3. MESSE PER I RELIGIOSI: NUOVI FORMULARI
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, ... febbraio 19621
Quando fate l'Adorazione nel corso della notte, pensare anche a questo: che si commettano un po' meno di peccati nella notte. Quanti divertimenti nel corso della notte non sempre buoni! Quanta stampa non sempre buona! Quanto di proiezioni di pellicole, comunicazioni alla radio, alla televisione! La notte con le tenebre copre tanti delitti, e Gesù è offeso e voi lo consolate. Che grande cosa è questo! Gesù si lamentava con gli Apostoli nel Getsemani: Non potuistis vigilare una hora mecum?2 Ma loro erano sonnecchiosi e non bastò che li svegliasse una volta e poi due, e di nuovo caddero nel sonno. E la terza volta li svegliò per andare incontro a coloro che venivano ad imprigionarlo.
Ma voi invece di un'ora vegliate anche due e non sonnacchiose, ma veramente fervorose. Stanno accese quelle candele, ma stanno accesi anche i vostri cuori. Le candele son di cera, è un culto, sì, ma è un culto di materia, materia preziosa, se si vuol dire, ma sempre materia. Quello che piace al Signore è il culto razionale: rationale obsequium vestrum3.
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Volevo stasera ricordare quello che leggerete poi nei giorni prossimi nella circolare interna.
Nel 1950, dodici anni fa, si era tenuto il Congresso mondiale dei religiosi. Fra i voti che si son fatti al termine del Congresso1, vi era questo: che la Santa Sede concedesse una Messa particolare da celebrarsi il giorno delle Professioni affinché la Professione risultasse sempre più solenne, e una Messa la quale ricordasse che cos'è lo stato religioso e servisse a domandare al Signore le grazie di viver la vita religiosa e l'aumento delle opere e delle vocazioni nell'Istituto.
Il Papa ama tanto i religiosi e invece di una Messa ne ha concesse tre: la prima è per il giorno della professione dei religiosi, e questa Messa si celebra unicamente nel giorno delle professioni temporanee e perpetue ed è votiva di seconda classe; la seconda è per le professioni delle religiose, di nuovo votiva di seconda classe; la terza è comune ai religiosi e alle religiose e in essa si domandano tree grazie:
[1.] le vocazioni all'Istituto: che cresca di numero;
2. che cresca in fervore, cioè la corrispondenza alla pratica della vita religiosa, la pratica dei santi voti;
3. si domanda al Signore che si compiano bene gli apostolati, quelli che si propone ogni Istituto.
Nella circolare interna vi è l'introduzione generale e poi vi sono le piccole, brevi introduzioni particolari di ogni Messa, e quindi una spiegazione. Alla fine poi di tutto c'è come una specie di ricordi per coloro che hanno professato e per coloro che nell'Istituto devono conformar la vita alle Costituzioni, lavorare per la loro santificazione, aumentare l'Istituto di persone e di opere2.
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Lasciando da parte la Messa che è riservata alla professione dei religiosi, ricordiamo quella che si deve celebrare nel giorno della professione delle religiose. E il mese di marzo si avvicina. Vi interessa. Poi nel messalino si inseriranno queste Messe e quindi ci saranno i foglietti che verranno inseriti e serviranno perché si possa meglio seguire la Professione e le preghiere che si fanno nel giorno della Professione. Poi, la terza Messa, di cui ho detto, è votiva e sta al grado e si può celebrare secondo le regole liturgiche che riguardano le Messe votive.
Per riguardo, dunque, alla Messa della professione delle religiose, si chiede che quel giorno il nostro dono a Dio sia completo e che si faccia quindi una segregazione, cioè una separazione da quello che deve essere il buon cristiano, la famiglia, e tutto quel che interessa la famiglia di cose materiali. E che, invece, il cuore si orienti definitivamente a Gesù, totalmente l'essere dato a Gesù, che vuol dire: l'intelletto, il sentimento, la volontà, il corpo, i beni esterni e poi i beni spirituali, cioè quelli che riguardano il sentimento, il cuore e quelli che riguardano la volontà. Tutto al Signore. Essere suoi, e che il Signore possieda tutto l'essere. Che Gesù entrando nell'intimo dell'anima non trovi degli angoli occupati dall'amor proprio o dalla testardaggine o dalla sentimentalità non abbastanza retta o dalla volontà che ha delle riserve: questo sì, quello no, in modo che Gesù non possa ancor disporre totalmente della persona - perché è libera - e certe cose non le vuole cedere. Allora il dono perfetto e completo. L'Oremus dice molto bene questo.
