Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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13. CORRISPONDENZA ALLA GRAZIA*

Nella domenica IX1 dopo Pentecoste la Chiesa ci fa leggere un tratto di Vangelo2 dal quale possiamo ricavare molti insegnamenti utilissimi per noi.
Quale colpa aveva commesso la città di Gerusalemme per meritarsi il castigo della distruzione? «Tu non hai conosciuto il tempo in cui sei stata visitata»3. Così dice S. Gregorio [Magno]: Gerusalemme non accolse il Salvatore, non corrispose alla grazia e perciò venne castigata con la distruzione.
Il Signore è sempre generoso nel concedere le grazie: predicazione, sacramenti, vocazione, istruzione, buoni esempi, assistenza delle persone che sono state incaricate di guidarci. Quante ispirazioni! Cambia vita..., sii più fervorosa...: [sono] inviti che ci vengono dalle buone letture, dai confessori, dal vedere i tristi camminare verso l'inferno. È la visita di Gesù che ci vuole in paradiso; è il Padre celeste che ci vuole salvi e si serve di un complesso di circostanze per invitarci a riflettere. Non sarebbero sufficienti volumi interi per descrivere tutte le grazie di Dio!
Vi è chi corrisponde sempre, chi corrisponde solo qualche volta, chi non corrisponde mai. Dagli stessi conventi sono usciti dei santi e dei persecutori della Chiesa. Gli scribi e i farisei avevano visto i medesimi miracoli e sentito la medesima parola di Gesù come gli Apostoli, ma questi si fecero grandi santi e compirono un bene immenso, mentre quelli resistettero alla grazia e si macchiarono la coscienza di orribili peccati.
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Sembra un'esagerazione, eppure spesso si constata la verità di questo detto: Coloro che hanno ricevuto maggiori grazie e istruzione religiosa, se si pervertono, diventano peggiori degli altri: «Corruptio optimi fit pessima»4.
Se un povero chiede a noi il pane e poi lo offre ai cani, continuereste ancora a dargliene? Invece quando un'anima corrisponde alle grazie, si sforza, è riconoscente, ne riceverà sempre di più, avrà maggior slancio, maggiori meriti, maggiore santità. Vi sono anime aperte alla grazia, la grazia penetra in esse come acqua salutare.
Dobbiamo spesso esaminarci per vedere se progrediamo, se corrispondiamo alla grazia. I superiori da parte loro devono avere il coraggio di assistere e correggere. Chi ascolta gli avvisi e accetta bene le correzioni ha un grande aiuto, chi invece si offende per le correzioni, nasconde i difetti e agisce secondo i propri capricci, rigetta la grazia e in punto di morte si pentirà amaramente. Ma sarà ancora in tempo?
Dio è infinitamente buono, ma vuole che corrispondiamo alle sue grazie e ci chiederà conto di ogni talento che ci ha dato, di ogni occasione di bene che ci ha presentato. Esaminiamo spesso come corrispondiamo alle grazie: buone ispirazioni, conferenze, catechismi, avvisi del confessore, meditazioni, Esercizi spirituali, ritiri mensili.
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* “Dagli appunti di una meditazione del Primo Maestro”, stampata in RA, 8-9(1952) 1. All'inizio del testo si parla della Domenica XI dopo Pentecoste, ma il brano di Vangelo a cui si allude nello svolgimento della predica, nella liturgia del tempo è proprio della Domenica IX, per cui si ritiene che la predica sia stata tenuta [a Roma, il 3.8.1952], cioè nella IX domenica dopo Pentecoste (cf Calendario perpetuo). L'indicazione dell'autore è in calce all'articolo.

1 Originale: XI.

2 Cf Lc 19, 41-47.

3 Cf Lc 19, 44.

4 «Ciò che era ottimo, una volta corrotto, è pessimo». Insegnamento presente nella teologia pastorale e nella predicazione di S. Gregorio Magno.