20. PENSIERI DI CIELO201. Tanto il Vangelo quanto l'epistola ci invitano a elevare i nostri pensieri al cielo e ci ricordano che la nostra vita è breve, ma eterna è la ricompensa per quelli che saranno fedeli. Al giudizio universale ci sarà una grande separazione: alla destra i veramente fedeli, alla sinistra quelli che hanno rifiutato la redenzione.
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2. Il battesimo è un impegno: ci chiede di credere le verità rivelate da Dio, di praticarle e di amare il Signore.
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3. Gesù dice nel Vangelo: «Ancora un poco e non mi vedrete, un altro poco e poi mi vedrete» (Gv 16,16). Gli apostoli non comprendevano queste parole e Gesù ne diede la spiegazione. Voleva dire che dopo poco tempo sarebbe morto, risorto e andato al Padre. E nel «mi vedrete ancora» voleva alludere al momento in cui l'avrebbero raggiunto in paradiso ed anche al suo ritorno alla fine del mondo.
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4. Gesù vuole che abbiamo sempre presente il pensiero che ci attende il paradiso. Pensare all'eternità, contemplare la beata abitazione preparata dal Padre celeste ai suoi figli. Avere quindi la sapienza celeste, quella che raccomanda san Pietro nell'epistola di oggi (terza domenica dopo Pasqua).
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5. Si può conoscere la filosofia, l'architettura, la musica, ma la sapienza vera e necessaria è quella dei santi, quella che voi porterete nelle parrocchie. Tutto ciò che abbiamo sulla terra è mezzo per arrivare al cielo. Questa è la sapienza del Vangelo che ci conduce al paradiso.
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6. Anche la suorina quindi che non sa dire altro se non che siamo fatti per il cielo, che il peccato ci allontana dalla nostra patria e che perciò bisogna odiarlo, sa più di tutti i sapienti del paese.
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7. Sapienza, che consiste nel lasciare il peccato, fuggire le occasioni, privarci di certe soddisfazioni; sapienza, che ci fa prendere tutti i mezzi per raggiungere il fine: comandamenti, precetti, consigli evangelici.
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8. Ciò che ci impedisce di arrivare al paradiso è il peccato, ciò che ce lo assicura è la pazienza nelle croci, l'amore al dovere di ogni giorno, la pratica dell'obbedienza, della castità, della povertà e di ogni altra virtù. La Chiesa che ci istruisce, i sacerdoti che ci predicano, i sacramenti che si ricevono, sono tutti mezzi che ci aiutano ad arrivare al cielo.
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9. Vi sono cose da cui bisogna astenersi: certi spettacoli, sguardi, passioni, capricci, parole e certi consigli. Voi avete la giornata occupata in tante opere buone che vi assicurano il paradiso: avete una bellissima vocazione.
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10. Ringraziare il Signore della sapienza che vi ha dato, sapienza che vi ha fatto scegliere il meglio. Ringraziarlo di tutta la formazione, le spiegazioni e lo studio del catechismo: questo basta a superare ogni altra sapienza perché è la sapienza che salva.
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11. Non vergognatevi di saper poco se sapete però salvarvi e insegnare a salvarsi.
Invochiamo il Signore perché in tutti noi infonda questa sapienza e ci dia la grazia di comunicarla.
Albano Laziale (Roma)
22 aprile 1956
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20 Albano Laziale (Roma), 22 aprile 1956