conferenze. Attenzione a quello che vi viene [mandato] da Casa Madre7, la quale è a Roma e prende dalla Chiesa e dal nostro superiore massimo, il Papa. Noi poi scriviamo sulla carta [ciò che ci viene dato]. Questa prima parte dello scrivere serve per il libro, per il cinema, per la radio. Se noi vogliamo essere apostoli non possiamo soltanto essere stampatori, bisogna proprio scrivere e produrre. Già parecchie cose si sono scritte e tradotte, e adesso quel che completa l'Istituto è la casa delle scrittrici8. Scritti che si riproducono con i caratteri o con le pellicole. Quindi la prima parte è la redazione. Poi l'organizzazione: al Centro9 si scrivano le cose principali. Quindi c'è chi traduce, migliora, adatta alla nazione e successivamente chi compone, stampa e porta alle anime. E beati i passi di coloro che annunziano Cristo10. Ecco: con la macchina, l'antenna, le pellicole, far conoscere Gesù Cristo.
Seconda parte: la tecnica che richiede più mani. Nessuna creda di sporcarsi le mani quando si unge d'olio o si tinge d'inchiostro; le mani si sporcano con i peccati, ma le mani unte d'olio e tinte d'inchiostro sono mani santificate. S. Giuseppe in paradiso mostra le sue mani callose che dicono la cooperazione sua all'apostolato di Gesù.
Poi viene la propaganda. La propaganda è portare la dottrina di Gesù Cristo alle anime. Se S. Paolo mostrava
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le sue mani era per dire: «Mi sono guadagnato il pane con il lavoro delle mie mani»11. E poi predicava. Naturalmente chi fa l'apostolato deve trarre il suo sostentamento da lì, secondo le norme di S. Paolo: «L'operaio è degno della sua mercede»12, e secondo lo spirito del Vangelo. E chi riceve è13 obbligato con spirito soprannaturale a corrispondere quello che è fatica e complesso delle spese dell'apostolato. [L'apostolato] non è questua, ma è portare Gesù alle anime. Come il prete che va all'altare e offre a Dio la Vittima divina, deve poter vivere dell'offerta, così chi porta la dottrina di Gesù Cristo al mondo deve avere la sua offerta. Ma intendiamoci bene: voi vi fate sante se scrivete, diffondete, illuminate; in secondo luogo se fate l'apostolato come si deve, quindi se avete scrittrici, traduttori che lavorano con spirito soprannaturale, e chi fa la parte tecnica.
La santità è completa: bene il divino volere. E il divino volere è compiere questo apostolato. Gesù è l'Apostolo del Padre: «Ho manifestato il nome tuo agli uomini»14, Maria manifesta Gesù al mondo. E voi fate lo stesso: cercate di portare gli uomini a Dio, al paradiso. Ringraziate il Signore per questa bellissima vocazione. D'altra parte vedere se siamo santi. Propriamente: «Cercate il regno di Dio (la santità), e la sua giustizia (l'apostolato) e le altre cose vi verranno per giunta»15. E quindi Gesù disse agli Apostoli: «Quando vi mandai senza sacco, ecc., vi mancò niente? E gli Apostoli risposero tutti assieme: Niente»16. Ecco la strada: andate, [con] lo spirito paolino e [rispettando] l'uso del paese! Voi non avete bisogno di fermarvi a cercar
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* Meditazione, stampata in: Esercizi e meditazioni del Primo Maestro e conferenze della Prima Maestra, o. c., pp. 252-257, tenuta dal Primo Maestro a Derby, il [29.3.] 1952, sabato dopo la solennità dell'Annunciazione.

1 Cf Lc 1, 27.

2 Cf Gv 1, 14: «E il Verbo si fece carne».

3 Cf Mt 11, 26.

4 Cf Landucci P. C., Maria SS. nel Vangelo, Edizioni Paoline, Roma 1945.

5 Costituzioni della Pia Società Figlie di San Paolo, ed. 1944, art. 2: “Il fine speciale della Congregazione è di lavorare alla salute delle anime con la diffusione della dottrina cristiana per mezzo della preghiera, dell'insegnamento del catechismo, e particolarmente dell'apostolato della stampa”.

6 Don Alberione allude all'album vocazionale, ricco di foto e di brevi didascalie, che le Figlie di San Paolo avevano preparato negli anni 1950-1951, stampato dalla Tipografia Poliglotta Vaticana.

7 Per Casa Madre, Don Alberione intende la Casa generalizia, eretta canonicamente a Roma il 31 gennaio 1944 che, quale germoglio della Casa Madre di Alba, diviene guida per la vita della Congregazione. A Roma, inoltre, assume la nota della romanità e universalità, elemento fondamentale della missione paolina (cf Esercizi Spirituali tenuti negli Stati Uniti dal 29.5 al 6.6.1952, meditazione II “La morte”, nota 10).

8 Fin dal 1943 era stata aperta a Grottaferrata (Roma) una casa delle Figlie di San Paolo che funzionò dapprima come luogo di convalescenza per le sorelle ammalate; dal 1947 ospitò anche, per circa tre anni, un gruppo di novizie, quindi nel 1952 fu costituita Casa delle Scrittrici (cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo..., o. c., p. 292, nota 77).

9 Centro: cf Med. varie 1950, n. 36, nota 3.

10 Cf Is 52, 7.

11 Cf 2Ts 3, 7-8.

12 Cf Lc 10, 7.

13 Originale: E gli altri sono.

14 Cf Gv 17, 6.

15 Cf Mt 6, 33.

16 Cf Lc 22, 35.