Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. RITIRO GENNAIO 1956
1. PREZIOSITA' DEL TEMPO - I1

1. Abbiamo incominciato l'anno 1956 per la grazia e la misericordia di Dio. In tale occasione si dice: «Anno nuovo, vita nuova». Sia questo un anno santo, tutto bianco, senza macchia e, nello stesso tempo, pieno di meriti. Non ci sono da mutare i propositi: il lavoro spirituale comincia e finisce con altra data che non sia quella civile: comincia il primo giorno dopo gli esercizi spirituali. Gli stessi propositi invece si rinnovano con aumentato fervore e si riducono alla pratica, portandoli così avanti fino al nuovo corso di esercizi. Ma, ogni mese, lo stesso proposito deve essere meglio praticato. Consideriamo perciò il valore del tempo.
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2. Che cosa è il tempo? Noi praticamente diciamo che il tempo è il corso della vita, è quel periodo che il Signore ci concede per farci santi, in un succedersi di anni, di ore, di cui nessuno conosce il termine. Noi sappiamo la data della nostra nascita, ma non possiamo sapere la data della nostra morte, eccetto intervenga una rivelazione.
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3. Ma non è la lunghezza della vita, non è il numero degli anni che ci deve star più a cuore, è la santificazione degli anni che il Signore ci dona e nei quali dobbiamo spendere bene i talenti. Il Signore ci giudicherà su come abbiamo speso i nostri talenti. Non chiede quel che non abbiamo ma tutto in proporzione al dono ricevuto: se una persona ha più intelligenza dovrà adoperarsi più di un'altra, poiché del suo dono dovrà rendere conto.
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4. Il Signore ha concesso a tante anime il dono della vocazione, chi vi corrisponde ha un grande merito, chi invece non vi corrisponde sciupa uno dei più preziosi talenti. Esteriormente forse non ci si accorge subito ma il giorno del giudizio si vedrà tutto.
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5. Vi sono persone delicatissime, che non perderebbero mai un minuto di tempo, altre invece lo sciupano con tanta facilità.
Il tempo si può sciupare in vari modi:
a) nel fare niente. Ci sono persone che fantasticano e pensano a cose inutili. Si può perdere tempo nello studio, nella scuola, nella preghiera, nella ricreazione, alle volte in strada, nelle occupazioni stesse dell'apostolato;
b) nel fare cose inutili. Vi sono persone che lavorano, ma in realtà perdono tempo: conversazioni che non finiscono mai, di cui non conoscono neppure il motivo. Che cosa giova a noi sapere certe notizie, vedere certe cose, sapere ciò che succede in quella casa o nell'altra? Persone alle volte che vanno, vengono, s'affannano, ma, essendo disordinate all'interno (ed anche un po' all'esterno) non concludono, perdono tempo! Persone che leggono ciò che non è vantaggioso, si occupano dei fatti altrui senza averne l'incarico, conoscono tutte le faccende degli altri e non conoscono le proprie! Quando una avesse passato la giornata così e alla sera volesse fare il bilancio, troverebbe ben poco e potrebbe concludere: oh, tesoro perduto!
Alle volte questo modo di prendere tempo viene considerato sotto l'aspetto buono: le persone si arrovellano intorno a scrupoli e fantasie di molte specie e sprecano così il tempo migliore;
c) nel fare il male. Questo è il modo più brutto di perdere tempo: può essere un discorso cattivo, possono essere pensieri di vanità o di ambizione, bugie, sotterfugi, trasgressione dei comandamenti di Dio, dei voti, dei doveri del proprio stato.
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6. Utilizzare bene il tempo! Prima di tutto facendo il nostro dovere, ora per ora, nell'ufficio in cui siamo. Al mattino subito offrire il cuore a Dio e offrire la giornata, facendo bene quel che si deve fare in quei venti minuti durante la levata. In ogni nostro dovere, metterci la mente ed il cuore; farlo volentieri e con desiderio di progresso. Chi ci mette mente, volontà e generosità, migliora di sicuro.
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7. Nell'esame di coscienza leggere profondamente nella nostra anima: age quod agis (fa bene ciò che fai). Fare bene l'esame preventivo, la meditazione, perché le nostre giornate siano veramente piene. Vigilanza sopra di noi per evitare i difetti, per acquistare le piccole virtù.
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8. Un secondo modo per utilizzare bene il tempo è quello di essere ordinati; una persona ordinata compie bene il lavoro interiore ed esteriore. L'orario bene osservato è di grande aiuto per la santità; disporre bene le azioni della giornata, essere ordinate anche nel mangiare perché il primo medico siamo noi stessi. Ordinati nei pensieri, nei sentimenti, nelle relazioni. Il disordine esterno generalmente procede dal disordine interno, è una spia che ci fa conoscere come ci regoliamo nei pensieri, affetti, sentimenti, desideri.
Il Signore vi dia la grazia di utilizzare bene il tempo; se non progrediamo, gli anni sono perduti.

Albano Laziale (Roma)
6 gennaio 1956

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1 Albano Laziale (Roma), 6 gennaio 1956