Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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26. VERGINITA': DONO SEMPRE PIU' TOTALE E PERFETTO

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Alba, Casa Madre, 6 ottobre 19621

...Ecumenico e veramente la grazia già si è fatta molto sentire nella preparazione del Concilio, in questi tre anni di lavoro, lavoro che non veniva e non poteva venire molto compreso da chi è estraneo, ma questo lavoro si è compìto con costanza e sotto la luce di Dio. Occorrerà che si continui la preghiera per il Concilio, la preghiera a Maria durante tutto il Concilio e, particolarmente, perché gli uomini siano disposti ad accettare quello che definirà, disporrà il Concilio e poi metterlo in pratica. Allora sempre, durante il Concilio e dopo il Concilio, finché non saranno eseguite le cose che sono nella mente del Concilio stesso, nella mente, in modo particolare, del Papa.
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In questo tempo, come omaggio al Concilio, la Famiglia Paolina prepara la mostra, la mostra della Chiesa1 in cui si sviluppano i tre pensieri, e cioè:
[1.] La Chiesa oggi, com'è, il suo governo, nella sua azione, nel suo sviluppo, ecc.
2. Chi lavora attualmente nella Chiesa.
3. La Chiesa chiede braccia, e cioè, chiede uomini che si dedicano nelle varie parti e del ministero e dell'apostolato.
La mostra si annunzia buona, fruttuosa, perché ci sono sei dei Sacri Dicasteri della Santa Sede, particolarmente la Concistoriale, e poi Propaganda Fide, la quale certamente esporrà cose che sono interessantissime.
E alle Pie Discepole è riservata la parte liturgica.
Oh, accompagnare il lavoro preparatorio perché [ci] sono anche meno di due mesi ormai, perché dev'essere aperta al 18 di novembre. Oh, preghiere anche per questo.
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E pregare per altra iniziativa che l'Istituto intende prendere, e cioè, una rivista: Magisterium1, cioè: il Maestro e il suo insegnamento. Si pensa che possa essere pubblicato, il primo numero, fra sei mesi, perché richiede una preparazione abbastanza lunga. Ma se voi mettete le intenzioni del Primo Maestro, certamente si otterrà che la preparazione sia buona; e poi la pubblicazione sia quale serve a glorificare il Maestro Divino; e poi che sia letta da coloro i quali la riceveranno.
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In questo mese - sappiamo che il pensiero del papa Leone XIII1 è questo -: dedicarlo, il mese intiero, alla divozione al rosario. E la conclusione dovrà essere questa, nel mese del rosario, mese di ottobre:
[primo,] dire molti rosari;
secondo, nel mese di ottobre dire i rosari meglio;
terzo, nel mese di ottobre riflettere sui misteri. E specialmente che si imprima nella mente nostra, questo: Perché vivo? Cosa ci sto a far sulla terra? La vita dura pochi anni, ma che cosa mi aspetta? Che cosa mi preparo per l'al-di-là?
E poi rosari che siano recitati secondo le intenzioni del Papa, del Cuore di Gesù stesso e secondo i bisogni della Famiglia Paolina. Tanta fiducia abbiamo nella Madonna ché sempre essa ha interceduto presso il Signore per tutti i passi. Ogni passo è stato fatto sotto la protezione di Maria Regina Apostolorum e mediante tanti rosari, tanti rosari. E dei passi son tanti da farsi.
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E nelle intenzioni del Primo Maestro c'è particolarmente quello delle vocazioni: che siano numerose, sì, ma soprattutto che siano buone, vere vocazioni, che siano cioè, le anime, trasportate ad abbracciare la vita di verginità, trasportate sulle ali del divino amore, perché hanno nel cuore un ideale: di viver per Gesù, solo per Gesù, sempre per Gesù in terra e in cielo. Quella è la vera verginità positiva, quando la si abbraccia per amore di Gesù e la si vive con un amore crescente a Gesù, e si chiude la vita con un amore perfezionato, definitivo, completo: consummatum est1, alla fine.
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Notando che negli Istituti religiosi vi entrano, alle volte, persone che non sono portate dall'amore a Gesù, vanno avanti ciecamente, una vita un po' più comoda, onorata, e dicon delle preghiere, e si mostrano, alle volte, zelanti in questo o quello. Ma la sostanza della vocazione è l'amore intenso a Gesù, a Gesù che porta l'anima a donarsi a Dio e a vivere, perché, qualche volta, non la si vive poi dopo, non è la verginità completa, cioè la purezza; perché c'è ancora il cuore attaccato a qualche cosa che non è la povertà religiosa, e alle volte basta un filo; che non si è rinunziato del tutto al problema della famiglia e sopra pensieri della famiglia. E poi l'obbedienza vera.
Sì, verginità di mente e di cuore, verginità completa, perché se non si vive la vita crescente, non si vive la vita - come la chiama san Giovanni della Croce - la vita di salita; si va giù giù a un certo punto e si è secolari propriamente: vogliono star bene, vita comoda, non aver rimproveri, fare un po' la volontà propria, lagnarsi di questo e di quello; vita che non è verginità positiva, è verginità un po' negativa. E poi sempre ricordare che cinque son state le vergini prudenti, ma ci sono state cinque vergini stolte1.
Oh, rosari per questo: la verginità positiva, non negativa, perché non consiste la verginità nel non sposarsi, no, consiste nell'aver scelto come sposo Gesù, portate all'amore a Gesù, scelto lui il quale è il più dolce, il maggior consolatore, quello che sta sempre vicino all'anima e le aumenta l'accrescimento, cioè, nell'amore stesso. E allora, ecco, si va salendo.
Ma chi non va salendo, comincia a cadere, cioè [va] discendendo. Poiché se getti una palla in aria, eh, si alza finché c'è impressa la forza della mano, del braccio che ha lanciato; ma poi, quando non ha più questa forza, vedete che la palla cade a terra. E quando non si fa bene e non c'è il cuore dominato dall'amore a Gesù, si cade, si cade, si va giù. E allora, l'abito indica la suora, ma il cuore com'è?
