Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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23. LA VERGINITA': DONO TOTALE A DIO PER AMORE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 23 settembre 19621

Oggi è segnata la festa di santa Tecla2 nel calendario ordinario. La Chiesa vuole che la domenica abbia un risalto particolarissimo per la liturgia, e quindi non vi è stata la commemorazione [della Santa] nel Breviario e neppure nella Santa Messa. Ma voi avete pregato. La preghiera privata ascende al cielo e attira le grazie, le benedizioni.
Santa Tecla, discepola di san Paolo, vergine e martire. Vergine. Martire perché, non è morta nei supplizi, anzi ha raggiunto l'età di circa 90 anni, ma ha subìto tormenti che erano capaci di dar la morte a cui è andata incontro.
La prima lode, quindi, da darsi è la verginità, la verginità che nasce dall'amore di Dio. Ella a 18 anni aveva abbandonato colui che i genitori avevano destinato a suo sposo; ma nelle istruzioni di san Paolo, il suo cuore si è orientato tutto verso Gesù, e perciò la sua piena consacrazione a lui, non volendo che fra lei e Gesù ci fosse altra cosa o altra persona in mezzo: direttamente, intimamente, costantemente. Ecco, questa è la verginità positiva, molto diversa dalla verginità negativa.
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Verginità positiva è sempre quella che porta la figliuola alla Professione, ma perché attirata dallo Sposo divino e perché asseconda l'attrattiva di Gesù. Allora si comprende che non si cerca altro e non si cerca neppure altra persona. Basta Gesù. Allora, se la giovinezza, se il noviziato è una preparazione a un'unione trasformante in Gesù, ecco allora abbiamo la verginità positiva. Non basta la verginità negativa, e cioè, quando la giovane decide di non passare a matrimonio, ma portata da altri motivi. E non è solo non sposarsi che fa la vergine, tutt'altro! La figliuola può essere che sia anche entrata in un Istituto religioso e sia andata avanti anno per anno così, come portata dagli avvenimenti, dalle circostanze, come si passa dalla prima alla seconda elementare, dalla prima alla seconda media, ecc. E come su una nave senza che faccia sforzo a camminare, trasportata dalla nave stessa.
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San Pio X1 insiste: perché ci sia una vera vocazione è necessario che la giovane dimostri una verginità positiva. E cioè, non bastano i segni negativi: non fa male, le piace vivere così. La verginità positiva è quella che si è scelto uno sposo divino, attirata da Gesù e nella piena corrispondenza alle attrattive di Gesù. Quindi - avverte san Pio X -: nella scelta delle vocazioni, non contentatevi mai dei segni negativi, esigete i segni positivi i quali, in riguardo alla verginità, si possono ridurre a uno: l'amore sentito, forte, robusto, illuminato verso il divino Redentore, il Maestro Divino.
E così vi sono persone che scelgono quello stato perché trovano più facile, più comoda la vita così, sì, lo stato religioso. Ed è uno stato che ha, da una parte, un qualche cosa che piace: e l'abito, e la sicurezza del suo avvenire, e un certo rispetto della persona stessa, ecc., tutti motivi che non costituiscono gli elementi positivi, la verginità positiva.
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La verginità, però, si ha da preparare, da vivere e da portare a maturità finché le vergini prudenti vanno incontro allo Sposo ed entrano con lui al convito celeste1. Ma, la verginità, quando è veramente positiva, occorre che sia vissuta e cioè, che l'amore a Gesù vada ogni giorno aumentando, intensificandosi per mezzo delle comunioni, per mezzo delle Visite al Santissimo Sacramento, nell'esercizio delle virtù quotidiane, nell'adempimento costante dei doveri della giornata, dei doveri dello stato, perché quella è la vera santità, la quale consiste precisamente nella piena conformità al volere di Dio - dice il papa Benedetto XV2 -. E questa piena conformità che sia dimostrata dai fatti, e cioè, dall'esatto e continuo adempimento dei doveri dello stato.
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Si può perdere la verginità positiva e diventare come negativa. La verginità suppone che il cuore sia distaccato da tutto e che sia tutto concentrato in Gesù. Quindi distaccato da quelle che sono le cose della terra: i soldi, quello che porta a perdere tempo, quello che porta a certe mancanze di povertà, attaccamenti. Il cuore, allora, non è più vergine, ha amore ad altre cose. Alle volte basta una piccola cosa, basta una persona più simpatica. Oh, allora il cuore non è più tutto di Dio.
La religiosa, per potere vivere sempre più intimamente la sua verginità positiva, è necessario che superi le tre concupiscenze che sono: la concupiscenza degli averi, cioè l'avarizia; e la concupiscenza della carne, cioè la golosità, la sensualità, la pigrizia; e poi la rinuncia alla nostra volontà, cioè: superbia vitae1, quella superbia che si dimostra o col non obbedire o col non rispettare le sorelle, il prossimo.
Occorre che il cuore sia sempre più di Dio. Quindi togliere tutto quello che può essere il nostro modo di pensare, il nostro modo di parlare, le preferenze che diamo a una cosa o a un'altra; quello che lega un po' il cuore quando sa aggiustarsi, farsi un nidino così, un po' quanto più comodo si vuole nella comunità stessa, per cui non sale più lucente la fiamma verso Dio, è tutta una fiamma che è mescolata con fumo e si vede più fumo che fuoco2. Allora, persone le quali, certo non vogliono violare materialmente la verginità, ma tante piccole soddisfazioni allora, ecco, o riguardano la sensualità, o riguardano la golosità, o riguardano la pigrizia. Si va avanti, si vivacchia, non si hanno le soddisfazioni, le consolazioni di Gesù. Quando l'amore a Gesù è poco sentito, ecco che si trovano tante ragioni, tanti motivi per scusarsi, per formarsi un piano di vita che soddisfa più l'egoismo che non soddisfi Gesù.
