32. GESU' CRISTO: RE UNIVERSALE
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 28 ottobre 19621
Vangelo, san Giovanni, capo 18°.
In quel tempo Pilato domandò a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Questa domanda è tua oppure ripeti ciò che altri ti hanno detto?». Disse Pilato: «Son forse Giudeo? Il tuo popolo e i grandi sacerdoti ti hanno consegnato nelle mie mani: che hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se fosse di questo mondo i miei ministri avrebbero certamente combattuto perché non fossi dato nelle tue mani, ma il mio regno non è di quaggiù». «Dunque, tu sei re?», gli chiese allora Pilato. Gesù rispose: «Tu lo dici: io sono re. Sono nato per questo. Sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità. Chi sta per la verità ascolta la mia voce»2.
Ecco, la giornata di oggi [è] ordinata a glorificare Gesù Cristo Re, Re del cielo e della terra3. Tutti gli spiriti beati gli sono sottomessi: ut in nomine eius omne genuflectatur caelestium, terrestrium et infernorum4. Tutti gli spiriti gli sono soggetti: e gli spiriti celesti e le anime nostre e l'inferno. Re universale.
Re universale che ha dato principio a tutto, quindi tutto è suo;
Re universale, [regno] che egli guida secondo la sua sapienza.
Re universale, perché [il suo regno] si estende a tutte le cose; guida i secoli e, alla fine, sarà il suo trionfo finale: donec ponam inimicos tuos sgabellum pedum tuorum5.
Nel giudizio finale tutti saranno, i cattivi, i demoni, lo sgabello dei suoi piedi. E perché? E perché egli, Gesù, egli ha sofferto e ha concquistato con la sofferenza il suo regno. E il suo regno sono le anime conquistate ed egli - come dice san Paolo - presenterà il regno delle sue anime, delle anime acquistate col suo sangue, [lo] presenterà al Padre come omaggio6. E tutti noi saremo presentati al Padre come conquista sua. Gesù ci ha conquistati, ci ha riscattati dall'inferno e ci ha acquistata la grazia per la salvezza, e ci ha aperto il paradiso e, di più, ci ha chiamato ad una vocazione particolare.
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L'ufficiatura dà dei concetti tanto generali, ma ci sono anche le riflessioni particolari che servono in modo particolare per noi.
Gesù Cristo Re, non al modo, nel senso che viene considerato il re, un re, no. E' un Re tutto particolare. Egli è il Re delle menti, il Re dei cuori, il Re della nostra vita, il Re della nostra volontà. Quale diversità tra i re della terra e Gesù Cristo! Egli ci ha conquistato col suo amore. Se noi ci siamo consegnati a lui e ci siamo donati totalmente a lui, è per amore; e se obbediamo a lui, è per amore; e se noi interiormente crediamo a lui, e pensiamo secondo lui, e vogliamo ciò che lui vuole, tutto questo è per amore. Lo amiamo e vogliamo entrare nel suo regno eterno, beato.
Perciò abbiamo da considerare se, mentre che egli è Re, se noi siamo buoni sudditi. Ecco la grande meditazione che abbiamo da fare. Gesù Cristo ci ha conquistato con la sua morte di croce. Ma che noi siamo sudditi devoti, sudditi volontari! Come egli ci ha conquistato con l'amore, così vivere santamente nel suo amore.
Cosa significa? Uniformare i nostri pensieri, i nostri sentimenti, i nostri voleri ai suoi. Egli non mette le multe, non ha i poliziotti, non ha eserciti, non ha le armi della terra. Gli uomini vanno costruendo armi sempre più distruggitrici, ma il Signore va cercando e continuando a diffondere la sua grazia per conquistarci, perché (...) vivere nel suo regno, un regno interno, in primo luogo, che si riflette poi all'esterno.
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[Primo,] pensare come Gesù. I re non possono comandare: "pensa così". No! Il potere dei re non va alla mente, non va al cuore. Un re può essere odiato. Ma il regno di Gesù Cristo non è di questo mondo, è un regno sulle menti: egli è la Verità. Se noi accettiamo le verità della fede, quelle verità che il Signore ha rivelato e conformiamo i nostri pensieri ai pensieri di Gesù Cristo, allora egli regna, regna nelle menti nostre. Cosa valgono le opere esterne se non ci fosse l'interno, l'amore, e cioè l'adesione, la conformità della nostra mente alla mente di Gesù, del nostro cuore al cuore di Gesù, della nostra volontà ai voleri di Gesù.
I nostri pensieri conformi a Gesù, come fondamentalmente, principalmente la fede. Quante volte dire il Credo? Si dice più facilmente il Padre nostro, e sta bene, lo si reciti tanto, ma in primo luogo c'è la fede, poi c'è la speranza e poi c'è l'amore. Dire dei Credo. Credo che il Signore, in Gesù Cristo, nel suo Figliuolo, ha creato tutto nel Figliuolo suo: «omnia per ipsum facta sunt e senza di lui niente fu fatto»1. E poi avanti: e in Gesù Cristo, la vita di Gesù, la sua morte, la sua risurrezione e la Chiesa. Che in noi domini sempre la fede, i princìpi soprannaturali. Quanti ragionamenti umani che non son conformati veramente alla fede! Gesù Cristo è il Re delle nostre menti e, se vogliamo essere buoni sudditi, la fede: "Io credo, io credo, io credo". E credere anche a tutto quello che egli dispone, permette per la nostra salvezza, santificazione.
