Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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4. LA VITA VA SOGGETTA A PROVE
(Domenica I di Quaresima)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 11 marzo 19621

Dice il Vangelo, che il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito Santo nel deserto per essere tentato da Satana.
Significa questo che tutti siamo soggetti a prove, a prove perché riuscendo vittoriosi riceviamo, a suo tempo, la corona. Gesù volle assoggettarsi a tentazioni per insegnare a noi che la vita va soggetta a tentazioni. E ci ha insegnato il modo di vincere le tentazioni.
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Tre generi di tentazioni vediamo nel tratto del Vangelo che oggi la Chiesa ci propone a considerare.
Dopo aver digiunato per quaranta giorni e per quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore accostandosi disse: «Se tu sei il Figlio di Dio comanda a queste pietre di trasformarsi in pane». Gesù rispose: «E' scritto: "Non di solo pane vive l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"». Allora il diavolo lo trasportò nella città santa e lo pose sulla cima del tempio dicendo: «Se tu sei il Figlio di Dio, gettati nel vuoto perché sta scritto: "Dio ha comandato ai suoi angeli di sostenerti sulle loro mani affinché il tuo piede non inciampi nei sassi"». E Gesù: «E' pure scritto: "Non tentare il Signore, Dio tuo"». Quindi il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e mostrandogli tutti i regni della terra e la loro magnificenza gli disse: «Io ti darò tutto questo se prostrandoti mi adorerai». Allora Gesù rispose: «Va' via, Satana, poiché sta scritto: "Adorerai il Signore, Dio tuo, e servirai a lui solo"». Allora il diavolo si allontanò e gli angeli si accostarono a Gesù e lo servirono1.
Gesù digiunò quaranta giorni e quaranta notti. Quando un'anima è assorbita nelle sue potenze dalla grazia di Dio, dall'azione dello Spirito Santo, si sospendono un poco le attività del corpo, le facoltà e i bisogni del corpo e l'anima resta presa e tutte le potenze dell'uomo, assorbite in Dio. Quaranta giorni e quaranta notti. Terminato questo suo grande digiuno - la Chiesa lo ricorda - ecco, Gesù prima di iniziare il suo ministero pubblico volle insegnarci che cosa sia la vita.
La vita è tutta una prova. E vi sono quelli che scelgono Dio e vi sono coloro che scelgono, invece, altra strada, cioè: il denaro, la gloria e la carne.
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La prima tentazione è una tentazione che riguarda la carne. Il tentatore dice: «Se tu sei figlio di Dio comanda a queste pietre di trasformarsi in pane».
Aveva digiunato quaranta giorni, il demonio lo prende dalla parte delle necessità, perché il diavolo si serve di quello che è in noi, di quello che la carne chiede, le necessità corporali chiedono, e li travolge. E Gesù risponde con la Scrittura Sacra: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
In quei quaranta giorni Gesù Cristo era stato assorbito come in Dio, egli, il Verbo del Padre, la seconda Persona della Santissima Trinità. La Parola, era lui la Parola, cioè il Verbo. E allora: l'uomo non vive solo di pane, ma vive di spirito. E le prime necessità riguardano l'anima: non di solo pane vive l'uomo, ma vi è un pane che è il pane celeste, vi è un pane, cioè la verità, che sazia l'anima.
[La] prima tentazione riguarda la carne, cioè le nostre tendenze che sono specialmente ricordate nelle tre tendenze: golosità, sensualità e pigrizia. Vincere questo complesso di tentazioni che assalgono un po' tutti, un po' più presto, un po' più tardi, in una circostanza, in un'altra. Ricordarci sempre che la voce della carne è una voce che, qualche volta, è necessario ascoltare, quando c'è il bisogno di nutrirci, ma di non ascoltare quando, invece, la carne chiede ciò che non è lecito.
