34. SANTIFICARSI IMITANDO MARIA IMMACOLATA
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 30 novembre 19621
Avete lavorato e state lavorando ancora per la mostra della Chiesa2. Avete lavorato bene. E continuare ad accompagnare con la preghiera tutto quel che si fa, perché, preparare la mostra, ma bisogna poi che la vedano. Mostra vuol dire mostrare e, se vengono a visitare, si arriva allo scopo per cui si è lavorato, si raggiunge il fine.
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Ieri abbiamo iniziata la novena all'Immacolata Concezione. Viene celebrata, questa novena, da tutti i Padri conciliari i quali hanno accolto l'invito di fare preghiere particolari, in questo tempo, invocando Maria per il Concilio e per tutta l'umanità, specialmente per tutta la Chiesa, per tutti quelli che vivono come cattolici e quelli che, invece, sono separati o come scisma o come eresia.
E mettiamo anche l'intenzione particolare per il Santo Padre, per la sua salute, perché conservi questo Papa nella sua grande missione, il Papa provvidenziale.
E, quale grazia particolarmente per noi, in questo tempo, in questa novena, chiedere la santificazione nostra, che vuol dire purificazione e unione sempre più viva, sentita, operante la grazia in noi. Perché Maria è stata concepita senza peccato originale e, oltre che essere stata esente dalla colpa originale, fu anche riempita di grazia: gratia plena1 secondo i disegni di Dio e secondo la missione a cui Dio l'aveva destinata. Ella non ebbe bisogno di purificarsi dal peccato originale perché non l'aveva; ma in lei fu effusa tanta grazia, perciò diciamo: «Sia benedetta la sua santa ed immacolata concezione». Santa.
Noi abbiamo avuto bisogno del battesimo. Ma la santificazione nostra, che dev'essere operata, è lo sviluppo della grazia iniziale. Maria, per la grazia ricevuta nell'immacolata concezione, e noi, per la grazia ricevuta nel battesimo. Crescere in grazia e santità.
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Nel battesimo ci furono infuse le virtù, con la grazia, con la vita spirituale, con la vita soprannaturale, le virtù teologali: fede, speranza e carità. E, come si inizia la vita spirituale, la vita della grazia, la vita divina in noi, così ha da svilupparsi: in una fede sempre più profonda, in una speranza sempre più ferma, completa, in una carità viva, intensa verso Dio, carità crescente, e verso il prossimo, verso tutte le creature di Dio. Sviluppare questa grazia che è in noi, questo significa santificarsi, perché l'organismo nostro spirituale, che si è sovrapposto all'organismo naturale per mezzo del battesimo, deve crescere di anno in anno, di giorno in giorno, di ora in ora.
Maria crebbe sempre, non si arrestò mai finché fu compita la sua giornata terrena, e così purificata, santificata anche nel suo corpo in modo che meritò, per la misericordia di Dio, per i meriti del suo Figliuolo Gesù, che il suo corpo non si disfacesse nel sepolcro, ma venisse subito come spiritualizzato; ecco, il corpo assunto in cielo con l'anima. Maria assunta in cielo in corpo ed anima.
La purificazione, la santificazione del corpo. Consolano sempre molto i malati le parole che diciamo di conforto: ecco il disfacimento del corpo, il disfacimento del nostro essere in quanto separazione dell'anima dal corpo, ma questo corpo così travagliato, così infermo, destinato al sepolcro, risusciterà tanto bello, tanto più bello quanto il corpo è stato santificato, e l'occhio e l'udito e la lingua e il tatto e tutto l'essere.
Santificazione del nostro spirito, della nostra anima, crescendo di giorno in giorno un poco. E si può crescere? Il Maestro Divino ce lo ha insegnato coi fatti: proficiebat sapientia, aetate, et gratia1. Non soltanto cresceva in anni, in statura fisica, ma in sapienza e grazia, egli, il Figlio di Dio incarnato; come uomo cresceva in sapienza, età e grazia.
E così, trapiantati voi in questo giardino di Dio, ecco, crescere. Che tutti i fiori crescano e profumino tutto l'ambiente, tutto conformato a santità affinché in nessun angolo si offenda Iddio e in ogni angolo ci sia la santificazione. Santificare ogni angolo e santificare ogni giorno.