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Chiedere a Maria questa grazia di vivere la verginità positiva, il distacco completo. Ma son poche le persone che arrivano lì; poche sono, pure le suore. Il distacco completo!
Ci stanno ancora all'onore. "Ah, - dicono - la mia personalità". Che non potrebbe essere altro che quella in Gesù Cristo. Ci stanno a questo, quell'altro, le loro idee, il loro carattere: "Ma io son così, io ho la mia personalità". Personalità, però, umana, non è quella umano-divina.
Vivere veramente la verginità, verginità che vuol dire purificazione dall'affetto alle creature, sensibilità, preferenze, tendenze, amore a quell'ufficio lì; non ne vogliono altri. E si può disporre mai di una suora perché la si urta, perché questo si sa già che non lo vuole, quello... e attaccamenti a certe piccole cose; e là, attaccamento al confessore, anche: questo e non quello. Son strane! Sì.
Dice appunto il libro della Vita interiore che, finché l'una non arriva facilmente a confessarsi da chiunque si presenta, come faceva san Pio X... E andava in una parrocchia, bisogno di confessarsi, passato (...) i giorni, dal curato, dal sacerdotino di 24,25 anni che aveva lui ordinato prima prete. Ed era cardinale già. Questa cosa, come guasta sotto l'aspetto spirituale!
La vita interiore di pentimento, di amore a Gesù! Quella è la confessione. Che confessione dici al mattino: confiteor? E poi si porta una ragione, un'altra; suore che si fan sempre le ragioni e interpretano come pensano. Non c'è la verginità positiva, c'è una verginità negativa.
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Santa Teresa1 nel libro, nel libro, un opuscolo, in cui istruisce le visitatrici, le suore che devono visitare i conventi delle suore, dice: "Noialtre monache siamo proprio abili, astute nell'adattarci, nell'interpretar le cose e, in sostanza, nel fare la nostra volontà e difendere i nostri difetti e farli passare per virtù". Dice: "noi monache siamo molto abili in questo". E allora, chi si fa le ragioni?
Oh, ho fatto la predica di introduzione agli Esercizi, prima di partire da Roma, e l'ho fatta un po' su questo punto. Allora, non vergini negative. Ma quanti stanno senza sposarsi per mille altre ragioni! Ma quella è la verginità? Quella è un adattamento della vita. Vogliono star più comode, oppure c'è qualche impedimento naturale, ecc. Ma dev'essere sempre portata, la giovane, dall'amore a Gesù.
E scegliere bene quelle che lo dimostrano e quelle che non lo dimostrano, perché poi non saranno contente nella vita. Quindi la scelta buona. E poi la formazione buona, tanto nell'aspirantato come nel noviziato. Ma più di tutto, dopo la professione, nel crescere nell'amor di Dio. C'è da riflettere qui, non è vero? Perché si muoia già purificati per il distacco della...
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Due segni sono quelli che indica lì, il libro, e proprio commentando, santa Teresa1, due segni sono del vero amor di Dio: l'umiltà e l'amore alla sofferenza. Gli altri son tutti segni più o meno che, i quali, alle volte, indicano niente.
[1.] L'umiltà. L'esempio è: se tu, suora, hai ricevuto una sgridata, ma coi fiocchi, e la superiora te l'ha fatta sbagliando, perché non avevi commesso quello, ma tu taci, ringrazi, e ringrazi anche il Signore e non ti fai nessuna ragione, e poi sei riconoscente ugualmente, e non [se] ne parla più. Segno che c'è l'umiltà. Altrimenti, se capita questo, cosa avviene?
2. Godere della sofferenza, o intima, che alle volte è la tribolazione intima, o del dolore fisico che viene dall'esterno, quando anche nella sofferenza si dice: Benedicamus Domino: benediciamo il Signore, ringraziamolo. Ma a dirlo così è facile, eh? E leggerlo sul libro è facile. Ma finché la sposa non segue Gesù nella salita al calvario, non salirà a quell'altezza, in cielo, vicino a Gesù. Chi sa come sarà? Vergini a mezza vita.
Oh, dunque, c'è una doppia verginità. E l'autore dice che dopo la comunione si parli così a Gesù: verginizzami, verginizzami e spiritualizzami, evangelizzami; cioè, fare entrare il Vangelo nel cuore, nell'anima per vivere come Gesù, come Maria.
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La benedizione sopra a tutte voi, eh? sui vostri desideri, sui vostri propositi, su tutto il vostro apostolato.
Mercoledì si è benedetta la pietra fondamentale della chiesa a Gesù Maestro. Per la fondazione si richiedono 360/65 pilastri nella terra come fondazioni e [ne] mancano solamente 60 per finire la fondazione. Ma la prima pietra si mette, press'a poco, quando la chiesa arriva a questo punto nella costruzione. Accompagnate questo.
Accompagnate anche il lavoro che si fa per la clinica1, lì proprio vicino alla chiesa, cioè, poco distante dalla chiesa stessa, perché abbia da portare tanta grazia: grazie per la salute spirituale e morale, e la grazia corporale. Oh, e coloro che [sono] in quella clinica, guariscano secondo il volere di Dio; e se poi si preparano al cielo, si preparino santamente con una morte piena di meriti, perché la morte bene accettata è l'atto maggiore di amor di Dio; il maggior atto di amor di Dio è sempre quello. E la vergine sospira l'incontro con lo sposo celeste, la vera vergine.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 * Nastro 104/b (= cassetta 115/b). - Per la datazione, cf PM: «Ho fatto la predica di introduzione agli Esercizi, prima di partire da Roma su questo punto: verginità positiva e negativa» (cf c191 in PM e anche in dAS). «Mercoledì si è benedetta la pietra fondamentale della Chiesa a Gesù Maestro» (cf c191 in PM e in dAS). «In questo tempo, come omaggio al Concilio la Famiglia Paolina prepara la mostra della Chiesa (...). Deve essere aperta al 18 novembre» (cf PM in c162). - dAS (cf c191).

