36. VIVERE CON GIOIA LA VOCAZIONE361. Vivere la vocazione con gioia, sentire tutta la gioia. E' una grazia di preferenza, è una benedizione speciale di Dio.
Quando il giovane ricco fu invitato da Gesù a seguirlo, si rattristò e si ritirò perché attaccato al denaro. Ecco perché Gesù disse che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco si salvi. San Pietro disse allora a Gesù: «Maestro noi abbiamo lasciato tutto, che ci darai?». E il Signore: «Voi che avete lasciato tutto, riceverete il centuplo ed avrete la vita eterna» (Mt 19,27-29).
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2. Chi è chiamato ha il centuplo in grazie, benedizioni di Dio, e mezzi per farsi santo. Se vivrai da religiosa, sarai più o meno santa. Chi corrisponde con fervore alla vocazione, andrà subito in paradiso. Chi corrisponde con un po' di lentezza dovrà andare un po' in purgatorio, ma è ugualmente garantito il premio.
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3. A volte vengono dei dubbi e ci si chiede: «mi salverò?». Sì, purché tu corrisponda alla vocazione. Cerca di essere fervorosa e vi andrai subito senza passare per le fiamme del purgatorio. Lietissime dunque nella propria vocazione. Viverla con gioia aspettando che venga tramutata in quella eterna. Le suore che sono in paradiso e tutti i santi sono pieni di gioia.
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4. Come siete fortunate! Ricevete una formazione, la più bella, la più santa: pietà, studio, avvio all'apostolato. Il Signore vi ha preso qua e là come piante sparse e vi ha collocate in un giardino per coltivarvi bene e in questo giardino di Gesù buon Pastore vi sono le rose, i gigli, le viole. Giardino affidato alle cure di Maria, la celeste Giardiniera, e dei santi apostoli Pietro e Paolo.
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5. Non potete comprendere la grazia che avete ricevuto: la capirete in cielo. Benedite il Signore. Quante anime nel mondo non hanno una decima parte di quello che avete voi!
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6. Le anime che Gesù Cristo ha salvato con la sua passione e morte sono affidate a voi: Gesù buon Pastore vi trasforma in pastorelle per essere una cosa sola con Lui e con Maria divina Pastora. Nella parrocchia avrete i fanciulli, le giovani, i poveri, gli ammalati. Profumare la parrocchia con la virtù, con i buoni esempi ed attirare su di essa una pioggia di grazie.
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7. Vivere in una famiglia religiosa edificandosi con i buoni esempi e cercando di aiutarsi l'una l'altra, non è una grande grazia?
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8. La vita religiosa esige giorno per giorno piccoli sacrifici. Esige quindi due cose:
- rinunzia e distacco che a volte è molto penoso. Distaccarsi dai propri genitori che si sono tanto amati, strappa a volte le lacrime. Credete che non ottengano grazie speciali le lacrime versate sul cuscino? (Ho pianto anch'io!). Portare qualche cosa a Gesù nella comunione: volete solo ricevere?
- Ambientamento: c'è un orario da osservare, c'è da lasciare l'abitudine a far quello che si voleva, ci sono i propri gusti da cambiare.
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9. Il bene che avrete è di tale grandezza che non lo si può pagare nemmeno con il sacrificio: l'aiuto viene dalla grazia divina.
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10. Con Dio nel cuore e la pace nell'anima qualche volta viene voglia di esplodere anche quando è silenzio. Sfogatevi bene in ricreazione. Anche gli angeli fanno chiasso in paradiso e non c'è nessuno che li faccia tacere.
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11. Fidatevi di Gesù, aspettatevi tutto da Lui, sotto il manto di Maria. Le richieste da parte dei parroci sono una testimonianza che siete stimate.
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12. E' bella la vostra vocazione e nella Chiesa di Dio è destinata a fare un gran bene: dare ai piccoli Gesù, chiudere gli occhi ai morenti facendo loro baciare il crocifisso...
Bei canti di gioia ed infine il canto trionfale «Paradiso».
Albano Laziale (Roma)
20 settembre 1956
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36 Albano Laziale (Roma), 20 settembre 1956