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Tutti coloro che han ricevuto il battesimo hanno la chiamata ad una preghiera, orazione sempre più elevata e, come viene dimostrato, vi è una chiamata universale, normale per tutti: arrivare alla contemplazione infusa, perché è solo e sempre lo sviluppo della grazia iniziale.
Dipende, questo, dalla grazia di Dio, sì; ma dipende dalle disposizioni per cui Dio possa infondere queste grazie, darci uno spirito sempre più elevato di orazione, di perfezionamento delle cose, delle attività nostre nel compimento di quello che è secondo il dovere del nostro stato. Oh, quanto ci vuole dare il Signore! Non pensare a cose piccole, ma mirare a una gran santità, mirare all'imitazione di Gesù Cristo, mirare all'imitazione di Maria. Come dicono i santi: mirare a grazie grandi e sublimi. Non fermarsi a piccole cose. Alle volte le anime si fermano e fanno dei piccoli passi; ma se si guarda avanti un orizzonte vasto, ecco allora sembra di respirare meglio spiritualmente, e realmente si respira meglio.
La santità delle anime più elette: la santità di Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, la santità di Maria. Mirare a questi grandi modelli che son davanti a noi. Si arriverà a grande santità? Il Signore offre sempre la sua grazia e la grazia proprio di arrivare a una vita santa e ad una preghiera sempre più elevata, ma ci vuole la disposizione nostra.
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Quanto il Signore può occupare il nostro essere: la mente, il cuore, la volontà, le attività, quanto? Quanto gli facciam del posto, e cioè, quanto ci distacchiamo da tutto e svuotiamo il nostro interno dall'amor proprio, dai desideri inutili, da certe piccole mancanze, difetti, certe idee nostre non abbastanza... mancando la custodia piena del cuore e mancando la rettitudine di intenzioni. «Venga il tuo regno»1. Cioè, Dio regni in tutto il nostro cuore, in tutto il nostro essere: mente, cuore, volontà. Allora si riproduce in noi l'immagine di Gesù Cristo: vi ho dato l'esempio, come io ho fatto, così facciate anche voi2 2.
Il Signore ci apre un grande orizzonte davanti, Gesù: «Siate perfetti come è perfetto il Padre mio»3. Diventar perfetti come il Padre celeste! Che orizzonte vasto ci ha proposto, ci ha aperto il Signore Gesù: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli»4.
Ma svuotare questo cuore, distaccarci da tutto, come è l'esempio oggi di sant'Andrea: chiamato da Gesù, lasciò tutto5. Aveva ben poco, ma lasciò il poco. E basta che uno lasci il poco per dar tutto? Se abbiamo poco, diamo il poco, e se abbiamo di più, diamo di più. Distaccarci da tutto. E non è facile. Ma perché si renda, almeno, meno difficile, mirare subito a una grande santità. E' vero che si fanno i propositi particolari per puntare contro certe tendenze e contro certi difetti che ancora abbiamo, per eliminarli, cioè per compiere il nostro distacco, distacco anche da noi medesimi, ecco; ma, in fondo, i propositi si riducono sempre a tre: come la vita cristiana, la vita religiosa si poggia sempre sulla fede, speranza e carità.
Quindi, guardare l'orizzonte, guardare a san Paolo: «Mi son fatto forma»6, cioè, modo di vita, perché sappiate come si vive la vita cristiana. E poi dice: la forma nostra è sempre Gesù Cristo7.
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Oh, allora, ecco: mirare a gran santità. Quando si arriva ad un amore profondo di Dio, allora nasce spontaneamente l'amore alle cose di Dio, e cioè, all'apostolato, l'amore alle anime, l'amore all'ufficio, l'amore alla vita religiosa. Quando si ama Iddio, come conseguenza viene l'apostolato, e l'apostolato vero è quando nasce dall'amor di Dio.
Quando c'è la contemplazione e cioè si considerano le cose spirituali, soprannaturali, prima nella meditazione e poi quando si arriva anche alla contemplazione, ecco allora si ha più grazia a compiere l'apostolato e si ha più grazia perché venga accettato, accolto e fruttifichi, l'apostolato. Poi dopo si torna alla meditazione, alla contemplazione, alla preghiera. Così è intrecciata la vostra vita di adorazione, di preghiera con l'apostolato. Ma sempre che l'apostolato derivi dall'amore al Signore e dallo spirito di orazione sempre più elevato.
