Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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12. UMILTA' - I 12
1. Chiediamo al Maestro divino, Gesù buon Pastore, la santa umiltà: umiltà con Dio, col prossimo, con noi stessi.
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2 Vi sono cose che consigliamo, predichiamo esortiamo a fare per migliorarci spiritualmente, e vi sono cose assolutamente necessarie per salvarci: una di queste è l'umiltà. Con essa ogni bene, senza di essa ogni male. Dice san Agostino «Se tu mi chiedi qual è la prima virtù io ti rispondo: l'umiltà, la seconda: l'umiltà, e la terza: l'umiltà. Sempre risponderei: l'umiltà».
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3. Essa è necessaria in modo assoluto. Facciamo un esempio facile: se uno non riconosce i propri peccati non si accusa e non si salva. Che cos'è la umiltà? E' la verità, la giustizia, l'ordine; è riconoscere che cosa siamo, è amare di essere dimenticati e stimati un nulla. «Chi si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà umiliato» (Mt 23,12).
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4. Come l'acqua non si ferma sulle alture, ma corre a valle, così la grazia non si ferma sui superbi ma va sugli umili. Il Signore permette che sia umiliato chi è orgoglioso e si stima.
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5. Chi è più infelice del peccatore? Vi è qualcosa di più umiliante, penoso e doloroso della perdizione e dell'inferno? Eppure l'orgoglioso finisce così. Ricordiamo la parabola del fariseo e del pubblicano: l'uno orgoglioso torna a casa sua più peccatore di prima, l'altro torna a casa giusto. Gli umili si fanno tanto più santi quanto più praticano questa virtù.
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6. Umiltà di cuore. Ha detto Gesù: «Imparate da me che sono umile e dolce di cuore» (Mt 11,29). Egli, Dio, si inginocchia a lavare i piedi agli apostoli, al suo traditore! Esercitiamo innanzitutto l'umiltà.
Umiltà con Dio che è costituita da tre principi: siamo un nulla, siamo peccatori, siamo in continuo bisogno.
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7. Siamo un nulla. All'inizio dei tempi non c'era proprio nulla: Dio solo. Egli ha fatto tutto e tutto ci viene da Lui. Che hai tu che non abbia ricevuto? Salute, intelligenza, cuore, volontà, vocazione. Se tutto abbiamo ricevuto perché gloriarci? Vi gloriate forse di un bel palazzo che sta accanto al tugurio dove abitate? Alcuni poi si vantano delle cose più sciocche.
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8. Non solo abbiamo nulla e siamo un nulla, ma siamo in debito: l'unica cosa nostra è il peccato, male grandissimo. Nessun sacrificio umano può cancellare neppure il più piccolo peccato veniale. Che debiti con Dio! E noi abbiamo tanti torti, abbiamo offeso Dio che ci ama, che è nostro sommo Bene, che ci vuole con sé in paradiso, ed abbiamo l'ardire di inorgoglirci.
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9. Siamo riconoscenti per il sangue che Gesù ha sparso per noi. Stare umili, stare col capo basso quando ci dicono una parola che ci può insuperbire. Di fronte a una ferita dell'orgoglio, ad una incomprensione, pensare alle offese che abbiamo recato al Signore.
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10. Siamo poveri, abbiamo sempre bisogno che Dio ci liberi dalle tentazioni, ci faccia capire le cose sue, ci faccia amare la vocazione. Bisogna essere umili per meritare la grazia che santifica ogni nostra azione rendendola meritevole, ci liberi dal peccato ci faccia fare tanti meriti. Quelli che chiedono l'elemosina fanno vedere le loro condizioni, le loro piaghe, raccontano le loro miserie. Così dobbiamo fare noi con Gesù.
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11. Abbiamo bisogno di tutto: fede, speranza carità, prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, obbedienza, povertà, castità, pazienza e umiltà; dei sette doni dello Spirito Santo e dei suoi frutti, delle beatitudini, di santificare la nostra vita, di elevarci nei pensieri.
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12. Entrando in chiesa e chinando il capo diciamo: «Signore, abbi pietà di me che non so comprendere, non so correggermi, ho la lingua lunga e ho tanti difetti».
Fin che non arriviamo al punto di dispiacerci, di sentirci urtate, di penare di fronte a una lode, non camminiamo ancora sulla via della virtù, ma siamo solo orgogliosi e pieni di noi stessi.
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13. Chiediamo, come somma grazia, l'umiltà. Il maestro Giaccardo per quindici anni aveva avuto il proposito principale sull'umiltà e non è arrivato a terminarlo: vuol dire che lo riteneva necessario.
Se portate via dal ritiro la convinzione che dovete essere umili avete ricavato un grande frutto per la vita intera.

Albano Laziale (Roma)
27 marzo 1956

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12 Albano Laziale (Roma), 27 marzo 1956