quando una cosa è vera, sì, quando non è vera, no. Dobbiamo dire: Mi piace di più la verità che non il tutelare il mio amor proprio, che non l'accontentare gli altri. Amore alla verità sempre! Non facciamo apparire una cosa per l'altra, non diminuire la verità né in confessionale né parlando con i superiori. Però anche la verità si deve dire con «carità»6. Se è meglio per carità parlare, parleremo, se è meglio per carità tacere, taceremo. Bisogna ponderare e prevenire dove vanno a finire le nostre parole. Parliamo come parlerebbe Gesù.
IX
LA VITA RELIGIOSA
Il Maestro divino vi ha chiamate alla vita religiosa e voi avete corrisposto seguendo la sua chiamata. Il primo pensiero [è di] riconoscenza al Signore. Maria ricevette l'annuncio che doveva esser la Madre del Verbo divino e in quel momento le si svelò tutto il complesso della sua vocazione, e Maria disse il suo sì. Nella sua mente ella già sapeva che il Redentore sarebbe stato odiato e crocifisso, ma a quale dei sacerdoti degni non tocca un po' di questa partecipazione della passione? E se noi non [vi] partecipiamo un po', non siamo degni della nostra vocazione. Maria dunque accettò la sua vocazione con il «Fiat». E quali furono i pensieri suoi dopo il grande atto? La riconoscenza. Quindi abbiamo di lei il Magnificat, l'inno di ringraziamento.
Riconoscenza per la vocazione. Non lasciamo mai entrare nel cuore una specie di stanchezza: Ma io non credevo così... Ma non mi aspettavo tutto questo. Noi capivamo tutto: avevamo almeno tre volte sette anni. Capivamo sostanzialmente la nostra vocazione e perciò non possiamo dire: Io non sapevo. Tanto più che nell'Istituto delle
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