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L'Epistola1, poi, è tratta da san Paolo dove egli parla della verginità e in cui inculca l'amore alla verginità, e cioè ne descrive la preziosità, descrive quale ne sia il privilegio per una persona: esser totalmente di Dio. E, nello stesso tempo, vuole che la persona la quale si consacra a Dio, si interessi delle cose di Dio e dell'Istituto e non di altre cose. Eh? San Paolo dice chiaro.
Il Vangelo2, poi, di quella Messa è il Vangelo delle dieci vergini: cinque prudenti e cinque stolte. Questo Vangelo l'avete sentito spiegare tante volte perché tratta di vergini; ma anche tra le vergini ci possono essere le stolte e ci possono essere le prudenti.
Le stolte che vivono in tiepidezza e cioè portano con sé le lampade perché han fatto i voti, ma non le riforniscono di olio, di opere buone. E allora, cosa fanno? Sonnecchiano. Dormitaverunt [omnes] et dormierunt. E la vita passa senza godersi Gesù e senza godersi il mondo. Ma godersi Gesù!.
Le cinque prudenti, invece, han portato, sì, le lampade ma le hanno rifornite di olio e cioè di opere buone, di fervore e allora poterono accendere la lampada al momento opportuno ed entrarono nell'intimità della festa con lo Sposo. E quando c'è questa intimità, questo fervore, questa luce che è raffigurata nella lampada accesa, ecco, si muore, si va in paradiso.
Le stolte, invece: date nobis de olio vestro: non abbiam l'olio, prestatecene. «Ma andate a comprarvene - rispondono le altre -, perché diversamente non basterebbe né a voi, né a noi». E mentre andarono trovarono, poi al ritorno, la porta chiusa. E quello indica anche ciò che accade alla suora tiepida che, al momento, non è pronta a entrare in paradiso perché ha ancora tante cose, sì. «Andate dai venditori». Oh, il Vangelo così. E quindi si domanda di praticare con fervore il voto di povertà, di castità e di obbedienza.
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Inoltre vi è la Messa, la terza1, e cioè quella che è ordinata a domandare al Signore tre grazie.
Prima grazia: che ci sia il fervore in ogni religioso, in ogni religiosa, sì, che si viva bene la vita religiosa, si santifichino i giorni che si passano in religione.
Secondo: che sia aumentato il numero delle vocazioni.
[Terzo]: siano aumentate le opere buone e gli apostolati. Quindi ha come tre fini.
E in questo, quando si domanda il fervore è perché ci sia la perseveranza, la perseveranza nella scelta, nella vocazione scelta, meglio. Perseverare. Il diavolo è astuto e qualche volta passando fra le erbe - come il serpente infernale vestito veramente con colori attraenti - si avvicina, si insinua nel cuore di un religioso, di una religiosa2, e se non si è sempre vigilanti, fervorosi, il demonio troverà un bucherello per entrare. E il bucherello viene da noi quando si prega meno; quando si prendono certe libertà; quando si comincia a ragionare: "Ma questo poi non è peccato grave, ecc.".
Allora si chiede al Signore la grazia di viver bene la vita religiosa. E' riportato, allora, quello che san Paolo dice, che bisogna essere religiosi davvero, là: «vivete in modo degno della vostra vocazione», ecco. E poi dice come si fa a vivere in modo degno della vocazione. Bella Epistola.
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Quanto al Vangelo riporta quel tratto in cui sono ricordate tre persone: uno che dice a Gesù: «Maestro, ti voglio seguire, voglio venir con te». E il Maestro gli fa vedere che cosa dovrà fare per seguirlo. Risponde indirettamente, ma lo richiama sul voto della povertà, cioè: «le volpi hanno le loro tane, gli uccelli hanno i loro nidi, ma il Figlio dell'Uomo non ha una pietra di suo per posar la testa». Non aveva nulla di suo, neppure una pietra; anche se posava sul fianco di una montagna, su una pietra, non era sua, poteva venire uno a dirgli: togliti, che qui padrone sono io.
Poi il giovane che dice: «Ti seguirò in tutto». E Gesù che cosa dice? Gesù risponde al giovane il quale chiedeva di andare ancora a salutare i suoi, accomiatarsi, e Gesù dice: Chi mette mano all'aratro e si volge indietro, finito. E cioè: chi si mette nella vita religiosa e poi dopo vuol vivere come un mezzo secolare e conservar la propria volontà, fare le preferenze, scegliere gli uffici, aggiustarsi al suo modo la vita, la giornata, ecc.: «Chi mette mano all'aratro e volta lo sguardo indietro, non è degno del regno dei cieli».
Poi c'è la terza cosa, quando un altro dice: «Ti seguirò, ma permettimi prima di andare alla sepoltura di mio padre». «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti», dice Gesù. Non dà il permesso di andare alla sepoltura.