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Secondo genere di tentazione. Allora il diavolo lo trasportò sulla cima del tempio, sul terrazzo, dicendo: «Se tu sei il Figlio di Dio, gettati nel vuoto perché sta scritto: "Dio ha comandato ai suoi angeli di sostenerti sulle loro mani affinché il tuo piede non inciampi nei sassi"». Ecco, altro genere di tentazione.
E questo sarebbe mettere a prova Dio. Quando uno pretendesse dal Signore un miracolo mentre che non ce n'è bisogno, sarebbe questo un tentare il Signore: «Non tentare il Signore, Dio tuo». Perché se uno è già al sicuro sul terrazzo, e perché deve buttarsi giù? Se deve discendere, ci son le scale, non c'è bisogno del prodigio. Qui è veramente l'orgoglio, mettere Dio a prova. E' Dio che prova noi, non noi che proviamo Dio. Mettersi nelle occasioni del peccato e pretendere che Iddio ci salvi ugualmente, e allora questo è orgoglio, è, cioè, pretendere da Dio cosa che non è necessaria. Perché? Perché abbiam già il modo di fuggir la tentazione. Ma se uno cede alla tentazione, si mette nell'occasione. Allora vorrebbe pretendere dal Signore che il fuoco non bruci più? e che l'acqua non bagni più? Se c'è già la grazia, la possibilità di evitare l'occasione, c'è la grazia, perché mettere a prova Dio? E: "Mi metto nell'occasione e poi Dio intervenga e mi liberi; mi butto nel pozzo e poi mi salvi dall'annegarmi?".
Occorre che siamo umili, che diffidiamo di noi, e cioè, quante volte, dei pensieri nella testa, dei sentimenti nel cuore, delle persuasioni che abbiamo, alle volte, e poi dopo capiamo negli esami di coscienza che non eran giusti. Noi dobbiamo sempre vigilare, perché la diffidenza di noi e la fiducia in Dio è la via giusta. Ma confidare in Dio. Pretendere ciò che non è necessario, questo no. Se uno non vuol preparare il cibo, pretende di andare a tavola e trovare la mensa imbandita? Chi ha il campo, deve seminarlo, il campo. Poi, già il Signore dando il campo dà già il mezzo per il pane. Ma se uno non semina il campo, eh, come volere poi trovarsi il pane a tavola? Quindi occorre adoperare i mezzi che il Signore ci dà. Vogliamo che le nostre ispirazioni siano buone, crediamo, almeno, che siano ispirazioni; ma se abbiamo coloro che ci consigliano, il Signore ha già provveduto, eh, ha già provveduto i consiglieri. Che se tu pretendi di avere una rivelazione particolare o ispirazione che per te sembra giusta, e non sottoposta invece a chi deve approvarla o disapprovarla, l'orgoglio.
Non superbia nella vita, che inganna, tante volte. Quanto bene si lascia per superbia e quanto male si fa per la superbia. E quanto bene porta l'umiltà, quanta pace e gioia e merito e ricchezza.
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Quindi il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e mostrandogli tutti i regni della terra e la loro magnificenza, gli disse: «Io ti darò tutto questo, se prostrandoti, mi adorerai». Allora Gesù rispose: «Va' via, Satana, poiché sta scritto: "Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo"».
Questa è una tentazione: attaccamento ai beni della terra, le ricchezze, le comodità. Quante ingiustizie! Non rubare e, come anche, per chi è religioso, osserva il voto di povertà. Ecco che, qualche volta, l'uomo si lascia trascinare: vede i beni della terra, vede i palazzi dei ricchi, vede quanta libertà si permettono, quanto lusso, quanta comodità, quanto odio, quanto spreco, ecc. E tutto questo possiamo, alle volte, disapprovarlo; ma poi, segretamente, qualche tentazione.