1 A Roma è in preparazione una mostra: «La Chiesa oggi nelle sue membra vive ed operanti». Ha scopo vocazionario. E' promossa dal Comitato dei Superiori Generali per l'incremento delle vocazioni. E' un omaggio al Concilio Ecumenico Vaticano II (cf San Paolo, settembre 1962, p. 4). - Fu allestita nei locali dell'Ente Autonomo Fiera di Roma, sul viale Cristoforo Colombo, dal 18 novembre al 9 dicembre 1962 (cf San Paolo, ottobre 1962, p. 8; novembre - dicembre 1962, pp,1-6). Ad ogni Istituto venne affidato l'allestimento di uno stand rappresentativo del proprio compito specifico. Per questo alle Pie Discepole venne «riservata la parte liturgica» e l'allestimento della Cappella, con l'organizzazione e l'impegno della Adorazione eucaristica, per il periodo della Mostra.

1 Il progetto di questa rivista non poté essere tradotto in pratica.

1 LEONE XIII, Lettera enc. Octobri mense, 22 settembre 1891. - Acta Leonis XIII..., XI volume, pp. 229ss.

1 Gv 19,30.

1 Cf Mt 25,1ss.

1 S. TERESA DI GESU' (1515-1582), Modo di visitare i Monasteri delle Carmelitane Scalze, in Opere, 2ª edizione (Roma, Poslulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, 1950) pp. 1267-1287. - La Santa però parla di Visitatori.

1 S. TERESA D'AVILA (1515-1582), Dottore della Chiesa. - Cf pure S. GIOVANNI DELLA CROCE (1542-1591), Dottore della Chiesa, numero marginale 199.

1 Accenno alla clinica in allestimento, in Roma, via Portuense 739, presso la Casa Generalizia delle Suore Pie Discepole del Divin Maestro.