Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VIII
IL NOSTRO APOSTOLATO

Il Signore, venuto sulla terra per redimere e riconciliare l'uomo con Dio e per rimetterlo sulla via del paradiso, che cosa fece? Redense l'uomo dall'errore, dal vizio e dal peccato: gli uomini dopo il peccato erano caduti di errore in errore. Gesù Cristo venne dal cielo e ammaestrò gli uomini. La sua dottrina è contenuta nell'insegnamento che ci dà la Chiesa. E come lui è infallibile, così volle che lo fosse la Chiesa in due punti: nella fede e nella morale. Così noi stando con la Chiesa sappiamo di essere nella verità. La dottrina di Gesù Cristo è la più sublime e perfetta. Egli non ci insegnò come son fatti i cieli, ma ci insegnò la via per andarci. Ora il Maestro divino ha stabilito nel mondo coloro che continuino a predicare la sua dottrina: «Andate e predicate a tutti gli uomini...»1.
Due cose ne vengono: la nobiltà del nostro apostolato il quale è continuare ad ammaestrare il mondo, è continuare l'ufficio di Gesù. Perciò noi teniamoci su questa strada, in tutte le materie un unico fine: far conoscere Gesù, la sua dottrina, la sua morale, il suo culto. Siamo in questo mondo per questo. Occorre quindi tenere sempre bene in mente il fine: come Gesù è venuto per insegnare la verità, così i Figli e le Figlie di San Paolo sono venuti per insegnare la verità. Nobiltà e bellezza dell'apostolato! C'è sempre un'immensa distanza tra i maestri civili e l'apostolo delle edizioni il quale continua a compiere l'ufficio di Gesù Cristo stesso: l'insegnamento della verità che salva.
Di conseguenza: studio. Non si può insegnare se prima non si sa, perciò sempre studiare. Il nostro apostolato richiede molto sapere, fosse pure l'apostolato tecnico, [così] la suora che stampa abbia la consolazione di sapere che
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stampa le verità di Dio. Studiare il libro che dobbiamo portare al mondo, leggendo la prefazione, l'indice e qualcosa in qua e in là. In generale però, per i romanzi, basta leggere la prefazione e l'indice. Per i libri di cultura, di ascetica e per le vite dei santi occorre sapere di più ciò che portiamo, per curare il vero male delle anime a cui li offriamo, adattandoli meglio. Come persuadere se non siamo persuasi noi? Come convincere se non siamo convinti noi? Vedete i commessi viaggiatori come sono zelanti e capaci nel loro ufficio! E noi dovremo essere da meno nel presentare il Vangelo?
Esser santi. Quando il libro esce da una mano santa ha più benedizione. Quando noi facciamo prima quello che vogliamo insegnare agli altri, abbiamo più efficacia. La suora che vive bene la sua vita religiosa quanta grazia porterà alle anime! Essere buone, buone, non solo perché il buon esempio edifica, ma perché ci attira la benedizione di Dio per comunicare il bene a chi si avvicina. Fare l'apostolato con spirito soprannaturale! Dicono le Costituzioni che l'offerta-prezzo2 si riceve per continuare a stampare i libri e per far vivere l'Istituto. Perciò S. Paolo dice: «Colui che serve l'altare, vive dell'altare»3, l'apostolo deve vivere della sua fatica. Ci vuole moderazione e sempre occorre anche che non ci presentiamo con prezzi esorbitanti, ma un pochettino meno di quelli che stampano [altri]; e d'altra parte non troppo meno, perché bisogna conservare la possibilità di dare a qualcuno qualcosa gratuitamente, come dice la sacra Scrittura: «Abbiate compassione di colui che non ha fede»4.
Ultima conseguenza per imitare Gesù Maestro, ricordare ciò che si diceva del Maestro divino stesso: «Amava la verità»5. Non diciamo bugie, non facciamo ipocrisie:
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1 Cf Mc 16, 15.

2 Cf Costituzioni della Pia Società Figlie di San Paolo, ed. 1944, art. 203.

3 Cf 1Cor 9, 13.

4 Cf Rm 14, 1.

5 Cf Mt 22, 16.