Gli uomini, quanto si lasciano trascinare dall'avarizia e dalla sete e dalla fame dei beni della terra! Non pensano più né a Dio né all'anima. E quando sono alla fine della vita, tutto ciò che hanno accumulato, "io lascio". E che cosa ti porti appresso per te? Le mani sono vuote. Alle volte vi sono miliardi di soldi nelle banche. Ricchezze accumulate. Ma, e adesso che tutto va agli altri? E tu, accumulando per gli altri, non hai pensato, giorno per giorno, a prepararti almeno qualche cosa, una piccola casetta al di là. Quanta cecità, alle volte!
E quanto dobbiamo vigilare, perché non si è solamente tentati, così, in grande, ma alle volte nelle piccole cose. E che l'uccello sia tenuto fermo e prigioniero di una catena di ferro o di un filo, non può più volare. Vigiliamo soprattutto, ecco. Praticar la povertà fino a chieder la carità. Praticare la povertà usando dei beni, che il Signore ci dà nella giusta moderazione, secondo il volere di Dio, perché il Signore ha provveduto da tutta l'eternità che avessimo quella frutta, avessimo quel pane, avessimo tutto quello che riguarda il vestito, l'abitazione. Il Signore è stato tanto buono. Tutto questo, però, il Signore lo concede perché noi, avendo questo, serviamo a lui. E, come dice l'Oremus1: Non ti domando né ricchezze, né miseria, ma quanto è necessario per vivere e così servire, per mantenermi nel tuo servizio e mantenerci, aggiungiamo noi, nell'apostolato.
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Come ha vinto il demonio, Gesù? Sempre con parole della Scrittura. Il diavolo è ingannatore, è ingannatore perché ne sa più dell'uomo, è uno spirito. Allora, come lo confutiamo? Con Dio, cioè, con la Scrittura. E' la parola di Dio.
Quindi Gesù, prima risponde: «Non di solo pane vive l'uomo»1. E questo è Scrittura.
Poi, in secondo luogo: «Non tentare il Signore Dio tuo»2. E questo è Scrittura.
E terzo: «Adorerai il Signore Dio tuo, servirai a lui solo»3. Questo è Scrittura.
Il diavolo fu ingannatore e bugiardo fin dall'inizio con Adamo ed Eva. Ora l'uomo può lasciarsi circuire e persuadere dal demonio, ma come possiamo confutarlo? Con la parola di Dio. La risposta deve venire prendendo la parola di Dio. Se il diavolo è sapiente, Iddio è infinita Sapienza. E allora, ecco, lo confutiamo, ci liberiamo dalle sue lusinghe, dal suo inganno. Non c'è altro che ricorrere a Dio. E: "Vorrei fare la mia volontà". Ma ci sono i comandamenti. Ascoltarli. Eh! c'è il quarto comandamento, è già confutare: è Dio che ha stabilito questo comandamento. Così riguardo a tutto quello in cui possiamo esser tentati. Sempre che la luce sia in noi perché, se si ottenebra la mente, non c'è più la luce di Dio, possiam cadere in qualunque sciocchezza. In quel momento che siam tentati, credere che sia la verità solo quello che ci sembra utile. E invece: cosa dice Dio per il nostro caso? Cosa dice la Scrittura per il nostro caso? Ah, la lettura dei libri sacri ci aiuta sempre a camminare bene e a superare ogni difficoltà in ogni occasione della vita. E' parola di Dio ed è un sacramentale. E allora abbiamo fiducia in Dio solo, solo in Dio, nella sua Parola, poiché egli è verità. E se ti chiede un sacrificio, [è] per darti maggior bene e una maggior gloria in paradiso e più grazie sulla terra.
Esaminiamo noi stessi e sappiamo diventare saggi e non cedere così facilmente alle lusinghe e agli inganni di Satana.
Sia lodato Gesù Cristo
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1 * Nastro 112/a (= cassetta 104/b). Per la datazione, in PM: nessun accenno cronologico (cf PM e nostra nota in c118). - dAS, 11/3/1962 (domenica): «Meditazione alle PD del servizio».

1 Cf Mt 4,1-11.

1 In realtà è il passo dei Proverbi 30,8.

1 Mt 4,4 (cf Dt 8,3).

2 Mt 4,7 (cf Dt 6,16).

3 Mt 4,10 (cf Dt 6,l3)