Se leggete nel libro di santa Teresa D'Avila qualche cosa su questo punto, santa Teresa dice: Noi monache siamo tanto abili a trovar delle ragioni e delle scuse, un po' per dispensarci, un po' per ottenere un permesso secondo è il nostro desiderio, un po' per scegliere un ufficio, piuttosto che l'altro, e così ci si forma una vita che è egocentrica, fa centro nell'io, non cristocentrica, non tutta rivolta a Gesù Cristo per mezzo di un amore sempre crescente3. Oh, occorre che la verginità sia positiva e pienamente positiva. Vi è tanto da riflettere sopra questo punto.
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Conseguenze: [primo,] la vigilanza per conoscere le aspiranti.
Quando si può scoprire che cosa è che domina il loro cuore, verso di che è rivolto il cuore, perché non bastano le preghiere dette anche ad alta voce, i canti ben fatti, il mostrarsi ossequenti, così in maniera di attirarsi l'affezione, la stima, e cercare di formulare delle espressioni che forse saranno prese come segni di virtù. Ah, c'è l'astuzia. Vigilare tanto perché ci vuole la verginità positiva la quale sia provata superando delle difficoltà o interne o esterne, o provata col sacrificio quotidiano nell'esattezza e nella continuità dell'adempimento del dovere. Segni positivi di vocazione.
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Secondo: arrivate a quella che è l'unione trasformante con Gesù, per mezzo della professione perpetua, non è il punto, questo, di fermarsi, ma è il punto di lancio per una maggior perfezione, per un maggiore e sempre crescente amore a Gesù.
San Francesco di Sales1 lo spiega così: se si ha la palla e la si getta in aria con tutta la forza del braccio, la palla sale fino a una certa altezza, perché con la mano, col braccio, si è impressa nella palla una forza; ma quando non ha più la forza di salita, non si ferma, non sta là ferma, cade giù. Questo quel che avviene: finché c'è stata la forza nella formazione o fu dell'entusiasmo dei primi anni della professione... Se non è sempre rinnovata questa forza, la palla si arresta? l'anima si arresta? No, comincia la caduta e la palla viene a terra, e l'anima torna ad essere nella sua vita umana, nel suo modo di pensare umano, di ragionare, di operare, di comportarsi; è una persona comune, è una secolare. Occorre che continuamente si imprima una forza nuova perché vi sia la salita. Il libro della Salita come lo spiega bene!
Oh, ci sia la vera salita quotidianamente. Non si può fare tutto in un giorno, ma mediante la purificazione del cuore, la purificazione della mente, la purificazione dei sensi esterni ed interni e mediante poi il nutrimento quotidiano che è ben digerito: la Comunione, la Visita, l'Adorazione che porta ad un'intimità sempre più crescente con Gesù, un'intimità per cui la conversazione con lui è sempre ben nutrita, ecco. Allora qui siamo sul cammino della santità, la verginità positiva. E quest'anima andrà perfezionandosi, elevandosi, perché quando vi è questa vita cristocentrica, innumerevoli cose di più si capiscono, cose spirituali, la virtù, le elevazioni. Si comprendono i desideri di Gesù nell'Eucaristia, si comprendono, e l'anima tutta si effonde e cerca di corrispondere all'amore di Gesù.
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E san Tommaso, giovane, aveva avuto da combattere una grossissima tentazione che gli veniva mossa dai suoi parenti. Resistette. E vennero gli angeli a cingere i suoi fianchi con un cordone bianco1. San Tommaso è diventato il santo che ha penetrato le cose di teologia dommatica, di morale, di liturgia, un po' tutto il sapere, specialmente il sapere spirituale. Anima bella. Perché, quando c'è questa verginità positiva, quante cose di più si hanno. E tuttavia egli era sempre diffidente di se stesso. Perché? Perché arrivato alla fine della vita, guardava quei libri - non volle più scrivere - e voleva quasi che fossero bruciati: "E' tutta paglia quella lì". Ed è sempre il dottore più grande nella Chiesa cattolica. Per lui era paglia, quindi non se ne compiaceva; e poi non scriveva più, perché [riteneva che] solo scrivere faceva quasi perdere tempo. La sua anima, i suoi pensieri tutti in Dio e così che godeva come una specie di contemplazione soprannaturale, perché la contemplazione ordinaria possono arrivare ad averla tutte le anime.
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Ecco, persone che, man mano che passano gli anni, si perfezionano davvero, perché c'è la verginità positiva, quella che non ammette altre affezioni, altri attaccamenti, altre volontà. Vive i suoi voti perfettamente nel distacco dalle cose della terra, ciò che è esterno, e distacco da tutto ciò che è il cuore, ciò che è il senso, e il distacco dalla famiglia, e il distacco dalla propria volontà, dai propri pensieri. Anime che appartengono a Gesù, anime che attendono il momento in cui lo Sposo celeste apra la porta per l'ingresso beato.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 * Nastro 48/f (= cassetta 114/a). - Per la datazione, cf PM: «Oggi, la festa di santa Tecla...». «...questa è la verginità positiva, molto diversa dalla verginità negativa» (cf PM in c191 e c202). - dAS, 23/9/1962 (domenica): «...andato [il PM] in via Portuense dalle PD».