Maria crebbe in santità ogni giorno, sì. Non diamo dei passi indietro: questo difetto, quell'altro, assecondare qualche capriccio, l'orgoglietto che c'è dentro. Ma generosamente, decisi, con buoni passi camminare verso la perfezione, santità.
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Ecco, la novena deve aver queste intenzioni e deve portarci a riflettere a questo impegno che si contrae, sì, prima col battesimo, ma poi con la Professione. E' l'attuazione di quello: «Tutto mi dono, offro e consacro»1, tutto. E allora prende, Gesù, possesso di tutto il nostro essere, è lui che guida la mente, il cuore, la volontà, lui che guida.
Preghiamo Maria, «piena di grazia»2 e che il Signore era con lei3. Preghiamo che i giorni non siano inutili, ma siano utili. Non si cresca solamente in età, ma si cresca in santità, grazia, sapienza celeste. La sapienza, poi, celeste è sempre già un dono di Dio, quindi entra già in quello che è contemplazione, e la fede, aiutata dal dono di Dio, che è la sapienza.
Avanti, dunque, con generosità e fiducia, grande fiducia. L'unico ostacolo che c'è alla santità è, può essere, il nostro io, l'unico; non manca mai Dio, solo il nostro io. E [se] noi miriamo direttamente a Dio, non sentiamo più tanto questo io umano, queste preoccupazioni, queste viste umane, questi piccoli sfoghi, questi capriccetti, ecc., non si sentono quasi, e se si sentono, l'orizzonte che ci sta davanti, la generosità che c'è nel cuore fa superare con facilità. D'altra parte, Gesù prende sempre più possesso del nostro essere. Santificarci, santificarci!
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In questi giorni, questa intenzione: imitando Maria Immacolata.
E come la trovò già santificata l'angelo, quando apparve per l'annunciazione! E quanto era già santificata quando accompagnava il suo Figlio al calvario! E quanto aveva già di grazia e di Spirito Santo, quando discese lo Spirito Santo sugli Apostoli e su Maria. E quanto più fu consumata la sua santificazione, là, nell'ultimo giorno della sua vita terrena!
Avanti, mirando sempre in avanti! Non fermiamoci a piccoli impedimenti. E se anche sulla strada vi è qualche pietra, e passiamoci daccanto o la sorvoliamo, la sorpassiamo con coraggio, fiducia in Dio. Siamo solo noi che possiamo ostacolare la santità, la grazia. Il Signore vuole prendere intiero possesso e vuol vivere in noi e operare in noi.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 * Nastro 55/d (= cassetta 119/b). - Per la datazione, cf PM: «Ieri abbiamo iniziata la novena all'Immacolata (...). Oggi, sant'Andrea» [festa 30 novembre]. «Avete lavorato e state lavorando ancora per la mostra della Chiesa...» (cf PM in c202). - dAS (nessun accenno).
2 A Roma è in preparazione una mostra: «La Chiesa oggi nelle sue membra vive ed operanti». Ha scopo vocazionario. E' promossa dal Comitato dei Superiori Generali per l'incremento delle vocazioni. E' un omaggio al Concilio Ecumenico Vaticano II (cf San Paolo, settembre 1962, p. 4). - Fu allestita nei locali dell'Ente Autonomo Fiera di Roma, sul viale Cristoforo Colombo, dal 18 novembre al 9 dicembre 1962 (cf San Paolo, ottobre 1962, p. 8; novembre - di- cembre 1962, pp,1-6). Ad ogni Istituto venne affidato l'allestimento di uno stand rappresentativo del proprio compito specifico. Per questo alle Pie Discepole venne «riservata la parte liturgica» e l'allestimento della Cappella, con l'organizzazione e l'impegno della Adorazione eucaristica, per il periodo della Mostra.
1 Lc 1,28.
1 Lc 2,52.
1 Mt 6,10.
2 Cf Gv 13,15.
3 Cf Mt 5,48.
4 Cf Mt 5,48.
5 S. ANDREA, apostolo di Gesù Cristo, fratello di Simone (Pietro), nativo di Cafarnao; già discepolo di Giovanni Battista (Gv 1,40); il nome greco significa virile.
6 Cf Fil 3,17.
7 Cf 1Cor 4,16.
1 Formula della professione religiosa delle PD, Cost. (1960), art. 99.
2 Lc 1,28.
3 Lc 1,28.