Vi sono, alle volte, due uomini in noi, due persone, meglio: uno è ragionamento secondo si è in chiesa, un modo, una persona; e l'altra, invece, è quella che si manifesta fuori, nei ragionamenti, nei pensieri che finiscono con la (...) tante volte. Come pensiamo in chiesa, così dobbiam pensare fuori di chiesa, fuori del tempo della preghiera.
Perciò, che cosa ci ha domandato il sacerdote prima di battezzarci? «Credi in Dio Padre, creatore del cielo e della terra? E credi nel suo Figliuolo, ecc.?». Il primo passo: «Che cosa chiedi?». «La fede», ecco2. Perché dobbiam sempre partire di lì. Fare Gesù Cristo Re dei nostri pensieri.
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Poi, in secondo luogo, uniformare i sentimenti a Gesù Cristo, al cuore di Gesù. Che Re speciale è questo! Egli vuole che viviamo d'amore per lui, e cioè, che ogni nostro palpito, ogni desiderio, ogni sentimento interiore, sia conformato a lui. A nessun re è mai venuto in testa di fare una legge: "Che tutti i sudditi mi amino". No. Ma Gesù, sì, è un Re speciale: regnum meum non est de hoc mundo.E ci guadagna col suo amore, in primo luogo, morendo sulla croce per noi, facendosi cibo nostro per mezzo della comunione; e poi, quanta comunicazione di grazia, e quanta bontà verso ciascheduno che è stato chiamato al suo amore particolare. Poiché, la persona consacrata a Gesù Cristo non vuole intermezzi, vuole amare Gesù Cristo: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore»1. Ah, questo cuore! E sarebbe la santità vera: «tutto il cuore, tutta la mente, tutte le forze, tutta l'anima»1.
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E terzo, Gesù Cristo Re particolare: fare la sua volontà. Egli vuole che noi conformiamo la nostra volontà alla sua. Sì, nell'osservanza dei comandamenti; e sì negli obblighi che ci siamo assunti con la consacrazione a Dio; e sia nei voleri che egli ha - tutti i voleri, tutte le disposizioni - che ha sopra di noi e tutto quello che c'è nella giornata da fare; se voltiamo gli occhi, se apriamo la bocca per parlare, se facciamo un passo: secondo la sua volontà. Allora lo riconosciamo veramente come Re, come colui il quale ha disposto tante cose per noi e dispone quotidianamente tante cose per noi. Ma perché? Perché arriviamo nel suo beato regno, regno di grazia, regno di misericordia, regno di verità, regno di eterna felicità.
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Perciò, questa sera, la consacrazione al Cuore sacratissimo di Gesù1, riconoscendo che è un Re, ma non di questo mondo, ma un Re di amore e nulla ha risparmiato per conquistarci al suo amore. Perciò la consacrazione, che può essere fatta nel senso dei cristiani comuni, ma chi è consacrato a Dio, nel senso della Professione, eleggendo Gesù Cristo: Re della nostra mente, Re dei nostri cuori, Re delle nostre volontà. E guardare il tabernacolo nel fare la consacrazione, eccolo è lì: un Re di amore. E allora, come si corrisponde? Quale è il segno della nostra sudditanza? Amare con tutta la mente: Re della mente; con tutto il cuore: Re dei cuori; con tutte le forze: Re delle volontà; con tutta l'anima, cioè di tutto il nostro essere, della nostra vita e della nostra eternità.
E beati noi che entreremo in quel regno di amore e di beatitudine eterna, lassù. E saremo presentati come sua conquista, da Gesù, al Padre celeste2. E corrisponde alla parabola: Vi era un re che partì per delle conquiste3. E ci ha conquistati, non con le armi, non con la spada, ma ci ha conquistato con la sua morte di croce.
Che meditazione è questa! E che importanza ha la festa di oggi! E che occasione per rinnovare tutto il dono di noi stessi: mente, cuore, volontà a Gesù, rinnovando la Professione.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 * Nastro 114/d (= cassetta 118/b). - Per la datazione, in PM nessun indizio cronologico (cf PM e nostra nota in c239). - dAS, 28/10/1962 [domenica: «m.s.» (cf dAS in c112)].
2 Gv 18,33-37.
3 La festa di N.S. Gesù Cristo Re era fissata nell'ultima Domenica di Ottobre. Nel Calendario Romano enerale per l'anno 1970, la solennità di N.S. Gesù Cristo Re dell'Universo verrà fissata all'ultima Domenica dopo la Pentecoste e ultima dell'Anno Liturgico.
4 Fil 2,10.
5 Sal 109,1.
6 Cf 1Cor 15,24.
1 Gv 1,3.
2 Cf Rituale Romanum (Typis Polyglottis Vaticanis, 1954) p. 17-29: Ordo Baptismi Parvulorum.
1 Lc 10,27.
1 L'Atto di Consacrazione del genere umano a Gesù Cristo Re, si trova in Enchiridion Indulgentiarum (Typis Polyglottis Vaticanis, 1952) pp. 175-177. Fu abbreviato per ordine di papa Giovanni XXIII (cf AAS 51 [1959] 595s).
2 Cf 1Cor 15,24.
3 Cf Lc 19,12ss.