2 S. TECLA (Thecla), vergine e martire a Seleucia, primo secolo dopo Cristo; onorata il 23 settembre in Occidente e al 24 settembre in Oriente. Nel Missale Romanum, Messa I Pro Virgine et Martire: Loquebar, con la prima Oratio propria (23 settembre).

1 San PIO X, Sommo Pontefice dal 4 agosto 1903 al 20 agosto 1914. - Tra i tanti documenti di questo Papa, citiamo qui la Lettera apostolica Quod Ioannes vidit, del 19 marzo 1906, per la Beatificazione di Giulia Billiart, confondatrice delle Suore di Nostra Signora di Namur (Acta Pii X, 3,61-71).

1 Cf Mt 25,1ss.

2 BENEDETTO XV, Sommo Pontefice dal 3 settembre 1914 al 22 gennaio 1922. Cf Insegnamenti Pontifici, n. 14: Gli Istituti di vita perfetta, numeri marginali 349-351.

1 Cf 1Gv 2 16.

2 Cf Imitazione di Cristo. III, 49,2.

3 S. TERESA DI GESU' (1515-1582), Modo di visitare i Monasteri delle Carmelitane Scalze, in Opere, 2ª edizione (Roma, Poslulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, 1950) pp. 1267-1287. - La Santa però parla di Visitatori.

1 S. FRANCESCO DI SALES, Dottore della Chiesa (1567-1622).

1 S. TOMMASO D'AQUINO, Dottore della Chiesa (n. 1224/1225 - m. 1274). L'episodio è narrato nelle diverse Biografie o "Vite" del Santo.