Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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28. LA CARITÀ VICENDEVOLE28
1. La pace della congregazione, la vita lieta, dipende dalla carità vicendevole. La carità può essere più profonda quando si ama con spirito soprannaturale. Ogni sorella è come un tabernacolo che porta Dio "templum Dei estis" (cf. 1Cor 6,19), dice san Paolo. In comunità, la carità deve essere più profonda: tutti si amano perché fatti ad immagine di Dio.
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2. Amare anche i muratori che vi fanno la casa, lo fanno per interesse; ma i santi sono i più interessati, lavorano per farsi dei meriti, non sono interessati? Le sorelle portano Gesù nel cuore perché sono in grazia di Dio, motivo più profondo, per cui si amano di più. Motivo profondo anche perché siete insieme per lavorare alla santificazione.
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3. Abbiamo detto della correzione fraterna, l'avete già fatto? Mica tutti gli sbagli sono peccati, ma sono sbagli e devono essere corretti. Ricevere la correzione come una grazia di Dio che ci vuole più santi.
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4. Meditando l'articolo 187 delle costituzioni: guardarsi da ciò che può offendere l'unione. Rifuggiamo da ogni critica e mormorazione. Che differenza c'è tra l'una e l'altra? La critica giudica il comando, la mormorazione è rilevare i difetti. La critica riguarda più il giudicare i superiori, la mormorazione riguarda tutti, rilevando i difetti e il modo di fare.
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5. Ci sono delle cose che offendono, danno pena allo spirito. Se per esempio una non ha saputo la lezione a scuola, è mormorazione andare a dirlo in ricreazione a tutte.
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6. Certe vedono dei difetti nei paesi, li riportano tra le altre, magari a tavola, è mormorazione, così le birichinate dei bambini del catechismo: Ho detto una cosa un po' forte, mi ha offeso, segno che è stato toccato sul viso. Dire le cose alle madri, se è necessario, ma non agli altri.
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7. Detrazione - togliere qualche cosa che c'era, togliere la stima. - Quella è buona e l'altra risponde: è perché non sapete tutto. Queste espressioni nascono dall'invidia, radice della detrazione.
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8. Delazione - riferire un male a chi non si deve, ma inventando il male o esagerando; se è del tutto inventato, può diventare calunnia.
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9. Amicizie particolari - Non s'intende affetto dei cani, dei gatti. In ogni caso le suore non amino troppo né cani né gatti. L'affetto disordinato alle bestie può essere peccato. Le bestie tenerle al loro posto.
Quando si parla di amicizie particolari, ci si riferisce ad amicizie con le sorelle. Che due si correggano a vicenda, non è amicizia particolare, ma che due non vadano troppo insieme, che siano con tutti uguali. A dirsi i difetti si fa presto, ma non contarsela lunga. Le amicizie particolari sono da eliminarsi nelle comunità perché pericolose.
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10. Se voi imparate ad essere delicate e a far bene in comunità farete poi bene anche fuori. Alle volte la si scusa dicendo: «Ma quella è una benefattrice; ma che non diventi una malefattrice che incomincia a tagliare i panni addosso a tutti. Le amicizie particolari ci possono essere dentro o fuori la casa religiosa.
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11. Qualche volta fare questa proposta: «quella è un caratteraccio, ci voglio andare proprio insieme».
Quando santa Teresina lavava i panni, una suora le schizzava l'acqua in faccia, ma ella non se ne faceva accorgere. La profondità non è fare un pozzo e buttarsi dentro ma è la virtù ridotta alla semplicità.
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12. Rancore - E' quando una persona conserva dispetto perché ha ricevuto una correzione; non guarda più di buon occhio chi gliela ha fatta, ha spirito di vendetta.
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13. Invidia - E' il dispiacersi del bene delle altre, delle belle qualità.
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14. Gelosia - E' il voler prendere il posto dell'altra; per esempio quando una ha guadagnato la stima un'altra vorrebbe quasi soppiantarla e prendere il suo posto. Non è l'emulazione per cui si vuol imitare chi fa bene, ma è il voler togliere la stima, il posto.
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15. Evitino le sinistre interpretazioni, giudizi temerari, sospetti temerari. Si voglia il vero bene alle sorelle. Compiere sempre queste quattro cose: pensare bene, parlare bene, desiderare il bene, fare il bene. Mettete visibilmente esposti i caratteri della carità: articolo 187 delle costituzioni.

Albano Laziale (Roma)
23 settembre 1953

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28 Albano Laziale (Roma), 23 settembre 1953