Alle volte vorrebbero andare, quando c'è un mal di denti, a trovare i parenti. E trovano sempre una scusa e un pretesto. E allora... Non stai bene con Gesù? Non è il tuo posto l'Istituto? Quella non è la tua famiglia, forse? «Dove è il tuo cuore, lì è il tuo tesoro»1. Se il cuore è di là, il tuo tesoro è là. Ma il tuo tesoro, o religioso, o religiosa, deve essere Gesù. Il tesoro della Pia Discepola è il tabernacolo, non c'è niente altro. E solo lì troverà la pace, la gioia e il coraggio, la fedeltà alla sua vocazione, sì.
Oh, e c'è stato anche un altro che ha chiesto di andare con lui, ma Gesù gli ha detto: Tu non venire con me, in sostanza, ma va, annunzia il nome di Dio, predica il nome di Dio2.
Oh, questo: «Lascia che i morti seppelliscano i morti», vuol dire che bisogna distinguere bene le persone che si danno a Diof o conservano il cuore un po' per altre cose.
Poi l'altro punto, invece: «Chi mette mano all'aratro e poi si volge indietro» è contro coloro che tradiscono la vocazione.
Quindi la Messa è ordinata alle tre intenzioni: l'osservanza sempre più fervorosa; secondo, l'aumento delle vocazioni; e terzo, la corrispondenza in quest'altra parte e cioè: compiere gli apostolati che sono propri dell'Istituto, in modo tale che aumenti, l'Istituto, di opere e di numero.
Perciò questa Messa votiva si può anche scegliere in qualche giorno in cui, secondo le leggi [li]turgiche, è permessa, si può scegliere e celebrare.
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Leggerete meglio quello che io adesso ho detto in breve e lo mediterete così: primo, stimare tanto la vita religiosa pensando al gran numero delle religiose, e poi pensando alla stima che ne ha il Papa per dare tre Messe, e pensando alla grande grazia della vocazione.
"La vita è preziosa e tu che ne farai?"1. Questo era [su] un foglio che ho trovato lì, all'esposizione. "La vita è preziosa e tu cosa ne farai?". E cosa ne facciamo? La usiamo veramente per la santità? Usiamola! Avanti! Vi son tutte le comodità, tutte le grazie per la vostra santificazione. Che cosa vi manca? Allora, avanti! avanti! Essere tanto riconoscenti al Signore delle grazie che si ricevono e amare tanto Gesù perché vi vuol così bene e vi concede tante grazie. E poi essere gelose di possedere tutto Gesù. E pensare che Gesù è geloso di voi, vi vuole intieramente.
Quando si arriva al nono grado di orazione, c'è lo scambio fra l'amato e l'amante. Lo scambio di beni. Dilectus meus mihi et ego illi2: il Diletto è mio ed io son sua. Ecco tutto. Così dice ogni anima. Del resto questo senso è riprodotto anche nel Vangelo oltre che, come ho detto, nel Cantico dei Cantici.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 * Nastro 47/e (= cassetta 104/a). Per la datazione, cf PM: «Volevo, stasera, ricordarvi quello che leggerete poi nei giorni prossimi nella circolare interna. Nel 1950, 12 anni fa, si era tenuto il Congresso mondiale dei religiosi...». La circolare interna su tale argomento porta la data: febbraio 1962. PM: «E il giorno di marzo si avvicina, vi interessa...». - In dAS, in data 27/2/1962, si legge: «Al ritorno (da Albano) riparte [il PM] in macchina con Fr. De Blasio per andare in via Portuense dalle PD per incontrarsi col prof. Bodini» (non dice altro).
2 Mt 26,40.
3 Rm 12,1.
1 Il Congresso Internazionale degli Stati di Perfezione fu tenuto a Roma dal 26 novembre all'8 dicembre 1950 (cf San Paolo, settembre-ottobre 1950, pag. 2). Don G. Alberione vi tenne due relazioni al 6 dicembre 1950, la prima si trova in San Paolo, novembre 1950 e la seconda in San Paolo, dicembre 1950.
2 Le nuove tre Messe votive, per i Religiosi, le Religiose e le Vocazioni Religiose, sono pubblicate in San Paolo, febbraio 1962, nel testo latino e nella versione in lingua italiana.
1 L'Epistola riporta brani della 1a Lettera di s. Paolo ai Corinti: 7,6-8.25.29-32.34.
2 Il Vangelo è tratto da Mt 25,1-13.
1 Messa votiva per ottenere e infervorare le Vocazioni religiose. Epistola: Ef 4,1-6.23.24. - Vangelo: Lc 9,57-62.
2 Cf Gn 3,1ss.
1 Cf Mt 6,21.
2 E' l'indemoniato di Gerasa: cf Mc 5,1-20.
1 Foglietti di propaganda per suscitare vocazioni religiose.
2 Ct 2, 16.