Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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insegnò [perché] l'uomo era andato soggetto a tanti errori; secondo, diede esempio di vita santissima [perché] l'uomo era caduto in tutti i vizi; poi offerse la sua vita al Padre sulla croce, [mentre] l'uomo aveva sacrificato agli dei. Gesù è dunque il redentore perché non solo diede il suo sangue, ma condusse vita santissima, insegnò la sua dottrina divina. I frutti della redenzione ci vengono applicati con i sacramenti, fra essi la Penitenza o Confessione. La Confessione rimette i peccati commessi dopo il Battesimo e dà forza per non cadere in avvenire. Vi è la virtù e il sacramento della Penitenza. La virtù della penitenza, in certo qual modo possono averla tutti, esempio, lo studente bocciato si pente perché non ha studiato e propone di studiare. La penitenza riconosce, detesta, vuole l'emendazione. Delle tre diciture che si mettono vicino all'altare: «Non temete, io sono con voi. Di qui io voglio illuminare. Abbiate il dolore dei peccati»1, questa: «Abbiate il dolore dei peccati» è la penitenza e vuol dire: tenete il cuore umile, persuase di aver ancora tanti difetti, tanti bisogni. E da una parte spiacciono i difetti e si dice spesso: Gesù mio, misericordia. Quando Davide recitava il Miserere2 aveva la virtù della penitenza. Giovanni Battista predicava: «Fate penitenza, altrimenti perirete tutti allo stesso modo»3, poi insegnava come rimediare e come convertirsi. [Occorre] volontà decisa di cambiare e migliorare. Questa virtù della penitenza è quella che merita tante grazie. Tenete il cuore umile, chi è umile riconosce di aver tanti torti e propone e si sforza di migliorarsi. Nel nostro Istituto il «Cor paenitens tenete»4 è fondamentale; qualche volta è dimenticato, ma è bene che rimanga bene impresso. «Dimentica il bene fatto»5, come dice S. Paolo. Non abbiamo paura di perdere il merito raccontando a tutti i
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nostri miracoli? Vediamo di essere più umili: è l'impresa che assicura la vostra santificazione. Quando si mette l'io, scompare Dio. Quando siamo persuasi di essere qualcosa, siamo «sale scipito»6, e allora questo sale si butta via. E se si butta via, dove esso cade non cresce più l'erba, e allora si butta sulla strada dove la gente lo calpesta. Il «cor paenitens tenete» è garanzia di pace per ogni anima e di risultato buono nell'apostolato. Quando abbiamo questa virtù della penitenza e si aggiungono l'accusa e l'assoluzione, diviene sacramento. Il sacramento assolve il male passato e comunica la grazia per non commetterne più in avvenire. Il matrimonio, per esempio, è un contratto fra due [persone] di rimanere insieme, e quando interviene la benedizione della Chiesa, in quella forma stabilita, il matrimonio diviene sacramento. Vedete come è stato buono il nostro Dio! Vi è una penitenza naturale che possono avere anche i pagani, [ad esempio:] se mi sono avvicinato troppo al fuoco e mi sono bruciato, mi pento e propongo di star più lontano. Ma sulla virtù della penitenza cristiana che si pente perché offende Iddio, su questa cade il sacramento. La virtù della penitenza è sempre da esercitarsi dai Paolini, [invece] il sacramento una volta ogni otto giorni7 e l'esame di coscienza ogni giorno. Amore!
Quando Gesù era sulla terra, un giorno ricevette un uomo paralitico. Glielo avevano portato perché lo guarisse, ma Gesù che vedeva il cuore, che vedeva il cor paenitens, gli disse: Ti sono rimessi i tuoi peccati. I farisei mormoravano, [infatti] vi sono persone che fanno miracoli, ma ci sono delle lingue... I farisei dicevano: Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?. Dicevano giusto, ma era cattiva la loro intenzione perché non volevano ammettere
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che Gesù era Dio. Rispose Gesù: Dite un po' voi, è più facile rimettere i peccati o dire a quest'uomo: Prendi il tuo letto e vattene a casa? E affinché sappiate, aggiunse, [che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati], dico a te: Surge et ambula!8. E l'uomo saltò come un giovanotto, e capite che in famiglia dovettero fare una bella festa.
Se tu ti confessi, se sei in mille pene e fastidi, ricevi l'assoluzione ed essa è come la spada che taglia tutti i legami, e torni a casa tranquilla. Gesù però in quei casi soleva dire: «Non commetter più peccati»9. Istruite molto le anime sul sacramento della Confessione. Traducete il libro Una porta di salvezza10 che è l'atto di contrizione perfetta. Il dopo della Confessione è più importante che il prima, cioè dopo continuare a pregare, a stare umili e fiduciosi in Dio. La Confessione ci sarà di grande aiuto, non che si toglieranno tutti i difetti in un giorno, moriremo ancora con difetti, ma del frutto se ne vedrà. Dopo la Confessione non ci cambieremo subito in sante, ma se le Confessioni sono buone, dopo cinquantadue si vedrà un po' di frutto. E se vogliamo vedere se le Confessioni sono state ben fatte, guardiamo i frutti. Quindi le Confessioni devono portarci a conversione, poco per volta ci convertiremo un po'. Non è che la Chiesa prescriva ai religiosi di confessarsi una volta alla settimana perché suppone che essi commettano peccati gravi, ma è perché vuole che la Confessione serva a migliorarli. Quelli che si confessano regolarmente hanno più grazia di Dio per combattere e vincere. Ringraziamo il Signore per questo sacramento, e siamo riconoscenti alla Chiesa che vuole che ci confessiamo ogni otto giorni. E quando non sarà possibile confessarsi ogni
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1 Cf Med. varie 1952, n. 9, nota 10.

2 Cf Sal 51: «Abbi pietà».

3 Cf Lc 3, 8-9.

4 «Abbiate il dolore dei peccati» (cf specialmente AD 152, 156, 158).

5 Cf Fil 3, 13.

6 Cf Mt 5, 13.

7 Cf Codice di Diritto Canonico (1917), can. 595 1/3.

8 Cf Lc 5, 20-24: «Alzati e cammina».

9 Cf Gv 5, 14.

10 Probabile riferimento a: Can. Chiesa F., Un gran segreto di salute - La contrizione perfetta, E. P., Catania 1948, pp. 105.